La crociata dei media contro la Siria

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Foto: Conoscenze al Confine (da Google)

 

I bombardamenti ‘’alleati’’ contro la Siria sono avvenuti in piena violazione del diritto internazionale; gli organismi preposti alla tutela della legalità vengono sistematicamente scavalcati dagli USA, portatori di una politica neocolonialistica che mette in discussione anche le fondamenta del diritto. Tutti i presidenti USA – da Clinton ad Obama – saranno ricordati per qualche guerra d’aggressione ed oggi lo stesso Trump, come se non ne avessimo abbastanza, sembra essere insofferente al principio di non ingerenza.

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha davvero utilizzato armi chimiche? Il giornalista Robert Fisk, uno dei migliori reporter del mondo, non ha dubbi: ‘’Non c’è stato nessun attacco chimico’’. Del resto non esistono prove ed un giornalista senza uno straccio di documento, non dovrebbe neanche scrivere. Gli ‘’analisti’’ occidentali hanno basato le loro accuse sul riciclo della propaganda dei Caschi Bianchi, una emanazione dell’intelligence britannica, screditata dai media democratici. Seguiamo Fisk: ‘’Ovviamente dobbiamo ascoltare la loro versione della storia, ma non succederà qui: una donna ci ha detto che ogni membro dei White Helmets di Douma ha abbandonato il quartier generale e ha scelto di portare gli autobus organizzati dal governo e protetti dalla Russia per la provincia ribelle di Idlib con i gruppi armati quando è stata concordata la tregua finale’’ 1. Com’è possibile descrivere un attacco di gas non trovandosi sul posto? Con tutta probabilità si è trattato d’una messa in scena pensata tempo prima. La Rete Voltaire accoglie le obiezioni del giornalista britannico rendendo noto che, su richiesta della Russia, il 27 aprile diciassette testimoni oculari dei fatti accaduti a Duma hanno rilasciato la loro deposizione. Chi sono questi 17 testimoni? Leggiamo: ‘’Si tratta di persone che compaiono nel video, diffuso dai Caschi Bianchi, del presunto “attacco chimico” a Duma, o di responsabili dell’ospedale. Tutti hanno dichiarato che non c’è stato alcun «attacco chimico»’’ 2. Gli ‘’analisti’’ governativi occidentali hanno delle obiezioni documentate da fare? La propaganda si è sovrapposta alle analisi dando linfa vitale al neocolonialismo del ventunesimo secolo; la propaganda bellica genera mostri, impedendo ai cittadini informati d’interagire con i governi. Citando Michel Collon: ‘’siamo tutti giornalisti’’. Nell’epoca delle ‘’fake news’’ governative le cose – purtroppo – vanno diversamente.

Nella Crociata mediatica contro la Siria il ruolo dello scrittore Roberto Saviano, totalmente aderente all’imperialismo liberale della Fondazione Clinton, è analogo a quello ricoperto anni addietro da Oriana Fallaci: megafono dei neoconservatori USA. La riflessione di un ricercatore del calibro di Thierry Meyssan conferma la posizione di chi scrive:

“Come già nel XIX secolo, anche nella nostra epoca accade che giornalisti riescano a manipolare Stati e un tribunale Internazionale, sospingendoli a rovesciare un regime o a bombardare Stati sovrani.

Per questo, in democrazia, parte della stampa può proclamarsi Quarto Potere. Un potere non eletto, quindi illegittimo.

I media che possiedono simili facoltà appartengono a grandi capitalisti, a loro volta strettamente legati a responsabili politici che non esitano a far credere di essere stati ammorbati da “articoli credibili”. William Randolph Hearst era, per esempio, molto vicino al presidente statunitense, William McKinley, che mirava a scatenare una guerra ispano-americana e che poi la dichiarò’’ 3

 

Il giornalismo, quello serio, basato su fatti e documenti concreti e verificabili, favorisce la democratizzazione della società civile, scoraggiando da parte del potere l’utilizzo di metodi totalitari.

