Supercoppa e Bin Salman: tutto normale, è solo sport washing

Due prestigiose squadre italiane si sono fieramente affrontate per la conquista della super-coppa italiana di calcio nella capitale saudita che ha potuto godere di tale onore non per meriti sportivi bensì grazie ai 21 milioni da elargire alla Lega calcio italica secondo un accordo quinquennale che prevede tre finali ( due già giocate).

Non ho citato le due squadre perché non meritano un biasimo particolare dal momento che tutte le società italiche ed europee non avrebbero disdegnato le milionate offerte da Bin Salman, noto assassino, torturatore, stragista e finanziatore del terrorismo, naturalmente con il sostegno della democratica Europa, con il suo carico di missili, droni, navi, aerei… A parte qualche straordinaria eccezione che non fa primavera, il disinteresse del mondo dello sport, ai livelli dirigenziali più alti ma purtroppo anche tra i tifosi più consapevoli, è talmente alto che discutere in tali frangenti di decapitazioni, di torture, di continue umiliazioni delle donne, dei lavoratori immigrati, di massacri, di sostegno al terrorismo, verrebbe considerato in un primo tempo come un’interferenza non dovuta e inopportuna e in seconda istanza come ingenua e non pragmatica perché tali avvenimenti sportivi favorirebbero il dialogo agevolando in tal modo riforme democratiche….
Non sto a polemizzare su tali facezie perché ipocrisia, meschinità, cattiveria e viltà sono così palesi che non ha senso spendere due parole su tali presunte argomentazioni…

Del resto, la pretestuosa giustificazione che lo sport deve essere lasciato fuori dalla politica per i “nobili” “ideali” che esso propugna e che quindi deve risultare estraneo al dibattito e al conflitto politico, anche di natura bellica, in effetti, risulta una spudorata menzogna perché è sempre più compartecipe degli eventi politici internazionali e sempre più utilizzato per ragioni politiche ignobili (basti osservare le proposte di esclusione della Russia dai giochi olimpici, appunto per motivazioni politiche).

Dicevo, niente di nuovo. Infatti l’orrore è sdoganato nella politica come nello sport. In Qatar, altro “nobile” emirato che si è prodigato nel creare una “fantomatica” guerra civile in Siria, responsabile in prima persona delle migliaia di morti che hanno funestato la repubblica araba, ha ospitato la finale mondiale per club vinta dalla squadra inglese di Liverpool il giorno precedente la super-coppa italiana. Ma già avevamo assistito ad altri orrori. Innanzitutto il giro d’Italia con partenza e arrivo nelle prime tre tappe a Gerusalemme, al fine di dare un contributo italiano al progetto sionista di Gerusalemme, capitale dello stato ebraico. Indecente inoltre il percorso delle tappe sopra luoghi sacri e cimiteri palestinesi oramai sepolti dall’asfalto.

Ripeto, niente di nuovo. I paesi del golfo e lo stato di Israele ospitano, senza che nessuno fiati sui diritti umani calpestati, gare internazionali di automobilismo, di motociclismo, di ciclismo, competizioni tennistiche, partite di pallavolo e di pallacanestro, il tutto come nella più placida normalità.
Ma questo è lo stato delle cose. L’orrore è normalizzato. Si può convivere con esso Tutto si può tenere assieme. Babbo Natale, shopping di lusso, stragi, corruzione, esiti della ricerca scientifica e tecnologica con la devastazione sociale ed ambientale perseguita con tenacia e ferocia in ogni angolo del mondo che solo ad un occhio “passatista” possono apparire orribili, compiute direttamente da forze che di umano non hanno più niente e che invece sono giudicate foriere di scavi e di trivelle, di fratturazioni e di perforazioni nelle falde acquifere, di terremoti, di smottamenti che arrecano, con il loro movimento incessante, benessere e prosperità a tutto il genere umano, perpetuando ed espandendo sempre più la nostra umanissima civiltà dei consumi, liquida, atomistica, disperata anche nei ceti più fortunati…

Del resto, le due italiche squadre, con la notevole performance sportiva esaltata dai cronisti di mezzo mondo, hanno semplicemente aperto le danze per i favolosi mondiali di calcio di Doha del 2022, con i quali, grattacieli, shopping extralusso, stragi, torture, pauperizzazione assoluta, avranno modo di combinarsi (perché l’una cosa non può esistere senza l’altra) e perciò di esaltarsi, oscurando ovviamente ciò che non deve essere visto dalle grandi masse televisive, nascondendo sotto il tappetto la polvere della storia che, oggi, nella luminosa epoca digitale, è la popolazione esclusa dal frenetico consumo, la popolazione che fa senso vedere, la popolazione del sottoconsumo, per non dire del senza consumo.

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