Progressisti e Conservatori pari sono

Nella modernità il conflitto sociale era lotta di classe degli sfruttati contro gli sfruttatori, del proletariato contro il padronato; nella post modernità il conflitto sociale è stato superato dalla lotta per l’egemonia tra le élites. Politica e cultura sono diventate appannaggio delle sole élites; la Democrazia è diventata solo competizione tra ceti politici funzionali alle élites che si contendono il potere politico e che  sul piano culturale lottano per affermare la propria egemonia legata ad una “visione individualista  del mondo”. Il conflitto tra élites non è altro che lotta per l’accaparramento di fette sempre più larghe di mercato o per costruire nuovi mercati.

A partire dal trionfo del Liberalismo l’idea di progresso ha finito, via via, per  coincidere con l’assolutizzazione della libertà individuale. Tutto ciò che a livello di istituzioni, di cultura ecc. rappresenta una limitazione alla libertà individuale è da bandire, da rifiutare. Il conflitto tra le élites è tra progressisti e conservatori. Tale conflitto solo in apparenza non ha un fondamento per così dire di tipo economico. Entrambe le visioni del mondo hanno come scopo quello di giustificare e rendere accettabile il relativo sistema produttivo. Storicamente il passaggio da una fase all’altra del capitalismo ha avuto bisogno di giustificazioni sul piano ideologico. Le trasformazioni sono il risultato della interazione tra sovrastruttura per così dire culturale e struttura produttiva. La rottura che avviene nel ‘400 – ‘500 interessa sia il sistema produttivo, con l’affermazione dell’individualismo economico,la sfera culturale con le trasformazioni nel campo giuridico, teologico e filosofico. Le istituzioni politico – giuridiche come l’aspetto strettamente ideologico nel senso di visione del mondo interagiscono con il sistema produttivo, creando le condizioni per il superamento delle  esternalità che sono tanto le enclosures in Inghilterra, quanto i vincoli di ordine religioso ed etico.

Il riconoscimento del “giusto guadagno” apre la  strada alla legittimazione del “denaro dato in prestito” e alla logica di fondo che ha ispirato la progressiva ascesa del sistema capitalista. Le innovazioni tecnologiche sono parte integrante della sovrastruttura che ha determinato cambiamenti nei processi produttivi. Il passaggio dalla teoria del valore – lavoro al marginalismo è anche esso legato a momenti diversi dello sviluppo  capitalista, come lo sono la teoria di List sull’economia politica dello Stato chiuso, la Scuola economica austriaca in contrapposizione a quella Storica tedesca, le teorie di Keynes o lo stesso keynesismo senza Keynes come ha spiegato Kalecki, per arrivare al neoliberalismo e a quanto sta succedendo oggi.

Quali sono le caratteristiche dell’ideologia progressista e le differenze rispetto al conservatorismo? Le differenze attengono temi valoriali, non certamente il modello economico che resta quello Liberalcapitalista. Il progressismo è legato alle libertà individuali, al superamento dello Stato e delle istituzioni sociali tradizionali quali famiglia, identità culturali, nazioni, popolo, classe sociale. Le istituzioni tradizionali sono esternalità che impediscono la piena realizzazione dell’individuo che passa attraverso la fluidità del suo essere, della sua individualità.

La fluidità non attiene la sola identità sessuale. Certamente l’identità sessuale è la più forte perché attraverso una serie di vincoli di tipo biologico ti impone determinate scelte. Costituendo il vincolo più forte rispetto alla definizione dei rapporti sociali necessita di un’azione sul piano ideologico che deve portare al suo superamento. Affermare che il sesso è qualcosa di diverso dal genere equivale a rendere l’individuo ancora più libero e quindi più flessibile rispetto alle esigenze di un sistema capitalista almeno nella sua accezione liberale alla ricerca di nuovi mercati e di nuove occasioni per investimenti.

