Caro Salvini, il “Bongiorno” si vede dalla piramide

Foto: www.unionesarda.it

 

La Lega di Salvini ha in questi giorni ingaggiato l’avvocato Giulia Bongiorno tra le proprie fila, sposando di fatto una visione femminista e di discriminazione in base al sesso considerata “positiva”, che è da sempre il di lei cavallo di battaglia e che riassume in poche frasi: “Dobbiamo avere molto più degli uomini, se davvero vogliamo recuperare il meno avuto fin qui. Non basta invocare la parità, o peggio ancora illudersi di averla raggiunta. Ci vuole disparità. Ci vogliono leggi e azioni a nostro favore”. Azioni a favore delle donne in quanto donne, per combattere il sessismo che definisce i soggetti in base al sesso. Ottimo e coerente.

“Oggi si pretende che la donna abbia uno stipendio e in più si faccia carico di tutto il resto. La sacrosanta battaglia per i diritti si è tradotta in un’acquisizione di doveri. Se questa è la parità!” Chiaro, no? È la società maschilista che pretende che la donna abbia uno stipendio, mica le donne stesse! E la parità di diritti viene accostata all’acquisizione di doveri! Ma che schifo!!! Probabilmente con parità intendeva uno stipendio senza lavorare, diritti senza doveri, uguali un po’ più uguali degli altri.

“Non ci sono altre soluzioni, se non leggi “odiose”, che facciano la differenza. Le ho chiamate “quote fucsia”, un rosa un po’ più forte per donne capaci, che non si arrendono. Ci vorrebbe una corsia preferenziale ovunque, una disparità spudorata”. Vabbé, da “Radio Antisessista” per oggi è tutto, ci basta.

Torniamo seri. La Bongiorno basa tutto il suo impegno politico e sociale sui temi femministi e su quelle frasi, dalla attività in Doppia Difesa fino ad ogni dibattito pubblico, politico e mediatico. Non parla d’altro e quindi viene ingaggiata per occuparsi di questo e nient’altro. Chi si illude che la sua attività nella Lega possa essere compatibile con la posizione di Salvini sui padri separati (o gli estremisti che pensano che la guerra all’immigrato significhi maggiori diritti agli uomini autoctoni) e afferma che quest’ultima non verrà intaccata, che lei si occuperà d’altro o addirittura, come molti affermano, che la sua presenza in Lega le servirà come occasione per redimersi dai suoi estremismi femministi e verrà “salvata e redenta”, è sciocco o in malafede. Ed è illuso pure chi credeva che il tema del nazionalismo sarebbe stato al top della attività della Lega. O che si tratti di una strategia per guadagnare consenso ed a cascata ottenere di più sugli altri temi: niente di più sbagliato, poiché le due questioni sono in contrasto, inconciliabili, antitetiche, dato che il femminismo si guarda bene dal difendere la bigenitorialità, la paternità e il maschile, riconoscendo nell’uomo in quanto tale il nemico. I temi storici della Lega?  Acqua fresca. Femminismo pigliatutto. E questo sia per un principio numerico che per un fenomeno di piramide di potere che descriveremo più sotto.

La Lega, che tra l’altro ultimamente era particolarmente presa in considerazione da un buon numero di padri separati e uomini falsamente accusati per alcune dichiarazioni di Salvini e per qualche contentino in Lombardia, e da una buona fetta di quel mondo maschile stanco di essere criminalizzato ogni giorno, ha ottenuto una  fortissima delusione e defezione un po’ ovunque tra gli uomini ma probabilmente ha acquisito un maggiore numero di voti tra le donne. In effetti, tale scelta appare (ad un osservatore poco attento) poco coerente con alcune dichiarazioni del secondo Matteo nazionale riguardo ad un suo proclamato impegno per risolvere la discriminazione del padre nella cura dei figli, ma in fondo è una scelta fondamentalmente opportunistica: ad una valutazione superficiale le donne femministe costituirebbero più voti degli uomini vessati. In realtà non si tratta di una questione di numeri (gli uomini vessati oggi sono assai di più delle donne veramente vessate dalla nostra società) quanto di legittimazione delle varie rivendicazioni. Gli uomini, castrati dalla nostra odierna società in ogni tentativo di mostrare le discriminazioni subite e ridicolizzati nella loro sofferenza, non si organizzano nella protesta e “sembrano” di meno.

