La guerra dei russi e quelle degli americani

A distanza di un mese dall’inizio della guerra i russi non hanno ancora utilizzato l’aviazione né, molto probabilmente, ne faranno uso. Eppure l’aviazione è stata ed è l’arma strategica della guerra moderna, per lo meno dalla seconda guerra mondiale in poi. Quali sono le ragioni di questa scelta?

I russi sanno perfettamente che l’uso dell’aviazione (e dei bombardamenti aerei) è altamente traumatico, diciamo pure terroristico, per i civili, tra i quali potrebbe seminare un gran numero di vittime e sanno benissimo che con gli ucraini dovranno convivere anche e dopo questa guerra. Russi e ucraini sono indissolubilmente legati e spesso imparentati fra loro. La storia della Russia è in buona parte anche la storia dell’Ucraina, e viceversa.

Nonostante le fesserie urlate dai media occidentali la Russia non ha mai avuto nessuna intenzione di occupare tutto il territorio ucraino ma solamente i territori russi del Donbass, della Crimea e delle aree circostanti il Mar d’Azov che già avevano scelto di separarsi dall’Ucraina. Avevano capito che le popolazioni del Donbass non ce la facevano più a resistere e che la loro caduta nelle mani dell’esercito ucraino e delle milizie naziste, oltre a ulteriori massacri perpetrati da questi ultimi, avrebbe dato la stura per l’adesione dell’Ucraina alla NATO, presente in loco già da anni. Del resto, anche l’esistenza di laboratori bio-militari americani in Ucraina è ormai un fatto accertato e ampiamente documentato, nonostante le ovvie smentite da parte del Dipartimento della Difesa USA. La Russia non poteva e non può permettersi una Ucraina organica alla NATO con basi militari e missili puntati contro il suo territorio. E non può permettersi di non avere uno sbocco sul Mar Nero e, dunque sul Mediterraneo. Chi conosce un briciolo di storia sa perfettamente che l’accesso al Mar Nero e quindi al Mar Mediterraneo è sempre stato per la Russia una questione di vitale importanza sotto ogni punto di vista. Sottrarle l’Ucraina avrebbe significato, fra le altre cose, perdere ogni controllo su un canale di comunicazione commerciale strategico. L’80% circa delle merci di tutto il mondo viaggia via mare e chi controlla i mari e gli oceani controlla il mondo intero. Gli Stati Uniti, che controllano manu militare la gran parte degli oceani e degli stretti e hanno centinaia di basi militari sparse in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, ben lo sanno.

E’ quindi evidente che la guerra in corso è essenzialmente difensiva, non c’è mai stata da parte dei russi nessuna volontà annessionistica e, anche volendo, la Russia non sarebbe in grado di gestire una occupazione militare sine die dell’Ucraina.

E’ per queste ragioni che i russi, anche a scapito di maggiori perdite in termini di vite dei loro soldati, hanno scelto di non utilizzare l’aviazione e di non bombardare.

E’ un problema che gli americani non hanno mai avuto dal momento che hanno sempre fatto la guerra a migliaia di chilometri dal loro territorio. In tutte le guerre hanno fatto un uso massiccio e sistematico dei bombardamenti dal cielo, scaricando sulle popolazioni civili, indiscriminatamente – non so e non sono in grado di quantificarlo – decine (forse centinaia) di milioni di tonnellate di bombe di ogni genere; napalm, fosforo, diossina, intrugli chimici di ogni genere e perfino, come sappiamo, bombe atomiche. La protezione dei loro soldati (cosa lodevole) è direttamente proporzionale al disprezzo razzista che hanno nei confronti delle popolazioni che hanno bombardato senza alcun ritegno e scrupolo di sorta. Sentirli blaterare contro l’uso di armi chimiche da parte dei loro avversari, qualsiasi essi siano, è a dir poco farsesco. Quantificare il numero delle vittime civili dei bombardamenti aerei americani dalla seconda guerra mondiale in poi è impossibile ma, ovviamente, siamo nell’ordine di milioni di persone.

L’orchestra mediatica occidentale continua a sostenere la tesi che i russi avrebbero ridimensionato la portata dei loro obiettivi a causa della resistenza ucraina e che sarebbero stati costretti a ripiegare sul Donbass, quando in realtà il loro obiettivo sarebbe stato la conquista dell’intera ucraina. Ma si tratta di una balla costruita ad arte. Una volta annessi i territori del Donbass e della Crimea, assicuratisi della non adesione dell’Ucraina alla NATO e rese innocue le milizie naziste, i russi cesseranno le ostilità.  Sono gli americani che non hanno interesse ad una conclusione rapida del conflitto.