La teoria gender fluid libera l’individuo dai vincoli familiari, dai vincoli riproduttivi, dall’affettività stessa legata alla differenza sessuale. Tradizionalmente, direi naturalmente, ci si innamora dell’altro sesso, ci si riproduce con l’altro sesso, la famiglia tradizionale è anche una unità produttiva e riproduttiva che impone al sistema produttivo capitalista determinati ritmi e determinati costi e benefici.  L’aspetto riproduttivo viene svincolato dal rapporto tra sessi diversi per diventare ne più e ne meno che una scelta legata al grado di soddisfazione individuale, risponde alla legge dell’utilità marginale decrescente e quindi al capitalismo neoliberale. L’unità produttiva e riproduttiva non è più la famiglia naturale rappresentata da un uomo e una donna ma l’individuo in sé il quale opera all’insegna del grado di soddisfazione che ricava dal contesto ossia dal mercato. Il concetto di fluid gender è sinonimo di lavoro precario, di migrazione, di sradicamento, di perdita di identità e di senso di appartenenza. L’individuo fluido è il lavoratore flessibile, è l’individuo imprenditore di se stesso, è il consumatore, è l’individuo precario, è l’individuo che vive il qui ed oggi, è l’individuo che sceglie il “fine vita” come strumento estremo scegliendo di porre fine alla sua esistenza nel momento in cui non trova più un grado di soddisfazione ritenuto accettabile.

Il referendum promosso dai Radicali sul “fine vita” aveva come slogan “liberi di scegliere”, nulla a che vedere con il dramma del malato terminale o dell’accanimento terapeutico. In quel “liberi di scegliere” il messaggio è fin troppo chiaro. Sul piano industriale avere individui flessibili, disponibili a muoversi nello spazio, per le multinazionali con impianti disseminati nello spazio – mondo, significa avere la possibilità di spostare l’individuo prestatore d’opera da un impianto all’altro a seconda delle esigenze produttive dei singoli impianti, delle legislazioni nazionali, in una parola del mercato. E’ significativo quanto sta succedendo presso l’impianto industriale Stellantis di Melfi e non solo lì. I lavoratori dell’impianto vengono delocalizzati da un impianto ad un altro rispetto alle esigenze  produttive e quindi del mercato. L’esodo incentivato, strumento adottato presso l’impianto Stellantis di Melfi, è una spinta all’emigrazione, all’essere fluidi.  Coloro che accettano la proposta aziendale molto probabilmente vivono la situazione con disagio non solo per il futuro incerto ma per una serie di implicazioni legate all’essere strutturati e non sufficientemente fluidi. Il lavoratore che ha una famiglia deve ragionare tendendo presente le esigenze della famiglia: moglie, figli, legami con la comunità di appartenenza. Questi lavoratori devono ragionare perfino con i vincoli di tipo economico legati ad un immobile di proprietà acquistato con un mutuo che gli imporrà delle ulteriori scelte. Per il sistema liberalcapitalista destrutturare vincoli, identità, rendere fluido l’individuo significa eliminare una serie di costi che non sono solo per il sistema produttivo in sé ma per il sistema nel suo complesso. L’individuo fluido riduce la necessità da parte dello Stato di garantire il Welfare, riduce la spesa pubblica e con essa la pressione fiscale. La stessa proprietà, diritto  privato per eccellenza, assume una fisionomia diversa. L’individuo per essere fluido non deve avere legami stabili, la proprietà di un bene come ad esempio l’abitazione diventa un vincolo. L’individuo fluido ha bisogno di avere beni di facile consumo o quanto meno facilmente scambiabili. I contatti in rete, lo scambio delle abitazioni per le vacanze, l’utilizzo in comune dell’auto, la sessualità vissuta sempre di più come un bene da consumare con una relazione rapida, veloce, senza implicazioni di nessun genere, lo stesso incentivo dell’utilizzo all’uso del denaro elettronico, come tanti altri esempi che possono essere tratti dalla pubblicità, dall’estetica di personaggi dello spettacolo, dagli influencers, sono esempi significativi per capire come stiamo assistendo ad una trasformazione dell’essere umano in funzione del sistema produttivo post – moderno.