Per capire le contraddizioni di tutti i partiti (non se ne salva uno) su questi temi, ed il fatto che ci si occupi di violenza in maniera strumentale e mai obiettiva (vengono assassinati  3 uomini per ogni donna, ad esempio, ma non se ne parla e non si agisce), bisogna anzitutto avere chiaro uno schema giustificativo.

La percezione sociale della gravità di atti violenti tra individui si afferma sempre di più come piramidale, dove al vertice si mettono i soggetti che suscitano più indignazione quando sono vittime o autori di violenza, e pian piano a scendere tutti gli altri. Chi guadagna posizioni nella piramide è sempre difeso e compatito, chi scende è deriso e non considerato.

Quindi, secondo una scala di indignazione e repulsione per fatti violenti, si definisce più o meno grave l’atto a seconda di chi lo riceve e chi lo fa, con un meccanismo speculare dove chi sta in cima batte chi sta sotto in quanto a giustificazione e chi sta sotto riceve condanna più di chi sta sopra, dove con “battere” si intende ottenere un grado di assoluzione o vittimizzazione (anche se colpevole) sia legale (disparità di trattamento in tribunale e di pena) che soprattutto sociale (“chissà cosa aveva subìto per arrivare a tanto, chissà cosa deve essere successo per perdere di vista gli innati principi materni e pacifici che ogni donna acquisisce già nella gestazione, chi siamo noi per giudicare una donna, indaghiamo bene sul passato e sul perché del gesto e così via”…) indipendentemente dal torto o dalla ragione. In cima c’è la donna in quanto tale, in fondo ci sono gli uomini che finché si scannano tra di loro va tutto bene, ma se scannano il gradino superiore non va più bene. Vero è che il fatto di farsela tra gradini vale per tutti, e che si può massacrare chi sta sotto e chi sta accanto ma non si può toccare chi sta sopra, ma è anche vero che l’ultimo gradino ce le piglia sempre ed è additato come l’unico responsabile di ciò che succede sopra. La cosa agghiacciante è che addirittura al vertice non ci siano i bambini (condizione sociale e non genetica), nemmeno gli anziani o i malati (tutte condizioni oggettivamente discriminanti, inferiorizzanti o temporanee) ma le donne, le quali possono fare un po’ quello che gli pare impunemente per il semplice fatto di essere nate donne. Le figlicide a casa, le infermiere violente con qualche rimbrotto, le maestre sanzionate con lievi provvedimenti disciplinari momentanei. L’assassinio di bambini, per fare un esempio, indigna se fatto dal gradino inferiore ma MAI da quello superiore, visto che le donne infanticide godono di impunità e comprensione, alcune addirittura riammesse ad occuparsi degli altri figli o incoraggiate a farne altri. La posizione in cima alla piramide garantisce impunità e comprensione. Donna batte bambino, sempre.

Secondo questo sistema deviato di percezione della gravità, alimentato da politica, media, “intellettuali” e pensatori  vari (addirittura addetti al lavori quali sociologi, psicologi e criminologi), è più o meno grave la violenza a seconda del genere o gruppo che la riceve, e si condanna o si assolve chi la esercita a seconda dell’appartenenza e non chi la esercita verso chi la subisce (andamento lineare orizzontale e non piramidale): In cima alla piramide sta la donna, poi gli animali, poi i malati, poi gli anziani, poi i bambini, poi i barboni, ed infine gli uomini. La questione della cittadinanza diventa marginale e trasversale e merita una analisi a parte, poiché la prima piramide batte la seconda.

