L’Unione Europea supera anche Wojtyla

La delibera dell’UE di alcuni anni fa che ha equiparato nazismo e comunismo va (molto) oltre anche la visione del Papa più reazionario e anticomunista della storia, cioè Karol Wojtyla.

Mentre infatti il nazismo era considerato dal papa polacco come il “Male Assoluto”, per quanto riguarda il comunismo egli stesso si chiedeva (cito dal suo libro “Memoria e Identità”)  “se quel male fosse stato in qualche modo necessario al mondo e all’uomo”.

La cosa non deve stupirci più di tanto. Giovanni Paolo II si muoveva in un differente contesto storico e, pur avendo lavorato scientemente alla distruzione del comunismo e della sua concreta e storica determinazione, l’Unione Sovietica, era però consapevole della forza di attrazione di un’idea di trasformazione radicale della realtà che aveva mobilitato una moltitudine di persone in tutto il mondo.

La sua guerra totale non solo al movimento comunista ma a tutto ciò che odorasse anche pallidamente di socialismo – compresi, naturalmente, tutti quei movimenti cristiani e cattolici non ortodossi sparsi in molte aree del pianeta – non gli impediva di capire le potenzialità di quell’idea e di quel movimento che da una parte combatteva nel modo più brutale, cioè appoggiando le più feroci dittature militari di estrema destra e tutti i progetti eversivi messi in atto dagli USA e dalla NATO, ma dall’altra con una astuta e sofisticata strategia ideologica che non poteva limitarsi alla mera condanna senza se e senza ma. Da qui quell’idea di cui sopra del “comunismo come male necessario al mondo e all’uomo”.

L’ultra laicista e secolarizzata Unione Europea, come dicevo, è andata addirittura ben oltre il super reazionario Wojtyla nel momento in cui ha equiparato nazismo e comunismo, il che non è poco. Anche in questo modo si spiega la disinvoltura con cui i governi europei chiudono tutti e due gli occhi e sostengono attivamente un regime liberticida, come quello ucraino, palesemente incistato e colluso con forze dichiaratamente neonaziste e naziste. In altre parole non c’è più necessità neanche del famoso velo di Maya. Certamente restano le solite chiacchiere sulla necessità di sostenere un regime imbarazzante per difendere la libertà e i diritti dalla sempiterna “orda asiatica”. Ma sono sempre più spuntate.

Il re è nudo, mi pare di poter dire.

(Fabrizio Marchi)

Wojtyla e Pinochet, la verità su quella foto frutto di un inganno - La  Stampa

Fonte foto: La Stampa (da Google)

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