Le trasformazioni che ho descritto, sostenute dall’ideologia progressista, trovano delle resistenze e non può che essere così. Resistenze che vengono da quelle èlites che, pur condividendo tanto il Liberalismo quanto il Capitalismo, da queste trasformazioni hanno più da perdere che da guadagnare. Alle èlites conservatrici la difesa di valori per così dire tradizionali interessa in quanto strumenti di lotta politica verso le èlites progressiste.  Settori economici dove gli effetti delle innovazioni tecnologiche sono minime se non addirittura nulle come ad esempio attività imprenditoriali ad alto impiego di mano d’opera. Rispetto alla costruzione ideologica questo modello di capitalismo offre protezione alle classi sociali subordinate rispetto alla fluidità del mercato a patto e condizione che accettino moderazione salariale e riduzione dei diritti sociali. Lo scambio proposto dalle élites conservatrici alle masse subalterne è semplice: protezione rispetto alla concorrenza riveniente dalla globalizzazione ossia da un sistema mondo fluido in cambio di farsi carico dei costi legati al mantenimento di un sistema economico chiuso.

Potremmo dire che l’alternativa è tra un progressismo fluido contro un conservatorismo rigido. Sono soluzioni funzionali entrambe al dominio delle élites sulle masse. Sul piano concreto le politiche fluide lasciano “libero” l’individuo di spostarsi da un luogo all’altro del Mondo inseguendo le occasioni che il mercato gli offre; le politiche rigide offrono protezione a patto di una riduzione dei diritti. Il risultato di entrambe le impostazioni è comunque lo stesso: i costi del sistema vengono comunque scaricati sulle classi sociali subalterne.

Provo a spiegarmi con un esempio prendendo proprio a riferimento la vicenda Stellantis di Melfi. L’opzione fluida è che i lavoratori facciano propria l’idea dell’esodo, l’opzione rigida è che accettino riduzione dei salari e dei diritti. In entrambi i casi l’obiettivo che le élites si pongono è lo stesso: scaricare i costi sul lavoro.  Esempi di politiche economiche rigide ispirate da politiche conservatrici sono quelle dei governi ungherese, polacco, slovacco, romeno ecc..

Rispetto a tutto questo qual è il ruolo delle masse? Sul piano politico non hanno nessun ruolo,  sul piano economico interessano nella misura in cui sono una “moltitudine” (non a caso uso questo termine) di consumatori, lavoratori flessibili, masse disponibili come la plebe della Suburra, ad applaudire il Nerone di turno. Un tempo le masse servivano anche come risparmiatori oggi sono utili solo come debitori: basta dare uno sguardo rapido al debito privato dei Paesi del Mondo Occidentale. Da questa tendenza sono esclusi, ancora per poco gli Italiani i quali continuano ad avere un debito privato relativamente basso rispetto agli Olandesi, ai Francesi, ai Tedeschi, ai Britannici o agli Americani. Il debito privato è anche esso sinonimo di fluidità, di commerciabilità e di scambio. Altra cosa rispetto al debito pubblico che implica rigidità del sistema economico che viene dal ruolo “pesante” dello Stato.

In conclusione il progressismo è l’ideologia della conservazione, il dramma è che esso viene assecondato da movimenti e partiti politici che si dichiarano di sinistra, memori dell’origine storica del concetto di sinistra, dimenticando che le condizioni storiche non sono quelle che portarono alla Rivoluzione Francese. Pensare che progressisti e quindi di sinistra siano il movimento femminista, i vari movimenti dei c.d. diritti civili, il movimento LGBTQ+  ecc.  è un’eresia. Non vi è nulla di più reazionario e di conservatore, nel senso di conservazione e riproduzione del sistema liberalcapitalista di movimenti come questi. Non vi è nulla di più reazionario e conservatore che pensare che la lotta politica possa riguardare solo questioni valoriali senza voler incidere sulle condizioni materiali relative al sistema produttivo. Non vi è nulla di più reazionario che pensare che le semplici innovazioni tecnologiche e quindi la ricerca scientifica possano essere strumenti di progresso senza cogliere che da sole sono semplici strumenti di dominio delle èlite sulle masse. Il conflitto politico ridotto a confronto tra progressisti e conservatori è quanto di più fuorviante vi sia in circolazione perché distoglie le masse dalle condizioni di subalternità e sfruttamento alle quali sono condannate. La lotta per una società più giusta non può che partire da tre questioni:  il lavoro per le implicazioni che esso ha sul piano politico, etico e culturale; il ruolo dello Stato e infine il recupero della Comunità.