File:Boeing B-52 dropping bombs.jpg - Wikipedia

Fonte foto: da Google

 

20 commenti per “La guerra dei russi e quelle degli americani

  1. Gian Marco Martignoni
    30 marzo 2022 at 22:20

    Tra l’altro dal 2014 ad un mese fa oltre ai 14mila morti nel Dombass, sono stati stimati 2,5 milioni di profughi dal Donbass, solo che ai prezzolati media occidentali la notizia naturalmente non interessava .Dal 1990 abbiamo assistito a molte guerre informative, ma questa vicenda le supera tutte abbondantemente. Questa sera la Gruber con grande disagio ha dato notizia del grande consenso ( 83 %) registrato in un sondaggio da Putin in Russia.Probabilmente dopo le riforme neoliberali alla Gaidar, il capitalismo mafioso e l’ubriacone Yelstin, ai Russi non par vero di essere rappresentati da un soggetto autorevole, al di là delle demonizzazioni di ogni tipo in circolazione, con buona pace di Biden, che pensa con queste sparate di recuperare consensi in patria nelle elezioni di novembre.

    • Federico Lovo
      31 marzo 2022 at 8:25

      Putin secondo me non ha costruito una grande forma di capitalismo. Ci sono anche diverse dichiarazioni dello stesso Putin in cui si ammettono i limiti del sistema economico-industriale russo. Certo che se paragonato ai curatori fallimentari italiani ed europei, appare una gigante! Il “Putin geopolitico” è sicuramente migliore del “Putin gestore dell’economia”.

  2. Carmine
    31 marzo 2022 at 1:41

    La solita sviolinata pro Russia di questa come di altre testate “comuniste”. Si sostiene una tesi che non ha alcun riscontro con la realtà e cioè che Putin si accontenterebbe dell’annessione del Donbass (dove il massacro della popolazione civile é stato causato da entrambe le parti in conflitto e anche da chi ha soffiato sul fuoco del separatismo ovvero la Russia) e della Crimea. Falso perché dopo avere spianato Mariupol (che resiste) e attaccato la sede della Croce Rossa i “denazificatori” russi sono passati a bombardare Mikhailov e puntano su Odessa (altro che negoziato). Il progetto è quello di allargare le conquiste territoriali in corso per creare un collegamento tra il Donbass e la Crimea privando Kiev degli sbocchi sul mare di Azov e sul mar Nero. Ma che sarà mai visto che il diritto di avere un accesso importante al mare spetta solo ai territori che faranno parte integrante della Russia ma non all’Ucraina. Tutta la parte orientale (e forse non solo quella visto che anche la città di Kharkiv non lontano da Kiev è sotto attacco) del Paese verrà annessa alla Russia secondo la nota visione neo imperiale dell’Autocrate del Cremlino. Una visione che Putin ha descritto con estrema precisione nel discorso del 21 febbraio 2022 e che si riassume in quanto segue (le parole sono sue): “L’Ucraina é storicamente parte della Russia – L’Ucraina é stata creata dalla Russia per la sua storia e la sua cultura” In buona sostanza l’Ucraina non esiste se non all’interno della Russia. Ascoltando questo “lungo” discorso si possono capire le ragioni che hanno portato all’aggressione Russa e che sono riconducibili alla volontà dell’Ucraina di fuori uscire dall’orbita Russa: dalla dichiarazione di indipendenza del 1991 alla rivolta di Euromaidan del 2014. Dolente per l’autore dell’articolo ma se lo Zar non riuscirà a prendere tutto il paese questo sarà dovuto proprio alla Resistenza degli Ucraini. E’ se è vero che la Russia non ha usato l’aviazione è altrettanto vero che ha usato i cannoni e i missili, con tanto di morte e distruzione tra la popolazione civile. Oltre che all’esodo di milioni di profughi. Solo bazzecole per i “comunisti”.

    • Fabrizio Marchi
      31 marzo 2022 at 15:59

      Dopo questa tua sviolinata (ciascuno ha le sue) non ti resta che arruolarti come volontario e andare a combattere contro i russi in Ucraina, meglio ancora se in uno dei battaglioni paramilitari “nazionalisti” che difendono la libertà e la democrazia nel nome di Stepan Bandera, salvatore della patria ucraina. Non entro nel merito perché non avrebbe alcun senso data la distanza delle nostre posizioni.
      P.S. la nostra sarà anche una sviolinata pro Russia (non lo è ma insomma…) ma visto che a sviolinare in favore dell’Ucraina (cioè della NATO) c’è l’universo mondo (compreso te, sei in abbondantissima compagnia…), non mi sembra il caso di scandalizzarsi se qualche mosca bianca ha una posizione diversa e critica rispetto al gregge belante (di cui anche tu fai parte).

