De Magistris e la libertà di pensiero unico

Come riporta il blog Stalker Sarai Tu in un articolo di pochi giorni fa, lo scorso mese di luglio, durante l’organizzazione di un proprio convegno e della prima assemblea nazionale, il Movimento Mantenimento Diretto per l’Uguaglianza Genitoriale chiedeva al Comune di Napoli di potersi avvalere di una sala comunale per l’evento e richiedeva il Patrocinio del Comune stesso.

Tale convegno, da tenersi a settembre 2018, aveva come scopo primario la presentazione del Movimento e la discussione delle finalità dello stesso, ossia la parità genitoriale in caso di separazione (leggi i diritti dei bambini a vedere continuativamente i padri, diritto ad oggi messo continuamente in dubbio, sminuito se non negato, palesemente osteggiato con varie scuse e malcelato tornaconto). Va messo fortemente in evidenza che tale questione (i diritti dei bambini nella separazione) è un tema “caldissimo”, di estrema importanza per tutta la popolazione italiana, poiché riguarda tutti, separati e non, e poiché è un tema di salute pubblica, di equilibrio tra i sessi, di buona convivenza ma soprattutto di salute psicofisica dei minorenni, ed in ultimo di applicazione di indicazioni europee e di riordino di una materia dove spessissimo lo Stato italiano è stato condannato e sanzionato dalla CEDU per inerzia e disapplicazione di principi internazionali di tutela del fanciullo. Insomma, in ogni caso il tema riguarda tutti, indipendentemente dallo schieramento politico. Va altresì premesso che, pur essendo da anni evidente che la legge che disciplina la materia è la più disattesa ed inapplicata del nostro ordinamento (come pure rilevato lo scorso anno dallo stesso ISTAT), nessuna parte politica fino ad oggi ha mai fatto niente per mettere giustizia nella questione, a parte il DDL da poco depositato dalla Lega per rispondere ad un impegno preciso del Patto di Governo, (DDL che come vedremo scatena inconsulte reazioni), soprattutto la sinistra che dovrebbe per definizione occuparsi delle ingiustizie sociali, quella stessa sinistra che si è battuta per le unioni civili, per la stepchild adoption, i diritti della comunità LGBT,  insomma dei diritti familiari ed affettivi  di tutti, giù giù fino agli animali, tranne di quelli dei padri e dei figli di padri separati; sinistra che invece nel caso delle separazioni si è adoperata per arrivare allo status quo ed ha apertamente osteggiato qualsiasi modifica. Si noti che le questioni appena elencate hanno goduto, in pochi mesi, della massima attenzione mediatica e sociale, dell’impegno di tutto il Governo PD, hanno insomma occupato lo spazio parlamentare quasi totalmente per alcuni mesi e sono sfociate rapidissimamente in legge. A dimostrazione che quando si vuole…

In ogni caso, in data 30 luglio u.s. rispondeva personalmente il Sindaco De Magistris, con una nota con la quale, oltre a concedere il patrocinio stesso, dichiarava di “condividere le finalità” del convegno. Magnifico.

A pochissimi giorni dall’inizio del convegno, però, si “svegliava” l’AssessorA  comunale al welfare (si noti, il welfare, ossia riconoscendo che il problema dell’ingiustizia separativa non è questione di lana caprina o da circolo di bocce ma riguarda nientemeno che il welfare) la quale, con una lettera al Sindaco, afferma che seppure in data 27 luglio i suoi Uffici rilasciavano una nota positiva circa l’adesione, “nel frattempo sono intervenuti una serie di fatti” che spingono la stessa scrivente a chiedere al Sindaco di riconsiderare la faccenda.

