Rivolta reazionaria?

Ora farò un discorso impopolare, me ne rendo conto. Siccome però lo penso, lo dico.
Ho appena visto una puntata di Piazza pulita sulla 7 dove, ad un certo momento, hanno mandato in onda una manifestazione di commercianti del centro storico di Roma che si è tenuta al Pantheon, per protestare con le misure del governo.
“Non ce la facciamo più”, “Stiamo fallendo, molti hanno già fallito”, “Non ha senso riaprire con queste misure (le mascherine, la distanza…), “Il governo non ci ha dato un euro, solo promesse, solo elemosine” più i soliti improperi, slogan ecc. ecc.
Ora, io sono convinto che ci siano tantissimi piccoli e piccolissimi commercianti e artigiani in seria difficoltà, e con questi non solo è necessario dialogare ma, se esistesse una forza socialista (che non esiste), questa dovrebbe lavorare a costruire un’alleanza fra i lavoratori salariati, tutti, ovviamente, privati, pubblici, precari, e questi piccoli e piccolissimi commercianti e partite IVA (queste ultime, molto spesso, lavoratori subordinati o parasubordinati camuffati da lavoratori autonomi o da “imprenditori di sé stessi”…).
Però sono anche convinto che ci siano tanti medi commercianti con attività avviate da tanto tempo che i soldi li hanno fatti, anche evadendo alla grande le tasse, diciamoci la verità, e che ora piangono miseria e versano lacrime di coccodrillo.
Dirò un’altra cosa impopolare, ma io non riesco a credere che un commerciante con un’attività avviata in pieno centro di Roma, magari (come molto spesso è in questi casi) ereditata dai genitori o dai nonni vada in miseria se per due mesi è costretto a chiudere.
Questo piagnisteo – facendo i dovuti distinguo, sia chiaro, come già ho detto, e senza fare di tutt’erba un fascio – mi sa tanto di rivolta reazionaria. E a me le rivolte reazionarie non mi sono mai piaciute.
Siamo onesti (proviamoci…). Ogni anno in Italia, con il volume complessivo dell’evasione fiscale, ci si potrebbe fare una finanziaria. E la gran parte di questa evasione fiscale, diciamoci sempre la verità, è di questo ceto di medi commercianti e professionisti. Poi c’è l’evasione legale – scandalosa – dei grandi gruppi come Amazon che pagano cifre irrisorie o (illegale) delle mafie. Ma questo è un altro discorso ancora…
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita (può essere il dentista o l’idraulico), non si è sentito rispondere al momento della parcella (in genere prima):” Il prezzo sarebbe questo però se facciamo un po’ e un po’ (un po’ ufficialmente e un po’ in nero, e molto spesso solo in nero), ci mettiamo d’accordo e risparmiamo tutti e due”. Tradotto: freghiamo lo stato. E subito dopo arriva l’immancabile discorsetto auto assolutorio:“ Tanto che ce frega, io le pagherei pure le tasse, ma te pare che le devo pagà a ‘sto stato che se li magna e che non mi dà nessun servizio in cambio? Che non lo vedi che sfacelo, è tutto uno schifo, devo pagare le tasse per non avere servizi e per mantenere ‘sto carrozzone di gente che non fa un cazzo dalla mattina alla sera!”. Poi però quando c’ha il doloretto alla schiena va subito all’ospedale ad intasare il pronto soccorso. “Perché comunque quando te senti male è sempre meglio andare al pronto soccorso!”
Eh già, è proprio così… Il figlio va alla scuola pubblica che naturalmente “è uno sfacelo” (può essere che se tutti pagassero le tasse come dovrebbero e in base al reddito sarebbe un po’ meno disastrata di quanto è…) però lui (o lei) sulle tasse continua a farci la cresta…
Ecco, io penso che tutti dovremmo fare una bella analisi di coscienza e assumerci le nostre responsabilità, prima di strepitare. E quando dico che le dinamiche del dominio sociale sono molto complesse e non possono essere ridotte al club dei “cattivi” che muove le leve nella sua cabina di regia alle spalle della stragrande maggioranza dei “buoni” e inconsapevoli che sta sotto e subisce, intendo dire proprio quello che ho appena cercato di spiegare con questo post.