      • Carmine
        31 marzo 2022 at 22:40

        Non entri nel merito perché c’è poco da dire. Allora preferisci rifugiarti nella solita retorica “i nazionalisti (la Russia cos’è?), Bandera, la Nato, gregge belante,ecc” Ascolta quanto ha detto Putin nel suo discorso e forse aggiusterai la tua scontatissima sviolinata. Dico forse ma sono scettico

        • Fabrizio Marchi
          1 aprile 2022 at 8:48

          Amico mio (si fa per dire…), se pensi che non ti rispondo perché non ho argomenti, allora è anche inutile che tu stia qui. Perchè perdi tempo a commentare su un giornale il cui fondatore e direttore sarebbe una persona priva di argomenti e non in grado di rispondere alle obiezioni di alcuni? E’ una contraddizione in termini. Pensaci.
          Devo razionalizzare il tempo perché ne ho poco e sono tirato per la giacchetta, per ovvie ragioni, da molte persone, soprattutto su facebook dove abbiamo la nostra pagina e interviene tanta gente. Rispondo fino ad un certo punto, poi mollo, soprattutto quando vedo che le posizioni sono troppo distanti per un confronto che abbia un senso. Molto spesso, se non il più delle volte si tratta di discussioni polemiche, di botte e risposte infinite dove si cerca solo di prevalere sull’altro finchè si arriva alla provocazione e alla derisione. Che senso ha tutto questo? Nulla. E io non ho tempo da perdere per il nulla. Dopo di che, se vuoi credere che questa sia soltanto la difesa di un imbecille, sprovveduto e ignorante che non è in grado di risponderti, fai pure, non posso e soprattutto non mi interessa fare nulla per dimostrarti il contrario, a te o ad altri. Mi chiedo, a questo punto, se il tuo giudizio nei nostri confronti è così negativo, perché ti incaponisci a stare qui.

  3. Gian Marco Martignoni
    31 marzo 2022 at 21:37

    Leggo, fortunatamente, a quanto ho ipotizzato ieri sera a proposito di Biden.la sirena dell’utilizzo dell’Ucraina per una guerra per procura in Europa non sta funzionando negli Usa. I sondaggi registrano un buona notizia, per me inaspettata, ovvero un ulteriore calo di popolarità per Biden.Dopo l’Afghanistan, che è vero fu gestito da Trump, ma poi è detonato nelle mani di Biden, queste scelte guerrafondaie non sfondano nell’opinione pubblica americana, e prefigurano uno scenario da incubo sia sul piano internazionale che sul piano interno. In quanto ai “resistenti ” ucraini è incredibile che qualcuno pensi che agiscano senza supporti esterni ( Usa, Inghilterra, ecc..).Di fatto sono gli unici resistenti nobili su questa terra, giacchè gli altri popoli che lottano per la loro autodeterminazione, non da oggi, non se li caga nessuno, stante che non rientrano nei piani del bombardamento informativo. che accompagna ogni conflitto. Lo chiedo cortesemente anche a Carmine

  4. ndr60
    1 aprile 2022 at 11:24

    Per avere un’idea del grado di manipolazione dell’informazione nell’orientare l’opinione pubblica basta confrontare il conflitto Russia-Ucraina con quello tra Russia e Cecenia di una ventina d’anni fa. Allora, la Russia era guidata da Yeltsin e poi da un giovane Putin: una guerra (anzi, due) molto più sanguinosa di questa, passata in sordina nei mezzi di comunicazione. Agli USA fece comodo, allora, mantenere un basso profilo per non compromettere la figura del burattino Yeltsin, poi non alzarono un sopracciglio quando Putin represse nel sangue il separatismo islamico. All’epoca Putin non era ancora cattivo per gli USA, lo sarebbe diventato solo dal 2003, quando si oppose alla guerra in Iraq.

    • Fabrizio Marchi
      1 aprile 2022 at 12:59

      Sottoscrivo parola per parola.

