Morto un Draghi se ne fa un altro

L’establishment neoliberale è sull’orlo (apparente) di una crisi di nervi in seguito alle dimissioni di Mario Draghi. La sola ipotesi che non sia più il capo del governo o del prossimo che verrà, viene presentata come una sorta di fine del mondo. Per la serie: “Fuori da Draghi non c’è salvezza”.

Per scongiurare questa ipotesi e per cominciare a raschiare il barile in vista di eventuali elezioni anticipate, hanno naturalmente già cominciato ad agitare lo spauracchio di una possibile e forse realistica affermazione del centrodestra.

E quand’anche fosse? Cosa cambierebbe? Nulla. Avremmo un governo altrettanto reazionario, liberista, antipopolare, filo atlantico, prono agli USA, alla NATO e al grande capitale internazionale. Nulla più e nulla meno, e soprattutto nulla di differente rispetto al precedente, a parte lo sventolare ipocritamente bandiere ideologiche parzialmente diverse.

Onde per cui, non cadiamo nella trappola del “turarci il naso” e cerchiamo di capire come sia possibile costruire una forza politica e sociale realmente alternativa all’ordine politico e sociale vigente.

Chi è Mario Draghi, l'uomo che deve raddrizzare la politica italiana

Fonte foto: da Google

 

 

 

4 commenti per “Morto un Draghi se ne fa un altro

  1. Silvio Andreucci
    19 luglio 2022 at 22:50

    Che Draghi venga riposizionato o che dia definitivamente le dimissioni cambia poco nella sostanza. Si tratta di vedere chi è disposto a metterci la faccia e a sporcarsi le mani di sangue per affossare definitivamente la nazione italiana, per annichilare definitivamente stato sociale e diritti sociali, dando ulteriore impulso ai diktat dei mercati, alle politiche di austerity e spending rewiew.Draghi ha posto le condizioni per l’ affossamento dell’ Italia sotto tutti i punti di vista, giuridico, economico, sanitario( perfino calcistico…dati i recenti pessimi risultati della nazionale italiana) e per il suo commissariamento.Sarà Draghi stesso oppure un altro tecnocrate a dare alla nazione il colpo di grazia?

  2. Alex
    20 luglio 2022 at 7:53

    In questi tempi il Capitalismo mostra il suo vero volto, sanguinario e allo stesso tempo tragico comico. Le logiche del profitto utilizzano qualsiasi mezzo per imporre la loro legge. La unipolarità occidentale è finita, e Draghi cavalca un ronzino senza fiato. Mai occasione così ghiotta si era presentata agli Anticapitalisti occidentali.

  3. Marco
    25 luglio 2022 at 8:40

    L’Italia è o dovrebbe essere filoatlantica perché fa parte della Nato che ha cofondato. O forse dovrebbe essere filo… boh ex sovietica, chiedendo magari il ripristino del patto di Varsavia?

    • Fabrizio Marchi
      25 luglio 2022 at 13:19

      E’ molto semplice. La NATO è nata in risposta al Patto di Varsavia (in realtà è stato l’esatto contrario perché la NATO è stata fondata alcuni anni prima ma lasciamo perdere…), quindi un funzione antisovietica. L’URSS è crollata quindi in linea teorica la NATO avrebbe dovuto sciogliersi così come si è sciolto il Patto di Varsavia. E invece è accaduto l’esatto contrario, e cioè che la NATO si è ulteriormente espansa, proprio ad est, contravvenendo agli accordi presi prima con Gorbaciov e poi con la Russia e annettendo una quindicina di stati dell’ex sistema sovietico.
      Ora, dovrebbe essere evidente a tutti quello che prima non era evidente a molti, e cioè che la NATO è una organizzazione imperialista, anzi, è lo strumento militare della guerra imperialista. Prima c’era la coperta ideologica dell’esistenza del comunismo e dell’URSS, ora (da più di trent’anni) quella coperta non c’è più e la NATO si manifesta per quello che è.
      Se veramente teniamo alla pace la NATO dovrebbe essere sciolta e comunque bisognerebbe uscirne. Mi rendo però conto che abbiamo punti di vista diversi, come è legittimo che sia.

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