Il “trasgressivo” Achille Lauro e la regina Elisabetta

Il “trapper” genderista, Achille Lauro, versione post-moderna del vecchio Renato Zero (ormai una sorta di “nonnino” benpensante e perbenista al confronto…), uno dei nuovi idoli di masse di teenager col cervello spappolato (non è colpa loro se crescono nel nulla…) e già fottute prima ancora di cominciare, celebrato a Sanremo come messaggero di nuovi orizzonti di liberazione dalle catene del proprio sesso biologico, ha come modello di riferimento la guerrafondaia Elisabetta I Tudor, la prima grande colonialista e imperialista dell’era moderna insieme ai reali di Spagna, responsabile di saccheggi, massacri, atti di pirateria internazionale e, naturalmente, della repressione feroce del dissenso interno, sia religioso che politico.

Eppure per questo guitto che ha avuto successo recitando la parte del “trasgressivo”, né maschio e né femmina (però si sente più femmina perché i maschi che lui ha conosciuto e frequentato, cito testualmente dal suo libro, sono “disgustosi, omofobi, volgari, tribali, anaffettivi e ignoranti”), inciuccato di sostanze fino all’altro ieri e forse tuttora (e questi sarebbero affari suoi se non fosse che, essendo un personaggio pubblico, quello che dice e che fa finisce inevitabilmente per condizionare altre persone), Elisabetta I Tudor risponde a quell’ideale, cito testualmente dalle sue parole “di indipendenza e libertà, di cui aveva fatto un vero e proprio baluardo”.

Insomma, il modello a cui si ispira questo giovane “trasgressivo” – in realtà più omologato degli omologati –  non corrisponde a quello di donne pur diverse fra loro come Rosa Luxemburg, Anna Kuliscioff, Angela Davis o anche, perché no, Anita Garibaldi o Tina Anselmi. No. E’ Elisabetta I Tudor. E perché? Cito sempre testualmente:” Perché Elisabetta I è riuscita a fregarsene, a tener testa agli uomini con cui si confrontava: lo faceva anche attraverso il suo aspetto, indossando abiti larghi sulle spalle, per rendere la propria fisicità imponente quanto la propria personalità e per non essere mai inferiore ai propri interlocutori maschili”.

Avete capito il nostro “trapper” “ribelle”?  Ma ribelle de che?

In realtà è del tutto allineato e coperto al pensiero dominante, sia per il personaggio che interpreta e per il messaggio che lancia (oggi, per come stanno le cose, è molto più trasgressivo uno che si iscrive ai Boy scout e frequenta l’oratorio…) che per i suoi modelli di riferimento femminili. Non a caso è diventato una delle icone del Festival di Sanremo, cioè del palcoscenico “nazional-popolare” del Belpaese per eccellenza, una sorta di istituzione pubblica, secondo, nella scala gerarchica, forse, soltanto alla Basilica di San Pietro.

Di certo, non riesco proprio a immaginarmi un Joe Strummer, cantante e leader dei Clash (gruppo punk-rock molto politicizzato dei primissimi anni ’80), che partecipa al Festival di Sanremo. Strummer e compagni non ci sarebbero mai andati né, tanto meno, ovviamente, li avrebbero invitati (per i Clash era già troppo suonare alla festa de L’Unità, figuriamoci a Sanremo…).

Volendo dare un’idea a questo nuovo giovanissimo giullare di corte, potremmo suggerirgli di approfondire – a questo punto –  la figura di Margaret Thatcher, estimatrice e sostenitrice di Pinochet e Suharto (il dittatore indonesiano che massacrò nel 1965 circa 700.000 persone, definito dalla Thatcher “uno dei nostri migliori e più preziosi amici”). Personaggio, in fondo, simile a Elisabetta I Tudor ma storicamente molto più recente, la Thatcher non aveva neanche bisogno di “indossare abiti larghi sulle spalle, per rendere la propria fisicità imponente quanto la propria personalità e per non essere mai inferiore ai propri interlocutori maschili”. Gli bastavano il suo cipiglio dirigista e naturalmente i suoi bombardieri…

In fondo, perché no? Margaret Thatcher è una donna e tanto basta e, in proporzione, si è macchiata di crimini sicuramente minori rispetto a quelli di cui si macchiò Elisabetta I.

E poi questi sono dettagli. La cosa fondamentale per il “nostro” è che sia donna e che sappia tener testa agli uomini…

Risultato immagini per Achille Lauro vestito da Elisabetta I Tudor

Fonte foto: Huffington Post (da Google)

 

5 commenti per “Il “trasgressivo” Achille Lauro e la regina Elisabetta

  1. dante
    12 febbraio 2020 at 0:33

    Una cosa é certa la suddetta regina un tizio cosi l’avrebbe dato in pasto ai suoi maiali

  2. Marco Mengoli
    12 febbraio 2020 at 8:58

    IMHO la lettura su Elisabetta I è completamente astorica e decontestualizzata. Fosse vissuta in un’epoca dove tutti si volevano bene e c’era un pensiero generalizzato di pace e cosmopolitismo potrei anche essere d’accordo, ma non era così. Donna che è riuscita a imporsi contro la tradizione che esigeva la presenza di uno sposo più o meno di facciata (l’aveva appena fatto Bloody Mary ma con metodi, quella sì, un po’ estremistici anche per l’epoca, da cui il nomignolo), capace di pacificare una situazione religiosa che in Europa continentale sarebbe proseguita ancora per quasi un secolo, capace di organizzare una flotta che avrebbe distrutto quella ritenuta “Invincibile” e sotto la cui ala e protezione si sarebbe sviluppata l’arte di un certo William Shakespeare. Personaggio completamente positivo, dunque? No, anche perché la Storia non deve distinguere tra buoni e cattivi. Una delle più grandi donne di tutti i tempi? Secondo me sì.