  • piramide di genere e di cittadinanza. Donna batte uomo e tutti gli altri, sempre: donna italiana batte tutti, donna italiana batte uomo italiano, donna italiana batte uomo immigrato (se donna batte uomo e uomo italiano batte immigrato, per logica donna italiana batte di certo uomo immigrato), donna immigrata batte uomo immigrato (in quanto donna) e scavalca qualche casella non dovendo confrontarsi come donna immigrata con uomo italiano e lo batte in quanto donna, ma si confronta con donna italiana dove si rischia il patatrac, essendo due regine della dama sulla scacchiera: alla fine rimangono a pari merito lasciando in zona grigia il corto circuito del quale non si deve parlare, donna italiana o immigrata batte bambini e bambine (le quali non sono evidentemente ancora donne, ma poco a poco passano crescendo da bambine ad adolescenti e poi a donne, ed acquisiscono potere nella piramide), donna italiana batte malati e malate, anziani ed anziane, batte barboni ma non barbone, le quali battono barboni e saltano una decina di caselle e passano per Corso Magellano, battono animali, (sottocategoria comandata dalla prossima piramide che illustreremo), i quali avevano già battuto uomini, anziani, malati e barboni, immigrati, bambini, collocandosi poco sotto tutte le donne.

Seconda piramide sovrapposta alla prima e ad essa subordinata, gruppi di età e condizione sociale: uomo malato batte uomo sano, uomo benestante batte uomo povero (essendo un dovere dell’uomo provvedere ai fabbisogni della donna, un uomo benestante è vincente e preferito dalla società ad un povero fallito, sistema che invece si ribalta totalmente nel caso delle donne, perché una donna bisognosa e povera è la vittima per eccellenza dato che la società non si occuperebbe di lei e la vesserebbe, dunque se fallisce non è colpa sua, nessuno le chiede la riuscita, mentre la benestante è una eroina perché nonostante le vessazioni è riuscita nella vita e merita doppio encomio, come vittima e come capace di riscattarsi), bambina malata batte nettamente bambino malato, bambino o bambina battono uomo sano o malato o povero, ma sono tragicamente battuti da qualsiasi donna, sana, pazza, assassina, malata di mente, la quale come detto sopra batte sempre tutti, specie se italiana, donna malata batte uomo malato, donna violenta batte uomo violento, donna pacifica batte uomo pacifico, donna litigiosa batte uomo pacifico, donna pacifica batte uomo litigioso (unica combinazione azzeccata ma per puro caso) bambini battono uomini ma non malati (né soprattutto malate le quali zompano varie caselle), animali o anziani, visto quanto importa a tutti la perdita di un padre vivo da vedere qualche ora o mai durante la separazione e la mancata applicazione della legge sull’affido condiviso, vista la scarsa indignazione mediatica e politica per le sofferenze dei minori e la loro morte, numeri assai elevati di quelli del femminicidio, animali teneri battono animali riprovevoli e sacrificabili (agnello batte maiale, pulcino batte pollo), animale femmina batte animale maschio (tra la vacca costretta alla mungitura ma viva ed il vitello macellato vince la femmina, tra le pulcine costrette a fare uova e i pulcini maschi buttati nel tritacarne vince ovviamente il genere femminile quanto a scandalo), donna malata batte uomo malato (basta vedere gli stanziamenti per le malattie femminili e quelli per le malattie maschili e le relative campagne), pensionata batte pensionato (va in pensione cinque anni prima ed ha cinque anni di prospettiva di vita in più, dieci anni in tutto di vantaggio, a fronte di una maggiore contribuzione maschile nazionale; gli uomini pagano le pensioni alle donne in misura maggiore), donna soldato batte uomo soldato e donna delle Forze dell’Ordine batte collega uomo (sistemi di selezione ed addestramento privilegiati per le donne, pattuglie notturne di soli uomini e quindi diversa esposizione al pericolo, gradi militari parificati anche in presenza di impegno in operazioni pericolose tutte al maschile ed impiego delle donne in mansioni amministrative), donna operaia batte alla grande uomo operaio (nessuna donna nei cantieri e nei lavori pericolosi, 98% di morti sul lavoro maschili, donne negli uffici con aria condizionata, atmosfera salubre, orari certi e nessuna esposizione a pericoli ed intemperie e uomini nei piazzali a caricare cemento, nei palazzi polverosi ad intonacare, nelle cave a contrarre silicosi e via dicendo).