Roma - Protesta horeca, il Pantheon invaso da ristoratori con ...

Fonte foto: Etruria News (da Google)

15 commenti per “Rivolta reazionaria?

  1. Panda
    24 maggio 2020 at 12:25

    Non capisco perché dici che sarebbe un discorso impopolare: non so quante volte l’ho sentito fare, di solito da lavoratori del settore pubblico; così come ho sentito altrettante volte piccolo borghesi che lavorano nel privato accusare i dipendenti pubblici di essere parassiti iperprotetti e scansafatiche. Il primo ha probabilmente qualche fondamento in più del secondo, ma non molti.

    In primo luogo ovviamente, anche mettendo fra parentesi l’elusione (ma perché poi?), a evadere sono prima di tutto le grandi imprese: http://www.cgiamestre.com/le-grandi-imprese-evadono-16-volte-in-piu-delle-piccole/; poi non è affatto vero che i servizi sono disastrati a causa dell’evasione, primo perché la pressione fiscale reale in Italia è una delle più alte d’Europa: https://oldsite.commercialisti.it/Portal/News/NewsDetail.aspx?id=3c3c1edf-e671-4e97-bf59-8a1b0661b16b , secondo per la banale ragione che le tasse non servono a finanziare i servizi (lo Stato non ha alcun bisogno bisogno delle tasse per finanziarsi), ma, al contrario, è la spesa pubblica che genera i redditi che costituiscono la base imponibile: http://politicaeconomiablog.blogspot.com/2016/08/quando-la-modern-classical-theory.html Le tasse servono a imporre una moneta nazionale, a controllare l’inflazione, a redistribuire, non a finanziare la spesa pubblica. Ciò detto, una lotta all’evasione, a parità di spesa pubblica e pressione fiscale negli altri settori, significa solo un ulteriore aumento della pressione fiscale reale, con relativi effetti depressivi. Certo, potrebbe essere che, anziché in aumento di avanzo primario, come chiedono i centri di potere che contano (dalla Confindustria all’UE), questa volta il famoso maggior gettito (che altrimenti gli effetti depressivi potrebbero peraltro vanificare), venga messo ad alleggerire il carico fiscale sul lavoro dipendente o ad aumentare la spesa pubblica. Non so tu, io ai miracoli credo poco. In effetti le tasse servono da decenni sì a redistribuire, ma verso l’alto: https://aldobarba.files.wordpress.com/2011/07/la-redistribuzione-del-reddito1.pdf D’altra parte una sistema fiscale fortemente redistributivo non è compatibile con un regime di libertà di circolazione dei capitali (che è imposto dai Trattati europei), per ovvie ragioni. Peraltro mai in economie capitaliste si è riusciti a redistribuire più di tanto attraverso le tasse: la vera redistribuzione è quella primaria, cioè quella legata ai salari. Lo scandalo mostruoso legato alla fiscalità sono quasi tre decenni di avanzo primario, un record mondiale: https://twitter.com/fgeerolf/status/1249706314311372801 Questa è la prima e fondamentale causa dei servizi, e più in generale dell’economia, allo sfascio e non è stata certo la piccola borghesia a imporla (anche se ovviamente è andata a rimorchio della grande, come fa sempre).

    Quindi, per rispondere alla domanda del titolo, oggettivamente, visto che si profila solo un ulteriore concentrazione/centralizzazione di capitali, direi proprio di no; soggettivamente, cioè per quel che chiederanno, essendo la piccola-borghesia per lo più totalmente inconsapevole di quanto ho detto e molto refrattaria a prenderne atto, probabilmente sì. Ma almeno noi dovremmo provare a mettere da parte le simpatie/antipatie e considerare solo i fatti oggettivi.

