Dalle basi rosse di Mao al “gender fluid”

Questa che vedete sotto è la prima pagina del primo numero del quotidiano comunista (allora poteva senz’altro essere definito tale) Il Manifesto del 28 aprile 1971

Nelle risaie del Kiangsi tra i contadini cinesi | il manifesto

 

Quest’altra sotto è invece la prima pagina dello stesso (si fa per dire…) quotidiano di pochi giorni fa, esattamente il 2 aprile del 2023

 

Edizione il manifesto del 02.04.2023

Queste due immagini fotografano perfettamente il processo di trasformazione della Sinistra avvenuto negli ultimi cinquanta e più anni. Penso che non ci sia null’altro da aggiungere.

P.S. Per i soliti buontemponi. Non abbiamo nulla, ovviamente (e perchè dovremmo?…), contro i transgender, che hanno tutto il diritto di vivere la loro sessualità in assoluta libertà come dovrebbe essere per tutti/e. E men che meno nutriamo un’ostilità nei confronti di coloro che vivono una disforia di genere che devono essere compresi e aiutati a superare una condizione di grave disagio, indipendentemente dal percorso che possono decidere o meno di intraprendere.

Abbiamo invece molto da dire (e soprattutto da criticare) nei confronti di una ideologia che facendo leva, a nostro parere in modo strumentale, sulle difficoltà e sui legittimi diritti di una minoranza di persone, pretenderebbe di convincere la restante stragrande maggioranza che non esisterebbeero differenze sessuali, che il maschile e il femminile sono indifferenziati e che sono soltanto dei meri costrutti culturali. Questa è una deformazione ideologica della realtà e anche dell’antropologia umana che, a nostro giudizio, è parte di un processo di disintegrazione di ogni forma di coscienza e identità, siano esse sociali, culturali e sessuali, del tutto funzionale all’ordine sociale (capitalistico e neoliberale) attualmente dominante.

 

 

8 commenti per “Dalle basi rosse di Mao al “gender fluid”

  1. armando
    12 Aprile 2023 at 14:31

    Tristezza infinita la parabola degeneratoria della sinistra. Se penso che ne ho fatto convintamente parte mi vengono i brividi. Io ritengo di essermi salvato, ma mi domando se quella triste degenerazione non fosse già contenuta, in nuce, fin da allora.

    • Armando
      12 Aprile 2023 at 14:34

      in “nuce”, ovviamente, non in “noce”. Accidenti alla scrittura automatica con la sua pretesa totalitaria di voler conoscere tutto e indirizzare il pensiero.

      • Fabrizio Marchi
        12 Aprile 2023 at 14:55

        Corretto, però ho lasciato comunque questo tuo commento di rettifica perchè l’ho trovato interessante… 🙂 Anche io sono spesso infastidito dai cellulari…

      • Giulio Bonali
        12 Aprile 2023 at 17:12

        I correttori automatici, con i quali litigo spesso anch’ io, sono un perfetto esempio di DA (O AD, per dirlo, in maniera consona al caso, con gli anglomani); cioé della deficienza (di comprendonio) artificiale, ovviamente spacciata da chi ne é succube per pretesa “intelligenza artificiale”: avete mai visto un deficiente (naturale, ma la cosa é estendibilissima induttivamente all’ artificialità) che si rendesse conto dei suoi limiti intellettuali e si non si vantasse della sua pretesa intelligenza?

        E’ roda fatta da ignoranti per ignoranti come loro, con un lessico limitatissimo, ragion per cui -ad esempio- non é immaginabile che una parola che inizia per “deo…” possa essere “deontologia” (chi era questa Carneade?) anziché “deodorante”.

    • Fabrizio Marchi
      12 Aprile 2023 at 15:07

      No, non dobbiamo crearci di questi problemi, perchè la Sinistra alla quale noi abbiamo aderito era un’altra, quella del Movimento Operaio, Socialista e Comunista. E’ sbagliato pensare che ci sia una continuità fra quella Sinistra e l’attuale “sinistra”, perchè in realtà sono due cose completamente diverse. C’è una cesura netta fra le due. Certo, ogni processo ha bisogno dei suoi tempi e quindi è normale che possa sembrarci che ci sia una continuità fra le due, ma così non è. Sono due entità profondamente e radicalmente diverse anche se in molti/e, per ovvie ragioni politiche e strumentali, hanno fatto di tutto per costruire ad hoc questa continuità. Costanzo Preve parlava infatti del “serpentone metamorfico” PCI-PDS-DS-PD.
      Però, ripeto, la cesura è netta. Non c’è nessuna reale relazione fra la “nuova sinistra”, liberal o radical e il movimento comunista mondiale. Nessuna. Ma neanche col movimento socialista e socialdemocratico, anche se qualche maggiore affinità in questo caso può esserci.
      E questa “nuova sinistra”, liberal o radical (ma vale anche e soprattutto per il femminismo), si è affermata nel mondo occidentale quanto più si indeboliva fino a sparire il movimento comunista mondiale. Con le dovute eccezioni, naturalmente, in primis quella del Partito Comunista Cinese che, nonostante le profonde trasformazioni avvenute, non ha neanche l’ombra dell’ideologia liberal-radical-politicallycorrect. Quindi, come ripeto, non c’è nessuna reale continuità (tant’è che anche il PCI ha dovuto trasformarsi in altro) ma una netta discontinuità. Il fatto poi che molti/e di quella generazione sessantottina e postsessantottina abbiano aderito anima e corpo al neoliberalismo è altra questione. Ma non credo affatto che sia stata l’esperienza marxista-leninista a generare l’attuale “sinistra”.

