Immigrazione. La causa e le soluzioni.

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Foto: ItaliaOra – Retenews24

Il tema dell’immigrazione riemerge costantemente in ogni ambito, anche se si sta discutendo di botanica, e allora ho deciso di riproporre un mio recente articolo con alcune considerazioni aggiuntive. Mi scuso per la lunghezza ma l’argomento è complesso.

Questa lettera di Karl Marx sembra essere stata scritta oggi, per quanto è attuale. E’ sufficiente sostituire “proletari inglesi” con lavoratori italiani (o europei), e “proletari irlandesi” con immigrati ed extracomunitari e tutto ci appare estremamente chiaro.
Scrive Marx:“Ogni centro industriale e commerciale possiede ora in Inghilterra una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi.
L’operaio inglese medio odia l’operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l’Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso. Si nutre di pregiudizi religiosi, sociali e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di lui è molto simile a quella dei poveri “bianchi” verso i “negri” degli antichi stati schiavisti degli Stati Uniti d’America.
L’irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell’operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull’Irlanda.
Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in beve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti.
Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione.
E’ il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere.
E questa classe ne è perfettamente cosciente” (* Lettera di Karl Marx a S. Meyer e A. Vogt 9/4/1870). 

C’è ben poco da aggiungere, per quanto mi riguarda se non che ci sono forze politiche, di destra, “neo destra”, populiste o neo fasciste (seppur camuffate), presenti ormai in tutti paesie europei, la cui funzione è proprio quella di depistare ideologicamente i ceti popolari, di convincerli che la causa della loro condizione di precarietà, di malessere sociale e di impoverimento crescente sia dovuta alla “concorrenza” dei lavoratori immigrati e non alle contraddizioni strutturali del sistema capitalista. E’ una filastrocca vecchia come i nostri trisavoli che però riesce sempre a fare presa su molte persone, soprattutto in fasi storiche come queste, dove il livello di coscienza politica delle masse è sottozero e l’offensiva ideologica, oltre che economica e politica, del capitale e dei gruppi sociali dominanti è alle stelle.
Come giustamente sottolineava Marx in quella lettera, è proprio questo “il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere”. Classe capitalista che, come sempre lo stesso Marx sottolinea, “è perfettamente cosciente”, a differenza delle classi subalterne, che non lo sono affatto (altrimenti non sarebbero tali…) e cadono come merli nella trappola.
Sia chiaro, pur condividendo in toto l’interpretazione marxiana, penso che la realtà non sia mai del tutto bianca o nera, e che ci sia sempre una zona grigia.

Personalmente, infatti, credo che ci sia anche tanta gente che ha capito come stanno in realtà le cose ma finge di non capire, per opportunismo, meschinità, egoismo, difesa del proprio micro orticello e in alcuni casi per semplice piccineria esistenziale. E’ questo il caso di settori piccolo e anche medio borghesi ma non di rado anche popolari. Del resto ormai da molto tempo in moltissimi casi il confine fra ceti popolari, proletari o ex proletari e ceti piccolo borghesi è assai labile, dal momento che la trasformazione del tessuto sociale avvenuta negli ultimi quarant’anni è stata profonda ed è diventato molto difficile se non impossibile operare una distinzione netta fra diverse figure e soggetti sociali.
Poi c’è la schiera altrettanto numerosa dei paurosi, di coloro che, sprovvisti di coscienza politica, incapaci di sviluppare un’analisi lucida delle cose, vivono con angoscia il fenomeno crescente dell’immigrazione che avvertono come destabilizzante per la loro stessa esistenza (e questo è umanamente comprensibile).