  5. Carmine
    1 aprile 2022 at 15:07

    Di sicuro non sono tra quelli che pensano che “i resistenti” ucraini agiscano senza l’aiuto di USA, Inghilterra, ecc. Se lo dicessi mi esporrei al senso del ridicolo. Sul bombardamento informativo è vero che prevale la logica del doppiopesismo, tuttavia, (e non é un attenuante) c’é una certa differenza tra una guerra che si svolge in luoghi lontani (ad esempio lo Yemen) e una guerra che abbiamo nel cuore dell’Europa e cioè alle porte di casa. Con alcune eccezioni pero’, basta pensare ai ricorrenti bombardamenti di Israele su Gaza. Qui, mi sembra che l’attenzione mediatica sia molto alta ma forse questo dipende dal fatto che c’é di mezzo lo Stato Ebraico. A questa logica doppiopesista se ne aggiunge un’altra ed é quella dei “compagni” che, da una parte, condannano duramente (e giustamente) l’aggressione all’Irak e alla Libia e, dall’altra, si astengono (o comunque sono tiepidi) dal condannare l’aggressione di Putin all’Ucraina (con tanto di distruzione, morte ed esodi forzati – un po’ di empatia e di umana pietà non guasterebbero anche se sono nazionalisti). Una logica doppiopesista che riguarda anche l’autodeterminazione: quella dei curdi (ad esempio) va bene mentre quella degli Ucraini lascia a desiderare. Per quali ragioni? In primo luogo perché dietro all’Ucraina c’é l’Occidente imperialista e poi perché il Governo Ucraino é nazionalista o addirittura neonazista. Per converso oltre ad essere titubanti sull’aggressione su vasta scala architettata “da tempo” da Putin ( il cui intento evidente è quello di amputare la parte orientale del paese al fine di annetterla – e vedremo se si fermerà qui) i “compagni” si guardano bene dal criticare l’imperialismo Russo (che ha i suoi antefatti in Asia Centrale). Anche sulla mancanza di democrazia o sulla repressione del dissenso i “compagni” sono particolarmente stitici: a loro non importa se ad un manifestante che protesta per la guerra vengono comminati 15 anni di carcere e se gli oppositori vengono avvelenati o uccisi ( come successo ad Anna Politkovskaia che aveva documentato gli orrori della guerra in Cecenia). Oltre all’anti imperialismo d’obbligo non sarà che, in fondo in fondo, la passione per la Russia è ineliminabile anche se Putin e il suo entourage non hanno nulla a che vedere con il Comunismo? Eppure questi “compagni” dovrebbero essere a conoscenza degli effetti nefasti prodotti dallo stalinismo, quegli effetti che sicuramente hanno dato la stura alle spinte nazionalistiche, non solo in Ucraina, ma anche in quei Paesi che facevano parte del blocco sovietico (Polonia, Ungheria, ecc). Un risentimento anti Russo (poi sfociato nel nazionalismo) che non si puo’ spiegare senza tenere conto dell’operato di Stalin. L’Autocrate Putin puo’ essere considerato il suo epigone? Io penso di si’ anche se nel discorso che ho citato (e che consiglio vivamente di sentire) ricordando la volontà dei bolscevichi di concedere l’autodeterminazione all’Ucraina, sembra prenderne le distanze. Per quanto riguarda i bombardieri, i russi ne hanno fatto ampiamente uso. Infatti In Afganistan i Russi (ai tempi dell’URSS) nel precorrere gli USA hanno usato una potenza di fuoco altissima compreso il bombardamento con caccia ed elicotteri. Ma dato che li’ non c’erano i fratelli russi e ucraini non si poteva fare troppa attenzione.

    • Fabrizio Marchi
      1 aprile 2022 at 16:13

      E’ evidente, caro “compagno”, che hai completamente sbagliato bersaglio anche tu. Vuoi ascriverci al club degli amici di Putin oppure dei nostalgici dello stalinismo. Ma sei fuori con l’accuso, come si dice dalle mie parti, forse il covid ti ha preso alla testa invece che ai polmoni.
      Insisto però con il dirti:” Se tale e tanta è la distanza e la disistima che nutri nei nostri confronti (al punto che scrivi “compagni” fra virgolette, con un chiaro intento dispregiativo), perché incaponirti? Cosa ti spinge a commentare su un giornale che tu ritieni essere un covo di putiniani rossobruni o alla meglio vetero stalinisti?”. Cazzate di proporzioni cubitali, naturalmente, ma per il misero setaccio di certi “compagni libertari” è sufficiente avere una posizione critica rispetto alle loro scontatissime vulgate puriste per essere definiti tali.
      Io non vado in giro per la rete a perdere il mio tempo su siti e blog da cui sono distante anni luce, che considero nemici o peggio ancora delle persone spregevoli (come tu consideri noi). Perché tu lo fai? Gusto della provocazione? Oppure non hai niente di meglio da fare nella vita?
      Ciò detto, se tu commentassi con un atteggiamento non provocatorio, io non perderei tempo a rispondere a cianfrusaglie come le tue, e la cosa finirebbe là. Siccome però è evidente che stai soltanto cercando la rissa, la polemica fine a se stessa che non porta da nessuna parte, le cose sono due: o cambi atteggiamento ed esprimi la tua opinione senza provocare (ad esempio senza definirci “compagni” con le virgolette) oppure al prossimo commento provocatorio (e non far finta che non sia così perché è ovvio) ti banno.
      Decidi tu. Per me è indifferente. Anche perché le chiacchiere dei “sinistri” sono oggi forse la cosa più inutile che possa esistere.

