Bérénice Levet:”Femminismo illiberale e neo-puritano”

Invito a leggere questo articolo di Bérénice Levet, una intellettuale e saggista francese: https://www.ilfoglio.it/societa/2018/12/26/news/contro-il-neofemminismo-230479/?fbclid=IwAR1n-INT30OK1utMXGgHpwFHcHhR6bpgnQJgTnEyEuVQlF_wYlofGYkUuxA

Naturalmente, come è normale che sia, ci sono dei punti che non condivido. Penso ad esempio, che la sua posizione sull’Islam possa essere utilizzata per criminalizzare quel mondo e tornare quindi funzionale all’ideologia neoliberale e capitalista (e neocolonialista) dominante. E forse lei stessa ne è consapevole. Ma non c’è dubbio che si tratti di una critica fondata, sia pur parziale, al neofemminismo, da parte di una donna che non è certo tacciabile di maschilismo o di “patriarcalismo”.

Ciò che trovo veramente triste e desolante, è constatare come certe posizioni, anche importanti, vengano pubblicate (peraltro non così di frequente perchè, come sappiamo, il femminismo ha colonizzato ogni spazio mediatico e politico, da sinistra a destra passando per tutto quello che c’è in mezzo) solo e soltanto su giornali di destra, in questo caso sul Foglio.

Non è una novità, ovviamente. Però ci dice molto della totale e assoluta incapacità/non volontà che alberga a “sinistra”, anche solo nel provare ad abbozzare una riflessione che non sia la pedissequa e a questo punto anche ottusa riproposizione dei mantra femministi.

Spero solo, a questo punto, che questa ottusità contribuisca ad accelerare il processo di estinzione di questa “sinistra” che è diventata un ostacolo, o comunque uno degli ostacoli, alla ricostruzione di una autentica e moderna forza socialista e di classe.

Sembrano parole dure, animate da chissà quale livore personale, ma così non è, anzi, sono parole che mi trovo costretto a pronunciare con un senso profondo di tristezza e anche di angoscia.

Ma non c’è alternativa.

Contro il neofemminismo

Fonte foto: LaPresse (da Il Foglio)

 

8 commenti per “Bérénice Levet:”Femminismo illiberale e neo-puritano”

  1. Giorgio C.
    27 dicembre 2018 at 10:31

    F.M.
    >>
    Penso ad esempio, che la sua posizione sull’Islam possa essere utilizzata per criminalizzare quel mondo e tornare quindi funzionale all’ideologia neoliberale e capitalista (e neocolonialista) dominante.
    >>
    Ascolta, essere dalla parte degli uomini non deve equivalere ad esserlo a prescindere, negando ben precise evidenze.
    Che nel mondo islamico il ruolo della donna sia subordinato a quello dell’uomo è un dato di fatto, perciò cosa c’entra la presunta criminalizzazione di quel mondo, da parte di quella intellettuale francese?
    Come è possibile che un uomo che parla di eguaglianza come te, non faccia altrettanto quando si tratta di islam?
    E’ parimenti innegabile che i movimenti femministi si guardano bene dall’attaccare ferocemente i musulmani, come invece sono soliti fare quando hanno di fronte dei connazionali, ovvero degli uomini bianchi occidentali.
    Le ragioni sono a dir poco ovvie…

    • Fabrizio Marchi
      27 dicembre 2018 at 11:12

      Scusa ma stai dicendo una fesseria. Quello che dici vale solo per una parte del femminismo, quello più radicale di sinistra o di area cosiddetta “antagonista”.
      Il femminismo liberale invece, di “sinistra” o di destra, quello che occupa i media e la politica, per capirci, è in sintonia da questo punto di vista, e viene appunto utilizzato per coprire ideologicamente le guerre imperialiste e neocolonialiste camuffate da “guerre umanitarie” per “portare diritti umani e togliere il burqa alle donne”.
      Tutto ciò non implica affatto avere simpatie particolari per l’Islam; non appartengo a nessuna confessione religiosa, le rispetto tutte, sotto il profilo spirituale, e naturalmente le sottopongo a radicale critica nel momento in cui diventano una forma di “falsa coscienza” e di fatto di strumento di perpetrazione del dominio di classe.
      Dopo di che parlare di “mondo islamico”, come fai anche tu, o di condizione delle donne nel mondo islamico NON ha nessun senso, perché si tratta di un mondo estremamente complesso e diversificato dove la condizione delle donne è radicalmente diversa dall’Iran all’Arabia Saudita, dalla Siria all’Afghanistan, dalla Tunisia alla Palestina. La vulgata occidentale, naturalmente, sia essa di destra o di “sinistra”, deve semplificare e buttare tutto nello stesso minestrone per ovvie ragioni propagandistiche. La ragione è fin troppo ovvia: deve giustificare in qualche modo l’alleanza di ferro dell’Occidente con le peggiori tirannie saudite o qatariote finanziatrici dell’Isis e criminalizzare paesi come l’Iran o la Siria che in confronto (anche e soprattutto relativamente alla condizione delle donne) sono campioni di civiltà e tolleranza.
      Dopo di che, anche sulla condizione delle donne nel “mondo islamico” (il rifugium peccatorum di tutte le femministe e i femministi quando non hanno più argomenti per controbattere…) si discute a lungo, perché anche in questo caso è stato dipinto un mondo dove le donne hanno solo doveri e gli uomini solo diritti, dove gli uomini se la spassano e le donne sono in catene. Balle, anche queste, e di colossali proporzioni. Il che non significa, anche in questo caso, avere quel mondo come riferimento, ma solo osservare la realtà con occhi lucidi e non con le lenti dell’ideologia. Un invito che rivolgo anche a te.

