Tesla: la fine dell’imprenditore guru-illusionista e della tecnologia-magia da Luna Park

Ogni bull market ha un suo simbolo, una sua forza trainante, una sua dimensione.
Questo mercato toro (ndr per chi non lo sapesse il mercato toro è quello in crescita, nozione scontata per molti ma io mi rivolgo anche un pubblico non necessariamente formato economicamente) ha avuto come simbolo Steve Jobs.
Mentre in Italia gli imprenditori erano fermi al concetto-format di masterchef, per cui bisognava assomigliare il più possibile a Carlo Cracco, essere inutilmente cattivi e offensivi e ostentarlo, negli Usa scattava l’era dell’imprenditore guru.
Mentre da noi si cercava di colmare questa lacuna eleggendo Briatore a modello imprenditoriale, perchè era un Carlo Cracco che non faceva il cuoco, negli Usa spopolava Steve Jobs.
La storia dell’imprenditore guru è più o meno questa, per 20 anni è un nerd maniaco della perfezione che ostacolava l’azienda perchè creava prodotti di indubbia qualità ma fuori mercato, tenuto in vita da dei nerd, unici compratori del prodotto (detesto il termine,ma devo utilizzarlo) che erano in sostanza dei protoseguaci dell’azienda setta e del suo guru Steve Jobs.
Per un pò sopravvive grazie al fatto che nel consiglio di amministrazione lo allontanano e cercano di mediare fra le sue esigenze di maniacale perfezione e la possibilità di reggere la concorrenza del mercato.
Un pò come Mao quando venne isolato dagli altri membri del Partito Comunista, Jobs comprende che per ritornare padrone dell’azienda deve lanciare una rivoluzione culturale e così lancia il touch screen.
Il resto è storia nota, da roba da nerd diventa status symbol irrinunciabile per ragazze ricche che si affrettano a comprarlo per metterlo nelle custodie rosa, con i brillantini o con addirittura le orecchie da coniglietta.
Creati come clienti donne giovani e ce l’hai fatta, hai sfondato, hai raggiunto il ”core” del mercato.
Torniamo a Steve Jobs, lui è più cattivo di Carlo Cracco e Briatore, quelli che l’hanno conosciuto sanno che una riunione con lui non era una lezione di yoga ma qualcosa di simile alle riunioni dei generali con Hitler nel bunker di Berlino del 1945, sfuriate in cui i generali ogni tanto tentavano a capo chino di replicare, ”mein furher” dando ancora più benzina al fuoco inesausto di furia del furher.
Solo che Hitler ha perso la guerra, Steve Jobs l’ha vinta.
E si è guardato bene dal ”fare il cattivo”, anzi, ha veicolato l’immagine di hippy prestato alla Silicon Valley che va a comprare il cibo biologico ai mercatini di San Francisco.
Scrive autobiografie che sono autoagiografie, il suo rapporto col pubblico è quello di un telepredicatore, la sua azienda una chiesa.
Indubbiamente si è fatto da solo, questo gli va riconosciuto, certo ha parassitato alcuni colleghi più dotati come Steve Wozniak che sono conosciuti solo dai nerd e non dalle giovincelle che mettono l’ultimo I-phone nella borsetta di Prada.
La cosa strana è che in Italia tutti i raccomandati di ferro che hanno la coda di paglia giocano a fare gli Steve Jobs, da Matteo Renzi all’ultimo raccomandato 21enne eletto in Sicilia coi voti mafiosi del papà che non ha mancato di citarlo, stay hungry, stay foolish.
Ma consegnato il brand Apple nell’empireo del ”paradiso delle signore”, l’era del capitalismo degli imprenditori guru sta per tramontare, e con essa il bull market da essi cavalcato.
E veniamo al caso Tesla-Elon Musk.
Tesla non è un’impresa: è una setta,una religione e Elon Musk ne è il guru.
La capacità di questi individui è di aver individuato una tendenza: scomparsa la credenza nella magia e nel soprannaturale, nel miracoloso, la gente carica di valenze magiche la tecnologia la quale smette di essere quello che è, ovvero nuove soluzioni per ottimizzare le risorse, per diventare una sorta di luna park in cui ci si può abbandonare fanciullescamente alla sua magia.
Le macchine Tesla sono giocattoli, si aprono come la macchina di batman, sfruttano l’accelerazione dell’elettrico per fare battere le mani alle vecchiette che vengono immortalate nel loro stupore nei video su youtube dei tesla-devoti.
I punti fondamentali che qualsiasi amante della tecnologia razionale e non da Luna Park vengono evasi.
Se tutti quanti avessimo una Tesla quanto verrà a costare l’energia elettrica, come verrà prodotta l’energia necessaria ad alimentare le batterie della Tesla, come si riuscirà a compensare gli squilibri di tensione vertiginosi quando i lavoratori torneranno a casa e metteranno in carica il giocattolo Tesla?
