Gay Pride, una kermesse neoconformista organica al “sistema”

Come la Festa del Primo Maggio è stata ridotta ad una kermesse mediatica completamente svuotata del suo reale significato politico, storico, sociale e del suo contenuto rivoluzionario, così il Gay Pride è stato trasformato in una carnevalata neo conformista del tutto organica al sistema, che infatti lo finanzia e lo sostiene copiosamente e attivamente.

Sono convinto che un uomo di rottura e gay, come Pasolini, avrebbe denunciato con ancora più veemenza queste mascherate e soprattutto questa collusione politica e ideologica.

Il movimento LGBTQ, così come quello femminista, costituiscono da molto tempo una costola se non la spina dorsale ideologica del sistema.

E’ triste constatare come un movimento nato alle origini con potenzialità non dico rivoluzionarie ma certamente di critica radicale ad un ordine sociale e valoriale borghese si sia trasformato in una sorta di testimonial, di feticcio ideologico di quello stesso ordine sociale che nel frattempo si è modificato profondamente dal punto di vista ideologico mantenendo inalterata la sua struttura.

Il movimento LGBTQ, come quello femminista – per quelle che sono le loro concrete e attuali determinazioni – servono solo a camuffare quel dominio sociale e a dipingerlo di rosa e di arcobaleno.

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Fonte foto: da Google)

6 commenti per “Gay Pride, una kermesse neoconformista organica al “sistema”

  1. Maurizio Enzo
    13 giugno 2022 at 5:20

    Anche quello di essere rivoluzionari così diventa un tour de force mentale dell’ idea di rivoluzione .

  2. Panda
    13 giugno 2022 at 15:32

    Sinceramente nel movimento LBGT (e tutte le altre lettere al seguito) vedo ancora meno potenzialità anticapitaliste che nel femminismo. Certo, si poneva contro la visione veteroborghese della società, ancora legata a compromessi con la religione e la tradizione, ma, come voi stessi avete giustamente argomentato, si trattava di ostacoli non solo superabili ma da superare per consentire alla borghesia di diventare, come avrebbe detto il tale, conforme al suo concetto, cioè narcisista-edonista, quale oggi apertamente si presenta.

    • Giulio Bonali
      14 giugno 2022 at 8:46

      Aggiungo per parte mia che questo eccessivo narcisismo-edonismo (ben diverso dal sano edonismo temperato e razionalmente controllato dell’ antico epicureismo!), come ogni irrazionalismo che pretenderebbe di lasciare il comportamento umano individuale indiscriminatamente in balia di tutte le pulsioni e dei desideri immediatamente sentiti e perseguiti e non razionalmente criticati e valutati (e se preferibile repressi a vantaggio di altre aspoirazioni più profonde, eticamente caratterizzate e degne di soddisfazione, se con esse incompatibili), é patognomonica espressione della decadenza civile e morale di una società.
      Pretendere non di rispettare doverosamente e casomai aiutare adeguatamete chi é affetto da una patologia psichica o comunque da un alterazione da un sano, fisiologico comportamento ma invece di negare tale difetto (tutti ne abbiamo, e nessuno va demonizzato per questo, ma nemmeno per questo va esaltato o lodato) e addirittura di diseducare sistematicamente i bambini insegnando loro anziché comportamenti sani comportamenti sbagliati, come pretende il pessimo (senza virgolette) “buonismo” politicamente correto ed eticamente corrotto, non é affatto espressione di civiltà ma invece di barbarie.