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10 commenti per “Progressisti e Conservatori pari sono

  1. Piero
    18 luglio 2022 at 20:31

    Esatto. Non avrai nulla e sarai felice.

  2. Davide
    18 luglio 2022 at 21:30

    Questo articolo, come molti altri già letti, di pensatori di “sinistra-sinistra” nel criticare i progressisti ed i conservatori alla fine sono molto più critici con i primi.
    Sarà un mio limite, ma riscontro sempre maggiori affinità del pensiero comunista, fatti salvi i temi puramente economici, con gli ultra conservatori sovranisti.
    Davvero colgo molte analogie con le valutazioni sociologiche degli intellettuali di Casa Pound! A conferma della definizione di “rosso-bruno”.
    Per carità, analisi più che legittime ma, a mio avviso, decontestualizzate rispetto all’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche di tali conoscenze.
    Nessuna epoca é confrontabile con le altre e per fortuna!
    Il tanto vituperato progresso tecnologico ha fatto sì che in moltissimi sul pianeta terra non debbano più spezzarsi la schiena in attività che richiedevano il totale logoramento fisico e la vecchiaia a 40 anni.
    Banale, ma anche le scienze biomediche hanno fatto sì da poterci costruire diversi “pezzi di ricambio” e di intervenire sempre più a livello di patrimonio genetico, a me appare qualcosa di straordinario e di auspicabile.
    Poi, se vi piace l’uomo “al naturale” prego, ci sono ancora diverse popolazioni che vivono in tale maniera.

    • Fabrizio Marchi
      18 luglio 2022 at 23:20

      Sono più critici con i progressisti per la semplice ragione che oggi quella “progressista” neoliberal politicamente corretta (femminista, gender ecc. ecc. ) è l’ideologia egemone del mondo (capitalista) occidentale. Tutto qui. Dopo di che non mi pare proprio che Lisco sia stato tenero con la variante ideologica di destra e conservatrice dello stesso sistema. Anzi. Sei tu che vuoi leggere le cose a modo tuo per ragioni ideologiche…
      Dopo di che posso capire la tua vis ideologica quasi (e forse senza il quasi) al limite del religioso (una contraddizione che non hai solo tu ma tutti i seguaci della “setta” neoliberale) ultra scientista, ultra modernista e ultra liberale, però c’è un limite a tutto oltre il quale si scade nella provocazione gratuita e fa sì che quello che potrebbe essere il contributo critico di una persona che legittimamente non la pensa come noi ma sceglie comunque di confrontarsi, scada appunto nella mera e gratuita provocazione. Paragonarci a quelli di Casapound e darci dei rossobruni oltre che provocatorio è anche molto scontato. Come ripeto, è una provocazione gratuita oppure semplicemente ti diverti a sfottere ma in entrambi i casi non serve a niente e a nessuno.
      Siccome so che puoi dare di più, anche in modo critico, ti invito a darlo, evitando di porti in un modo che oltre a provocare inevitabilmente reazioni altrettanto dure da parte di altri lettori e amici, non è di giovamento a nessuno. Il fatto che tu – un liberale, progressista, convinto sostenitore di questo sistema che noi sottoponiamo a critica – abbia scelto di seguire il nostro giornale e il nostro dibattito ci onora e ci fa piacere, però devi nello stesso tempo anche farlo con le giuste e corrette modalità. Altrimenti così facendo la butti di fatto solo in caciara, come si dice dalle mie parti, e questo non serve a niente.
      L’articolo di Gerardo Lisco può essere naturalmente criticato ma con i dovuti modi e soprattutto con i contenuti, cosa quest’ultima che tu non hai fatto. Nel merito hai soltanto dato del rossobruno e di fatto del fascista all’autore dell’articolo e a tutti noi. Confuta l’articolo, se vuoi, con la stessa dovizia con cui Lisco lo ha scritto. Usciamo dagli insulti e entriamo veramente nel merito. Sempre se ne siamo capaci…