    • Fabrizio Marchi
      24 maggio 2020 at 14:58

      Mah…a volte, ti dico la verità, resto un po’ basito dalle risposte che ricevo ai miei articoli e non capisco dove si voglia andare a parare, anzi, mi pare che talvolta ci sia una certa vis polemica un pò gratuita…
      Allora, innanzitutto non ho mai negato (e anzi l’ho scritto anche nell’articolo) che la prima grande evasione sia quella delle grandi imprese e in particolare di quelle straniere (vedi Amazon…) così come quella delle mafie (un fatturato enorme, non ricordo ora esattamente, ci scirri un articolo un po’ di tempo fa…).
      Dopo di che l’articolo non è sull’evasione fiscale ma su altre questioni, e cioè sull’ipocrisia di una certa parte del ceto medio di commercianti e professionisti che stanno piangendo miseria per un paio di mesi di chiusura (fermo restando, come ho già scritto, che nessuno nega che ci sia un numero consistente di piccoli commercianti, artigiani e partite IVA che versano in grande difficoltà e con le quali è anzi necessario lavorare ad una alleanza politica; l’ho scritto molto chiaramente, se vai a rileggere l’articolo). Ho voluto solo sottolineare come questo sia, a mio parere un atteggiamento ipocrita, qualunquista e fondamentalmente reazionario. Si incazzano perchè il governo gli ha dato pochi spiccioli e io ho ricordato come loro per decenni abbiano sistematicamente evaso il fisco per cifre ben superiori a quei quattro spiccioli che ora il governo gli ha dato e gli vuole dare.
      Diversi anni fa – lo ricordo benissimo – era emerso dalle dichiarazioni dei redditi (la cosa suscitò, ovviamente, anche un certo scalpore) che la categoria dei gioiellieri guadagnava (stando ai redditi dichiarati) meno di quella degli insegnanti elementari. Ti pare una cosa possibile? Secondo me no.
      Ora, non è che si debba sempre parlare di massimi sistemi, di imperialismo, di capitalismo, di socialismo ecc. ecc. In questo giornale parliamo di tutto, come è giusto che sia. Altrimenti, ripeto, se stiamo sempre nella logica della famosa contraddizione principale, dovremmo trattare solo di quella e non parlare di null’altro. Perché parlare ad esempio di femminismo? Oppure delle vicende del governo? O della “politica politicata”, cioè delle beghe tra le varie forze politiche attuali? Oppure di qualsiasi altra cosa, anche di sport. Secondo la tua logica perderemmo solo tempo. Ed io invece non sono affatto d’accordo, perché la realtà è complessa e fatta di tante cose. E il fatto che la questione/contraddizione economica non veda al centro l’evasione fiscale perpetrata dal proprietario del ristorante o del bar, non vuol dire che non se ne debba parlare né tanto meno che sia qualcosa da giustificare.
      Io credo che le dinamiche attraverso cui si perpetra il dominio sociale passino anche attraverso queste cose e non mi piace la de-responsabilizzazione che è contenuta implicitamente in certi atteggiamenti (non sto parlando del tuo ma di quello di quei commercianti, appunto). Non mi piace la gente che fa spallucce e si fa i cazzi propri quando le cose vanno benone e il governo chiude gli occhi (come è accaduto per decenni quando il patto sociale era un altro), e poi si mette a strepitare e a vittimizzarsi perché per cause di forza maggiore, deve chiudere la saracinesca per un mese o due. I
      Io non ci credo che il proprietario di un ristorante o di un bar o di una pelletteria o di un negozio di abbigliamento di Via Frattina, Via Borgognona, Via Condotti, Piazza Navona, Piazza di Spagna, Via del Tritone, Corso Umberto, Via Veneto ecc. ecc. ecc. vada in miseria perché per un mese ha dovuto chiudere i battenti. Sono cazzate. Sono piagnistei ipocriti di borghesi reazionari e qualunquisti che pensano solo ai cazzi propri. Che a te piaccia o meno, la realtà è fatta anche di questa gente e di queste cose, e non solo di multinazionali, banche, stati imperialisti e grande capitale finanziario o altro. E siccome la realtà è fatta anche di queste cose, io ne parlo. Anche perché non le ritengo affatto secondarie perché hanno la loro importanza. Per te no, evidentemente, per me invece sì.