La serie di fatti, come la stessa scrive, è in realtà un fatto solo, che proprio non va giù alla equanime AssessorA, che lo ammette candidamente nella nota stessa:  la presentazione di un disegno di legge che riforma le separazioni ristabilendo giustizia ed equilibrio genitoriale (non sia mai!!!) da parte della Lega (il famigerato DDL Pillon). Tale DDL, si noti, è stato promosso per iniziativa di vari Senatori, sempre leggendo la nota. Tale iniziativa, si legge ancora, è stata promossa (delitto!!) pubblicamente anche dal Presidente del Movimento, Prof. Paolucci  e dai partecipanti del suo movimento. Dunque, il fatto che la indigna e che le fa cambiare idea sulla sua stessa relazione positiva e che la spinge a scrivere al Sindaco per revocare la partecipazione del Comune, è che un Movimento di uguaglianza genitoriale osi anche solo discutere un disegno di legge che si intitola “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”. Insomma, la solerte AssessorA analizza a fine luglio i termini di un convegno di un movimento chiamato Mantenimento Diretto di Uguaglianza genitoriale (difficile equivocarne gli scopi fondativi), ne dà parere positivo, ma quando tale movimento discute un provvedimento che parla di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità beh, questi fatti li considera nuovi e degni di chiedere ed ottenere dal Sindaco di ripensare il tutto e ritirare l’appoggio.  Non solo, nella nota in sostanza dice di condividere la bigenitorialità (pur con un lapsus grande quanto una casa circa la sua preoccupazione che ciò avvenga) ma di non condividere il modo nel quale i Senatori propongono di applicarla. Insomma, condivide gli scopi ma li vorrebbe realizzare diversamente. Lei. Ossia una rappresentante del Comune di Napoli che fa parte di uno schieramento politico che per anni è stato al potere e non ha mai alzato un dito per la questione, ha anzi affossato ogni tentativo di riforma, quando non è più al potere nazionale e la nuova maggioranza si propone di affrontarlo, ci dice che “andrebbe affrontato con ben altri mezzi”.

Di conseguenza, senza porre alcuna domanda chiarificatrice alla Gaeta (ad esempio se non aveva capito subito, quando diede parere favorevole, che il Movimento si occupa appunto di questi temi, che li ha nel proprio Statuto e che addirittura li rispecchia nel nome e li interpreta proprio nella chiave che successivamente viene proposta da Senatori della Repubblica, o cosa trovasse di diverso tra il Movimento come si era presentato e la successiva proposta di Legge), il Sindaco pronamente cambia idea circa la sua “condivisione di finalità”, si rimangia tutto e toglie il Patrocinio un paio di giorni prima dell’inizio del convegno, considerando pure di revocare l’uso dei locali (che poi lascerà per miracolo).

Ora, vorremmo porre noi alcune domande (oltre quelle che avrebbe dovuto porre il Primo Cittadino ma che per servilismo femministoide non ha posto ed al quale non mi rivolgo direttamente poiché mi pare non abbia autorità in materia per propria abdicazione). Il fatto che tocchi a noi porle e non se le pongano gli stessi rappresentanti delle Pubbliche Istituzioni è notevole; a quanto mi risulta si verifica già così una pesante incongruenza da parte di due uffici pubblici, che si rimbalzano pareri del tutto ondivaghi e personali e contraddicendosi giocano al gatto ed al topo, ma soprattutto mettono in atto a nostro avviso una grave ingerenza di opinioni personali in atti pubblici. Ma tant’ è. Poniamole:

1) Il patrocinio non è un premio che lo schieramento politico al governo in un Comune dispensa per meriti politici o nega per differenza di vedute su come viene affrontato un certo tema;  il patrocinio e l’appoggio comunale si danno in base alla rilevanza sociale, all’importanza del tema trattato, alla sua attualità, insomma all’interesse che un evento riveste per la POPOLAZIONE TUTTA o per una parte seppur limitata di persone e non per i votanti del Partito della Giunta. Importante non è ciò che ritiene un assessore secondo i propri convincimenti o le opinioni politiche di una parte della popolazione grande quanto si vuole ma non rappresentante il tutto (maggioranza di votanti non significa maggioranza di popolazione, ricordiamocelo), quanto l’interesse PUBBLICO che un evento incarna. Vedo tra i patrocini del Comune di Napoli molti eventi di vario genere, e dico “giustamente”. Magari le fiere del bio interessano solo a qualcuno, ma poiché è un argomento “interessante”, ecco, indipendentemente dai gusti dell’assessore di turno è importante farlo accadere. Perché è di INTERESSE della popolazione. Ad esempio, se si discute di omosessualità e si chiedono al comune degli spazi ed il patrocinio (tema che ovviamente interessa una parte della popolazione direttamente, ma in qualche modo interessa le opinioni personali di molti di più), che ne penserebbe di un assessore che affermasse che  “pur condividendo gli intenti della sessualità personale e della sua espressione, ritengo che si debbano percorrere altre strade per realizzarla”? A Lei piacciono i Bronzi di Riace? No? E allora che facciamo, se vengono in mostra a Napoli non gli permettiamo di esporli perché Lei li avrebbe fatti in altro modo? E se invece a Lei non piacciono i film di Fellini, lo sa che siccome interessano a molti degli abitanti di Napoli e sono riconosciuti importanti da una enorme fetta di popolazione mondiale un eventuale festival su Fellini andrebbe appoggiato, indipendentemente dai Suoi gusti? E lo sa che anche se Lei ritiene che quei film li avrebbe realizzati meglio, con altri mezzi, questo non è un buon motivo per impedire di discutere di Fellini? Insomma, riesce a capire che un Comune si deve occupare dei temi importanti, quali che siano, e supportarne la discussione promossa dai cittadini che la Giunta rappresenta, in ogni caso, specialmente se detto Comune si dichiara schierato contro ingiustizie delle quali appunto si discute? Proprio Lei dovrebbe esserci Maestra, sulle discriminazioni sociali. Eppure, che fa? Siccome in Senato viene presentato un DDL che non le piace, si vendica dove ha potere e lo schiaccia? Anzi, fa peggio, schiaccia quelli che osano discuterlo (e magari nel dibattito che ne seguirebbe il  DDL verrebbe pure criticato, che ne sa?). Le faccio un esempio, semplice: se si discute di pena di morte (opzione aberrante) e l’argomento sale alle cronache per qualsiasi motivo, lo sa che sarebbe giusto parlarne, anche se siamo tutti d’accordo nel non volerla? E lo sa perché? Perché amministrare politicamente non significa censurare, o indirizzare i dibattiti solo su quello che ci pare, sulle nostre opinioni politiche e sui modi che condividiamo; significa anche permettere alla popolazione che vi ha eletti di DISCUTERE di quello che gli pare; ne ha pieno diritto. La chiami politica, la chiami democrazia, la chiami lotta al fascismo, la chiami giustizia sociale, la chiami come vuole. Quello che ha fatto Lei io la chiamo censura. Pensi un po’, sono più di sinistra io che nemmeno voto a sinistra di Lei che la rappresenta. Ma la Sua censura è assai più grave se si considera ciò che vado ad esporre nel prossimo punto;

2) La vulgata politically correct afferma che non si devono limitare gli spazi di espressione di nessuno. Mi pare di averlo sentito dire anche da qualche rappresentante della sua parte politica, se non mi sbaglio (sempre che a sinistra sia rimasto ancora qualcuno che ci si trova bene e che dica cose di sinistra). Mi pare anche di aver visto alzate di scudi nazionali, interrogazioni parlamentari, vesti stracciate in pubblico ed in tv contro censure, fascismi, intolleranze, sovradeterminazioni. Immagini se ad esempio un Comune italiano non concedesse gli spazi ad un Gay Pride, per dire. Ecco, la possibilità di esprimere le proprie opinioni si dà a tutti, ormai, e giustamente. Persino alcuni movimenti fascisti o di estrema destra (per dire, ideologie che ci hanno portato alla dittatura e alla guerra e che sono state bandite dalla nostra Costituzione) hanno la possibilità di fare una manifestazione in piazza o organizzare qualcosina; insomma, senza offendere nessuno, si ospitano nei luoghi pubblici cani e porci. Una comparsata nelle piazze ormai non si nega a nessuno, nemmeno ai no vax. Pure una bella fiera campionaria di gorgonzola organizzata da qualche milanese in ferie in Costiera può in fondo ambire ad un patrocinio. Eppure… i padri no. L’uguaglianza genitoriale a quanto pare è meno uguaglianza delle altre. Va bene battersi per l’uguaglianza e la discriminazione, pure della pulce d’acqua, o del fiocco di neve in Ruanda, ma dell’uguaglianza dei padri di fronte ai propri figli no. E chissenefrega se un Movimento sta discutendo di un tema di interesse nazionale, sentito, impellente, che tra poco vedrà discussioni accesissime in Commissione Giustizia, Camera, Senato… ennò, a Me non piace parlarne così e quindi si revoca il patrocinio.