    • gerardo lisco
      19 luglio 2022 at 0:47

      In premessa grazie per aver letto l’ articolo e per il tuo commento. Detto questo ad essere sincero io non sono di sinistra – sinistra e tanto meno di destra. Mi definisco Socialista, Democratico e antiliberale. Prima di rispondere alle tue osservazioni mi è sembrato giusto precisare la mia cultura politica. Vado per ordine. Secondo te sarei un rossobruno, permettimi di dirti che rossobruno non significa nulla. Certamente la crisi delle ideologie, la destrutturazione sociale e il postmodernismo hanno portato alla sovrapposizione di temi e categorie. Da qui a dare del rossobruno a chi è critico verso la totalità liberalcapitalista è parte integrante della narrazione egemone. Se tu fossi meno prevenuto in ciò che ho scritto avresti trovato riferimenti a Marx e, ti sembrerà assurdo, ma anche ad alcune correnti di pensiero rintracciabili nella filosofia pratica cristiana. Negli ultimi tempi sono concentrato a studiare la filosofia pratica cristiana e il pensiero liberale nelle sue diverse componenti. Apprezzo molto la filosofia cristiana, meno il liberalismo in tutte le sue declinazioni. Per cui prima di scrivere qualcosa leggo, studio, approfondisco e mi metto in discussione.
      Fai coincidere il progresso con le innovazioni tecnologiche e scientifiche. Ti faccio notare che non tutto ciò che la scienza e la tecnica consentono è eticamente accettabile. Ma la questione che pongo nel mio saggio breve non è nemmeno questo. Ciò che sostengo è che il progressismo è funzionale al sistema liberalcapitalista egemone. Per far funzionarer il mercato in modo efficiente – lo sostiene il liberalismo – devono essere eliminate le esternalità. Il liberalismo, nello specifico il marginalismo, si fonda sul grado di soddisfazione individuale. Potresti leggere Menger e i suoi Principi di economia politica. Questo tipo di approccio chiamasi anche individualismo metodologico. Menger è il capostipite della scuola economica austriaca dalla quale trae origine il neoliberalismo egemone. Ti faccio notare che esponenti di questa scuola di pensiero, negli anni ’20 considerarono in modo positivo l’ ascesa dei regimi autoritari dell’epoca. In sostanza è più facile parlare di fascioliberismo che di rosso – bruni. Senza offesa ti invito ad approfondire seriamente la scuola austriaca di economia, ti aprirebbe la mente. Tanto per capirci von Hayek è uno dei maggiori esponenti della scuola di Vienna. Von Hayek è colui che a suo tempo ha fornito il supporto ideologico a Pinochet in Cile, è lo stesso che ha ispirato la Tatchcher e Reagan. In sostanza quanto scrivi è a dir poco impreciso.
      Dicevo che il mercato ha bisogno di eliminare le esternalità. Il sistema capitalista legato alle innovazioni tecnologiche che riducono lavoro ha bisogno di individui flessibili. Ha bisogno di eliminare tutto ciò che è rigido. da qui l’ esaltazione dell’ individualismo proprio del liberalismo. Il conflitto all’interno del capitalismo è dovuto alla ristrutturazione del sistema produttivo. Il conflitto riguarda anche le questioni del valore perché esse sono funzionali al conflitto interno al capitalismo. A te tutto questo non piacerà ma questo è. Alcune affermazioni che riguardano la sessualità e l’ amore. Naturalmente ci si innamora dell’altro sesso perché l’ innamoramento è funzionale alla riproduzione. Questa mia affermazione è fondata su un” ampia e vasta letteratura. E questo comportamento è quanto di più naturlea ci sia. Mi fermo qui perché vedo che il cellulare si sta scaricando.

