Le “verità di ragione” di Chiara Ferragni

La ricca imprenditrice digitale Chiara Ferragni, per concludere la questione, non è la voce di nessuna “emancipazione” ma la voce dei padroni del vapore. Le figure degli “influencer” non a caso nate dal grembo del neocapitalismo digitale egemone, ultima specializzazione dell’ideologia neoliberale, costituiscono di fatto (in modo più o meno consapevole non rileva, ma antropologicamente) una specie di cinghia di trasmissione per l’ulteriore approfondimento del modello individualistico e mercantilistico che deve, per via di ammirazione ed emulazione, essere interiorizzato e difeso dagli stessi subalterni/utenti/sudditi. Occorre diffidare prima di tutto della parola “libertà”, che in questa cornice è la libertà puramente comportamentale, esteriore e di costume da sbandierare ai subalterni per meglio confiscare la loro libertà di essere, cioè per rimuovere la questione sociale e di classe, lasciando la libertà a QUANTE e QUANTI possono permettersela e comprarsela.

Nota: Non ho ascoltato il discorso e non vedo alcun motivo per farlo. Il nulla assoluto e ciò di cui C. F. è espressione possono essere dedotti interamente a priori, “analiticamente” a partire dal suo concetto. Se si preferisce, per dirla con Leibniz, siamo nel campo delle “verità di ragione”, non delle verità di fatto. Una verità di ragione è “Il quadrato ha quattro lati”… Per saperlo non devo mica contarli.
Chiara Ferragni sarà a Sanremo 2023: condurrà con Amadeus la prima e  l'ultima serata- Corriere.it
Fonte foto: Corriere (da Google)

1 commento per “Le “verità di ragione” di Chiara Ferragni

  1. Giulio Bonali
    11 Febbraio 2023 at 8:15

    Perfettamente d’ accordo con la lapidaria conclusione (nemmeno io ho perso tempo a leggere o ascoltare la fuffa ideologica di costei, che ho saputo -e me ne vergogno- essere mia concittadina (avrebbe frequentato -ahimè- il mio stesso ottimo ginnasio-liceo classico “Daniele Manin”, che ai miei tempi aveva formidabili, meravigliosi, indimenticabili insegnanti).

    Gli ideologi di regime sono solitamente di valore intellettuale adeguato e “consono” al contesto sociale in cui operano e tendono a rispecchiare il grado di cultura dei sistemi sociali di cui sono al servizio in qualità di mentitori professionali, e così si é passati dai letterati e filosofi agli eruditi nelle torri d’ avorio, ai preti, agli economisti della Bocconi, ai cantautori, ai cantanti da San Remo, agli attori di telenovele e “fiction”, giù giù, fino agli “influencer”.

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