      • Giulio Bonali
        1 aprile 2022 at 22:08

        Premetto che per parte mia non avrei ritenuto degno di riposta un provocatore che sproloquia di:

        “aggressione di Putin all’ Ucraina”,

        “differenza [sì, certo, per dei razzisti che considerino le pretese “razze” loro limitrofe “superiori” a “quelle” loro remote!, N.d.R.] fra un guerre che si svolgono in luoghi vicini e guerre che si svolgopno in luoghi lontani (evidentemente da ignorantone in fatto di geografia ritiene Roma più vicina a Kiev che a Tripoli e il Friuli più vicino all’ Ucraina che la Sicilia alla Libia; per non parlare di Belgrado e della Yugoslavia, a proposito di cui propenderei per la malafede piuttosto che per la comunque indubbia ignoranza).

        “attenzione mediatica” eccessiva verso i crimini dello stato razzista e terrorista di Israele (SIC!!!),

        “mancanza di democrazia e repressione del dissenso (udite, udite!) non nell’ Ucraina governata dai nazisti, non qui in Italia, non negli USA, bensì in Russia,

        e mi fermo qui perché non ho voglia di citare tutte le altre sue infami BBBalle (sì, con tre “c”).

        “Detto questo” (come solitamente proclamano i politicanti quando cercano di abbindolare i loro ascoltatrori più ingenui), affermo di essere fierissimamente comunista (sì, anche “vetero”, nel senso letterale che sto per compiere settant’ anni) e un grandissimo ammiratopre di Giuseppe Stalin (e di non aver mai preso colossali lucciole per lanterne, tipo confondere il politicante filocapitalistico Putin con un bolscevico; ma tra politicanti filocapitalistici “sulla difensiva” e criminali di guerra nazisti guerrafondai mi guardo bene dal lavarmene pilatescamente le mani; e men che meno dallo stare dalla parte dei secondi).

        Ora, cari amici e compagni de L’ Interferenza, se questo vi turba perché può provocare qualche ombra sul vostro limpido antistalinismo e antiveterocomunismo, non dovete fare altro che dirmelo, che tolgo immediatamete il disturbo (non sarebbe la prima volta che perdo, purtoppo, degli amici e compagni mi deludono; come disse, se ben ricordo, Cicerone: “amicus Plato, sed magis amica veritas”).

        • Fabrizio Marchi
          2 aprile 2022 at 20:25

          “Ora, cari amici e compagni de L’ Interferenza, se questo vi turba perché può provocare qualche ombra sul vostro limpido antistalinismo e antiveterocomunismo, non dovete fare altro che dirmelo…”.
          Tranquillo, non ci turba. Naturalmente io che non sono mai stato stalinista avrei da aprire una riflessione interminabile di natura storica e politica sullo stalinismo ma ovviamente non mi è possibile per ovvie ragioni di tempo.
          Mi limito a dire che, anche in questo caso, è necessario andare oltre la facile dicotomia demonizzazione-celebrazione perché non ci porta da nessuna parte ai fini della comprensione delle cose e naturalmente sarebbe bene storicizzare e contestualizzare il tutto. Sono altresì convinto che sarei finito in un gulag o sarei stato fucilato se fossi vissuto in epoca staliniana e questo non può essere estraneo al mio posizionamento, per dirla con una battuta… 🙂 Se mi è consentita un’altra battuta, così, tanto per semplificare (e senza aprire la discussione…) non mi scandalizza dello stalinismo la distruzione dei kulaki come classe (ci può stare, è in corso un processo rivoluzionario, non una sfilata di moda…) ma la distruzione violenta di ogni forma di dibattito, di libertà e di democrazia socialista, la qual cosa, non può che portare inevitabilmente alla distruzione di quell’abbozzo di società socialista che si vorrebbe edificare. Dopo di che, in termini squisitamente politici, Stalin ne ha azzeccate molte: scelta di consolidare l’URSS, il cosiddetto “socialismo in un solo paese” (anche perché non c’erano altre possibilità), il processo di industrializzazione forzata (necessario), la capacità di mobilitare un popolo prima con l’industrializzazione e poi durante la seconda guerra mondiale, meno, direi molto meno con la collettivizzazione forzata delle campagne (l’agricoltura è sempre stata la spina nel fianco dell’URSS, proprio in seguito alla collettivizzazione forzata). Ma non basta e infatti non è bastato. Dopo l’era staliniana si doveva tornare ad una democrazia socialista e invece si è scelto da una parte di scimmiottare modelli economici simil capitalistici (sia pure timidamente) e dall’altra è rimasto al potere un apparato burocratico che perpetrava se stesso, anche se senza più repressione di massa. Il socialismo reale non è stato solo sconfitto ma, purtroppo, è anche fallito. E non me ne beo affatto, sia chiaro, come tanti pseudo “libertari di sinistra”, perché il crollo dell’URSS è stato una sciagura mondiale e storica, però dobbiamo fare anche i conti con i fatti e con la realtà. Il primo concreto storico tentativo di costruire una società socialista è fallito, e non solo per ragioni esogene.