    • Fabrizio Marchi
      27 dicembre 2018 at 11:23

      Aggiungo che la criminalizzazione dell’Islam è parte dell’ideologia politicamente corretta attualmente dominante in Occidente, e anche in questo caso, la ragione è fin troppo evidente. Si deve combattere una istanza culturale, religiosa e sociale che vuole mantenere la propria identità – giusta o sbagliata che sia, non è questo ora il punto – e combatte per mantenerla. Ed è proprio questa rivendicazione identitaria (che assume, in alcuni casi, inevitabilmente, un connotato antimperialista e anticolonialista) che l’Occidente deve combattere. In questo caso la variante ideologica e politica di destra del sistema capitalista occidentale è più funzionale di quella di “sinistra” appunto perché più radicalmente antislamica. Ma, come ripeto, è in sintonia con la variante di “sinistra liberale” per lo meno per ciò che riguarda la questione femminile.
      Dopo di che, ovviamente, io ho tutt’altre idee sulla relazione fra i sessi (e non solo…) rispetto a quelle del “mondo islamico” (mi vergogno quasi per la semplificazione ma ci capiamo…), ma questo è un altro discorso che non ha nulla a che vedere con quello che stiamo facendo…

  2. gino
    27 dicembre 2018 at 13:08

    condivido il 99% i quanto scrive la levet. è estremamente raro che condivida il 99%, quindi lo definisco un grande articolo.
    l’unica caduta (a mio avviso eh) è qui:
    “Non si tratta di allineare il desiderio maschile a quello femminile, ma di educarlo, civilizzarlo, ripulirlo. E’ il desiderio e la manifestazione di questo desiderio che bisogna formare. Noi dobbiamo riabilitare o abilitare l’educazione dei sentimenti, per sottrarre i futuri adulti alla brutalità delle loro emozioni grezze”

    le emozioni grezze, se fin dall’inizio solo lasciate libere di dispiegarsi, non sono mai “brutali”, si sono selezionate naturalmente in milioni di anni. il problema è esattamente l’opposto: troppa educazione, civilizzazione e ripulitura da qualche migliaio di anni hanno distorto l’istinto e i rapporti sessuali e familiari. producendo per reazione dei mostri.
    il Desiderio non ha alcun bisogno di essere “formato”.

    • Giorgio C.
      27 dicembre 2018 at 16:41

      gino
      >>

      La penso come te.
      Infatti pure io condivido quasi totalmente l’articolo di Levet, tranne quel passaggio che hai evidenziato.

  3. gino
    27 dicembre 2018 at 13:20

    un gran commento (non sono solo nel mondo!) al libro della levet del 2014 contro la teoria gender:

    “Michel Onfray voit dans cet ouvrage un « essai à contre-courant », dans lequel « la philosophe Bérénice Levet montre que genre [sic] réalise paradoxalement le projet chrétien : un corps sans organes, l’aspiration à une neutralité asexuée comme celle des anges. »”

  4. Giorgio C.
    27 dicembre 2018 at 16:32

    Fabrizio, i miei discorsi non hanno niente a fare col politicamente corretto occidentale, e nello specifico neppure con la destra o la sinistra, che in tal senso – e dal mio punto di vista – non c’entrano molto con certe questioni relative alla cosiddetta uguaglianza tra i due sessi, che nel mondo musulmano non esiste.
    Io non faccio parte di alcun movimento o partito, per cui esprimo solo delle opinioni personali.
    E non è neppure questione di “criminalizzare” chicchessia, bensì di osservare i fatti in maniera più oggettiva possibile.
    Ad esempio, tu scrivi,
    >>
    Dopo di che parlare di “mondo islamico”, come fai anche tu, o di condizione delle donne nel mondo islamico NON ha nessun senso, perché si tratta di un mondo estremamente complesso e diversificato dove la condizione delle donne è radicalmente diversa dall’Iran all’Arabia Saudita, dalla Siria all’Afghanistan, dalla Tunisia alla Palestin
    >>
    Certo che si tratta di una realtà diversificata, ma certe diseguaglianze esistono lo stesso, seppur in maniera meno marcata in certi paesi piuttosto che in altri.
    Intendiamoci, nemmeno io credo alla storia secondo la quale le donne musulmane sarebbero quotidianamente prese a mazzate dai “loro” uomini, giacché mi pare ovvio che questa sia una boiata colossale.
    Ma nessuno può raccontarmi che là uomini e donne sono “uguali” (metto le virgolette perché è chiaro che i due sessi sono “naturalmente diversi”, per cui non c’è bisogno che spieghi cosa intendo per “uguali”).
    Tra l’altro considerazioni simili potrebbero essere fatte anche per il mondo occidentale, poiché anche l’America Latina è Occidente, ma non mi risulta che in quei luoghi la realtà sia uguale a quella degli USA e ancor meno a quella dell’Europa dell’Ovest.
    Del resto, tanto per rimanere in Europa, anche le realtà di paesi come l’Austria o la Svizzera non sono comparabili a quelle dell’Italia e della Spagna.
    E non solo per evidenti e antiche differenze culturali, ma anche perché in quei paesi il femminismo non è aggressivo e dominante come dalle nostre parti o nella sopracitata Spagna.
    Affermare questo non significa sposare le c.d, politiche imperialiste degli americani o chissà cosa.
    No, significa semplicemente analizzare i fatti.
    Poi, intendiamoci, ognuno è libero di pensarla come vuole.

    Un saluto dal Veneto.

    • gino
      27 dicembre 2018 at 17:04

      l’america latina (ci vivo da 20 anni e la conosco da 30) è occidente solo in parte, essendo un incrocio di cultura occidentale, africana e india.
      in che senso la distingui dall’occidente, nella fattispecie del tema trattato?

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