      • Panda
        24 maggio 2020 at 21:37

        Caro Fabrizio, sono proprio quelli che chiami “massimi sistemi” che conferiscono un senso, che a volte può essere controintuivo, anche alle piccole cose. Che poi in questo caso capire che la retorica della legalità/lotta all’evasione, visto quanto se ne riempiono la bocca i media (che appartengono alla borghesia) e i politici (che rappresentano la borghesia), senza importanti precisazioni sia pur’essa borghese non mi pare richieda erculei sforzi teorici (ci aveva peraltro scritto un memorabile articolo Luigi Cavallaro qualche anno fa: https://www.sinistrainrete.info/politica-economica/2561-luigi-cavallaro-il-paradosso-di-berlusconi-keynesiano.html). In ogni caso si “perde tempo”, come dici tu, solo se di quel macro contesto non si tiene conto (ma poi perché sarebbe una perdita di tempo? Anche nell’errore individuato come tale c’è un valore conoscitivo, come ci ha insegnato Hegel).

        (Le mega imprese eludono prima di evadere, per questo ho parlato solo di evasione). Nell’attuale struttura della politica fiscale, con ogni e qualsiasi probabilità, l’evasione del gioielliere non mi danneggia minimamente, la sua fedeltà sì (perché quei denari che ha in tasca e spenderebbe, lasciandoli in circolazione nell’economia, non vengono spesi o vanno alla rendita finanziaria). E’ un’aberrazione, ma è chi ha prodotto questa rottura del legame tra interesse individuale e collettivo che giustifica di fatto l’evasione fiscale, non io che denuncio la cosa. Il torto del gioielliere non è certo di pensare “ai cazzi propri” (invece che a quelli di chi? Che fare i conti col capitalismo con la penitenza e la carità cristiana fosse velleitario lo diceva già Hegel…), ma di non riuscire a vedere come “conservarli nell’universale”, cioè in una dimensione collettiva, attraverso una strada che affiancherebbe la mia per un bel tratto. Ma purtroppo identificare con chiarezza e senza idiosincrasie i propri interessi non è facile.

        • Fabrizio Marchi
          24 maggio 2020 at 23:41

          Ma cosa c’entra…se è per questo anche dell’antifascismo si sono riempiti la bocca tutti i media e tutti i partiti borghesi per 50 anni e tuttora se la riempiono…E allora? L’antifascismo è un concetto borghese? Ma che razza di discorso è…Dipende da chi, in quale contesto e come viene rivendicato oppure utilizzato (o strumentalizzato)…E questo vale per tutto…
          Dopo di che il ceto a cui mi riferisco è un ceto borghese, da sempre reazionario, visceralmente anticomunista e antisocialista… Quando dicevo che il gioielliere pensa a cazzi suoi era un modo di dire, non c’è bisogno che mi fai la lezioncina sulla differenza tra la logica di classe e la pietas cristiana…E lascia stare Hegel che qui non c’entra nulla…E poi mi vieni a dire che io del macro contesto nn ne tengo conto…Ma per favore…
          Ti dico la verità, a volte mi innervosisci e mi sembra che le tue siano polemiche capziose…Per cui è meglio lasciar cadere tutto, ne guadagnamo in tempo sia te che io…Sicuramente io…

          • Panda
            25 maggio 2020 at 1:07

            Hegel c’entra sempre, soprattutto quando si parla dello Stato, ciò detto sono perfettamente d’accordo sul lasciar perdere, Fabrizio. Se le mie siano solo polemiche capziose oppure offrano almeno qualche elemento di interesse lo lascio volentieri giudicare a chi legge. Come sempre grazie per l’ospitalità e un saluto.

  2. Raffaele
    25 maggio 2020 at 4:21

    Questa riflessione di Marchi ha due pregi: per primo respinge qualsiasi atteggiamento autossolutario da parte della società tutta, mostrando che le contraddizioni non si trovano solo nel rapporto dominanti-dominati ma che anche lo spazio occupato dalla cosiddetta gente comune è percorso da conflitti reali, cioè non creati apposta dalle elites per dividere coloro che potenzialmente potrebbero coalizzarsi contro di esse, ma devono essere ricondotti ai diversi rapporti di forza tra parti sociali con interessi divergenti. L’evasione fiscale è uno strumento della lotta di classe esercitata dal basso verso l’alto che non è utilizzato esclusivamente dalle grandi multinazionali: anche al di fuori della ristretta minoranza di persone che detengono la maggior parte del denare e dell’influenza politica(tra cui in questo spiccano i proprietari di colossi come Google, Amazon ecc.) ci sono diversi gruppi sociali che non hanno alcun interesse oggettivo a combattere l’evasione. Secondarimente egli evita qualunque generalizzazione, evitando , come qualcuno è tentato di fare a sinistra, di bollare tutti gli imprenditori ed i commercianti come piccoli borghesi, dunque nemici verso i quali non ha nessun senso mostrare nessuna forma di solidarietà politica, lasciando intendere che ad una parte di essi più in difficoltà dovrebbe rivolgersi anche un’ipotetica forza di sinistra.