          • Giulio Bonali
            2 aprile 2022 at 21:26

            Concordo che si tratta di questioni estremamente complesse e che meriterebbero lunghissime discussioni e riflessioni, certamente interessantissime, quasi sicuramente utili e relativamente chiarificatrici ma non “risolutive” e tali da portare al superamento della maggior parte dei più importanti motivi di dissenso.
            Perciò mi limito anch’ io a segnalare le mie più profonde divergenze da quanto qui affermato.

            Non sono un celebratore acritico di Stalin, bensì un suo convintissimo, entusiasta ammiratopre critico.
            In particolare ritengo gravissimo -accanto a meriti inestimabili- l’ errore di aver potentemente contribuito alla nascita dello stato razzista e terrorista di Israele (del che fu “ringraziato” con vergognose, penosissime accuse di preteso “antisemitismo” allorché si accorse di avere sbagliato e lodevolmente combattè coerentemente quell’ infame razzismo che é il sionismo).

            Le limitazioni delle libertà democratiche in URSS vanno inquadrate nel contesto di un asperrimo, violentissimo scontro culturale, politico, economico, militare con un nemico che non si faceva alcuno scrupolo a reprimere a sua volta violentissimamente ogni dissenso e a liquidare sanguinossissimamente ogni barlume di democrazia formale che potesse metterne a repentaglio il potere.
            In proposito ci sono sicuramente stati eccessi ingiustificati, e anche dannosi per la causa, da parte di Stalin (in qualche misura inevitabili, data l’ enormità delle trasformazioni realizzate: se non temessi di banalizzare eventi grandiosi, tragicamente magnifici direi che é perfino ovvio), ma il principio generale per il quale contro un nemico superpotente che non si fa il ben che minimo scrupolo sarebbe immorale limitare a propria volta più di quanto compatibile con la conquista e la coservazione del potere le giustissime, sacrosante repressioni dei controrivoluzionari, in ossequi ad ingiustificabili remore moralistiche.

            La distruzione di quell’ abbozzo di società socialista che sotto la guida di Stalin si realizzò (con conseguenze disastrosissime -licenza poetica- per tutti i lavoratori e i popoli del mondo) non fu un fallimento per suoi limiti e debolezze intrinseci (che ovviamente non mancarono, ma non furono affatto decisivi), bensì fu una sconfitta accaduta proprio nel corso di una lotta violentissima, fra l’ altro (ma non solo) bellica, cruenta condotta ininterrottamente per tutta la durata della sua esistenza senza alcuna limitazione all’ impiego di ogni e qualsiasi genere di mezzo, anche i più abbietti, disumani, mostruosi, immorali da parte del nemico di classe; sconfitta, disastrosa per l’ umanità tutta, che si consumò proprio perché la risposta a questa violenza inaudita senza fine non fu adeguata (essenzialmente dopo la scomparsa di Stalin; e non la fu soprattutto qualitativamente, secondo me, probabimente anche con qualche inutile e magari dannoso, controproducente eccesso “quantitativo”).

            La collettivizzazione accelerata delle campagne, senza negare eccessi ed errori che, almeno in qualche misura inevitabilmente, accompagnarono un processo così grandioso, era (fra l’ altro) un’ oggettiva conditio sine qua non dell’ industrializzazione “conseguita a tempo di rekord”; senza la quale non ci sarebbe stato bisogno di aspettare fino a Woytila, Gorby ed Eltsin per vedere ripiombare il mondo intero (e non solo l’ ex URSS) in condizioni catastrofiche simili a quelle odierne: ci sarebbe riuscito, con relativa facilità, Adolf Hitler circa mezzo secolo prima.