Immaginiamo una morra cinese (sasso, foglio, forbice) dove però c’è sempre un vincitore, un asso pigliatutto che suscita sdegno quando riceve violenza in quanto appartenente ad una categoria. Difatti, mentre il sasso può essere battuto dal foglio, la forbice dal sasso e così via, questo sistema di preferenze in base al sesso si basa su una supremazia degli elementi, che di fatto crea vincitori sempre più vincenti e perdenti sempre più trascurati. Ogni giorno i media e la politica vagliano gli avvenimenti sociali sulla base di questo sistema, confrontano automaticamente il dato secondo questa “tabella della gravità” e definiscono il fatto in base ad essa, determinando un giudizio di merito frettoloso, strumentale e di volta in volta di condanna o assoluzione su basi totalmente irrazionali e sessiste.

Ed ecco che, grazie a queste categorie stereotipate, avviene il miracolo: politica e media prendono atto di una situazione sociale non già reale quanto piuttosto definita da loro stessi arbitrariamente un momento prima, creata ad arte secondo il principio della discriminazione “positiva” tanto redditizio e strumentalizzabile. Un paradosso logico agghiacciante: io definisco più grave di un altro un fatto a seconda di chi lo compie, un momento dopo prendo atto di una maggiore (falsa) rilevanza del primo rispetto al secondo ed adotto misure sproporzionate per contrastarlo. E ci mangio.

Questo sistema di “catalogazione” (solo sintetizzato ma assai più articolato) si applica di fatto, in sprezzo ad ogni dichiarazione egualitaria solo apparente, su basi sessiste e razziste. La stessa logica che dice di voler eliminare le distinzioni in base al sesso (comprese le Pari Opportunità gestite su basi sessiste) foraggia di fatto questa visione per categorie di genere. In questo processo si incistano perfettamente tutti i vari opportunismi tipici della politica, che non segue un principio di coerenza o etica ma sposa ciò che gli porta popolarità e difende le categorie in base al loro collocamento sulla piramide arbitraria. Il fatto che questo sistema abbia potuto coinvolgere la Lega, che si è sempre dichiarata dura e pura sul tema dell’immigrazione e ne abbia fatto un fondamento, e porti Salvini ad affermare che è una priorità tutelare le donne italiane ed immigrate (quindi immigrata, in quanto donna, batte italiano, perché uomo anche se italiano) e scombussoli ogni logica, la dice lunga sul grado di assorbimento dei principi sessisti al femminile e della piramide ormai introiettati da tutti i partiti. Donna immigrata batte italiano, poiché la Lega da domani si occuperà dei diritti “delle donne italiane ed immigrate”, scavalcando gli uomini italiani. Dunque, prima gli italiani con una postilla: “ovviamente dopo le donne immigrate”. Intendiamoci, che italiani dovessero battere immigrati lo dice(va) la Lega, mica noi. E tocca a lei rispondere su questo paradosso.

Due righe vogliamo spenderle in chiusura sulle dichiarazioni della Bongiorno riguardo ad un dichiarato impegno nel riconoscere e combattere l’alienazione parentale o PAS, fatto che aveva illuso molti padri separati che non vedono i figli e sono da essi odiati o esclusi, e che senza addentrarsi in tecnicismi colpisce assai più gravemente la relazione padre figli rispetto a quella madre figli per il semplice motivo che il 98% delle separazioni si risolve con la collocazione prevalente presso la madre ed una disparità di frequentazione di circa l’80%; va da se che se il padre parla male della madre il bambino ha 25 giorni al mese per verificare che sono bugie, mentre al contrario ha solo 5/6 giorni al mese, ormai compromessi dalle influenze della madre alienante ed insufficienti per crearsi un proprio parere. Va anche da sé che se il bambino vede sempre la madre spendere per lui si convince che è lei che provvede materialmente ed economicamente, senza sapere che sono anche soldi che dà il padre, poiché la madre alienante lo subissa anche su questo punto: “tuo padre non si occupa di te, io mi sacrifico”.

