Paolo Gentiloni, agli ordini di Washington e Tel Aviv

Il merito più importante di Wikileaks è quello di averci mostrato il vero volto della politica capitalistica: una politica fatti di intrighi ed inganni dove la ‘’diplomazia segreta’’ spadroneggia sulle spalle dei popoli e del mondo del lavoro. Sarà per questa ragione che il pinocchio fiorentino, Matteo Renzi, si è ben guardato dal fare un po’ di chiarezza – al contrario di quello che aveva promesso – sui ‘’segreti di Stato’’ degli anni ’70 rifiutandosi di rivedere una legge profondamente anti-democratica?

Fonte: Wikileaks Italian

Adesso Wikileaks ci mostra il volto servile del neo-nominato premier Gentiloni che supplicò, nel 2014, Huma, la giovane wahhabita braccio destro di Killary, di farle incontrare la signora Clinton. Huma Abedin è diventata famosa per gli scandali sessuali del marito Anthony Weiner, un ultra-sionista capace di accusare il New York Times di fare cattiva propaganda verso Israele; il loro matrimonio, secondo i piani della Regina del Caos, doveva rappresentare l’alleanza sionismo – wahhabismo ovvero Israele ed Arabia Saudita. Che dire? Una nullità politica, Gentiloni, che si umilia davanti il sadico volto del potere imperiale Usa: Huma Abedin.

Queste le parole della segretaria di Gentiloni: “Sarebbe stato un onore incontrarla e discutere con lei dei principali dossier di politica internazionale. Aggiungo che Gentiloni è anche membro del Partito democratico italiano, e per questo noi siamo legatissimi ai democratici americani…” 1. Domanda: Hannah Arendt, in ‘’La banalità del male’’, ci presenta i gerarchi nazisti come grigi ed anonimi burocrati che, senza porsi problemi di coscienza, eseguivano ordini genocidiari. La distruzione degli ebrei in Europa disposta e praticata da Hitler e Mussolini trova il suo corrispettivo nella Nakba palestinese, nella cancellazione della Libia popolare e nello sterminio di milioni di arabi e musulmani pianificato dai clan Bush e Clinton.

Gentiloni si è già dimostrato un anonimo ingranaggio della macchina imperialista. Il giornalista Antonio Mazzeo ci dice che: ‘’Gentiloni ministro non ha perso occasione di far visita e farsi fotografare accanto ai generali in missione di guerra all’estero: a Mosul dove fanno la guardia alle imprese impegnate nella realizzazione di dighe dal controverso impatto socio-ambientale; a Kabul ed Herat dove operano con il Comando delle operazioni Nato in Aghanistan; in Libiano con le forze Unifil. A Roma Gentiloni ha ricevuto invece il Primo Ministro della Repubblica Federale di Somalia, Omar Abdirashid Ali Shamarke, accompagnato dai principali ministri del suo governo e dai manager di Confindustria Assafrica e Mediterraneo. Una visita, quella dei leader somali, conclusasi con un lauto assegno italiano: 21 milioni di euro in “aiuti alla cooperazione”, 7 in più di quanto era stato ricevuto l’anno prima’’ 2. I rapporti sono ottimi anche con Casa Saud, Netanyahu ed il governo nigeriano impegnato a schiacciare la comunità sciita locale. Paolo Gentiloni alla presidenza della Repubblica è una garanzia per la NATO, ma anche per Israele e per la monarchia saudita. Da Monti a Renzi, fino a Gentiloni; la borghesia italiana i governi democratici – come ad esempio quello venezuelano – non vuole proprio sostenerli, questo è il prezzo da pagare alla umiliante sottomissione agli Usa.

Un altro arlecchino dell’imperialismo nel ‘’nuovo’’ Comitato d’Affari è il Ministro dell’Interno, Marco Minniti. Ronald Spogli, ambasciatore Usa in Italia, nel lontano 2006 elogia questo tipicissimo politicante locale. I tempi sono cambiati ma Minniti, con l’adesione entusiasta alla narrativa del Ponte sullo Stretto, è peggiorato ulteriormente ( e ce ne voleva ! ):

“Minniti è un uomo di cui possiamo fidarci, ce ne sono tanti come lui nel centro-sinistra”

“Egli è in sostanziale accordo con le linee generali del governo in Iraq, e ha ipotizzato che l’Italia potrebbe lasciare un piccolo contingente militare, compresi un contingente di
Carabinieri che rimarrebbero al di là del ritiro delle forze regolari al fine di continuare la formazione degli iracheni.”