Un’angoscia che ovviamente viene alimentata ad arte da quelle forze politiche di cui sopra (che hanno tutto l’interesse a farlo, per ovvie ragioni elettorali e politiche), che pigiano sul tasto dell’esasperazione delle differenze etniche e culturali, sull’incompatibilità e sull’impossibilità della convivenza fra popoli e culture diverse e portano avanti tutto ciò facendo leva su una fuorviante, malintesa e deformata idea del concetto di identità, concepita in chiave esclusivista e sostanzialmente razzista, anche se l’appartenenza di sangue, principio cardine del vecchio razzismo “biologico” ormai impresentabile, viene sostituita con una sorta di neo razzismo etnico-culturale.
E’ bene rilevare come questa concezione non torni utile solo alle forze politiche populiste, neofasciste e/o “neodestriste” (come la Lega Nord in Italia, il FN in Francia, e tutte le altre formazioni “neodestriste” e neofasciste europee) ma anche al sistema capitalista dominante, che se ne serve per nascondere la realtà vera, e cioè che è esso stesso causa e fonte delle contraddizioni di cui sopra. La logica dello “scontro di civiltà” infatti, seppur formalmente esecrata dall’apparato ideologico e mediatico dominante all’insegna del “politicamente corretto” (altra forma di falsa coscienza esattamente speculare a quella “neodestrista” e/o neocon), serve a coprire la responsabilità delle grandi potenze occidentali nell’aver determinato l’attuale situazione di “caos geopolitico”, con particolare riferimento all’area mediorientale e non solo.
Il risultato di questa intelligente – va riconosciuto – operazione di scientifica disinformazione e depistaggio ideologico, è che la vera ragione di tutto ciò, cioè la natura strutturalmente imperialista del sistema capitalista (che si traduce nella guerra imperialista permanente), con tutto ciò che ne consegue (fra cui anche il fenomeno massiccio dell’immigrazione, dovuto ovviamente non solo alla guerra ma allo sviluppo diseguale e allo sfruttamento a cui sono sottoposti i paesi e i popoli del cosiddetto terzo mondo) viene occultata.
Il “dibattito” viene quindi scientemente dirottato su un altro piano. Per cui da una parte abbiamo la destra “cattivista” che vuole chiudere le frontiere, alzare fili spinati, muri, sparare sui barconi che trasportano gli immigrati e impedire la penetrazione dell’ “Islam che ha dichiarato guerra all’Occidente” (i danni fatti dalla Fallaci sono enormi, che Dio o chi per lui la perdoni, io non posso…), e dall’altra la “sinistra” “buonista” che invece è fautrice del dialogo, della tolleranza, della convivenza e dell’accoglienza. Tutti concetti validi, questi ultimi, sia chiaro, se fossero coerentemente accompagnati da una visione di classe della realtà e da una conseguente e netta posizione critica nei confronti del sistema capitalista. Nel momento in cui invece, la parte politica che li sostiene, cioè appunto la “sinistra”, è essa stessa garante di quel sistema, è ovvio che tutto quel papocchio suona per quello che è: depistaggio ideologico e produzione di falsa coscienza, speculare a quella “neodestrista” e del tutto funzionale (come l’altra) al sistema dominante.
Infatti, se tutto questo gigantesco teatrino, questo castello mediatico-ideologico di menzogne non fosse stato architettato e posto in essere, i nostri media dovrebbero spiegare ciò che sta accadendo realmente nel mondo. Dovrebbero quindi spiegare che il cosiddetto “scontro di civiltà” fra Occidente e Islam è una balla, e che è in corso una guerra mondiale a bassa intensità dove le potenze imperialiste mondiali (USA in testa, ovviamente) e regionali (Arabia Saudita, Israele, Turchia, Qatar) stanno facendo a gara per spartirsi il Medio Oriente in competizione con l’Iran e con la Russia ma soprattutto fra loro.

Ciò detto, dopo aver spiegato la finzione che c’è dietro la contrapposizione (guerra fra i poveri) creata ad arte fra lavoratori autoctoni e lavoratori immigrati, cerchiamo di capire come affrontare concretamente la questione.

Sempre da che mondo è mondo, la logica ci dice che per risolvere un problema bisogna prima fare una diagnosi, quindi un’analisi corretta delle cause del problema. Dopo di che, una volta individuate le cause, bisogna cercare di eliminarle partendo ovviamente dalla testa, cioè dalla causa prima, quella che determina tutto il resto. L’immigrazione, abbiamo detto, è il risultato dell’organizzazione capitalista del mondo. Le potenze imperialiste sfruttano i paesi del cosiddetto terzo mondo, gli rubano le ricchezze e quando i popoli di quei paesi si ribellano, li bombardano. Ora, è altrettanto logico e soprattutto umano che da un simile contesto di sfruttamento e di sofferenza molti cerchino di fuggire e quindi decidano di emigrare.

Che fare? Come affrontare concretametne la questione?