3) Perché, a Suo avviso, la sua parte politica non le ha messe in atto, o almeno discusse, queste “altre strade”? Perché Lei, assessorA al welfare, non lo ha fatto, almeno a livello comunale? Se lo ha fatto, mi può citare almeno un paio di azioni volte ad applicare il principio di bigenitorialità (non i diritti delle donne, sto dicendo quelli dei figli a vedere i padri) che dice di condividere? Non ritiene forse che se un Pubblico Ufficiale, visto che ha il potere di far revocare un patrocinio se non ne condivide i mezzi, ha il potere almeno localmente di mettere in atto con i “Suoi” mezzi quei principi che dice di condividere e che il Suo sindaco condivide pubblicamente?  E lei gli fa rimangiare la parola, bacchettandolo sulle mani, ed ottiene soddisfazione ai suoi capricci? Che fate, laggiù a sinistra, che mi combinate? Ma soprattutto, che avete fatto, laggiù a sinistra, per la bigenitorialità?

4) Leggiamo sulla Vostra pagina: “La delega alle Pari Opportunità ha in carico il coordinamento delle azioni e dei piani per l’attuazione delle politiche di contrasto alla violenza sessuale, di genere e agli atti persecutori, la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e sull’origine etnica e, in generale, la presunta “diversità”. L’azione della delega alle Pari Opportunità si pone contro qualsiasi forma di disparità, separazione, individualismo aggressivo, le cesure e le censure sociali, favorendo l’equità de facto e agevolando le condizioni di parità di accesso alla vita sociale e i processi di autodeterminazione” (sottolineature dA). Sig.ra Gaeta, ma in questa lista di discriminati, i padri ce li vede collocati o no? E i figli orfani di padre vivo, che vedono il padre meno delle ore di Religione a scuola? Le è mai scappata una letterina a qualche Tribunale per i Minorenni della Campania, chessò, per qualche sentenza scandalosa? Considera o no “fatti nuovi” intercorsi, degni di intervento, le sentenze contra legem che bellamente vengono emesse ogni giorno nel Suo territorio e nel Suo Comune, e che tolgono la possibilità di vedere continuativamente un genitore a bambini che di fatto da quel giorno vengono “discriminati” in base ad una selezione sessista, di genere, poiché si svalorizzano ed emarginano i genitori di sesso maschile? Ce la vede una certa “disparità di accesso alla vita sociale” in un sistema che automaticamente definisce il padre = visitatore della domenica = bancomat e priva i figli di una normale vita affettiva paterna? Il 95% delle separazioni si concludono con i figli collocati presso le madri, quasi sempre con un bell’assegno illegale e la casa espropriata, i figli vedono i padri qualche giorno al mese, ma noi del welfare in questo non ci vediamo nessuna ingiustizia, nessuna discriminazione. Nemmeno quelle della stanza accanto, delle Pari Opportunità e della discriminazione in base al genere ci vedono niente di male. Chissà perché… vede, io ho la libertà di pensare male, e a volte ne approfitto, lo ammetto: ma a me, che le Commissioni e gli Assessorati alle Pari Opportunità siano tutte composte da donne, mi pare un po’ sospetto; contraddittorio, se vogliamo. Quando poi vedo che si intende pari opportunità solo ciò che colpisce la donna, ecco… la puzzetta aumenta. Se poi vedo assessorE che scrivono letterine al Patriarca di turno per farsi proteggere dalle lamentele dei padri separati, pestano i piedini piddini ed ottengono la censuretta, ecco… a me puzza di bruciato. Chissà perché… Sarà mica che la sorellanza ha ramificato pure nella Pubblica Amministrazione? Sarà mica che a Lei quell’evento dava fastidio non in quanto politica ma proprio in quanto donna e femminista? Sarà mica che a Lei, in quanto donna e femminista, la parità affettiva piace tanto ma se riguarda i padri le sta sulle balle? Sarà mica che nel Suo mandato si fa influenzare dal Suo essere donna e femminista?

