“Regal correct”

  • Ha un bancomat personale
  • Non è obbligata a pagare le tasse. Le paga volontariamente dal 1992
  • Gode dell’immunità legale
  • Può guidare senza patente e non può essere oggetto di multe
  • Capo della Chiesa anglicana
  • Gli eredi, come lei, non pagheranno la tassa di successione

 

Sono i principali privilegi della Regina Elisabetta II, tralascio i minori, tipo l’avere alle sue dipendenze una poetessa. Le TV di Stato e private ormai speculari l’una  all’altra nel rispetto del “regal corretto” omaggiano la sovrana.  Nel profluvio di immagini e parole non una sola parola è utilizzata per descrivere e rendere pubblici i privilegi della sovrana. Non dobbiamo meravigliarci, il sistema che ha fatto del “privilegio di classe” la sua bussola e del potere il suo sostrato non potrebbe essere critico sui privilegi della Regina. Parlano inoltre la stessa lingua globale, l’inglese, e ne condividono le alleanze politiche.

Tacendo i privilegi il sistema ottiene un doppio risultato: si naturalizza la logica verticistica e gerarchica e si consolida l’ideologia del privilegio. Il sistema socio-economico di tipo padronale usa l’omaggio dei sudditi e dei cittadini globali ad una privilegiata per naturalizzare le divisioni di classe: gli ultimi sono tali per natura, per cui devono inchinarsi dinanzi al privilegio per nascita, devono esaltare le virtù del capo, perché “così è”. Se è “normale” omaggiare il monarca non può che essere “naturale” chinare il capo dinanzi al proprio padrone/datore di lavoro. La legge del frattale vale anche in questo, nel micro e nel macro si ripete la stessa logica gerarchica.

I privilegi di classe della Regina non sono caduti dal cielo, non sono dovuti al caso, sono umani troppo umani, sono l’effetto di un impero coloniale che ha sfruttato per secoli le colonie. L’Inghilterra è stata, inoltre,  la sede della prima Rivoluzione industriale ottenuta con il commercio triangolare. La Regina gode degli effetti del lavoro dei suoi avi, e se può ancora goderne i frutti è per la semplice ragione che non vi è stato un percorso di consapevolezza collettiva di tali responsabilità. La Regina ha regnato sul presente come emissaria di un passato che non muore e di un futuro che non nasce.

I sudditi di Sua Maestà vivono una realtà sociale in cui la cattiva distribuzione delle ricchezze  e il classismo sono il quotidiano di un mondo senza cuore.

Un numero innumerevole di anziani senza volto si spengono in solitudine e povertà dopo una vita di lavoro e tribolazioni. La realtà dura e vera è scomparsa dai media e al suo posto campeggia la commozione per il privilegio. Ancora una volta il potere usa la cultura dell’astratto per rafforzare le tendenze politiche in atto che appaiono sempre più simili ai cicli astronomici, sono intrasformabili, per cui non resta che omaggiare ciò che la natura ha concesso ad alcuni e ha tolto ad altri.

I Windsor hanno un patrimonio di circa 28 miliardi di euro, ci si soffermi sulla pensione media di un anziano oggi, e si pensi agli anziani del futuro che probabilmente non l’avranno o sarà minima. Il sistema produce miti con cui occultare la verità ai sudditi e far quattrini. I funerali sono occasione di business, mentre si continua a morire in disperata solitudine.

“Dio salvi il popolo dai privilegi e dai privilegiati!”

Nessun Dio verrà a salvarci, pertanto cominciamo col capire con le categorie del materialismo storico, ciò che accade, rispettiamo i nemici di classe riconoscendo loro qualità e meriti, ma non lasciamoci abbagliare dalla pigrizia ideologica.

Regina Elisabetta: mancano le foto di Harry e Meghan

Fonte foto: da Google

2 commenti per ““Regal correct”

  1. Lanfranco
    12 settembre 2022 at 17:34

    Noi non ci lasciamo abbagliare ma se si considera la mobilitazione dei galoppini dell’informazione e, in particolare, le ore che le tv italiane hanno dedicato e dedicano a questi grotteschi personaggi per la morte di Elisabetta, dobbiamo dedurre che vi sia un congruo numero di deficienti che seguono tali pupazzate. Il che ci suggerisce che la strada da fare sia tanta, ma tanta.

  2. Giulio Bonali
    12 settembre 2022 at 17:59

    Dopo averne ripetutamente e forse fastidiosamente criticato l’ autore in numerosissime altre circostanze (ma i veri amici non adulano, criticano!), posso esprimere con molta soddisfazione la mia completa approvazione e consenso con questo bellissimo articolo?

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