Proviamo adesso a fare un gioco: una finzione geopolitica. Ammettiamo (magari fosse…) che per qualche oscura ragione o magari per un miracolo, una coalizione politica realmente democratica e socialista andasse al governo di tutti i paesi europei (e quindi controllasse l’UE). Cosa dovrebbe fare per arginare il fenomeno dell’immigrazione?

  • Ritirare tutti i contingenti militari presenti in tutti i paesi. Porre fine a tutte le guerre, a tutte le le occupazioni militari e a tutte le ingerenze nella politica interna degli altri paesi (il che significa uscire dalla Nato…).
  • Contestualmente al ritiro dei contingenti militari, interrompere il rapporto di sfruttamento economico con quei paesi, e quindi smettere di rubargli risorse, di succhiargli materie prime e di sfruttare bestialmente la manodopera locale come fanno tutte le industrie e tutte le multinazionali occidentali (ma anche le piccole e medie aziende, diciamoci la verità…). Sono assolutamente convinto che una simile strategia politica di così grande portata sortirebbe degli effetti molto positivi anche dal punto di vista delle relazioni, dell’immagine dell’Occidente nel mondo che oggi, diciamo la verità, è pessima. L’Occidente è invidiato e odiato nello stesso tempo, né potrebbe essere altrimenti.
  • Costruire con quei paesi dei rapporti di cooperazione e non di sfruttamento. Per la serie. Io, paese sviluppato offro a te, paese non sviluppato, il mio “know how”, come si suol dire, formo i tuoi quadri, i tuoi tecnici, ti aiuto a creare strutture e infrastrutture, oltre che servizi sociali, e tu mi dai le materie prime (che io, paese ricco e potenza colianlista e imperialista, ti ho fino ad ora rubato seza chiedere il permesso) di cui disponi a prezzi concordati. Non solo. Mi aiuti anche a controllare, diciamo a regolamentare, naturalmente non con metodi brutali, il fenomeno dell’immigrazione.

Se veramente queste politiche fossero perseguite, sono convinto che nell’arco – realisticamente – di un quindicennio (cioè un lasso di tempo storicamente brevissimo…) il numero delle persone che decidono di emigrare comincerebbe con il tempo a diminuire sempre più fino a rientrare in una dimensione fisiologica e gestibile sotto ogni punto di vista.

Ora, è bene essere chiari. Alternative a questa ipotetica e auspicabile politica non ce ne sono.

Le destre europee che blaterano di chiudere le frontiere con la linea dura e di sparare a vista su chi tenta di entrare, sanno di dire una menzogna. Al confine tra gli USA e il Messico sono state uccise dalle guardie di frontiera americane nell’arco di un quindicennio circa seimila persone (per capire le dimensioni del fenomeno, può essere utile ricordare che il muro di Berlino ha provocato 138 vittime accertate in poco meno di trent’anni…) che tentavano di espatriare “illegalmente” (quindi Trump non si inventa nulla di nuovo…). Nonostante ciò l’immigrazione “clandestina” è proseguita in modo massiccio. In fondo è un po’ la stessa logica del proibizionismo. Se la storia ci ha insegnato una cosa è che si vuole favorire il traffico di una qualsiasi merce (anche quella umana…) bisogna appunto proibirla. Credo sia inutile portare degli esempi…

Come dicevo, non ci sono alternative credibili a quanto prospettato.

Lancio a questo punto una provocazione. Vogliamo chiudere le frontiere, come propongono le destre di ogni specie e risma, perché proprio non sopportiamo la presenza degli immigrati?

Bene, facciamolo, ma contestualmente a quelle politiche a cui facevo cenno prima poc’anzi. Qualcuno di voi ritiene che le destre possano optare per le politiche di cui sopra? Secondo voi le destre sceglieranno di portare avanti una battaglia antimperialista e anticolonialista, di cambiare il rapporto con i paesi del terzo mondo, di uscire dalla Nato, e quindi di rompere le relazioni con gli USA e con Israele? E chi farebbe tutto ciò? Salvini? Che ha votato contro la costituzione dello stato palestinese e ha già cominciato i suoi viaggi in Israele con la kippa in testa per farsi sdoganare? La Le Pen, che sogna il ritorno ai fasti della grandeur”, cioè della Francia grande potenza coloniale (e infatti non confligge affatto con Hollande sulla politica estera imperialista della Francia ma chiede solo il pugno di ferro interno…)? O forse le destre est europee, come quelle polacche, ungheresi o baltiche, fantocci della Nato e degli USA?

