Tanzania: donne (al governo) per la castrazione dei gay

Mary Chatanda, leader del partito al governo in Tanzania, ha chiesto alla premier, Samia Suluhu Hassan, esponente del suo stesso partito, di promuovere una legge per la castrazione dei gay.

Niente male per una donna e, in quanto tale – secondo il dogma femminista (in particolare quello della differenza, anche se oggi un po’ in crisi in seguito all’avvento di quello “gender”) –  incapace anche solo di concepire la violenza, figuriamoci di essere a capo di governi liberticidi e repressivi o addirittura di vere e proprie dittature.

La notizia non è stata particolarmente diffusa dai media occidentali e la cosa non stupisce perché mette in crisi (da quel dì che lo è per chi ha occhi per vedere…) uno dei capisaldi dell’ideologia neoliberale, femminista e politicamente corretta dominante.

Oltretutto si tratta delle leader donne di un paese del terzo mondo. Come se la caveranno o se la caverebbero le nostre e i nostri cantori femministi e neoliberali nel commentare una simile notizia? Molto probabilmente, se non certamente, ripeterebbero la solita scontata filastrocca de-responsabilizzante per la quale quelle donne hanno interiorizzato la “cultura” maschilista e patriarcale e quindi è come se non fossero delle vere donne ma degli “uomini in gonnella”.

Con lo stesso criterio è ovvio che neanche le ultrareazionarie liberiste Margaret Thatcher e Teresa May, le liberal guerrafondaie Clinton e Harris, le sioniste Golda Meir e Tzipi Livni, la bombardatrice dell’Iraq Condoleeza Rice, la presidente del più grande fondo di speculazione finanziaria internazionale ai danni dei popoli del mondo, il FMI, Christine Lagarde (e via discorrendo…), sono donne ma maschi in gonnella.  Donne, dunque, secondo questo modo di osservare la realtà, completamente prive di ogni autonomia politica, intellettuale e personale. Delle semplici marionette teleguidate dal sistema capitalista, naturalmente maschilista e patriarcale per definizione.

Dire che queste sono favole, né più e né meno di quella del lupo e di cappuccetto rosso, buone per far prendere sonno ai bambini la sera, è fin troppo generoso. E in effetti è così che ci considerano data la consistenza (si fa sempre per dire…) delle loro argomentazioni, come dei bambini da rassicurare e da “addormentare”. Il problema è che in tanti/e ancora ci cascano.

CCM's women's wing leaders urged to shun favouritism in elections - Daily  News

Fonte foto: Daily News (da Google)

 

 

9 commenti per “Tanzania: donne (al governo) per la castrazione dei gay

  1. Massimo
    25 marzo 2023 at 15:05

    Le donne sono autentiche soltanto se “buone”. Se commettono violenze oppure le ordinano o le consentono o si fanno strumenti di politiche di macelleria sociale sulla pelle della gente comune grazie a politiche neoliberiste sono solo “costrutti” della cultura “patriarcale” alle quali – poverine – non hanno potuto sottrarsi. Si esclude per definizione in questo caso la capacità di autodeterminazione e quindi la responsabilità della donna la quale è debole quando le fa comodo e forte quando le fa comodo. Se le è utile, è intelligente, se le è utile è stupida. Se le fa comodo è protagonista, se le fa comodo è una povera vittima. In ogni caso, non è responsabile del MALE. Lo è solo del BENE. E’ qui e solo qui, caro Fabrizio, il motivo del silenzio dei media su tale caso.

    • 26 marzo 2023 at 12:56

      Gli unici veri indifesi in Italia sono i minori e ogni sito maschile dovrebbe occuparsene.
      Oggi gli uomini di domani sono ridotti a oggetti di consumo, che si possono fabbricare e comprare come peluche.
      Combattere la mercificazione degli esseri umani senza timori reverenziali dovrebbe essere una priorità

  2. 25 marzo 2023 at 15:57

    Notizia che manda in cortocircuito i canoni ideologici del globalismo e si presta a mille usi: sei contro gender e adozioni controverse quindi vuoi castrare i gay. Se non vuoi castrare i gay sei contro le donne. E così via, in un anello senza fine che copre il vuoto di ragione.
    L’Occidente ha perso il senno e non si pone più domande fondamentali: cosa è opportuno per il bene dei cittadini, che siano uomini, donne e (una buona volta) anche figli? In Tanzania, ma possibilmente anche in Italia

  3. 25 marzo 2023 at 23:13

    ottimo articolo fabrizio . A margine del tuo articolo che centra un punto finora non colto da nessuno di noi, aggiungerei allei donne che non sono tutta gentilezza e bontà ci aggiungerei la Merkel affamatrice della Grecia e anche la nostra Meloni iper-atlantista e guerrafondaia promette bene fin dal suo inizio.

    • Fabrizio Marchi
      25 marzo 2023 at 23:32

      L’elenco sarebbe stato troppo lungo…ho scritto le prime che mi sono venute in mente…

  4. Andrea
    26 marzo 2023 at 11:52

    Resta sempre una domanda (retorica): ma gli uomini, a cominciare da quelli “che contano” (anzi, che dovrebbero contare), dove sono ?
    Che dicono ?
    Cosa fanno ?
    Ovviamente nulla, per cui tutto il resto è consequenziale.
    Una forza si espande e può espandersi in maniera illimitata, solo quando non ne trova un’ altra che la contrasta.

    • 26 marzo 2023 at 12:38

      Se gli uomini potessero difendersi, la maggior parte lo farebbe. Ma come sappiamo appena aprono bocca scattano accuse di stalking, molestie, atti persecutori. Non è un Paese per uomini

  5. Giulio Bonali
    27 marzo 2023 at 8:29

    Al punto in cui siamo arrivati credo di essere perdonabile se rido (e anche un po’ volgarmente) per non piangere, rilevando che in fondo se donne al governo legiferano di castrare i maschi omosessuali (e la mutilazione clitoridea delle lesbiche no? Non ricordo il termine tecnico con cui si denomina, ma mi sembra che in Africa abbia una certa tradizione…) vuol dire che il pene non lo trovano poi così spregevole, dato che lo vorrebbero tutto per loro e non ne lasciano nulla, nemmeno “le briciole”, ai (absit iniuria verbis) froci…

    Chiedo venia, sono un vecchio (1) maschio (2) eterosessuale (3), quindi da eliminare per i politicamente corretti per almeno tre motivi …ma per non farmi mancare niente sono anche orgogliosissimamente comunista!

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