      • Giulio Bonali
        12 Aprile 2023 at 17:01

        Credo anch’ io sia tutt’ altra storia, riguardante soprattutto le qualità etiche individuali, personali di coloro che (come anch’ io, che me ne ritengo fortunato) quelle vicende hanno vissuto.
        Io distinguo fra “sessantottisti” (pochi; quale anche io credo di essere stato, anche se non “della prima ora”) più o meno duri e severi, consapevoli della lezione del Machiavelli (prima ancora che di Marx, Engels, Lenin, Stalin e tanti altri) e disposti a sporcarsi le mani come ineludibile conditio sine qua non (ineludibile per lo meno in qualche misura, anche se ovviamente sempre da cercare di limitare il più possibile) di qualsiasi lotta autentica e non puramente immaginaria-consolatoria per obiettivi di progresso e civiltà realistici; e “sessantottini” (tantissimi) dal cuore tenero, dalla lacrima facile ma dal coraggio intellettuale carentissimo e dall’ incapacità di guardare in faccia la realtà con tutte le sue brutali e sanguinose nefandezze senza cadere nei sogni e nelle immaginazioni utopistiche che lasciano il tempo che trovano; i quali, nell’ inevitabile assenza di risultati concreti, erano inevitabilmente destinati prima o poi a cadere preda delle sofisticate e maliziose imposture ideologiche del potere e dell’ ingiustizia dominante, oggi più insidiose che mai perché spettacolarizzate, come ben ci ha mostrato Debord.
        Quanto più si indulgeva in questa sorta di impalpabile e immacolato “buonismo” antelitteram tanto più irresistibilmente si era soggetti a cadere in buona fede nella trappole ideologiche intelligentemente predisposte dal nemico.
        Ma ho anche sempre sospettato, fin da allora, che fra i “cavalcatori dell’ (illusoria) ondata rivoluzionaria di quei (comunque per me bei) tempi non pochi fossero i furbetti del quartierino (generale della “Rivoluzione”) che in perfetta malafede cercavano solo di prepararsi ad occupare posti di prestigio, potere, privilegio nel “mondo nuovo (ma non troppo…)” che pensavano si andasse delineando.

        Comunque complimenti a Fabrizio per questo accostamento di prime pagine della medesima, immutata testata che illustra la parabola di certi personaggi e di certe correnti politiche e culturali con vigore che mi azzarderei a definire quasi michelangiolesco (il quasi perché non voglio rischiare di esagerare con conseguente indesiderato controproducente effetto ironico, come spesso fanno i mediocrissimi leccapiedi dei potenti di stampa e TV, “influencer” internettari compresi, ovviamente, ed anzi in questo non secondi a nessuno).

  2. Giuseppe Casamassima
    13 Aprile 2023 at 9:01

    Condivido pienamente il pensiero di Fabrizio sia nell’articolo che nel commento qui sopra.
    Riguardo alle radici della attuale ideologia dei sinistrati eco-LGBTQ+ ecc., esse affondano nella cultura politica liberal-imperialista che i Roosevelt posero al centro delle agenzie dell’ONU. Non a caso, è da qui che la Boldrina, che fu la prima, importò tale ideologia in Italia.

    Il suggeritore di scrittura automatica si può disattivare quando si scrive usando più di un registro linguistico (ad esempio, italiano e latino, o italiano e spagnolo ecc.). Così non dà problemi.
    Altrimenti, come tutta la tecnologia, serve ad abbreviare la fatica umana. Che ben venga dunque.

    E comunque l’algoritmo della scrittura automatica è poca roba di fronte alla CHATGPT che sembra far paura a tutti….

    Paura ! Come se CHATGPT non fosse lo stadio superiore di sviluppo di tecnologie informatiche già esistenti ! Come se Deep Blue di Google non fosse operativo già da anni.

    Anche quando divenne chiaro che neanche la mente di un Kasparov, il campione mondiale, potesse battere a scacchi il computer, scoppiò una paura strisciante….eppure il mondo non sta ridotto male per questo, per colpa degli algoritmi a reti neurali.

    I marxisti devono battersi, senza paura, per lo sviluppo della tecnologia, ma pretendendo il suo controllo sociale.

    L’ idea di plasmare il mondo come la “casa dell’uomo” necessita dello sviluppo della tecnologia. E tale idea arrivò a Hegel e a Marx, non a caso, dalla filosofia razionalistica del XVII secolo, epoca in cui il mondo, visto dall’Europa, era in corso di ricostruzione. Ma la sua origine è medievale, perché il Medioevo, età di grande progresso e di lotte sociali, partorì, in nuce (non nel guscio della noce), l’idea dell’Intelligenza Artificiale come ausilio per il miglioramento della qualità della vita umana.

    • pierluigi
      15 Aprile 2023 at 11:33

      “I capitalisti ci venderanno la corda con la quale li impiccheremo”

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