Prosegue senza sosta il delirio autoreferenziale delle donne del PD

Come noto, la capogruppo del PD, Debora Serracchiani, una delle esponenti più mediocri del già di per sé mediocre gruppo dirigente (femminile e maschile) di quel partito, ha detto che la Meloni “vorrebbe le donne un passo indietro agli uomini”.

Una dichiarazione tanto stupida quanto grottesca, e infatti la neopremier ha avuto buon gioco (diciamo pure ottimo) nel risponderle testualmente:”Mi guardi bene, le sembra che io stia un passo indietro agli uomini?”.

Il delirio ideologico e autoreferenziale di questa “sinistra” e in particolare delle esponenti donne di questa “sinistra”, sia liberal che radical, non conosce limiti e decenza. Ma soprattutto non conosce un’altra cosa molto più importante, e cioè l’intelligenza. Sono letteralmente stupide e stupidi, a un livello imbarazzante.

La Meloni poteva e doveva essere attaccata per il suo asservimento alla NATO e agli USA, per la sua (anche se non dichiarata, ovviamente) subalternità all’UE e ai potentati economici che la controllano e per le politiche antipopolari e neoliberiste che si appresta a varare e a praticare. E invece nulla di tutto ciò. Il problema è che sono le stesse politiche portate avanti dal PD, per questo è necessario spostare l’attenzione su queste facezie.

L’accusa della Serracchiani è tanto più ridicola proprio in ragione del pulpito che l’ha mossa. Giorgia Meloni è un avversario senza se e senza ma, per quanto mi riguarda, anzi un vero e proprio nemico di classe (né più e né meno delle sue dirimpettaie e dirimpettai di “sinistra”) volendo utilizzare un linguaggio ormai desueto. Ma non c’è alcun dubbio che sia una donna capace, volitiva, autorevole e dotata di una forte personalità, e il modello di femminilità che ha nella testa e nella pancia non è certo quello di una donna sottomessa agli uomini. Questo modo di pensare, peraltro, ci dice con chiarezza quanto l’analisi di queste femministe di “sinistra” sia lontanissima dalla realtà, nel momento in cui pensano che le donne di destra siano portatrici di una concezione della donna come subalterna e succedanea agli uomini. Nulla di più falso e di più distante dalla realtà.

Giorgia Meloni ha praticamente e giustamente umiliato Debora Serracchiani con la sua risposta. Questa “sinistra” deve liquefarsi.

Il botta e risposta Serracchiani-Meloni sul ruolo delle donne - Messaggero  Veneto

Fonte foto: Messaggero Veneto (da Google)

 

5 commenti per “Prosegue senza sosta il delirio autoreferenziale delle donne del PD

  1. Giulio Bonali
    26 ottobre 2022 at 13:44

    Due raggruppamenti di nemici del popolo ugualmente reazionarissimi.
    Uno in più é anche stupidissimo.

  2. Enza
    26 ottobre 2022 at 16:29

    I miei complimenti indondizionati, caro Fabrizio.
    Potrei sbagliarmi, ma mi pare che Calenda abbia rimarcato che certe sciocche posture di donne del Pd, non fanno che incrementare il consenso alla Meloni.

    • Fabrizio Marchi
      26 ottobre 2022 at 16:45

      E se lo dice financo Calenda… 🙂

      • Enza
        26 ottobre 2022 at 19:52

        .Il Comencino non è un’aquila, ma alla stupidità rocciosa ci arriva.

  3. Giulio larosa
    27 ottobre 2022 at 8:37

    serracchiani ha sposato un gaglioffo mezzo slavo che se la scopa in casi eccezionali e in cambio di posti dove si guadagna alla grande. X questo l oca è stata un periodo a Trieste xché il bellimbusto è di Trieste. Questo tizio ha incarichi in tre università poste a centinaia di km di distanza prendendo lo stipendio x lezioni che fa qualche volta al mese seppure, ha incarichi a genova non so in che istituzione e a roma. O è dotato di ubiquita o c è qualcosa di losco. PS prima di scopare l emancipatissima femmina era uno sconosciuto avvocaticchio di Trieste. Questa fa da cameriera scendiletto e vuole dare lezioni di emancipazione alle altre?

Rispondi a Giulio larosa Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.