Le destre sanno benissimo che quello spazio vitale che vogliono difendere dalle presunte “invasioni barbariche” è il risultato dello sfruttamento (capitalistico) del mondo. E se finisse quello sfruttamento finirebbe anche il loro orticello di benessere. Per questo il loro presunto essere forze “antisistema” è una truffa.

La soluzione (comunque sul medio-lungo periodo) al problema dell’immigrazione è una grande inversione di rotta, una radicale svolta politica democratica e socialista. Tutto il resto sono chiacchiere da bar, arrampicate sugli specchi, sproloqui razzisti o razzistoidi e soprattutto, come sempre, nero seppia gettato in faccia alla gente, menzogne, balle diffuse ad arte per depistare e manipolare ideologicamente. Chiacchiere e distintivo, come si suol dire…

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5 commenti per “Immigrazione. La causa e le soluzioni.

  1. mauro recher
    1 Novembre 2016 at 10:25

    Faccio l’esempio della lega nord … la lega nord era praticamente sparita dal contesto nazionale con percentuali che erano ormai ridotte ai minimi termini (anche se non peggio di rifondazione, ma quello è ormai un caso umano) con il “no-euro” le percentuali si sono raddoppiate, un ulteriore raddoppio se vediamo i sondaggi che ci sono in giro e questi li ha portati la lotta contro l’immigrazione, conviene alla lega che il problema immigrazione venga risolto ? No ,per farvi un esempio è come per le femministe con il femminicidio , in sostanza hanno trovato la gallina dalle uova d’oro , si cercano soluzioni semplicistiche, costruire i muri per uni, insegnare ai bambini ( solo a loro, perchè si sa, che essere maschi è pericoloso) il rispetto e chiedere fondi ai centri anti violenza, in tutti e due i casi si è creato un nemico (l’immigrato e il maschio) che fa aumentare consensi ,ma di trovare soluzioni ,proprio non ci pensano perchè più forte sarà l’attrito ,più consenso ( e più soldi ) arrivano

    • Alessandro
      1 Novembre 2016 at 20:30

      Ottimo commento. Non fa una grinza.

