L’odio, i social e i pregiudizi ideologici

 

Invito a vedere questo video https://www.facebook.com/watch/?v=872405069812856 dove queste due signore invitano a mobilitarsi concretamente (per vie legali) contro l’odio in rete e soprattutto sui social facendosi promotrici di questa campagna dal titolo “Odiare ti costa”.
L’iniziativa, spiegano, nasce in particolare in sostegno di Carola Rackete ma – come sostengono loro stesse – anche per aiutare tutte quelle persone che ogni giorno vengono ricoperte di insulti.
Naturalmente noi non possiamo che guardare con simpatia a questa iniziativa dal momento che siamo da sempre sottoposti ad attacchi costanti, beceri insulti di ogni genere, a denigrazione pubblica e privata e a volte anche minacce.
Il problema è che una gran parte degli insulti che sistematicamente riceviamo da anni e anni provengono proprio da quelle persone che appartengono a quella “cultura inclusiva e paritaria” (leggi di “sinistra”, liberale, radicale, progressista, femminista e politicamente corretta), a cui fanno riferimento le signore nel video. Direi forse che proprio queste sono le più intolleranti ed aggressive, per lo meno nei nostri confronti, insieme solo ai sionisti (bella gente…), siano essi di destra o di “sinistra” (perché fa differenza?…). Seguono nella classifica dell’odio e dell’insulto (sempre nei nostri confronti) i leghisti a pari merito con i “pidini”, specie i più incalliti (che però fanno parte di quella stessa “cultura inclusiva e paritaria” di cui sopra), i “grillini” ortodossi e superideologizzati, altrettanto incalliti, i neofascisti (questi per default…) e anche diversi appartenenti all’area della cosiddetta “sinistra antagonista” (che ormai ci hanno derubricati come “rossobruni”…).
Insomma, ce n’è per tutti. Noi per lo meno siamo visceralmente antipatici a quasi tutti se non tutti i vari gruppi, consorterie e categorie socio-politiche-ideologiche più o meno “pubblicamente riconoscibili” (cioè quelli di cui sopra). A dimostrare simpatia nei nostri confronti sono vecchi comunisti e vecchi socialisti (ma questi, come dicevo, sono appunto ormai invisibili) e un’area relativamente nutrita e variegata di persone fuori dal coro difficilmente collocabili nei vari branchi a cui facevo cenno poc’anzi. Fortunatamente esiste un margine di irriducibilità che fa parte della natura umana, che è relativamente impermeabile, anche nei contesti ideologicamente e psicologicamente più pervasivi. Ed è per questa gente che noi scriviamo, con l’obiettivo di ampliare sempre più quest’area, quella di chi si sforza di pensare con la propria testa.
A Roma diremmo che “il più pulito c’ha la rogna”. E non vuole essere un’affermazione di tipo qualunquistico; al contrario. Sarebbe però miope, a dir poco, far finta che questo imbarbarimento e impoverimento delle relazioni umane e sociali sia a senso unico quando in realtà coinvolge la stragrande maggioranza delle persone, siano esse di destra o di “sinistra”. E’ un fatto, né più e né meno, che abbiamo verificato e, come tutti i fatti, ha la testa dura. E come tale andrebbe analizzato e studiato.
L’uccellino birichino – chissà perché – mi dice invece che questa campagna “Odiare ti costa” sia viziata da un pregiudizio ideologico. Nondimeno non mancheremo di segnalare alle signore la sterminata sequela di insulti che subiamo sistematicamente da anni e da più parti.

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Fonte foto: La Repubblica (da Google)

10 commenti per “L’odio, i social e i pregiudizi ideologici

  1. Leno Lazzari
    26 luglio 2019 at 15:06

    L’iniziativa sarebbe interessante sia pure inficiata dalla sua “appartenenza” che per lo “sponsor” scelto, appunto, la Rackete
    e dunque tutto un mondo di ipocrisia per me semplicemente odioso .

    Dunque non aderirò alla campagna perché non voglio avere nulla a che fare con questi .