Vi rendete conto che per avere tutti l’auto elettrica saremo costretti a tornare a illuminarci a lume di candela perchè accendere una lampadina diventerà costosissimo?
Questo non fa futuro?
Non fa Luna Park?
Il problema è che non solo Elon Musk ha evaso questi problemi, ma non si è neanche curato di mettere in campo le forze necessarie per produrre questo giocattolo in dimensioni un pò più grosse.
Delle 200.000 Tesla prenotate dai fedelissimi ne sono arrivate solo il 10% perchè dice lui, c’è un collo di bottiglia.
No non c’è un collo di bottiglia, c’è la mancanza di cultura tecnica che è appunto razionalizzazione delle risorse, necessaria per fare qualcosa su scala di massa.
E se Steve Jobs se l’è cavata perchè era un dritto e ha messo su un esercito di schiavi che assemblano i suoi giocattoli, Musk è rimasto nel suo paese dei balocchi e non riesce a produrre più che poche migliaia di auto all’anno.
Piene di difetti per giunta.
Con i soldi con cui ti compri una Tesla ti puoi comprare macchine che hanno una qualità incomparabilmente alta, ma che non fanno Luna Park.
Viviamo in un mondo strano, predire il futuro è difficile perchè ciò che sembra più utile a fare predizione, ovvero la razionalità, cozza con l’irrazionalità fondamentale dell’uomo.
Tesla è in bolla, prima o poi le cose che ho scritto in questo post verranno scritte dai media mainstream,ma per ora il Luna Park continua.
Elon Musk ha lanciato il nuovo camion elettrico.
Mamma mia il futuro che arriva!
Ma scusate CHE SENSO HA UN CAMION ELETTRICO?
E’ il problema del capitalismo, al quale è estranea una parola: pianificazione.
La pianificazione può solo essere fatta dallo stato.
Se l’auto elettrica dovrà diventare un fenomeno di massa non lo può decidere un’imprenditore guru e la sua setta ma uno stato che riorganizzi la sua rete elettrica in funzione del progetto.
Impresa costosissima che nessun privato può permettersi di sostenere.
Ma Elon lancia il camion elettrico e il tg 5 ci fa il servizio.
Il punto è molto semplice: la Svizzera ha già optato per la soluzione elettrica, ma su rotaia.
La Svizzera che è uno stato nazionale piccolo, efficiente e razionale ha deciso che il 90% della merce deve viaggiare su rotaia, ovvero su elettrico.
Solo che la cosa non fa ballare le nonne, non fa Luna Park, non c’è nessuno a stupirsi dell’accelerazione dell’elettrico perchè sono almeno 60 anni che ci sono treni elettrici che hanno accelerazioni straordinarie.
L’elettrico che trasporta merce su gomma è di una totale idiozia.
Che te ne fai dell’elettrico su gomma?
I pneumatici hanno un attrito superiore alle rotaie.
I TRENI ELETTRICI ESISTONO GIA’ E ASSOLVONO BENISSIMO ALLA LORO FUNZIONE.
Solo che il guru aveva bisogno di far battere le mani alla nonna, ora qualcuno si comprerà il Tesla Truck e farà un video su youtube in cui dimostrerà che accelera come una Ferrari (quella sì, vero gioiello di tecnologia).
Sì, ma al di là del Luna Park, da un punto di vista ”razionale” che senso ha?
Dal momento che l’energia per mandare avanti un Tir è ancora maggiore di quella necessaria a un’auto il giocattolo si fa  ancora più grossa e se una nazione deve investirci sopra trasformando la propria rete elettrica, tanto vale che a quel punto investe sulla rotaia.
Ma questi problemi in casa Musk non si pongono.
Da una parte si è portati a pensare che lo stato sia una cosa inutile, ma che ovviamente debba scucire i soldi per il Tesla truck.
Anche se non gli conviene.
Perchè lo stato è parassita e il privato efficienza.
Perchè gli uomini del nostro tempo sono orfani del magico e allora investono sulla tecnologia, le aspettative di un pubblico nei confronti dell’illusionista.
Vogliono magia, giocattoli e un mondo simile a Star Treck, ma la tecnologia non è questo.
Vengo a sapere addirittura che un gruppo di scienziati della Silicon Valley ha creato un nuovo culto:
quello di un computer superintelligente dal quale farci governare.
Questa gente ha una mentalità religiosa, non tecnica.
Primo Levi in la tavola periodica aveva intuito che il tecnico, lo scienziato ha un rapporto ”animistico” con la scienza, così ogni elemento ha uno spirito rappresentato da una storia.
Ma la scienza e la tecnologia sono innanzitutto razionalità e se diventano religione presto o tardi si schianteranno con la realtà che hanno emarginato fuori dagli show in cui si esibiscono gli imprenditori guru-illusionisti.