      • Davide
        19 luglio 2022 at 8:23

        Comprendo il disappunto riguardo la definizione di rosso-bruno; purtuttavia é un termine, anche banale, ad oggi utilizzato per qualificare un certo pensiero. Non l’ho utilizzato con accezione offensiva, ma per stigmatizzare alcuni riferimenti etici che, mi sembra, siano molto vicini tra due diverse forme di pensiero sociopolitico. Certo, confinate a temi di tipo etico (spiritualità, fine vita ed aborto, gender, sacralità della natura, sovranismo seppur non tema etico, etc.) e certamente divergenti in moltissimi altri ambiti.
        Proprio questi sono tra i temi fondanti del progressismo liberale.
        Per ultimo, i sentimenti sono fondati sulla biochimica la quale é sottoposta alla genetica, pertanto é del tutto “naturale” che in alcuni soggetti l’innamoramento possa essere direzionato vs. individui del medesimo sesso, certo venendo a mancare la funzione riproduttiva (almeno ad ora). Ma i rapporti affettivi, nonché sessuali, pur avendo il fondamento biologico sull’attività riproduttiva, cessano di essere strettamente legati a tale determinismo biologico nell’uomo moderno sempre più slegato dallo stato di necessità naturale, al quale supplisce ed emenda con le innovazioni tecnologiche.
        La tecnologia non è certo un valore ideale ma semplicemente uno strumento al ns. servizio per emanciparsi dalle contingenze di natura e migliorare la qualità di quel tempo che intercorre tra la nascita e la morte.

        • gerardo lisco
          20 luglio 2022 at 18:05

          Capisco perfettamente cosa stai dicendo e in modo molto semplice ti dico che non condivido. Non sono per il Transumanesimo e nemmeno per il post umanesimo, sono per l’ umanità. La necessità di modificare la natura umana è funzionale alle esigenze sistema Liberalcapitalista. L’ obiettivo di modificare l” umano nasce dall’esigenza di creare nuovi mercati e nuove occasioni di investimento e profitti dal momento che la stragrande maggioranza sono esauriti. Tu scrivi che le questioni valoriali attengono solo, per così dire , i rosso – bruni, non è affatto così. Il conflitto tra conservatori e progressisti è sulle questioni valoriali perché sono esse che giustificano l’ esercizio del potere sulle masse. Manca un pensiero terzo rispetto a questi due, un pensiero capace di recuperare per porre con forza la questione Umana. Bergoglio lo sta facendo non a caso viene attaccato dal mondo anglo – americano. L’ alternativa forte a progressisti e conservatori è la dottrina sociale della chiesa non a caso è un’ alternativa di valori. Per quanto riguardava la sessualità che in natura possano esserci omosessuali o lesbiche non ho mai detto il contrario, il punto critico è che oggi assistiamo ad un attacco ideologico che punta al superamento della naturalità sessuale a favore di una identità fluida che ha como scopo lo sradicamento dell’individuo dal comunità. Lo sradicameto rende l’ individuo facilmente controllabile, lo rende solo e per questo semplice motivo impaurito e di facile controllo. Il liberalismo è la filosofia dell’individualismo proprietario, non condivido il liberalismo, sono Socialista e Comunitario per cui penso che la proprietà privata debba avere una funzione sociale. Come Olivetti penso che l’ impresa debba essere socialmente responsabile.

