Sgravi alle imprese che assumono donne e under 35. Tutti gli altri si fottano

La legge finanziaria varata dal governo Meloni prevede l’azzeramento dei contributi (fino ad un massimo di seimila euro) per le imprese che assumeranno donne e giovani under 35, a condizione che l’azienda allarghi la forza lavoro, cioè assuma altro personale o converta i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

Per la serie, che si fottano gli uomini al di sopra dei 35 anni. Sono disoccupati? Sono precari? Sono poveri? Hanno perso il lavoro e non riescono a ritrovarlo? Hanno una famiglia da mantenere? Che si fottano. E’ questa, oggettivamente, la risposta dell’attuale governo.

Sia chiaro, nulla di nuovo sotto questo profilo. Si tratta della stessa politica dei governi precedenti che avevano già varato misure sessiste di questo genere, fra queste ricordiamo la diminuzione delle tasse universitarie per le studentesse che decidono di iscriversi alle facoltà scientifiche e le risorse a fondo perduto (quindi vada come vada, alla faccia del famoso “rischio di impresa” tanto sbandierato da tutti i liberal-liberisti, da “sinistra” a destra…) per l’imprenditoria femminile.

Tali misure – a mio parere oggettivamente in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione Italiana – si fondano sul postulato della “discriminazione positiva”. Si parte cioè dal presupposto che le donne, in quanto tali, sarebbero tuttora, nell’attuale contesto sociale e storico, in una condizione di discriminazione e di svantaggio, al contrario degli uomini che, in quanto tali, sarebbero in una condizione di forza e di privilegio, per definizione.

Il paradosso sessista e classista è clamoroso. Una donna, indipendentemente dalla sua condizione economica e sociale, può essere assunta da un’impresa o ricevere denari pubblici per il solo fatto di essere donna, anche laddove non si trovasse in una condizione di disagio sociale. Al contrario, un uomo che si trova in una condizione di effettiva difficoltà economica e sociale, per il solo fatto di appartenere al genere maschile, viene abbandonato al suo destino.

Possono stare tranquilli/e tutti/e coloro che invocano al “pericolo fascista, maschilista e omofobo” da quando il governo Meloni è in carica. Dormite pure sonni tranquilli. Avevamo detto che non sarebbe cambiato nulla e infatti non sta cambiando e non cambierà nulla.

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Fonte foto: Corriere della Sera (da Google)

2 commenti per “Sgravi alle imprese che assumono donne e under 35. Tutti gli altri si fottano

  1. Fosco
    26 novembre 2022 at 15:42

    Complimenti.
    Ottimo pezzo.

  2. Giulio Bonali
    26 novembre 2022 at 19:14

    Parole “sacrosante”.

    Mi permetto di esprimere un mio dubbio che non riguarda l’ ignobile, mostruosa discriminazione anticostituzionale ai danni degli uomini, discriminazione sessuale (per l’ abominevole politicamente corretto “di genere”), non seconda per obbrobrio a nessuna discriminazione censitaria o razzistica.
    Non ho mai capito perché mai i vari governi dovrebbero (a parere di moltissimi apparentemente non criticato da nessuno, sindacati filopadronali, filousurai della finanza, filoilperialismo euroamerikano men che meno, ovviamente) concedere agevolazioni fiscali in generale ai capitalisti che compiono nuove assunzioni di proletari (per usare le uniche parole appropriate, che se detestate dal pensiero unico politicamente corretto).
    I padroni dei mezzi di produzione non sono con tutta evidenza dame di San Vincenzo che generosamente si privano di parte del loro (solitamente non scarso) superfluo per elargire elemosine ai bisognosi ma invece investitori che dallo sfruttamento della forza lavoro (vedi sopra, la seconda considerazione tra parentesi) ricavano profitti, i più ingenti e immediati che sia loro possibile; e dunque non vedo perché mai il fisco dovrebbe far pagare loro meno tasse anziché di più, visto che per ogni nuovo assunto ottengono un congruo guadagno.
    Sarebbe casomai, PER ASSURDO. AMMESSO E NON CONCESSO, meno scandaloso RELATIVAMENTE (e non; NON SCANDALOSO IN ASSOLUTO) se agevolazioni fiscali fossero concesse a imprenditori che non assumono nuovi salariati ovviamente non essendo in grado di farlo (che altrimenti non si farebbero di certo sfuggire l’ occasione per ottenere nuovo profitto dallo sfruttamento del pluslavoro proletario.

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