Domanda: come mai Saviano non denuncia i crimini dell’estrema destra israeliana? Qualche giorno fa Il gruppo per i diritti umani B’Tselem  ha denunciato le pratiche brutali dell’esercito israeliano come: “il risultato prevedibile delle regole d’ingaggio manifestamente illegali attuate durante le dimostrazioni, che ordinano ai soldati di usare armi da fuoco letali contro manifestanti disarmati che non rappresentano alcun pericolo mortale”. “Questi ordini sono illegali sia per il diritto internazionale sia per la legge israeliana. La responsabilità di questi risultati fatali spetta ai politici e, soprattutto, al Primo Ministro, al ministro della Difesa e al capo di stato maggiore israeliano” 4. L’occupazione dei territori palestinesi è, senza mezzi termini, colonialismo d’insediamento quindi, qualsiasi storico onesto e coscienzioso del processo in atto, ha il dovere morale d’impegnarsi per la democratizzazione dello stato israeliano. Ormai è assodato l’utilizzo d’armi chimiche da parte d’Israele; Israele fa ricorso a bombe DIME (Dense Inert Metal Esplosive). Di che cosa si tratta? L’ingegnere Massimo Zucchetti ha denunciato questa ulteriore deriva guerrafondaia spiegandoci che cos’è il DIME: ‘’Si tratta di un tipo innovativo di bomba, con una testata di fibra di carbonio e resina epossidica integrata con acciaio, e che fa uso di una lega di tungsteno. Queste armi hanno un enorme potere esplosivo, ma il potere dell’esplosione si dissipa molto rapidamente e il raggio interessato non è molto lungo, forse dieci metri: le persone travolte da questa esplosione, dall’onda d’urto, vengono letteralmente tagliate a pezzi. E’ stata concepita proprio per uno scenario di guerriglia urbana perché consentirebbe – nella delirante logica militarista – di colpire obiettivi mirati’’ 5. La conclusione del professor Zucchetti è pienamente condivisibile: ‘’per quello che può valere il diritto internazionale dopo quanto sta succedendo, queste sono armi sperimentali di tipo chimico, vietate dalle Nazioni Unite. Di nuovo, Ma a chi importa, in questo momento? Direi che più importante sia però dire che tutto quanto sta succedendo a Gaza è contro il diritto internazionale, è contro l’umanità, è contro tutto ciò che significa essere persone dotate di senso morale’’. I giornalisti, invece di ‘’drogarsi’’ con la propaganda bellica di Saviano, dovrebbero avvalersi della consulenza di esperti come l’ingegner Zucchetti, valorizzando il carattere interdisciplinare della loro professione (mi riferisco ai professionisti seri), da diversi anni bistrattata. La causa della mortificazione del giornalismo – chi pubblica sul web viene indiscriminatamente e ingiustamente denigrato in quanto potenziale spacciatore di bufale – sta nel funzionamento stesso del Quarto Potere; i colossi dell’informazione manipolata sono i detentori della (pseudo)verità, una verità fasulla creata ad arte nei laboratori delle intelligence occidentali. Diceva bene Guy Debord: ‘’nella società dello spettacolo il vero è un momento del falso ‘’. Quanti giornalisti si sono trasformati, dal 2001 (anno in cui negli USA i neocon fecero una sorta di colpo di Stato anti-democratico) ad oggi, in arlecchini della lobby pro-Israele? Tanti, troppi. Così si distrugge una professione.

 

Gli opinionisti hanno preso il posto degli analisti, diventando il tramite dei servizi ‘’segreti’’ che controllano i mass media. Il Quarto Potere è una agenzia del complesso militar-industriale, avendo genuflesso l’informazione alle mire geopolitiche nord-americane. La rovina dei giornalisti è il loro stesso servilismo nei confronti del potere politico, il narcisismo, la smania di voler fare carriera a tutti i costi. L’ambizione distrugge l’onestà. Domanda: Che senso ha spalleggiare le manovre dell’estrema destra israeliana e statunitense? La propaganda di guerra – anticamera della manipolazione – dovrebbe essere bandita dai cosiddetti ordini professionali, ne vale la qualità dell’informazione e la veridicità delle notizie castrate dalle grandi corporation, non dai piccoli blog animati da volenterosi attivisti che dovrebbero invece essere incoraggiati nel loro lavoro.

 

1.

 

http://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/articolo/2018/04/18/robert-fisk-non-c-e-stato-un-attacco-chimico-2022876.html

 

2.

 

http://www.voltairenet.org/article200948.html

 

3.

 

http://www.voltairenet.org/article200684.html

 

4.

 

http://www.infopal.it/btselem-chiede-urgente-intervento-onu-fermare-massacri-israeliani-gaza/

 

5.

 

http://it.peacereporter.net/articolo/13663/Gaza%3A+nuove+armi,+vecchie+atrocit%26agrave%3B

1 commento per “La crociata dei media contro la Siria

  1. armando
    3 Maggio 2018 at 15:44

    “Come già nel XIX secolo, anche nella nostra epoca accade che giornalisti riescano a manipolare Stati e un tribunale Internazionale, sospingendoli a rovesciare un regime o a bombardare Stati sovrani.”
    Gli pseudogiornalisti di cui si parla manipolano chi si vuol fare manipolare. O governi e trbunali internzionali sono semplicemente complici consapevoli del complesso militare/industriale, come credo, oppure sono totalmente imbecilli e incapaci, il che può anche essere: marionette messe lì ad eseguire. In effetti Trump sembra una cosa del genere.
    Quanto al diritto internazionale, diciamocelo, non esiste più da molto tempo, se mai è veramente esistito. Non esiste perchè quando una norma è sistematicamente violata senza conseguenza alcuna, allora è una mascheratura d’altro. Ma soprattutto, direi, non è mai esistito veramente come norme condivise con chiarezza e senza riserve o equivoci semantici, da tutti ed a garanzia di tutti i popoli, gli Stati, le nazioni. Anche quando ci si è sforzati di elaborarlo, riuscendo magari a attutire i conflitti fra gli Stati e renderli meno distruttivi possibili, ha sempre avuto un carattere parziale, dapprima eurocentrico, poi anglosassonecentrico. Vale a dire che per le aree del mondo escluse, certe regole non hanno mai avuto valore, e lì l’imperialismo ha potuto fare di tutto, ma proprio di tutto. Si vedano le conquiste coloniali, i genocidi di interi popoli e così via. Alcune raffinate sottigliezze giuridiche, distinguo, precisazioni analitiche e pedanti, non riescono a nascondere la realtà dei rapporti di forza, che piegano il diritto ai propri interessi, con ciò pretendendo di essere sia nella legalità che nella legittimità. Tutto ciò ha sempre avuto origine nel sentimento di superiorità dell’uomo europeo bianco civilizzato, e nella convinzione del suo destino di veicolo di portatore della civiltà e del progresso anche a coloro che erano restii ad accettarlo o considerarlo tale.

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