INPS in rosso? Padoan dia l’esempio

Il ministro dell’economia e delle finanze Pier Paolo Padoan, personaggio di punta del governo Gentiloni nega a Rai1 di non aver mai detto niente di offensivo contro i pensionati 1) e che la frase che gira nel web è una bufala:”Gli italiani muoiono troppo tardi e ciò incide negativamente sui conti dell’Inps”.

Devo dire che anch’io non ho creduto ad una frase così esplicita prima delle elezioni del 2018. Una tale espressione può essere pronunciata, a mio giudizio, neanche immediatamente dopo le elezioni, ma dopo due-tre anni di fiscal compact, quando dello stato sociale rimarranno le macerie e i governanti potranno esprimersi compiutamente e senza veli, dopo aver rinforzato ulteriormente gli strumenti di addomesticamento, censura e repressione poliziesca.

Allora personaggi come Monti potranno pronunciare alla Rai frasi che finora hanno girato poco e sempre tra sovversivi.
“E’ il parlamento che inceppa la via delle riforme strutturali…bisognerebbe aggirarlo per evitare che frenino lo sviluppo…il problema dell’Italia è che si vota troppo spesso e che sono ancora troppi ad andare a votare”

Se Padoan non si è espresso in tal modo, certo lo pensa e con lui tutto il suo governo. Può comunque confortarsi, dato che, secondo le statistiche, la vita media degli italiani è diminuita dopo decenni di ascesa ininterrotta. Incidente di percorso ? Pura casualità? Non credo. Ci pensano le condizioni di lavoro ( Starace, amministratore delegato dell’Enel, aveva chiarito, agli studenti universitari da “educare”, come un manager efficiente debba comportarsi con i lavoratori per renderli duttili, flessibili, disponibili, obbedienti…)2) . Ci pensa l’innalzamento dell’età lavorativa con lo stress che comporta un lavoro sotto comando o comunque competitivo, quando le energie psicofisiche non sono più adeguate.3). Ci pensano le riforme del lavoro con la precarizzazione e con l’umiliazione che ne derivano.
E sopratutto le riforme nella sanità pubblica che obbligano i cittadini a rivolgersi alle spire della medicina privata, quando possono, e quando non possono, a rinunciare alla prevenzione, alle cure, alla salute, alla vita…

Il malthusianesimo (che si ispira alla teoria economica di Malthus, secondo la quale per impedire la povertà si rende necessario il controllo delle nascite) ha sempre accompagnato la crescita del capitalismo ma non nell’accezione di Malthus che fa riferimento al controllo delle nascite bensi in una accezione sempre più disambiguata, cioè il controllo della mortalità.
In Cina, la sovrappopolazione è stata tenuta sotto controllo fino a poco tempo fa con la legislazione sul figlio unico.
Ma non è a questo che pensa principalmente il gotha della finanza mondiale che giudica, perché rimangano i giusti equilibri nell’economia sociale, cosa buona un “dimagrimento demografico” della popolazione mondiale, con la morte per fame, per mancanza di cure, con l’eccidio bellico…
Basta leggere del resto tra le righe delle istituzioni finanziarie internazionali per non avere dubbi su tali mortiferi progetti di sviluppo. Naturalmente in eccesso sono i poveri, gli “indigeni”, coloro che vivono nelle baraccopoli, etnie non integrate…

Perché non ho creduto che Padoan potesse aver detto una bestialità tale? Perchè non è attualmente politicamente spendibile. Ma lo sarà tra non molto, quando l’architettura del dominio sarà non dico completata ma più perfezionata. Gli esseri umani devono essere formattati, credere ciecamente al feticcio merce ed essere soddisfatti di essere loro stessi una merce. Si è a buon punto ma l’opera non è ancora completata.