  6. Carmine
    2 aprile 2022 at 23:02

    Spero che Gian Marco Martignoni abbia letto la mia risposta alla sua domanda. Per quanto riguarda le osservazioni fatte da Giulio Bonali quattro cose: 1) che l’Ucraina sia stata aggredita dalla Russia è fuori discussione e non é il caso di tirare fuori gli eventi del 2014 – il discorso di Putin insegna; 2) la percezione di una guerra che si svolge nello Yemen non è identica a quella di una guerra che si svolge nel cuore dell’Europa. E’ un fatto evidente e il razzismo, di cui mi si accusa, non c’entra nulla; 3) Ho riconosciuto che sul bombardamento informativo grava una logica doppiopesista tranne che nel caso dei ricorrenti bombardamenti su Gaza. E questo probabilmente dipende dal fatto che, ad esserci di mezzo, è lo Stato Ebraico. Nulla a che vedere con “l’attenzione mediatica eccessiva verso i crimini dello Stato di Israele” che io ammetto pienamente; 4) In Russia non c’é alcuna repressione del dissenso? Gli oppositori a Putin non vengono perseguitati fino al punto di essere uccisi (Anna Politkovskaja)? Bisogna essere orbi per non vederlo. Bonali é un grande ammiratore di un Killer? Io no:”Con la fronte bassa e i baffi incolti, sempre abbigliato con una uniforme poco elegante e senza decorazioni, Stalin si presenta e parla come un sottoufficiale dal temperamento brusco. Josef Vissarionovc Dzugasvili, georgiano, nato a Tiflis nel 1879, figlio di un calzolaio, ha studiato in un seminario che ha formato molti buoni rivoluzionari; socialista e bolscevico sin dalla fondazione del partito, impegnato in attivita’ clandestine nel Caucaso dal 1898 al 1917, cinque volte deportato, quattro volte evaso. La rivoluzione lo ha trovato all’estremo nord, a Turukansk. Stalin vuol dire “acciaio” e il nome gli si addice. E’ come una daga. Dopo la sconfitta della rivoluzione del 1905 divenne terrorista e diresse brillanti operazioni di esproprio e altri atti di terrorismo (ha fatto morire in esilio e senza curarsi di lui il suo migliore amico di quei giorni, Kote Tsinsaze elemento dell’opposizione). Oscuro e devoto nel 1917, ha avuto un ruolo importante nella difesa di Tsaritsin – oggi Stalingrado – assieme a Vorosilov e Jegorov, oggi marescialli. Lenin lo aveva valutato al punto di diffidare molto di lui e temerlo un po’ : “Manca della piu’ elementare onesta’”, disse di lui. Stalin giunse al potere intrigando negli Uffici e nei congressi, prima affiancandosi a Sinov’ev, Rikov, Tomskij e Bukarin, contro Trotskij; poi con Rikov, Tomskij e Bucharin contro Zinov’ev e Kamenev; poi contro Vorosilov, Kalinin, Ordzonikitze contro Rjkov, TomsKiJ e Bucharin; ed ora è il padrone assoluto, Dopo avere ucciso e deportato tutti i dirigenti della Rivoluzione e avere condotto allo sfacelo il partito che ha reso possibile gli anni dal 1917 al 1923. La sua produzione intellettuale è spaventosamente vuota. TrotsKij disse di lui: ” E’ la piu’ grande mediocrita’ del nostro partito. Egli crede nella sua missione. Forse è il solo a crederci; si è chiuso nei recessi piu’ reconditi dell’inferno. Sebbene sia intrepido, vive nel terrore. Abile, vive nel sospetto. Oggi ordina assassini, domani apoteosi. Che cosa fara’ dopodomani?” Victor Serge; Da Lenin a Stalin – 1917/1937 – storia di una rivoluzione tradita.

    • Giulio Bonali
      3 aprile 2022 at 18:24

      Risposta alle obiezioni rivolte a me:

      1) Balle colossali; il fatto cha sia ripetute H24 a reti unificfate non le rende affatto vere, malgrado le pretese di Goebbels e dei suoi nipotini di Kiev (e si direbbe pure tue).

      2) Il percepire più gravi certe guerre (di cui soffrono popoli più geograficamente vicini; nonché le sofferenze di costoro) di altre (di cui soffrono popoli più geograficamente lontani; nonché le sofferenze di costoro, a casa mia si chiama “razzismo”: pretesa che chi ci vive più vicino sia migliore, e dunque percezione delle sue sofferenze come più gravi di quelle delle prese “razze inferiori” più geograficamente lontane. Invece per chi ritiene tutti gli uomini ugualmente degni di rispetto, simpatia e di altruistico intersse, come me, la sofferenza di qualsiasi uomo é ugualmente dolorosa DEL TUTTO A PRESCINDERE DA QUALSIVOGLIA DISTINZIONE DI COLLOCAZIONE GEOGRAFICA, DI SESSO, DI TRATTI SOMATICI, DI LUNGUA, DI CULTURA, ECC., ECC, ECC (ma casomai in relazione con le sue diverse cause, più o meno gravi e terribili a seconda dei casi).
      Questo a prescindere dall’ ignoranza della geografia (se non sei in malafede) che ti fa credere più vicina all’ Italia l’ Ucraina della Libia e della -purtroppo ex, in seguito alle guette terrositiche condotte adll’ imperialismo occidentale- Yugoslava).