  3. Fabrizio Marchi
    25 maggio 2020 at 9:48

    @Panda Non c’è dubbio che i tuoi interventi siano spesso stimolanti e interessanti ma, qualche volta, per lo meno per come la vedo io, diventano capziosi, come a mio parere in questo caso.
    Mi pare di aver chiarito cosa intendessi dire. Quel ceto a cui facevo riferimento nell’articolo (ho chiarito più volte che non faccio di tutt’erba un fascio e che c’è un ampio settore di piccoli e piccolissimi commercianti, imprenditori, artigiani, partite IVA e quant’altro con il quale sarebbe assolutamente necessario costruire un blocco sociale) è un ceto di media borghesia molto robusta, solida, proprietaria, da sempre alleata della grande borghesia e del grande capitale, OGGETTIVAMENTE (quindi per difesa dei propri interessi di classe) antisocialista e anticomunista. Un gruppo sociale che ovviamente si mobilita solo quando vengono toccati i suoi interessi.
    E’ un ceto che durante tutta l’era democristiana ha goduto di una serie di vantaggi tra i quali, appunto, gli occhi chiusi del governo sull’evasione fiscale pressochè sistematica (all’epoca un vero e proprio costume sociale, ne ho conosciuti tanti che si vantavano di non pagare le tasse) a cui facevano ricorso. Oggi, quell’evasione non è più possibile, per lo meno non nella misura in cui era possibile e gli era consentito prima. Era un ceto che faceva politicamente riferimento alla vecchia DC, poi a Forza Italia, dopo il crollo della prima repubblica e ora a Fratelli d’Italia e naturalmente alla Lega. Vanno in piazza portandosi dietro i loro dipendenti (che in questi mesi hanno usufruito della cassa integrazione, quindi non hanno “pesato” sulle loro tasche) che gli servono da specchietto per allodole, millantando il solito discorso interclassista, qualunquista e reazionario dei “produttori” contro la burocrazia, lo stato vessatore ecc. ecc. (i soliti discorsi che conosciamo benissimo…). E’ gente che negli anni ha accumulato un patrimonio (per me comune mortale se uno è proprietario di dieci appartamenti, di una villa al mare e una in montagna e di chissà quanti soldi più o meno diversamente investiti, è un patrimonio) e che potrebbe tranquillamente permettersi di smettere di lavorare e di campare di rendita alla grande.
    Ora si lamentano e sono scesi in piazza per protestare contro le norme per la riapertura dei ristoranti e dei locali pubblici che secondo loro sono troppo restrittive (uso di mascherine, distanziamento ecc. e quindi gli impediscono di fare i fatturati di sempre.
    Come ripeto, questo è un ceto OGGETTIVAMENTE reazionario. Non vedo dove sia il problema. Non ho detto che si tratta della contraddizione principale. Questo possono appunto sostenerlo i cantori a stipendio neoliberali della Repubblica o del Corriere della Sera che si scagliano contro l’evasione fiscale tout court e fanno le crociate contro gli impiegati pubblici “fancazzisti”.
    Io ho detto un’altra cosa. Ho detto cioè che è un gruppo sociale alleato e subalterno nello stesso tempo al grande capitale (che ha necessità di ceti sociali “cuscinetto”, diciamo così, che costituiscono la sua base di appoggio…) e non sarà MAI un nostro alleato, non sarà mai interessato ad una alleanza con quel blocco sociale popolare che credo tutti noi auspichiamo. Perché non ne ha alcun interesse.
    Questo era quello che volevo dire e non credo, sinceramente, che sia così difficile da capire.
    Ora, chiarita (spero..) la cosa, torniamo pure a parlare di contraddizione principale, di capitalismo, di imperialismo, di neocolonialismo, di guerre imperialiste, di UE, NATO e quant’altro. E magari pure di Hegel e di Marx…