  3. Fabrizio Marchi
    18 luglio 2022 at 23:25

    Questo invece è il mio commento di presentazione dell’articolo di Gerardo che ho postato su Facebook:
    “Invito a leggere questa lucida e interessante analisi del nostro collaboratore Gerardo Lisco, che condivido quasi integralmente, tranne per un paio di punti, che però non inficiano in alcun modo il senso dell’articolo e che riporto di seguito:
    “…la sessualità vissuta sempre di più come un bene da consumare con una relazione rapida, veloce, senza implicazioni di nessun genere”
    Personalmente sono convinto che la sessualità, se vissuta in libertà, spontaneità, reciprocità e quindi libera da ogni condizionamento sociale e soprattutto da ogni logica economica, mercificante e strumentale (il che è praticamente quasi impossibile dato il contesto in cui ci troviamo a vivere), sia da salutare molto positivamente, indipendentemente dalla durata di una relazione che può essere più o meno breve o lunga. Ciò che conta è la qualità di quella relazione, che è data dalla autenticità e dalla spontaneità con cui è vissuta.
    “Tradizionalmente, direi naturalmente, ci si innamora dell’altro sesso, ci si riproduce con l’altro sesso…”.
    Concordo ovviamente e necessariamente sul fatto che la riproduzione avvenga solo fra individui di sesso diverso ma non sono d’accordo sul fatto che “Tradizionalmente, direi naturalmente, ci si innamora dell’altro sesso”. Se non si è eterosessuali ci si può ovviamente innamorare di persone del proprio stesso sesso.
    Per il resto condivido totalmente la sua analisi, estremamente puntuale e precisa nel descrivere le dinamiche che “oppongono” (le virgolette sono d’obbligo in questo caso) la destra e la “sinistra” dal punto di vista ideologico ma che le rendono nello stesso tempo funzionali allo stesso paradigma economico, sociale e politico, cioè al sistema capitalista nelle sue diverse articolazioni, quella liberal-progressista e quella conservatrice”.
    (Fabrizio Marchi)

  4. gerardo
    19 luglio 2022 at 1:20

    Davide scrivi<> permettimi ho riletto questo passaggio ma non hai capito proprio nulla di ciò che sostengo. Il pensiero progressista sta costruendo un soggetto post umano facendo credere che libertà coincide con la perdita della propria dimensione umana. Ti sfugge un altro passaggio fondamentale e cioè che il conflitto interno al sistema capitalista è strettamente legato ai processi di ristrutturazione dovuti all’innovazione tecnologica. Processi che incidono in modo massiccio sull’essere umano. Chiudo facendoti una domanda hai mai letto il manifesto Cyborg di Donna Harawey. Te lo chiedo, perchè ripeto, la mia impressione è che ti manchino gli strumenti , sia chiaro non intellettivi, per comprendere ciò che ho scritto. Mi sarei aspettato altre critiche ed altre osservazioni non certamente l’accusa di essere rosso – bruno. Poi Casa Pound, guarda che avendo avuto anche la capacità di confrontarmi con esponenti di destra le posizioni mie e loro sono distanti anni luce. Nessuna epoca è confrontabile con altre . Cortesemente mi spieghi dove avrei fatto dei confronti. Mi sono limitato a focalizzare l’attenzione su alcuni passaggi chiave che hanno caratterizzato sul piano economico e culturale l’ascesa del sistema capitalista. Parlo di genesi dell’individualismo nel 400 – 500 , faccio riferimento a mutamenti anche dal punto teologico, spero che ti sia chiaro a cosa mi riferisco. Il passaggio dal concetto di valore – lavoro al marginalismo è fondamentale ai fini della comprensione delle trasformazioni successive. Ripeto e chiudo, scusami, ma non hai colto il senso di ciò che ho scritto.

  5. Enza
    19 luglio 2022 at 7:15

    Ho letto con interesse l’articolo. Mi mancano dei riferimenti culturali a cui rinvia l’autore che, grazie alle argomentazioni serrate e chiare, conduce il lettore / lettrice, agevolmente, alla tesi esplicitata nel titolo su cui concordo.
    I matrimoni fastosi, in location da sogno, del Matano prima, della Turci dopo, che le tv, con mamma Rai in Testa, ci hanno ammannito per giorni a tutte le ore, sono segno del conformismo contorto o se vogliamo ossimorico di questo finto progressismo.
    Tanto finto che per passare alla politica di queste ore, si fa paladino del conservatorismo neoliberale rappresentato da Draghi.
    Gli appelli e le manifestazioni pro banchiere, deificato, partono proprio dal mondo dei liberals. Che sono senza dubbio, la peggiore iattura di questo paese in un precipizio senza fondo.