  2. MAURIZIO BAROZZI
    1 Novembre 2016 at 12:16

    Il discorso di Fabrizio Marchi, merita una sia pur veloce analisi, perchè a parte le sue presunzioni imperniate sull’analisi marxiana della società, che non è una scienza, ma solo una “ipotesi di lavoro” sociologica” , oggi oltretutto stravolta per via della fine del Capitalista imprenditore e dell’operaio vecchio tipo, pone domande interessati. Dice Fabrizio:
    – «« Vogliamo chiudere le frontiere, come propongono le destre di ogni specie e risma, perché proprio non sopportiamo la presenza degli immigrati? Bene, facciamolo, ma contestualmente a quelle politiche a cui facevo cenno prima poc’anzi. Qualcuno di voi ritiene che le destre possano optare per le politiche di cui sopra? »».
    Risposta: no non possono, per nessun motivo.
    – «« Secondo voi le destre sceglieranno di portare avanti una battaglia antimperialista e anticolonialista, di cambiare il rapporto con i paesi del terzo mondo, di uscire dalla Nato, e quindi di rompere le relazioni con gli USA e con Israele? »»
    Risposta; MAI le destre non solo sono un prodotto dell’Occidente, ma vi sono legate ideologicamente e politicamente.
    – «« E chi farebbe tutto ciò? Salvini? Che ha votato contro la costituzione dello stato palestinese e ha già cominciato i suoi viaggi in Israele con la kippa in testa per farsi sdoganare? La Le Pen, che sogna il ritorno ai fasti della grandeur”…? O forse le destre est europee, come quelle polacche, ungheresi o baltiche, fantocci della Nato e degli USA? »»
    Risposta: nessuno di costoro, verissimo, solo uno sprovveduto o un illuso può pensare il contrario, Il fatto che non si sognano, neppure lontnamente di contestare la Nato in casa nostra lo dimostra..
    – «« Le destre sanno benissimo che quello spazio vitale che vogliono difendere dalle presunte “invasioni barbariche” è il risultato dello sfruttamento (capitalistico) del mondo. E se finisse quello sfruttamento finirebbe anche il loro orticello di benessere. Per questo il loro presunto essere forze “antisistema” è una truffa»».
    Risposta: vero anche questo, ma oggi non è più solo un problema di meccanismi capitalistici, oggi vi è dietro anche un progetto mondialista, a cui hano lavorato da secoli ataviche Logge massoniche, che aspira ad una umanità cosmopolita, meticciata e bisexi, che sfruta il processo capitalistico, lo globalizza, per accentuare questo melting pot.
    – «« La soluzione (comunque sul medio-lungo periodo) al problema dell’immigrazione è una grande inversione di rotta, una radicale svolta politica democratica e socialista. Tutto il resto sono chiacchiere da bar, arrampicate sugli specchi, sproloqui razzisti o razzistoidi»».
    Risposta: vero anche questo, ma va visto in un contesto più ampio, non è solo nel “Sociale” la risposta.
    E allora per concludere, caro Fabrizio, intanto bisogna prendere atto che c’è un problema gravissimo contingente che pur va risolto. Assolutamente. Non si può immettere in una nazione, tra l’altro asfittica, priva di matrie prime, e socialmente disastrata come l’Italia, una valanga di extracomunitari, africanizzarla, con una invasione incontrollata: senza prevenzione sanitaria, senza una verifica di chi arriva, dove sappiamo che molti sono i soggetti di tendenza criminale nei loro paesi. Senza che ci siano possibilità di un lavoro decente, con il risultato di far esplodere malattie da decenni debellate, esporre soprattutto donne e anziani a pericoli personali, sequestrare ai residenti interi quartieri (vedi a Roma l’Esquilino e il Pigneto) dove nessuna ragazza o donna potrebbe la sera farsi una passeggiata con tranquillità, abbassare i costi del lavoro con grande gioia dei padroncini che si vedono arrivare moltitudini di manovalanza a buon mercato, con grande gioia delle mafie che non hanno più problemi di reperimento di delinquenti e spacciatori, con aggravio di una spesa pubblica che deve poi inevitabilmente rifarsi sulle prestazioni ai cittadini. Lasciamo stare i discorsi ideologici, lasciamo stare per il momento le soluzioni, che giustamente non sono solo nella chiusura delle frontiere, ma comunque sia in qualche modo questa invazione incontrollata di profughi ed emigranti, che non sono nè profughi , nè emigranti va fermata. Per ultimo: lasciamo perdere il razzismo, una forma di prevaricazione, insita nell’uomo, anche i bambini nei confronti degli altri più deboli o deficitari, sono istintivamente dei razzisti (questa è la natura umana, come l’egoismo che dice che un figlio è sempre diverso dal figlio di un altro), ma io ritengo che ogni cultura, ogni etnia ha le sue ragioni storiche e culturali, le sue tradizioni e in quelle si esprime al meglio e con quelle si difende al melgio. La bellissimma verietà delle nostre regioni, con le loro abitudini e tradizioni, usanze di vita e culinarie, feste e altro, sono una patrimonio che va salvato. Non si vive di solo materialismo. Ebbene questa invasione selvaggia sta distruggendo tutto e questo non mi sembra affatto positivo.
    FACCIA ATT4NZIONE LA SISNSITRA, CHE IN NOME DI UN CERVELLOTICO IDEALISMO, IGNORA QUESTI PROBLEMI, PERCHE’ LASCIA ALLE DESTRE CAMPO LIBERO. MANO A MANO CHE L9INVASIONE SALE, I PROBLEMI SI AGGRAVANO, LA GENTE SI RIBELLERA’, DIVERRANNO ISTINTIVAMENTE TUTTI RAZZISTI E DELLA PEGGIOR SPECIE. POI NON CI LAMENTIAMO.