    • Panda
      25 maggio 2020 at 12:21

      Quello che volevo dire io è che le piccole imprese, a partire dagli USA, sono le più colpite dalla crisi, particolarmente nel settore ristorazione: https://www.zerohedge.com/economics/18-million-jobs-risk-permanent-loss-what-happens-small-businesses-when-bailout-money Non vedo come ciò possa preludere ad altro che a un’ulteriore concentrazione di capitali. Chi resterà coi piedi all’asciutto saranno veramente in pochi, se ne rendano conto o meno. Se arriverà la Troika, come penso accadrà, la stretta oligarchica sarà ancora più rapida ed evidente. Questi sono i termini oggettivi degli assetti di interessi, almeno per come li vedo io, e mi pare un discorso un po’ diverso dalla semplice obiezione che non avremmo a che fare con la contraddizione principale. Poi naturalmente potrei aggiungere che conosco di persona alcuni ristoratori, gente che di casa ne ha una, quando ce l’ha, e riesce a malapena a pagarci il mutuo lavorando dodici ore al giorno, e che ovviamente condivide totalmente la protesta contro le permanenza di restrizioni così dure senza aiuti adeguati, ma tendo a fare un uso estremamente parco degli aneddoti.

      • Fabrizio Marchi
        25 maggio 2020 at 19:29

        “Poi naturalmente potrei aggiungere che conosco di persona alcuni ristoratori, gente che di casa ne ha una, quando ce l’ha, e riesce a malapena a pagarci il mutuo lavorando dodici ore al giorno, e che ovviamente condivide totalmente la protesta contro le permanenza di restrizioni così dure senza aiuti adeguati” (Panda)
        Scusa Panda, permettimi la battuta, se non sapessi che sei una persona intelligente e colta (perché ti leggo), in questo caso, se mi permetti la battuta, mi verrebbe da dirti (come diciamo a Roma:” Aò, ma ce sei o ce fai?…?… 🙂
        Ma quante volte debbo ripetere ancora che non è con quelle persone che ce l’ho; con quei ristoratori, baristi, artigiani ecc. che sgobbano 12 ore al giorno e che faticano a pagare il mutuo, sono assolutamente solidale. Eppure l’h critto e ripetuto a chiare lettere. Mi riferivo ad altri soggetti, a commercianti facoltosi, e ce ne sono moltissimi. Ora, quelli che hanno fatto la manifestazione a Roma sono i commercianti del centro storico, gente ricca, come lo devo dire, non ricca quanto gli azionisti della JP Morgan o della Goldman Sachs, è evidente, ma comunque molto benestante. E a Roma ce ne sono molti, credimi. Si tratta di una media, medio alta borghesia solidissima, che i soldi li ha fatti nel corso del tempo e li ha consolidati. Conosco questa città come le mie tasche, ci sono nato e cresciuto e so di chi e cosa parlo.
        P.S. perchè facciamo così fatica ad ammettere che esistono anche movimenti sociali reazionari?…Boh…

        • Panda
          25 maggio 2020 at 22:20

          Ma guarda che l’ho capito benissimo che non ce l’hai con loro; per giudicare della natura reazionaria o meno della manifestazione io guardavo però ai contenuti della protesta, in un contesto di continuo regresso oligarchico, che mette sul tavolo un problema reale di molti. Facciamo un controesempio: in Parlamento c’è un disegno di legge costituzionale della Lega per tornare alla vecchia formulazione dell’art. 81 (ce n’è anche uno di LeU). E’ un provvedimento reazionario? Io direi proprio di no, anche se certo si può definire reazionaria la Lega. (Con ciò, “reazionario”, una volta tramontata una filosofia della storia forte, e un partito teoricamente capace di portarla a compimento, lo trovo un termine molto equivoco, i cui contenuti andrebbero sempre specificati rispetto a giudizi di valore espliciti e controfattuali *plausibili*, ossia non immaginari o utopistici, soprattutto in una situazione di tragica impotenza politica del lavoro).