      3) E allora (se non lamentassi un preteso interesse mediatico eccessivo per gli orrendi crimini dello stato razzista e terrosista di Israele) non si capisce in che senso “nel caso dei ricorrenti bombardamenti su Gaza” non vi sarebbe “doppiopesosmo” da parte della comunicazione di massa politicamente corretta “e questo probabilmente dipende dal fatto che ad esserci di mezzo [alla faccia! Per me c’ é di mezzo la popolazione araba palestinese di tutti -ma per me sono solo due- i sessi e di tutte le età, N.d.R.] é o stato ebraico”.

      4) Pu con tutto il mio disprezzo per la Politkovskaia, Navalni e simili venduti ai nemici della loro patria, io non ho mai scruitto che in Russia “non vi sarebbe alcuna repressione del dissenso”.
      Ho invece -e colgo l’ occasione per ribadirlo- stigmatizzato la tua pretesa di condannare la repressione del dissenso solo in Russia e non nell’ Ucraina governata da Nazisti sanguinari che fanno pogrom contro gli oppositori, impediscono la libertà di stampa e mettono fuoi legge i partiti democratici e non antisussi, il che in maniera particolarmente eclatante costitusce una “repressione del dissenso” molto più grave di quanto non accada in Russia; ma in proposito non si sta meglio nemmeno nel resto del sediecente -con spudorata menzogna- “democratico e dirittocivilista” occidente in generale, e nella nostra Italia in particlare.

      5) le penose cazzate del trozkista Victor Serge non le copmmento perché si commentano da sole.

  7. Aliquis
    3 aprile 2022 at 7:44

    Il livello di propaganda raggiunto dai nostri media è diventato nauseante. Ierisera, dopo una giornata di lavoro, guardare il telegiornale mi ha reso ancora più stanco. E anche schifato. Per non parlare della trasmissione di Gramellini, a cui assisto non per mia scelta. Sono fortunamente concentrato in mie positive faccende personali, ma ritrovarsi a vivere in un regime totalitario peggiore dei totalitarismi “uffuciali” (totalitarismo informale?) non è piacevole.
    In questo, secondo me, ci rientra anche la scelta di abbinare i referendum con le elezioni comunali. Avevo intenzione di astenermi per non far raggiungere il quorum. Ma ecco l’abbinamento per impedirlo. Prendere solo la scheda per le comunali e rifiutare quella per i referendum? Ma così mi espongo al seggio. Allora sto valutando di non votare per niente. Ecco, in un colpo solo, abbattuti il diritto alla segretezza e il diritto di voto. Bella democrazia.

  8. Giulio Bonali
    3 aprile 2022 at 19:00

    Ma come fai a sopportare quell’ indegno figuro di Gramellini?
    Per me é il tipico, paradigmatico esponente del pessimo (senza virgolette), vomitevole “buonismo” politicamente corretto (credo che qualora fossi sottoposto a tortura ci sarebbero ottime chances che non confesseresti nulla di pericoloso per i tuoi compagni di lotta).

    Per parte mia alle elezioni probabilmente mi asterrò (dubito di trovare sulla scheda una lista decente), come certamente sui referendum; l’ unico per il quale ritengo valesse la pena votare (purtroppo promosso da queli per me miserabilissimi nemici del popoli “da trattamento alla Robespierre-Stalin” dei Radicali) sarebbe stato quello per l’ eutanasia, ma la nostra meravigliosa (pseudo-) “democrazia” di tipo occidentale non lo consente.

    • Aliquis
      4 aprile 2022 at 11:30

      Non lo sopporto e mi fa schifo. Gramellini a parer mio non è nemmeno buonismo, fa finta di esserlo, ma lo fa male. I cinegiornali fascisti erano fatti medio. La mia anziana madre ha il telecomando e non me la sento di toglierglielo.

      A mio avviso, qualche lista da votare c’è sempre, indipendentemente dal fatto che raggiunga i sempre più astronomici quorum, e io finché ho vita voglio esprimere il mio voto.

      Sui referendum ammessi, mi sembra che siano in linea con quello che Licio Gelli voleva realizzare in tema di giustizia. Per questo o mi asterro’ o voterò No.

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