    • Fabrizio Marchi
      1 Novembre 2016 at 14:12

      Ero sicuro che saresti intervenuto perchè sei uno di quelli che sente maggiormente il problema…peraltro a mio parere ingigantito mediaticamente come altri. Mi riferisco all’impatto reale che gli immigrati hanno sulla popolazione autoctona. Non vivo sulla luna e neanche ai Parioli ma in un popolare quartiere della capitale e sinceramente quello degli immigrati (con i quali non ho mai avuto problemi di alcun genere…) è l’ultima delle questioni a impattare sulla mia vita reale (e su quella di tanta altra gente). Conosco invece tanti che arrivano a lamentarsi per i lavavetri e per quelli che chiedono l’elemosina, e poi però “fanno pippa”, come si dice a Roma, quando devono pagare la rata a Equitalia oppure il mutuo alla banca (che è la vera proprietaria della loro casa…) oppure sul posto di lavoro dove ingoiano umiliazioni, rimbrotti e schiaffi in faccia dal direttore, dal capoufficio e dal leccaculo del capoufficio… Fanno la voce grossa coi più deboli ma abbozzano con i potenti, come purtroppo è spesso sempre accaduto…
      Quindi cerchiamo di ristabilire le priorità, anche nel disagio. Il più grosso malcontento rispetto alla presenza degli immigrati non viene – guarda caso – da realtà sociali come Napoli, già disastrate di per sè, volendo restare in Italia. Paradossalmente, ma forse no, a Napoli c’è molto più tolleranza nei confronti degli immigrati di quanta non ce ne sia nel ricco o benestante profondo nord o nord est, dove appunto il ceto medio benestante e in larga parte arricchito (anche grazie al lavoro degli immigrati) che vota Lega Nord è quello che manifesta il più profondo malcontento. Ipocriti borghesotti che non vedono al di là del loro naso e che non vogliono che la loro umanamente miserabile e pur ricca esistenza di provincialotti arricchiti venga disturbata, anche solo dalla visione di un arabo o di un africano che vende chincaglierie per la strada. Lo stesso discorso si applica al resto dell’Europa. E’ nei paesi ricchi che c’è più malcontento nei confronti degli immigrati, non nei più poveri. In Spagna e in Grecia c’è molta più integrazione, da un punto umano non lavorativo o economico) che non in Austria, Germania o Ungheria.
      Il dramma vero non lo vivono gli autoctoni (borghesotti o post proletari che siano) ma le migliaia e migliaia di persone che crepano affogando ogni anno nel più grande cimitero al mondo che è ormai il Mar Mediterraneo. Non dimentichiamocelo, perché è sempre bene – ripeto – stabilire delle priorità, sempre se si vuole osservare la realtà per quella che è e non per quella che è nella nostra testa o che vorremmo che fosse in base ai nostri desiderata ideologici…
      Dici che una donna non può girare tranquilla all’Esquilino o al Pigneto (aggiungi allora pure Torpignattara). Questa è una forzatura enorme figlia di un preconcetto ideologico. Conosco questa città dove sono nato e cresciuto come le mie tasche e questa che hai appena detto è una boutade ideologica, a mio parere. Ti rispondo solo dicendoti che le metropoli occidentali sono violente da sempre, in particolare quelle americane, ben prima dell’ondata di immigrazione, e che una donna è molto ma molto più sicura e tranquilla in una qualsiasi città araba e/o musulmana che non in una qualsiasi metropoli occidentale. E questo è un fatto e, come risaputo, non parlo per sentito dire ma per esperienza diretta. E questo non per ragioni repressive. Nelle Americhe, nord e sud, la repressione dello stato è durissima e il sistema penitenziario altrettanto, le carceri sono un vero e proprio inferno sulla terra e in molti paesi (come ad esempio il Brasile e tanti altri paesi sudamericani) la polizia ha licenza di uccidere e di torturare. Nondimeno la violenza e la criminalità non solo non sono estirpate ma sono sempre più in crescita. Nel mondo arabo e musulmano è il precetto etico-religioso, sul quale si fondano quelle società, a fare da argine. Mettiamo quindi da parte i luoghi comuni. Se c’è un sistema sociale che produce violenza, è quello occidentale, molto di più che in altri contesti. E una cosa è altrettanto certa. Gli immigrati, in particolare quelli musulmani, si portano dietro i loro usi e costumi. Sarà molto difficile che un musulmano si comporti in un modo violento nei confronti delle donne, comunque non in modo superiore agli occidentali…
      Ciò detto, ribadisco quanto ho già scritto. La soluzione al problema è politica ed è quella che ho prospettato. Per lo meno se parliamo di una soluzione democratica e socialista. Dopo di che si può fare di tutto, anche chiudere tutte le frontiere e sparare a chi si avvicina. Poi però bisogna pagarne le conseguenze, anche in quel caso. Allora poi diventa difficile (già lo è…) giustificare la presenza delle armate occidentali e delle loro occupazioni militari in giro per il mondo. Diventa difficile accusare di terrorismo che si ribella al dominio delle potenze imperialiste e diventa difficile giustificare chi spara alle frontiere a quella gente che fugge da quei paesi che sono stati depredati di ogni risorsa esattamente da quegli stessi che gli stanno sparando addosso…
      Dopo di che mi rendo conto che scontiamo differenze ideali e ideologiche enormi.
      Però una cosa la voglio ribadire. La mia posizione NON è affatto il frutto di un idealismo astratto. Al contrario. E’ l’unica possibile strategia per fuoriuscire concretamente in un tempo ragionevole da questo problema.
      Tutto il resto, scusate la presunzione sono chiacchiere. Queste sì. Mi scuso ancora per l’affermazione perentoria ma è ciò che penso.