    • Fabrizio Marchi
      12 febbraio 2020 at 13:19

      Trovo che il tuo commento sia alquanto maldestro.
      Che senso ha dire che quella era l’epoca che era…E allora? Cambia forse il giudizio politico sul personaggio? Dove vuoi arrivare? Avrei detto esattamente le stesse cose se fosse stata un uomo. Siccome però è stata presa a modello in quanto donna, parlo di lei per quello che è effettivamente stata, e cioè una guerrafondaia imperialista senza scrupoli. Come altri e altre, certamente, e allora?
      Anche Gengis Khan è stato un grande condottiero che ha fatto grande la sua nazione, ma io non lo prenderei certo come modello. Anche Luigi XIV allora è stato un grande re che ha fatto grande la Francia, anche Bismarck, anche Stalin, sono stati grandi leader e capi di stato e via discorrendo, potrei portare centinaia di esempi. E allora? Che razza di discorso è il tuo? Privo di ogni fondamento…
      Cito testualmente le tue parole:“Fosse vissuta in un’epoca dove tutti si volevano bene e c’era un pensiero generalizzato di pace e cosmopolitismo potrei anche essere d’accordo, ma non era così”. Ma quando mai c’è stata un’epoca in cui tutti si volevano bene? Stai dicendo cose senza senso…
      E visto che hai detto che avrei decontestualizzato, nella stessa epoca di Elisabetta c’è stato un tale, di nome Thomas Muntzer, un grande capo rivoluzionario, un monaco, che ha guidato la seconda grande rivolta di classe della storia dopo quella di Spartaco, naturalmente repressa ferocemente. Quello è un uomo da prendere come modello, non Elisabetta o un’altra o un altro come lei. Ti piace perché era una donna con un certo cipiglio e personalità? E allora? Che cosa vuol dire? Non lo erano forse pure Cleopatra o Teodora? E le prendiamo ad esmpio per il solo fatto che erano delle leader capaci e autorevoli? Ma che razza di modo di ragionare è questo? Capirei se avesse preso come modello Giovanna d’Arco, al limite, ma Elisabetta…
      Ti cito nuovamente:” capace di organizzare una flotta che avrebbe distrutto quella ritenuta “Invincibile” e sotto la cui ala e protezione si sarebbe sviluppata l’arte di un certo William Shakespeare”.
      E allora? Era il capo di una potenza imperialista in guerra contro altre potenze imperialiste. Era una donna capace, non c’è dubbio su questo. Ma non c’entra nulla con il mio. Anche Mussolini e Hitler erano uomini capaci, se è per questo (è indubitabile) ma non li prendiamo certo come modelli (men che meno perché erano uomini…). E allora?
      Di nuovo:” Una delle più grandi donne di tutti i tempi? Secondo me sì”.
      Non discuto le sue capacità politiche ma questo è un altro discorso. Anche Churchill (è solo un esempio fra i tanti) è stato un grande uomo e leader politico ma per me resta un avversario e non lo prenderei mai come modello. Ripeto, potrei portare centinaia di altri esempi ma credo di essermi spiegato.
      Se poi vogliamo tessere l’elogio della donna in quanto donna (e secondo me è così), allora è un altro discorso. Ma sessista, per come la vedo io.

  3. lourenco
    12 febbraio 2020 at 14:42

    boh ho trovato il tuo articolo alquanto ..non so che parole usare…ma questo inizio “masse di teenager col cervello spappolato e già fottute prima ancora di cominciare” mi ha fatto pensare che parti prevenuto….ricordiamo inoltre il buon Joe Strummer in concerto con la maglietta delle Brigate Rosse a MIlano …poi si e’ giustamente pentito di averla indossata…

    • Fabrizio Marchi
      12 febbraio 2020 at 15:31

      E perché, non è vero scusa? Non lo dico mica in senso dispregiativo, anzi, mi addolora vedere i giovani ridotti ad avere come idoli simili personaggi…ai miei tempi i nostri idoli erano il Che Guevara, oppure, che so, cambiando quasi completamente, Mao, i riferimenti culturali erano personaggi come Pasolini, Marcuse…musicalmente, come appunto ho scritto, erano personaggi come Strummer o i Doors (sia pure così diversi fra loro)…
      Questi c’hanno Achille Lauro, e su…del resto non è colpa loro, crescono, come ho scritto, nel nulla, e purtroppo uscire dal nulla non è facile. E infatti è una deriva nichilista, questi si inciuccano di sostanze, alcool, si sballano e vanno ai concerti di Lauro…E questo non è avere il cervello spappolato, scusa?…

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