La statua di Montanelli. Persistenza di una cultura fascista e razzista

Le statue sono simboli che il potere dominante utilizza come messaggi per il presente, come valori da attualizzare, ovviamente, in particolare, quelle che riguardano un passato recente. Non costituiscono un fregio ornamentale per un paesaggio urbano o campestre che sia.

Le statue, oggi come allora, vengono forgiate, non semplicemente come commemorazione di personaggi ritenuti illustri, bensì per un progetto ben più ampio, come esempio morale cui ispirarsi, come modello “sacrale” per il nostro agire quotidiano.

” A egregie cose il forte animo/accendono/ l’urne de’ forti…1)
Certo Ugo Foscolo si rivolgeva alle urne e non alle statue pubbliche ma non muta il senso “educativo”, morale che le pietre cimiteriali inculcavano nel Poeta, un senso non dissimile da una grande statua eretta in un luogo pubblico.

Le statue, dunque, non sono solo orpelli estetici od opere di grande valore artistico quando lo sono, ma anche idealità culturali e morali, comportamentali e politiche, rivolte alla comunità da parte di un potere vigente.

La statua eretta per Indro Montanelli. Il giudizio politico e culturale va dunque inteso in un tale contesto.

Montanelli era un fascista che credeva nella missione imperiale del Duce, nella conquista dell’Etiopia, da realizzare anche con grande ferocia, come infatti avvenne, tramite bombardamenti a tappetto e diffusione di gas proibiti dalle allora leggi internazionali. Comandante di truppe di ascari, contribuì in prima persona al conflitto cruento contro la popolazione.

Con la mentalità del conquistatore comprò e sposò una bambina di dodici anni, un atto che rivendicò successivamente senza pudore, anche negli schermi televisivi.
Sconfitto il nazifascismo non si perse d’animo. Sono note le sue operazioni per far fallire il progetto costituzionale di rinascita democratica, i suoi avvicinamenti alle ambasciate americane, con particolare riguardo a quella di Clare Boothe Luce, fanatica antidemocratica e anticomunista.

E soprattutto va ricordato il suo attacco furibondo contro Valpreda e gli anarchici, accusati da lui per l’atto terroristico avvenuto in piazza Fontana a Milano 2) ed aver fomentato un clima ostile contro le sinistre, contribuendo a generare quello stato di tensione nel Paese che favorì un formidabile attacco contro le conquiste sindacali e contro i diritti civili e politici, un attacco che risultò vincente contro i sindacati e i partiti che aspiravano al rispetto della Costituzione, alla sua concreta applicazione.
Grandi meriti perciò da destra, dal fascismo, dall’imprenditoria, dagli strateghi del colpo di stato.

E non va dimenticata neanche la sua accanita difesa del capo della Gestapo, ufficiale delle SS, Theodor Emili Saevecke, responsabile di torture, di assassinii di reclusioni e di deportazione nei campi di sterminio.

Credo che questa statua che offende le donne, gli antirazzisti, i veri democratici, i comunisti sia stata eretta senza particolari problemi perché riflette uno spirito condiviso di razzismo, di fascismo dichiarato e non dichiarato di cultura realmente non democratica che, in questi anni, nelle elìte del Potere,si è ulteriormente pronunciata…ne siano testimonianza frasi indecenti di apparenti democratici, stimati dall’opinione pubblica “democratica”, quali Marco Travaglio che di fronte alla strategia della tensione(che costò tante vite umane) sospinta con vigore da Montanelli, la giudica “una cantonata”, una semplice cantonata. quali Beppe Severgnini che giudica lo stupro di una bambina “quella vicenda non esemplare”, quali Antonio Padellaro che, criticando il diffuso “virus degli imbecilli”, prende sottogamba e con ironia, coloro che ritengono offensiva una tale statua e chiedono o di abbatterla o di rimuoverla.

La statua in bronzo dorato, situata nei giardini pubblici di Milano, intitolati allo stesso Montanelli non sarà abbattuta né rimossa. Non riesco ad immaginare una qualsiasi amministrazione di questi tempi di donne o di uomini che abbiano il coraggio civico di sfidare l’insipienza e la viltà dominante e di portare rispetto ad una bambina comprata e violentata, ai tanti morti gasati e bombardati in Etiopia, ai partigiani torturati e uccisi dalle SS, alla criminalizzazione di Valpreda e di anarchici innocenti massacrati dalla stampa perbenista orchestrata dalle destre e dalle sue “penne”, innanzitutto quella di Indro Montanelli.

Comunque, il mio personale sostegno ai “Sentinelli di Milano” che hanno proposto al sindaco di Milano Giuseppe Sala di cambiare il nome ai Giardini e di rimuovere la statua, con l’auspicio che riescano ad ottenere ciò che al sottoscritto appare assai difficile, dato il mio personale giudizio del tutto negativo sulle classi politiche dominanti…

NOTE
1) Ugo Foscolo “I sepolcri”
2) Anche le destre più estreme riconoscono oggi l’estraneità di Valpreda e degli anarchici alla strage che possiamo, allo stato attuale, derubricare come strage di stato

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2 commenti per “La statua di Montanelli. Persistenza di una cultura fascista e razzista

  1. Silvio Andreucci
    21 Giugno 2020 at 21:50

    Montanelli può piacere o non piacere,io personalmente non nutro particolare benevolenza nei suoi confronti, preferisco altri maestri.ma le statue non vanno mai abbattute, perché​ esprimono il patrimonio storico di una nazione.il fatto che non si condividano gli atteggiamenti di Montanelli non è una giustificazione per sfregiarne la statua, peraltro questo è successo di notte non alla luce del sole e quindi si è trattato di un atto puramente vigliacco di una teppaglia di antifa annoiati

  2. Enza
    23 Giugno 2020 at 17:47

    Sono in piena sintonia con il commento del sig. Andreucci. A questi ” coraggiosi” giovani, che dubito abbiano conoscenze articolate della storia in generale, consiglierei di prendersela non con i simboli del Potere ma con il Potere in persona, che ha zelantissimi servi, in carne e ossa, identificabili e con nome e cognome.
    Se cominciamo a far piazza pulita del passato, in una visione antistoricistica, ci ritroveremo con autoamnesie che non ci aiuteranno a capire il presente. Già siamo ” smemorati”. Ci mancherebbe pure questa operazione iniqua. Perchè non imbrattare e magari abbattere le statue degli schiavisti romani ? E perchè non verniciare la basilica di San Pietro, costruita a botta di scandali, nefandezze e vendita di indulgenze , simbolo di uno dei poteri più inamovibili e intoccabili della storia ? Ah…già. Lo scaltro autore dell’articolo si sofferma sui simboli nefasti del passato recente. Per questo, la definisco operazione iniqua. Assecondiamo queste ” bischerate” come direbbe il Montanelli, riprovevole quanto si vuole ma ormai innocuo.
    Forza, inseguiamo la lepre morta mentre i lupi vivi ci sbranano !

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