  6. Giulio Bonali
    20 luglio 2022 at 8:31

    Osservo che:

    – il convergere di fatto (o meno) con schieramenti culturali e/o politici opposti su determinate questioni non può essere un criterio razionale e corretto per compiere scelte (non é che siccome Hitler era convinto dell’ eliocentrismo circa il nostro sistema stellare gli antifascisti debbano credere al geocentrismo tolemaico); altrimenti saremmo in balia degli avversari che potrebbero facilmente indurci alle più disparate scelte da loro volute in quanto per noi dannose semplicemente condannandole.
    Per questo il concetto di “rossobrunismo” é inutile e fuorviante nel cercare di compiere le scelte giuste (anche Stalin sarebbe stato “rossobruno” quando genialmente -e in maniera decisiva per le sorti della seconda guerra mondiale- ritorse contro di loro i perfidi tentativi dei governi inglese e francese di aizzare la Germania nazista contro l’ URSS, dopo avere inutilmente cercato con tutte le forze e in tutti i modi di realizzare un’ alleanza antinazifascista).

    – Nulla nella storia umana é perfetto (e nemmeno in natura ovviamente).
    Per questo una corretta accezione del concetto di “progresso” civile e sociale non può non essere critica ed evitare di includervi necessariamente e aprioristicamente qualsiasi novità tecnica escogitata dall’ intelletto umano (anche la bomba atomica, a suo tempo, é stata una formidabile “innovazione”, per usare un’ abusata parolaccia politicamente corretta ed eticamente corrotta che sottintende la necessità di adottare forzatamente tutto ciò che é nuovo a qualsiasi costo, anche se peggiore del vecchio.

    – Come già ben sapevano gli antichi stoici ed epicurei (e probabilmente altre correnti ideali non europee purtroppo a me ignote), un corretto atteggiamento etico non consiste nella -assolutamente impossibile- soddisfazione acritica di qualsiasi pulsione e desiderio o nell’ evitare “buonisticamente” la critica di qualsiasi scelta individuale che abbia conseguenze sociali collettive o anche solo su altri individui (oltre che sui soggetti delle scelte stesse, più o meno a lunga scadenza).
    Per questo l’ omosessualità non va certo criminalizzata, ça va sans dire, e ingiustamente punita, ma nemmeno va promossa intensivamente e sistematicamente nella scuola e nei mezzi di comunicazione, né va premiata con iniqui privilegi, come oggi purtroppo accade qui in Occidente (nelle professioni dello spettacolo e nel giornalismo c’ é un’ evidente sproporzione fra assunzione di omosessuali o altre categorie “LGBT e chi più ne ha più ne metta” da una parte e di eterosessuali dall’ altra rispetto alla popolazione in generale; solo chi coltiva pregiudizi “omofili” o “eterofobi” può non accorgersene).
    Non essendo naturalmente, fisiologicamente (ma casomai solo patologicamente!) compatibile con la riproduzione e con la crescita e l’ educazione della prole (una crescita ed educazione sane e corrette, alle quali ogni bambino ha diritto), anche se resa possibile dalle conquiste scientifiche e tecniche, l’ acquisizione artificiale di “prole” da parte di coppie omosessuali é immorale, ingiusta (verso i bambini che la subissero) e va vietata (e così pure la semplice l’ adozione “naturalissima” di bimbi: anche la bomba atomica o l’ uso dell’ amianto in edilizia sono “conquiste tecniche”, ma non per questo ne é ammissibile l’ uso!).
    La promozione e l’ incentivazione sistematica in corso in Occidente dell’ omosessualità (oltre che funzionali alla diffusione del precariato dei lavoratori e al loro più sfrenato sfruttamento e privazione di sacrosanti diritti: cose assolutamente tutt’ altro che “progressiste ma invece di estrema destra!) sono a mio parere evidenti espressioni della profonda decadenza morale e civile in atto (il progresso umano non é una marcia trionfale ininterrotta di successo in successo, ma passa purtroppo anche per epoche più meno lunghe di imbarbarimento e regresso). Sono, per dirlo in soldoni “qualcosa di estrema destra”.
    Ne sono contrari anche dei fascisti
    E chissenefrega? Non é che se dei fascisti sono contro il gioco della roulette russa o l’ uso di droghe che danno dipendenza io sono così coglione che per un malinteso “antifacsismo”, temendo di cadere nel terribile “rossobrunismo” mi sparo in testa o mi inietto in vena dell’ eroina!

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