Come mai, ci si domandava, una associazione come Doppia Difesa, che si occupa solo di donne, si esporrebbe su questo fenomeno pur guadagnando attacchi dalle femministe e dalle suprematiste della maternità sulla bigenitorialità? Per il semplice motivo che la Alienazione Genitoriale è ormai innegabile ed accertata e quindi invece di tentare di negarla è meglio ammetterla (o meglio inventarsi che avverrebbe solo da parte dei padri contro le madri, pur riconoscendo l’esistenza del fenomeno), dichiararsi esperti e volenterosi ad affrontarla ed essere in prima linea sulle possibili soluzioni da adottare (che ovviamente verranno influenzate dalle nostre piramidi). Se non puoi combatterli, fatteli amici. Scommetto il mio regno di uomo “privilegiato” contro un piatto di lenticchie (tanto valgono come il due di coppe entrambi) che se mai si costituirà una miracolosa Commissione sul tema, o la faccenda verrà mai affrontata politicamente, la Buongiorno o Doppia Difesa ne faranno parte, o magari in quanto Eletta la presiederà. Ed applicherà le sue “discriminazioni positive” per riconoscerla solo come vessazione verso le madri e mai verso i padri.

In ogni caso, donna avvocato batte leader politico dieci a zero pure a casa sua. Ad maioram, Matteo.

5 commenti per “Caro Salvini, il “Bongiorno” si vede dalla piramide

  1. Alessandro
    23 gennaio 2018 at 11:21

    Alla Bongiorno, ma in generale il discorso vale per il politico donna di destra, va dato atto di non nascondersi dietro l’ipocrisia che caratterizza il politico donna di sinistra: dice pane al pane, vino al vino, non mischia le carte. Ti ha dichiarato guerra e la identifichi subito come una che sta dall’altra parte. Al contrario, nell’area politica di sinistra, regna l’ipocrisia più totale ed è questo ciò che più infastidisce, ossia come le dichiarazioni d’intenti siano costantemente smentite dai fatti. “Se non ora quando” la pensa esattamente come la Bongiorno, eppure quanti abboccano ai suoi proclami del tipo “vogliamo la parità”, “siamo contro qualsiasi discriminazione” e così via? Una marea.
    Soprattutto l’uomo di sinistra( eccezioni a parte, testimoniate al massimo livello per esempio da Fabrizio Marchi) tutto preso dai massimi sistemi, dalla Nato, dalla Palestina, dall’imperialismo, non si accorge della “festa” che gli stanno preparando a casa sua le “compagne”.
    In ogni caso, con l’ingaggio della Bongiorno il cerchio si chiude e c’è solo da tremare per il ritorno, che si profila all’orizzonte, della destra al potere.
    P.s.: sul simpaticamente amaro gioco del “monopoli” c’è solo un errore, ossia scambiare tutti gli animali per l’1% di quelli da compagnia, surrogato di quella umana. L’altro 99% perde sempre e con tutti nell’ inferno che gli abbiamo costruito.

  2. Alessio
    30 gennaio 2018 at 10:24

    Volevo votare M5S, ma ho scoperto che candidano l’avvocato Andrea Coffari di Gilferarro. A questo punto meno peggio la Bongiorno. Certo che il panorama politico italico è desolante.

  3. Pingback: Il-lucida-mente
  4. Rita fadda
    3 aprile 2020 at 1:39

    “Gli uomini, castrati dalla nostra odierna società in ogni tentativo di mostrare le discriminazioni subite e ridicolizzati nella loro sofferenza, non si organizzano nella protesta e “sembrano” di meno.”
    Credo la risposta a questa lunga analisi di predominio femminile, sia nel tuo stesso scritto, ossia unirsi e combattere il nemico…non le donne non l’uomo, ma a un’ ideologia che porta sofferenza.
    Complimenti per la lunga riflessione Toesca.

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