          • Fabrizio Marchi
            25 maggio 2020 at 22:38

            Va bè, allora vuol dire che abbiamo veramente deciso di farci del male oppure non abbiamo veramente null’altro da fare… 🙂
            Parto del presupposto che te ed io dovremmo avere l’intelligenza per saltare alcuni passaggi, e per capirci al volo senza necessariamente dove entrare nei minimi particolari, anche di ordine semantico. Ok, so perfettamente che il termine reazionario oggi ha perso di significato rispetto a quello che aveva un paio di decenni fa. Benissimo, siamo d’accordo… Ciò detto, ho dato per scontato (ma forse, a questo punto, conoscendoti meglio, ho sbagliato…) che tu saltassi a piè pari questo tipo di riflessione perché avevi capito PERFETTAMENTE cosa volessi significare con il termine, sicuramente in parte desueto, reazionario. E ti dico la verità, io sono convinto che tu abbia perfettamente capito cosa volessi dire, ma la tua voglia di mettere i puntini sulle i è troppa.
            Ora, senza che nessuno si offenda, in amicizia, ti dico che mi sono un po’ rotto i coglioni di questa mini querelle soprattutto perché- ripeto – hai capito perfettamente cosa volessi dire.
            Per cui io adesso gli dò veramente un taglio. Poi se vuoi l’ultima parola te la lascio, non c’è nessun problema. Io la chiudo qui. Anche perché i destini del conflitto di classe e del socialismo non dipenderanno da questo nostro scambio, diventato anche un po’ stucchevole per come la vedo io…Buonanotte.

    • ndr60
      25 maggio 2020 at 12:44

      Sono manifestazioni di gruppi che tornano alla ribalta periodicamente; qualcuno si ricorda dei “Forconi”? Nati in occasione della crisi del 2010-11, rivendicavano le stesse cose, “dimenticandosi” di aver già usufruito di un’abbondante elargizione, ovvero il raddoppio di prezzi e parcelle, col passaggio lira-euro. Purtroppo la strategia del “chiagne e fotte” non funziona più.

      • Fabrizio Marchi
        25 maggio 2020 at 19:30

        Bè, ma i forconi già erano un’altra cosa…la borghesia romana di commercianti, professionisti e “notari” di cui parlo io è altra roba ancora…

  4. S.Mess.Terni
    25 maggio 2020 at 19:43

    Non mi sembra affatto impopolare, anzi molto popolare e marxista, guarda caso fascisti ieri, neofascisti poi, da Reggio Calabria negli anni ’70 ai Forconi hanno sempre attinto a mani basse alla piccola borghesia e ai commercianti minuti. Dirò una cosa impopolare io: meglio niente tra i due, ma se proprio debbo scegliere: meglio l’alta borghesia piddina del fascistume di borgata o della piccola proprietà livorosa e reazionaria xenofoba, oggi anticinese più di tutti gli altri.

    • Fabrizio Marchi
      25 maggio 2020 at 19:56

      Eco, no, su questo non sono d’accordo…Non si tratta di scegliere gli uni o gli altri, si tratta di fare un’analisi lucida della realtà…In ogni caso la borghesia a cui facevo riferimento nel mio articolo non è quella minuta e “periferica” ma quella solida che a Roma (e non solo a Roma, ovviamente, ma quella romana è quella che conosco meglio) rappresenta un ceto sociale molto robusto e tradizionalmente di destra. Poi negli ultimi vent’anni c’è stato un parziale cambiamento e sicuramente una parte della borghesia romana è passata nell’area liberal. Ma si tratta di un altro tipo di borghesia e, per quanto mi riguarda disprezzo vivamente entrambe in egual misura.
      Però quelli che sono scesi in piazza giorni fa appartengono alla prima schiera. Commercianti e ristoratori del centro storico, gente carica di soldi e beni immobili, da sempre di destra.
      P.S. quando dicevo che era un discorso impopolare era perché sapevo che ci sarebbero stato diverse contestazioni…In realtà molti, non qui ma su fb hanno apprezzato e approvato…

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