    • Silvio andreucci
      26 luglio 2019 at 15:32

      Perfettamente d’accordo, non è il caso di aderire a un’ iniziativa della sinistra fucsia liberal radicalchic

  2. Silvio andreucci
    26 luglio 2019 at 15:29

    L interferenza contiene ottimi articoli soprattutto per la presa di posizione antimperialista e antiyankee_sionista,che spalanca una porta aperta.quel che mi lascia perplesso è il nesso tra fascismo e imperialismo americano,dato che dopo la morte del fascismo storico lo stesso termine”fascismo”e diventato molto generico.ce un ala nazionalrivoluzionaria nel cosiddetto “neofascismo”antisionista e antiamericana e perfino terzomondista (vedi Alain de benoist).essa è lungi dal criticare l interferenza

    • Tenshi
      29 luglio 2019 at 16:39

      Bel commento: sarebbe ora che la sinistra (alla quale mi sento filosoficamente affine), quella che ormai non si vede più da nessuna parte se non in qualche roccaforte isolata tipo fortezza Bastiani, prendesse atto di quella realtà.

  3. Carmine
    26 luglio 2019 at 16:43

    Con tutte le responsabilità che incontrovertibilmente gravano sulla cosiddetta “sinistra radical/antagonista” mi viene il sospetto che siamo in presenza di una vera e propria ossessione. E’ già problematico derubricare la Sinistra Patriottica di Sollevazione (che ha finalmente svoltato sul Governo giallo verde e sul M5 stelle alla luce dei recenti avvenimenti: concessioni alla Commissione Europea e disinnesco delle procedure di infrazione, appoggio alla nomina della Von der Leyen, svendita del NO alla TAV per iniziativa della coppia Di Maio/Conte in ossequio a Salvini) come rossobruna, figuriamoci se è possibile farlo con l’Interferenza. A proposito del M5 stelle a quando una chiara e definitiva presa di distanza dopo tutta la benevolenza accordata? Al di la’ delle contraddizioni che lacerano l’interclassista M5 stelle dovrebbe ormai essere evidente il ruolo politico assegnatogli dal suo Staff. Un ultimo esempio per fugare dubbi residui? Il Consiglio Comunale di Roma approva una mozione che impegna la Sindaca Raggi a chiedere alle autorità competenti lo sgombero dell’immobile occupato da Casa Pound. E cosa fanno i Parlamentari 5 stelle? Affossano la mozione insieme alla Lega. Insomma il M5 stelle è un grande imbroglio (creato per ostacolare la rinascita di una forza di classe e socialista) e sarebbe ora di spiegarlo anche sulle pagine di questo giornale. Giornale che, per come la vedo io, non puo’ creare allergie nelle file della cosiddetta sinistra radical/antagonista.

  4. Panda
    26 luglio 2019 at 19:48

    Se “odiare costa” vuol dire che si intende farne un lusso all’esclusiva portata di chi può permetterselo. Meglio rischiare qualche insulto, per quanto mi riguarda.

  5. Carmine
    26 luglio 2019 at 23:29

    Ti ringrazio per la riposta esaustiva e per tutto il materiale d’analisi evidenziato. Questo è il passaggio corrispondente al punto di vista che ho cercato ripetutamente di esprimere: per quanto mi riguarda (ma credo si evinca in moto molto netto e chiaro dall’articolo) questa scelta ha ormai chiuso la possibilità di una relazione dialettica con il M5S, ben prima del cedimento sulla TAV. Molto probabilmente nei prossimi giorni avrei fatto un video proprio per affrontare questa questione del M5S e spiegare che con la scelta di sostenere la von der Leyen questa nostra apertura dialettica non può che terminare, per ovvie ragioni.

  6. Gian Marco Martignoni
    30 luglio 2019 at 17:26

    Iniziativa pregevole ma , concordo con Fabrizio, se scissa dalla ricostruzione di una sinistra di classe, di massa e soprattutto marxista, rischia di non essere incisiva, come invece sarebbe necessario. D’altronde, l’odio in rete è anche il prodotto del cedimento ideologico di quella che una volta si chiamava sinistra, sia nella variante liberal che di quella radical- “comunista” .

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