  3. Alessandro
    1 Novembre 2016 at 21:10

    Le soluzioni prospettate nell’articolo sono molto intelligenti e interessanti, soprattutto lo scambio tra know-how, come si suol dire nella neolingua, e risorse, e auspico che si possa procedere verso quella direzione.
    Ancor prima si potrebbe smetterla di andare a bombardare qua e là. Il caso Siria è a mio parere emblematico del livello a cui è scaduta la classe dirigente UE: nessuna opposizione ai bombardamenti russo-statunitensi, ma anzi intensificazione degli stessi grazie al contributo dei soliti francesi; risultato: una marea di profughi in marcia verso Occidente, mentre statunitensi e russi si limitano a sganciare bombe senza alcuna ripercussione sotto quell’aspetto ( lo stesso Putin, che è tutt’altro che scemo, quando ha capito che gli arrivavano i profughi del Donbass in casa, con una certa disaprrovazione da parte dei suoi connazionali,bnchè la maggior parte si sia rifugiata in suolo ucraino, come i dati attestano, ha deciso di “abbassare i toni”, militarmente parlando).
    Al massimo in area UE si arriva a scegliersi i più acculturati, come nel caso della Germania: se proprio devono arrivare, almeno che siano i “migliori”, Merkel docet.
    Il caso Libia è invece poi emblematico di come in area UE ci si faccia le scarpe a vicenda: Sarkozy che rovescia Gheddafi, “l’alleato”, sia a pur non a costo zero, degli italiani. Il risultato però non cambia: porte aperte alla fuga verso nord.
    Urge, quindi, adoperarsi perchè la Libia ritorni a essere almeno ciò che era con Gheddafi: brutto scriverlo, ma è così. Con il caos dall’altro lato del Mediterraneo, non ci sarà alcun “filtro” alla fuga di massa.
    I leghisti hanno ragione ad affermare che si tratta nella maggior parte di migranti “economici” e non “politici”, almeno quelli che arrivano sulle nostro coste. Non si può stabilire con certezza, ma s’intuisce. Ma fuggire dalle malattie, dalla miseria, dalla probabile morte per indigenza, non è forse come fuggire da una guerra?
    L’Africa è un continente “finito” allo stato attuale delle cose. Ne arriveranno sempre di più, bisogna farsene una ragione e favorire l’integrazione di queste persone. Se poi sono rose fioriranno. Nel contempo occorre che tutti in area UE facciano la loro parte: ci sono tutti gli “estici” da far rigare dritti, primo fra tutti quel furbacchione che si nasconde dietro i muri. Ah, è vero: ma gli italiani dovrebbero rispedirli indietro, ci dice. Ma se non sappiamo neanche da dove arrivano e da che cosa scappano, visto che spesso si presentano senza documenti e possono sostenere qualsiasi cosa.
    L’Italia delle specificità regionali di cui si parla nel commento precedente è “finita”. E’ forse è anche meglio così, visto che senza giovani siamo destinati a collassare economicamente. Solo gli immigrati possono fare figli. Qui uomini e donne marciano su binari paralleli che non s’incontrano mai o quasi.
    Questi poveri disgraziati sfidano la morte. Non si fermeranno neanche di fronte alle cannonate, se qualcuno avrà il coraggio di rivolgergliele contro..

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