5) Signora, veniamo noi con questa mia addirvi (una parola sola): ma possibile, benedetta Sinistra, che vi fate scappare pure questa? Ma possibile che lasciate TUTTI questi temi alla destra ed agli avversari che tanto criticate, che poi sono gli unici che mettono le mani nella materia e ovviamente lo fanno a modo loro? Ma per la miseria, ma se non vi piacciono i loro modi, ma cosa aspettate a farvi avanti con i vostri, di modi? Ma vi rendete conto che state lasciando indietro troppe questioni vitali, piatti SUCCULENTI sui quali dovreste buttarvi a pesce, per la valenza politica che hanno, ed invece fate gli snob e poi lagnate che gli altri non vi piacciono? Ve le fate sfilare sotto il naso una ad una, come dei fessi, perdonatemi! Ma non sarà mica che a loro li votano ed a voi no proprio perché ve ne fregate di troppe questioni sociali enormi? Ma chi si deve occupare dei milioni di padri privati dei figli, dei milioni di figli privati dei padri, di una legge dello Stato che prevede uguaglianza e che non viene applicata, e così si sfornano ingiustizie ogni giorno nei Tribunali d’Italia? Ma avete idea di quante Unioni Civili delle quali vi siete fatti belli vengono realizzate ogni giorno, briciole infinitesimali in confronto alle separazioni ed ai divorzi? Ma se criticate tanto la famiglia e le sue dinamiche aggressive, l’aggressione che si verifica ogni giorno in tribunale vi fa sbadigliare? Chi si deve occupare dei 1200 morti sul lavoro ogni anno, tutti uomini, dei barboni, dei suicidi per motivi economici, della pressione sociale esasperata che carica sugli uomini un dovere di successo ed una aspettativa schiacciante, e che li porta ad una gigantesca discriminazione di classe perché essere uomini significa solo essere vincenti o sfigati? Gli uomini si, i primi a subirla, tra chi è ricco e parte bene ed ha successo e chi è povero parte malissimo e si impicca poiché non all’altezza di ciò che gli si richiede? Massacro di classe messo in ombra da capricci di elites, massacro sessista messo in ombra da privilegi rosa spacciati per diritti; privilegi sessisti che generano massacri sessisti. Non sarebbe pane per i vostri denti?. Ma chi si deve occupare di queste cose, i vostri avversari politici o voi? Ma che fate, lasciate la torta più bella sul davanzale? Lo sapete che da qualche anno la festa della bigenitorialità viene promossa con l’appoggio della Lega a Brugherio? Lo sapete che altrove, sotto altre egide, si discute di roba che dovrebbe essere un terno al lotto per voi? Ma ci andate per strada? I vostri avversari ci vanno e fanno man bassa. E voi che fate, oltre a scrivere letterine di censura e fare gne gne gne?