Fonte: http://semprecaromifuquestermoblog.blogspot.it/

6 commenti per “Tesla: la fine dell’imprenditore guru-illusionista e della tecnologia-magia da Luna Park

  1. Mario
    26 novembre 2017 at 15:08

    Questo scribacchino è un maggiordomo dei petrolieri !

    • Mario
      26 novembre 2017 at 15:10

      Citare Adolf Hitler poi è il marchio di farrbica sionista !

    • Enrico Fiorini
      27 novembre 2017 at 14:59

      Ah Ah Ah,il maggiordomo dei petrolieri.
      Meno male che c’è sempre chi mi trova un lavoro,mannaggia a voi.
      Cioè Tesla sostituirebbe la necessità del petrolio?
      Ma è proprio per questo che viene fondata la critica,Tesla vende auto elettriche.
      Come se fosse un miglioramento in se e per se.
      Il come viene prodotta l’elettricità con cui alimentare queste auto elettriche è un dettaglio.
      Con lo stesso petrolio che usi per mandare avanti un’auto a benzina o diesel

      ”ROMA – Le auto elettriche più performanti, come le Tesla, possono essere più inquinanti delle tradizionali vetture a benzina, evidentemente nel caso che il calcolo delle emissioni venga effettuato su tutta la filiera, compresa la produzione dell’energia elettrica. A questa conclusione è arrivato uno studio della filiale di Hong Kong della società di analisi Sanford C. Bernstein. Secondo questo studio, oggetto di un report di Bloomberg, i veicoli elettrici in circolazione nella regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese potrebbero essere la causa di un incremento del 20% delle emissioni di CO2 in quel territorio, proprio perché ad Hong Kong la metà dell’energia elettrica è prodotta da centrali a carbone. Neil Beveridge, analista di Bernstein, scrive nel suo rapporto che Hong Kong dovrebbe prima concentrarsi sul passaggio a fonti energetiche rinnovabili o sul gas, piuttosto che spingere con incentivi la vendita di auto elettriche. Nella regione ne circolano 4.000, tra cui la Tesla ModelS oggetto dello studio e molte Nissan Leaf. ”Su una percorrenza di 150mila km – scrive Beveridge – una Tesla ModelS che circola a Hong Kong comporta emissioni di CO2 superiori di 4,4 tonnellate rispetto a quelle emesse direttamente da una Bmw 320i”, un calcolo ottenuto valutando non solo l’impatto della produzione dell’energia elettrica ma anche quello relativo alla fabbricazione delle batterie e, nel caso dell’auto a benzina, della raffinazione e del trasporto dei caburanti. Alla polemica innescata dallo studio della Sanford C.

      Bernstein Tesla ha replicato con una email in cui – riferisce Bloomberg – si sostiene che le emissioni reali delle proprie auto in termini di CO2 sono la metà di quelle di un’analoga vettura a benzina. Le valutazioni della Bernstein rimettono in discussione – come già era avvenuto nei giorni scorsi a Singapore – il meccanismo degli incentivi sulla vendita delle auto elettriche, ‘agevolate’ ad Hong Kong dal punto di vista della sovratassazione alla immatricolazione. Sommando gli sconti che sono stati praticati agli acquirenti delle Tesla ModelS – ognuno dei quali risparmia il corrispettivo di 43.700 euro – e delle altre vetture elettriche, per gli analisti di Bernstein il Governo locale avrebbe perso entrate pari a 170 milioni di euro.”

    • vincenzo mastriani
      28 novembre 2017 at 19:33

      Indubbiamente uno che trascura la produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili, e parla di candele a casa se circoleranno troppe auto eletriche……. .

      • Enrico Fiorini
        28 novembre 2017 at 21:10

        Sono io a trascurarla?
        O chi propone un prodotto fottendosene della sua sostenibilità?

  2. Enrico Fiorini
    27 novembre 2017 at 15:01

    Citare Adolf Hitler poi è il marchio di farrbica sionista !

    Bho cos’è una battuta?

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