La “sinistra” invertebrata

Che cos’è la sinistra invertebrata e come la sinistra patriottica (comunisti e socialisti) dovrebbe combatterla.

 

I popoli europei stanno subendo una duplice aggressione imperialistica: dall’unilateralismo militare nord-americano, il gendarme mondiale che detiene il monopolio della violenza, e dalla dittatura finanziaria anglo-tedesca che, come è evidente, sta riducendo il mondo del lavoro, letteralmente, alla fame. All’interno di questa offensiva reazionaria è necessario, dopo aver analizzato i rapporti di forza vigenti, delineare delle strategie di uscita, superando il dogmatismo (speculare all’opportunismo) dei decenni passati.

L’UE utilizza gli stessi metodi della ‘ndrangheta. Il giurista Francesco Toscano ha ragione nello scrivere: ‘’Che fanno gli ndranghetisti quando vogliono taglieggiare qualcuno? Gli dicono paga, sii ragionevole, senno’ rischi grosso. Che fa la massoneria europea per tenere in catene le diverse nazioni? Gli dice paga interessi ragionevoli, non ti ribellare, senno’ rischi grosso…La paura delle vittime passa nel momento in cui si sceglie di combattere. Togliete il cappuccio a questa marmaglia e sfidatela a viso aperto…’’. Il presidente Mattarella ha violato la Costituzione antifascista italiana decretando, come farebbe un capobastone della Santa, un’ inaccettabile violazione della sovranità popolare per conformarsi ai dettati della troika. Il sistema economico capitalistico è, di per sé, abusivo. La Costituzione prevede – non a caso – vincoli interni volti a salvaguardare l’adesione dell’Italia alle organizzazioni sovrannazionali d’orientamento ‘’pacifista’’. Difficile credere a questa bufala; le Nazioni Unite hanno responsabilità immense, ridotte da Washington ad una specie di ‘’imperialismo delle virtù’’. Ciononostante per i legislatori del ’48 era impensabile imporre ai rispettivi popoli una dittatura finanziaria di matrice anglo-tedesca. La borghesia si è trasformata in una sorta di oligarchia; il conflitto di classe ha preso la forma dello scontro “popolo contro elite”. Nel 1970, il presidente cinese Mao Tse Tung disse ‘’popoli di tutto il mondo unitevi contro l’imperialismo americano ed i loro lacchè’’. Mao, distinguendo la contraddizione principale dalle contraddizioni secondarie, non parlò di ‘’proletariato’’ facendo affidamento sulle alleanze popolari e interclassiste, le sole in grado di scardinare l’egemonia imperialistica statunitense. Le domande sono queste:

  • Come nasce la dittatura oligarchica neoliberista?
  • Chi è il nemico principale: Bruxelles o Washington?

Il nuovo autoritarismo delle democrazie in decomposizione ha un profondo impatto sulle modalità di governo, ridefinisce gli apparati burocratico repressivi, nega i diritti civili e sociali. La sovranità nazionale – prevista dalla Costituzione – è stata svenduta ai plutocrati di Bruxelles ed ai guerrafondai di Washington. La sinistra politicamente corretta ne è diretta responsabile.

Il ‘’golpe’’ del Quirinale è un aggiustamento interno alla dittatura finanziaria anglo-tedesca; l’Italia si riconferma un sub-imperialismo straccione ed impotente. Cambiare rotta significa (a) inquadrare le dinamiche imperialistiche nazionali all’interno della NATO; (b) uscirne rovesciando il duplice dominio UE-NATO. Una nazione sub-imperialistica in bancarotta si potrebbe salvare diventando – con un governo popolare d’emergenza – uno Stato sociale dinamico ed indipendente. Il nemico principale è il Partito democratico; la sinistra transgenica con la puzza sotto il naso, semi-colti boriosi che, per anni, hanno insultato il popolo e i lavoratori. C’è una lotta tra fazioni differenti della ‘’borghesia massonica’’, ma la sponda anglo-tedesca (alleata, militarmente, di Washington) spadroneggia.

La UE è di fatto l’ “ala civile” della NATO, ragion per cui Washington rimane l’avversario da scardinare nel campo militare mentre il cuore pulsante dell’economia finanziaria ha le sue centrali a Londra e nella BCE. Domanda: che cos’è la dittatura tecnocratica ed in cosa si differenzia dal fascismo? Cediamo la parola al sociologo marxista James Petras:

‘’Le precedenti dittature fasciste e militari hanno molto in comune con gli attuali despoti tecnocratici per quanto concerne gli interessi capitalistici che loro difendono e le classi sociali che loro opprimono. Ma ci sono differenze importanti che mascherano le continuità.
La giunta militare in Grecia, e in Italia Mussolini, avevano preso il potere con la forza e la violenza, avevano messo al bando tutti i partiti dell’opposizione, avevano schiacciato i sindacati e chiuso i parlamenti eletti.
Alla attuale dittatura “tecnocratica” viene consegnato il potere dalle élites politiche della democrazia oligarchica – una transizione “pacifica”, almeno nella sua fase iniziale.
A differenza delle precedenti dittature, gli attuali regimi dispotici conservano le facciate elettorali, ma svuotate di contenuti e mutilate, come entità certificate senza obiezioni per offrire una sorta di “pseudo-legittimazione”, che seduce la stampa finanziaria, ma si fa beffe di solo pochi stolti cittadini. Infatti, dal primo giorno di governo tecnocratico gli slogan incisivi dei movimenti organizzati in Italia denunciavano: “No ad un governo di banchieri”, mentre in Grecia lo slogan che ha salutato il fantoccio pragmatista Papademos è stato “Unione Europea, Fondo Monetario, fuori dai piedi!”
Le dittature in precedenza avevano iniziato il loro corso come stati di polizia del tutto vomitevoli, che arrestavano gli attivisti dei movimenti per la democrazia e i sindacalisti, prima di perseguire le loro politiche in favore del capitalismo. Gli attuali tecnocrati prima lanciano il loro malefico assalto a tutto campo contro le condizioni di vita e di lavoro, con il consenso parlamentare, e poi di fronte ad una resistenza intensa e determinata posta in essere dai “parlamenti della strada”, procedono per gradi ad aumentare la repressione caratteristica di uno stato di polizia… mettendo in pratica un governo da stato di polizia incrementale’’ 1

L’antifascista bulgaro Dimitrov definì il fascismo ‘’la dittatura degli elementi più terroristici del capitalismo finanziario’’. Il suo celebre rapporto – integrato successivamente da Trotsky – resta un gioiello della letteratura comunista seppur stalinizzata. Stando a questa definizione (corretta), il Pd, da un certo punto di vista, è più vicino all’imperialismo fascista dei neo-nazisti di Forza Nuova (se non altro perchè svolge una funzione politica enormemente più rilevante). Le anime belle si scandalizzeranno, ma le cose stanno proprio così. Per il giornalista Fulvio Grimaldi si tratta di bio-tecno-fascismo. Spiega Grimaldi: ‘’Si chiama globalismo, globalizzazione, mondialismo. Uno dei frutti più riusciti, tali da ridurre ai minimi termini le sovranità democratiche e sociali sorte dalla guerra antifascista, promosso e finanziato dagli Usa fin dal 1948, è l’Unione Europea, modello di anti-democrazia,  con lo strumento valutario della sua dittatura economica, l’euro. Si capisce, allora, l’infingarda strumentalità di certe campagne di distrazione di massa, come quell’ “antifascismo militante”  che se la prende con un infimo folklore, pretende di difendere una democrazia che è un mero simulacro e non vede l’ombra nera del totalitarismo che incombe su di noi, sul mondo ‘’2. I neofascisti furono in Italia, negli anni ’60 e ’70, un’arma di guerra dell’imperialismo USA che si concretizzò nella strategia della tensione, gli eserciti segreti di Gladio, secondo lo storico Daniele Ganser. Al momento – con modalità differenti – sono operativi contro la Federazione russa, ma senza il supporto di Washington avrebbero i giorni contati. Separare antifascismo ed anticapitalismo è privo di senso, è l’inganno liberale di sempre. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che un giornalista che funge da megafono per il Partito (anti)democratico è mille volte più pericoloso di cento squadristi di Forza Nuova. Combattere con coerenza il ‘’fascismo bianco’’ di Renzi, Gentiloni, Mattarella e dell’imbroglione sionista Fiano significherebbe togliere le bombole d’ossigeno anche all’estrema destra razzista e xenofoba. Il modo migliore per vincere questa ‘’nuova’’ guerra di classe è tenere unita la questione nazionale con quella sociale.

Prosegue Grimaldi:

‘’Ogni organismo sovranazionale è una piede di porco del mondialismo, dall’UE alla Nato, dal WTO al FMI, dalla BCE al G7, all’ UNHCR che, insieme alle Ong private, governa l’operazione mondialista “migranti” e ai vari trattati transnazionali come TTIP o CETA, e ha per fine l’annientamento della sovranità popolare. Sovranità che rappresenta un ostacolo sia quando si esprime a livello nazionale, nello Stato autodeterminato in legge, economia, socialità, cultura, territorio, sia quando rappresenta il controllo delle popolazioni su territorio, e relativi patrimonio storico, economia, produzione, cultura, progettualità. Vedi gli assalti transnazionali con le Grandi Opere alla Val di Susa, al Salento, a Sardegna e Sicilia con le basi militari, vedi lo svuotamento coatto dei territori terremotati con la rinuncia a ogni ricostruzione e, in generale, dell’improduttivo Sud italiano, vedi la fine della nostra indipendenza alimentare con l’abbandono dell’agricoltura di qualità a vantaggio dello scadente import delle multinazionali. La gigantesca concentrazione di stoccaggi di gas nella bassa padana, in cui lavorano poche decine di tecnici, oltre a costituire un rischio spaventoso per le popolazioni, ha preso il posto di campi che davano lavoro alla regione e cibo a mezza Italia’’.
L’orizzonte politico del proletariato italiano deve essere quello di rompere le catene della UE, smantellare le basi NATO, mettere al bando le organizzazioni sovrannazionali che promuovono la deportazione dei migranti. Il neofascismo (chi scrive vorrebbe distruggerlo) si combatte partendo da questi presupposti. L’antirazzismo trova riscontro nel sostegno ai movimenti anticolonialisti e all’ unità fra i lavoratori immigrati con quelli autoctoni, non nel sostegno ad utopie letali sull’ abolizione dello Stato nazionale. Il razzismo va combattuto, gli immigrati accolti nel rispetto delle popolazioni autoctone; il rapporto deve diventare paritario e reciproco. Il razzismo delle destre contro popoli pacifici sbudellati dalle guerre imperialiste – motivo per il quale fuggono in Europa – è stato affiancato dall’odio della ‘’sinistra capitalistica’’ per gli abitanti delle periferie, il nuovo razzismo anti-meridionale di alcuni nuovi intellettuali di ‘’sinistra’’ ne è una prova eloquente. Un movimento rivoluzionario ed anticapitalista ha il dovere di combattere, con tutte le sue forze, mafie non autoctone come la spietata Ascia Nera nigeriana coccolata dai capibastone del Pd e di Forza Italia, e quelle albanesi e sudamericane, ma soprattutto di democratizzare il diritto internazionale, perchè non possiamo accettare che Washington, Tel Aviv e Londra lo utilizzino strumentalmente per le loro sporche guerre. La sinistra invertebrata, come la chiama lo storico marxista Perry Anderson, è l’arma da guerra del capitale transnazionale, la prostituta della BCE e della Fondazione Clinton. I camerieri del Pd sono i vassalli italiani; ladroni e vendi patria.
Il capitalismo ha una struttura piramidale; l’imperialismo tedesco è un’arma per il dominio americano-sionista in Europa in contrasto con la fazione nazionalistica dell’imperialismo statunitense. La guerra dei dazi dell’energumeno Trump è una risposta ad una Germania ancora fin troppo legata alla fazione imperialista liberale della borghesia ‘’yankee’’. L’Alt Right si gioca le sue carte; appoggia la neoliberista Lega, è reazionaria quanto i liberal ed ha al suo interno molti neoconservatori, compresi non pochi attivisti neonazisti. L’arrivo in Italia del neofascista, sostenitore del sionismo guerrafondaio, Steve Bannon, non promette nulla di buono. Come combattere queste due componenti della ‘’borghesia massonica’’ di provenienza anglosassone? Una alleanza tattica fra marxisti, keynesiani e socialdemocratici come Melenchon sarebbe l’ideale, ma i tempi stringono. Bisogna muoversi.
I marxisti debbono ripartire dalla posizione del vecchio bolscevico Karl Radek, teorico esemplare della rivolta anti-colonialista ed amico fraterno di Rosa Luxemburg: “(…) Noi crediamo che la grande maggioranza delle masse sensibili alla problematica nazionale non appartenga alle fila del capitale, ma a quelle del lavoro“. Radek venne osteggiato dalla femminista Klara Zetkin, una dirigente politica totalmente priva di contatto con la realtà. Per Radek i comunisti avrebbero il compito di “(…) persuadere le componenti piccolo-borghesi del fascismo, in lotta contro il depauperamento, che il comunismo non è un nemico ma la stella che indicherà loro il sentiero della vittoria”. Gli elettori confusi di Lega e M5S (ripeto: movimenti ‘’diversamente neo-liberisti ‘’, quindi avversari di classe) non c’entrano nulla col piano eversivo di Bannon e dell’Alt Right, bisogna comprendere il loro malessere ed indicargli una prospettiva di uscita dalla pauperizzazione capitalista. La sinistra ‘’radical chic’’ li insulta volgarmente, non ha nessun rispetto per le sofferenze della povera gente; e spesso anche gli antagonisti ripetono le buffonate dei boiari liberali, alimentando la falsa e strumentale retorica antifascista mediatica. Ogni volta che una Boldrini o un Emanuele Fiano parlano, un operaio rischia di diventare leghista. Non possiamo permetterlo.
La situazione è più che mai complessa. Parafrasando le parole di Mao, ‘’grande è la confusione sotto il cielo’’, ma di eccellente c’è purtroppo ben poco. La rivolta del popolo contro le elite, senza una prospettiva patriottica, democratica e socialista, rischia di finire in un vicolo cieco.

http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo_dossier/2011_11_james-petras_il-nuovo-autoritarismo.htm
http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/05/populisti-ante-portas-globalisti-nel.html

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Foto: La Voce del Trentino (da Google)

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