C’è ancora troppa gente ma intanto Padoan e il governo, perché i conti dell’Inps non vadano in disordine, potrebbero dare un esempio che sarebbe molto apprezzato. Dare una sforbiciatina alle loro pensioni presenti o future…e magari se ne avessero il coraggio…sarebbe gradito a Boeri 5)

NOTE
1) Adnkronos “Italiani muoiono tardi, Padoan smentisce…22/10/17
2) Vedi A. B. il mio ” L’istigazione di Starace…in L’interferenza 20/5/16
3) Vedi A. B. op. cit.
4) I conti dell’Inps vanno benissimo, nonostante siano gravati da incombenze non spettanti loro. Vedi in proposito Il simplicissimus ” Hannibal Padoan…” 21/10/17
5) Tito Boeri, Presidente dell’Inps

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Foto: energicrea.it (da Google)

3 commenti per “INPS in rosso? Padoan dia l’esempio

  1. salvatore drago
    24 Ottobre 2017 at 22:48

    Neanch’io so se Padoan ha pronunciato quella frase oppure no e la cosa mi lascerebbe indifferente visto che oramai, i politici e gli uopmini del FMI, e della Troika possono dire tutto quello che vogliono ed egli è uno di questi: anzi: l’omino di Draghi.
    Mi interessa, invece la direzione di marcia che egli (e i suoi diretti superiori) cercano di imporre allae politiche nostrane: ed è una direzione a senso unico: quella che Antonello ben descrive. I Boeri, i Padoan hanno il pregio di essere delle meteore che prima o poi (ed io spero più prima che poi) si inabissano, Mi preoccupa, e tanto, invece, l’apatia, il senso di rassegnazione e frustrazione che mi tocca di notare. Oramai sembra ci si rassegni a tutto ed il massimo di reazione sembra essere quello di rifugiarsi in un confuso indistinto ribellismo così ben espresso dai 5 stelle, o peggio, cercando un capro espiatorio in coloro che stanno appena peggio di noi. La famigerata guerra fra poveri da una parte e la guerra contro i poveri (quella preconizzata da Minniti) dall’altra. Si riuscirà a far sì che si risvegli una via terza che non sia questa? Magari, che so, riscoprire che esistendo le classi esiste la lotta di lotta di classe? Ottimo articolo Antonello.

  2. Pietro Nicola Gregorace
    26 Ottobre 2017 at 13:39

    Padoan è un politico-tecnico e, probabilmente, non è un politico oratore aduso a colpire il cuore della gente, cosicché parla con il linguaggio di economista e da responsabile di un settore finanziario con il linguaggio specifico, badando a trasmettere razionalmente l’idea dello stato di fatto. Non usa l’oratoria e, tanto meno si perita di fare il demagogo.
    Questa è la difesa della persona, obbligatoria per onestà intellettuale, e della funzione del politico che deve giornalmente curare gli aspetti finanziari di un bilancio soggetto alle no sempre prevedibili variazioni dell’economia.
    Controbattere una politica, la politica del ministro Padoan, sulle pensioni, a noi spetta farlo con onestà a tutela dei diritti dei lavoratori che hanno sudato e di una vecchiaia serena per tutti, contro le tendenze all’accumulazione di profitti. Mi pare che qui stia un aspetto essenziale della lotta di classe, in tempi non ancora maturi per eliminare l’accaparramento dei profitti.

  3. pietronicola.gregorace@libero.it
    26 Ottobre 2017 at 13:48

    Ferma restando la necessità di lottare per giuste pensioni nel contesto dell’attuale sistema pensionistico, conquista del movimento operaio in tutto il mondo industrializzato, mi sia consentito di esprimere una ipotesi di “rivoluzione del sistema pensionistico”.
    Una pensione uguale per tutti, perché tutti abbiamo diritto alla vita. Un lavoratore vagabondo per tutta la vita, preoccupato solo di farsi innalzare lo stipendio, prende due mila euro al mese. Una casalinga, che ha lavorato sempre “in nero”, accudendo i figli, lavando, stirando, pulendo, cucinando, amministrando il poco avere, curare l’educazione, subendo le angherie di un marito padre-padrone, e, nel passando, andando a legna, andando alle olive sotto l’acqua e sotto il vento, andando a lavare la biancheria nelle fiumare .. non essendo stata una “lavoratrice ufficiale” alla pari del lavoratore ruffiano e vagabondo, prende la miseria di 600 euro. Se ha contributi minimi. Senza contributi, la pensione sociale. Nella città, vive miseramente, in alloggio inidoneo e col pericolo continuo di sfratto. – Penso ancora: superare il concetto di “assistenza” generalizzato così come ora s’intende. Ogni persona ha diritto di esprimere le proprie potenzialità finché la salute e la forza glielo consentono, ed essere parte attiva -sempre se con salute sufficiente – nella gestione delle strutture di assistenza.

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