6) Sapesse/Contessa/che cosa ho letto… sulla Sua letterina. Che i soggetti deboli nelle separazioni sarebbero le donne. Ecco, questa è davvero comica. Mi ricorda Maria Antonietta che offriva croissants al popolo affamato. Stesso snobismo, stessa retorica, stessa arroganza. Se solo leggesse qualche statistica (che è materia del Suo assessorato) si accorgerebbe che le donne escono VINCENTI dalle separazioni. Si, vincenti. E gli uomini PERDENTI. Che i figli siano perdenti è risaputo, ma siccome lei per osmosi definisce la sofferenza dei figli come ovvia sofferenza delle madri, io un paio di parole sulla differenza tra padri e madri ce la spendo. Mi dica, se non conoscesse il sesso dei due soggetti in causa e leggesse una sentenza che statuisce; “il soggetto A tiene con se quanto di più caro ci sia al mondo per i soggetti A e B, il soggetto B deve recarsi una volta a settimana a prendere il bambino, (a proprie spese anche se residente a centinaia di kilometri, anche se è A che si è allontanato col figlio), e lo vede se il soggetto A glielo concede, altrimenti dovrà fare denuncie che verranno cestinate di default. Il soggetto A rimane nella casa dove abitava, se di proprietà del soggetto B senza pagare nulla, se gravata da mutuo sarà pagato dal soggetto B, se in affitto sarà il soggetto B a provvedere a parte o tutto, comprese utenze. Il soggetto A può spostarsi ovunque, su territorio nazionale o internazionale, senza consultare B, e B dovrà adattarsi a rivoluzionare la propria vita senza lagnarsi. Se B fa lo stesso con il figlio, verrà convocato l’Esercito. A riceve un assegno di mantenimento per sé, uno per il figlio, che può amministrare a proprio piacimento. Se A si allontana col figlio l’assegno verrà aumentato; se B si allontana, idem. Nella determinazione dell’assegno da B ad A, se B non ci arriva non ce ne frega un tubo: se non è abbastanza lavori di notte, se non rimane niente per lui si faccia aiutare dalla pensione dei suoi. Se B non ha tempo per vedere il figlio poiché oberato di spese, detto assegno aumenterà poiché meno vede il figlio e più paga. A ha diritto ad avere lo stesso tenore di vita, che B adesso dorma sotto ad un ponte non conta. Le spese del presente provvedimento sono a carico di B”. E se a questo seguisse che A è supportato dalla propria cerchia familiare, amicizie, percepisse gli assegni familiari anche se fruttano dall’impiego di B, A è compreso nel suo dramma e riceve sussidi ed agevolazioni, mentre B scoppia e perde il lavoro, le amicizie, il rapporto coi figli e spesso si suicida? Ecco, Signorina: anzitutto, visto che la riguarda, chi meriterebbe il welfare, A o B?  E chi ha un problema di pari opportunità, A o B? Chi è la vittima da sostenere, il soggetto discriminato, A o B?

Ma soprattutto, a lei piacerebbe essere A o B?  Sinceramente, eh? Ecco, faccia una bella cosa. Li ospiti questi convegni, dove vengono a galla queste cose. Altrimenti vengono a galla lo stesso ma qualcuno potrebbe ritenervi parte del problema. E gestisca la cosa pubblica con Pari Opportunità.

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Foto:toonclips.com(da Google)

7 commenti per “De Magistris e la libertà di pensiero unico

  1. gino
    30 settembre 2018 at 22:35

    ho letto solo il punto1 (per il resto poi mi prenderò 3gg di ferie).
    il motivo sta in questo: “(il famigerato DDL Pillon). Tale DDL, si noti, è stato promosso per iniziativa di vari Senatori, sempre leggendo la nota. Tale iniziativa, si legge ancora, è stata promossa (delitto!!) pubblicamente anche dal Presidente del Movimento, Prof. Paolucci e dai partecipanti del suo movimento”… ovvero non si può ospitare un movimento che ha commesso il grave crimine di condividere un ddl presentato da un partito “fassssista”

  2. ndr60
    1 ottobre 2018 at 12:08

    Noto che il pensiero unico ha contagiato anche Crozza, che nella sua rentrée televisiva ha ridicolizzato Pillon (che, per carità, ha buoni motivi per essere ridicolizzato nel suo cristianesimo tradizionalista), ma accettando per buone tutte le obiezioni delle femministe sul suo decreto.

    • gino
      1 ottobre 2018 at 17:10

      crozza è da sempre un piddino leggermente travestito…

  3. Fabrizio Marchi
    1 ottobre 2018 at 13:29

    Che Crozza fosse interno alle logiche del politicamente corretto era scontato…

  4. Sasha
    1 ottobre 2018 at 20:20

    Invece di lamentarvi, ritenetevi fortunati ))):

    https://www.repubblica.it/scienze/2018/10/01/news/_uomini_piu_bravi_ma_discriminati_bufera_sulla_frase_del_fisico_italiano_il_cern_si_scusa-207864635/

    Però attenzione, per noi la libertà di espressione è sempre sacra!

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