“Minniti ha detto che l’Italia avrebbe mantenuto e, forse, aumentato i suoi impegni nei Balcani e in Afghanistan. Ha promesso una stretta collaborazione con gli Stati Uniti su questi temi”.

” Minniti ha minimizzato l’importanza dei gruppi pacifisti ; e ha confermato l’impegno di fedeltà del centro-sinistra alla NATO; e ha promesso che gli Stati Uniti saranno strettamente consultati su ogni aspetto e su qualsiasi processo che potrebbe incidere sugli interessi degli Stati Uniti.”

Più soldi per gli F-35 difettosi, sostegno ad Israele compresi i suoi crimini e la demonizzazione dell’Iran; il trio Mattarella-Gentiloni-Minniti, a cui aggiungerei Angelino Alfano, promette questo. Domanda: siamo, sì o no, davanti al peggior governo della storia d’Italia? Le parole con cui il marxista Amadeo Bordiga inchiodava la classe dirigente del secondo dopoguerra suonano ancora attuali: ‘’Questo governo di servitori e di scagnozzi non può fare né interventismo né neutralismo, può solo eseguire degli ordini e obbedire ad imposizioni e minacce. Non ha una forza di guerra autonoma da mettere in vendita speculando sul sangue dei lavoratori, oggi per dollari come ieri per sterline e per marchi, nemmeno può fare campagne basate su fantasie egemoniche o subegemoniche conquistate con avventure di guerra’’ 3. Le cose non sono cambiate affatto: l’Italia ha accettato il piano statunitense di ‘’messa a stecchetto dell’Europa’’ legando la sua struttura economica e sociale al neoliberismo di Washington; questo, di fatto, gli ha tolto qualsiasi margine di manovra trasformandola da ‘’imperialismo straccione’’ a Stato vassallo. Oggi, sempre citando Bordiga, ‘’i bianchi colonizzano i bianchi’’.

Paolo Gentiloni ha il curriculum degno d’un vecchio monarca al servizio di Londra ( ora Washington ): ha partecipato a tutti i convegni dell’Aspen Institute, frequenta la Trilateral di proprietà dei Rockefeller; suo cugino, Francesco Massi Gentiloni Silveri, è iscritto al Rotary Tolentino, una lobby massonica sionista 4. L’unica differenza è che i monarchi sotto la protezione di Londra restavano al potere per decenni; i fantocci di Washington, invece, si alternano ‘’democraticamente’’ ogni due anni. Un teatrino di comparse.

Gentiloni, a suo tempo, assicurò la Abedin che in caso di un ‘’sì’’ della Clinton gli altri incontri – compreso quello con Kerry – si sarebbero chiusi velocemente. Domanda: il novello premier sta cercando, dopo la non elezione di Killary, un nuovo padrone? Forse lo troverà in Netanyahu se non addirittura in Re Salman, del resto di padroni e ladroni il mondo è pieno.

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http://www.africa-express.info/2016/12/11/gentiloni-da-pacifista-militante-finanziatore-di-dittatori-e-guerre/

 

http://www.quinterna.org/archivio/filitempo/009_1949_borfellona.htm

 

http://nomassoneriamacerata.blogspot.it/2016/12/paolo-gentiloni-unaltra-marionetta.html

Risultati immagini per Gentiloni con Clinton immagini

1 commento per “Paolo Gentiloni, agli ordini di Washington e Tel Aviv

  1. dante
    16 Dicembre 2016 at 17:57

    Berlusca un minimo di autonomia se l’era ritagliata poi rigettata per salvare le sue aziende che tra l’altro gli stanno rosicchiando lo stesso,un imprenditore che giocava a fare il politico.L’unico degno di considerazione politica alla fine rimane Craxi,mi pare che ne siamo tutti un pò orfani,sostenitori ed oppositori

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