      Gli omosessuali, bisessuali, transessuali ecc. non vanno certo perseguitati e puniti o discriminati in negativo, come avveniva cetamente in passato da noi e probabilmente accade ancora in altre parti del mondo; ma nemmeno vanno additati ad esempio ai bambini e agli adolescenti, nemmeno considerati l’ ideale da perseguirsi nell’ educazione dei giovani al comportamento affettivo e sessuale e nemmeno descriminati in positivo (per esempio favorendoli rispetto agli eterosessuali nel’ accesso al lavoro e nella carriera nel mondo dello spettacolo, come accade ora (qual’ é la proporrzione fra eterosessuali ed omosessuali nella popolazione in generale da una parte e fra attori, cantanti e soprattutto giornalisti televisivi e “opinionosti da talk show” dall’ atlra?).
      Vanno rispettati e aiutati, in particolare nel gestire razionalmente ed equilibratamete i loro difetti e nel raggiungere una felicità personale che non sia di nocumento a nessun altro individuo ed alla collettività (per esempio adottando bambini), esattamente come chiunque altro, posto che, chi più chi meno, difetti ne abbiamo tutti.
      Sono persone come tutte le altre, e non “speciali” (SE NON NEL SENSO CHE OGNI INDIVIDUO IN QUANTO TALE LO E’), né in senso negativo, né in senso positivo.

      • Panda
        14 giugno 2022 at 17:11

        Sono abbastanza d’accordo, con qualche riserva. Non penso che l’omosessualità possa essere considerata una condizione patologica, nel senso che non credo di per sé impedisca una soddisfacente e autonoma vita di relazione (ben diverso il discorso sulla transessualità, la cui normalizzazione, o addirittura esaltazione, giudico ai limiti, o forse oltre i limiti, del criminale); la novità della sua visibilità pubblica e l’assenza dei vincoli che derivano dalla riproduzione, cioè il fatto di non avere alle spalle una codificazione sociale della sua moralizzazione, ne fa un perfetto punto di appoggio per una (im)moralizzazione in chiave di edonismo individualistico (che, certamente, non ha niente a che fare con quello antico) che il capitalismo della seduzione, come lo chiamava Clouscard, palesemente intende promuovere (ma che peraltro è coerente con i suoi presupposti istituzionali-filosofici anche remoti). In questo senso direi che gli omosessuali sono più vulnerabili a tale pedagogia, ma tutti dovrebbero esserne protetti, soprattutto i giovani e i bambini; quel che intendevo dire è che trovo un po’ fantasioso immaginare che un movimento che ne rappresenta la punta più avanzata (ex multissimis: https://twitter.com/DrewHLive/status/1536075696509833216 ) abbia mai potuto contenere significativi anticorpi contro di essa.

        • Giulio Bonali
          15 giugno 2022 at 7:59

          Concordo.
          Che sia corretto parlare letteralmente di “patologia” (psochica, comportamentale) o piuttosto di comportamento in qualche modo anomalo e difettoso mi pare una (difficile) questione (comunque) almeno in larga misura terminologica.
          Ciò che conta é il fatto che il pessimo (senza virgolette) “buonismo” politicamente corretto ed eticamente corrotto pretenderebbe di vietare, in quanto “manifestazione di odio” qualsiasi valutazione negativa verso qualsiasi comportamento individuale che non sia conformistico ed acritico verso l’ irdeologia individualistica e nichilistica dominante (l’ odio NON E’ un sentimento sempre e comunque, in assoluto negativo e condannabile: per esempio non mi vergogno affatto e anzi ne sono fiero, di odiare i nazisti al governo in Ucraina che hanno perpetrato e perpetrano orrendi crimini di guerra e contro l’ umanità, spudoratamente pretendendo di incolparne i loro nemici Russi).
          Con il conseguente divieto, fra il molto altro, di insegnare a bambini ad amare compagni del sesso opposto ed anzi continua proposta (presentata come “quasi obbilgatoria”) come modello “buono” di qualsiasi comportamento sessuale ed affettivo indiscriminatamente.
          Il che ovviamente non significa affatto, contro le mistificazioni ideologiche correnti, colpevolizzare chi non segua un sano comportameto sessuale e affettivo senza arrecare danno ad altri individui o alla collettività, analogamente a come non va colpevolizzato qualsiasi altro comportamento difettoso o anche patologico (ammesso che sia possibile stabilire un preciso confine fra fisiologico e patologico in questi casi) che non nuoccia agli altri.

  3. Lanfranco
    14 giugno 2022 at 18:26

    Non mi fanno né caldo e né freddo. Condivido ciò che ha scritto Marchi e mi trovo d’accordo con i commenti.

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