Ucraina e Grecia. Due pesi e due misure

Oggi è sufficiente che Zelensky faccia un fischio e i governi occidentali aprono il portafogli, e senza fiatare.

Ci siamo dimenticati degli anni in cui la Grecia (già povera di suo) fu letteralmente strangolata e gettata sul lastrico dall’Unione Europea che si rifiutò di addivenire a qualsiasi negoziato, naturalmente infischiandosene del parere del popolo greco che a larga maggioranza (il NO ottenne al referendum circa il 61% dei voti), aveva respinto le proposte-capestro avanzate dalla stessa UE. Con il risultato (voluto) di ridurre la Grecia ad una sorta di colonia da saccheggiare, cosa che è puntualmente avvenuta. In quell’occasione furono anche fatte delle pressioni gravissime sul governo greco il cui premier, Alexis Tsipras, fu anche pesantemente ricattato se non più o meno palesemente minacciato (al di là della debolezza personale e politica di Tsipras, ma questo è un altro discorso).

Anche in questo caso è calato il silenzio dei media su questa vergognosa disparità di trattamento. Non che ci sia da stupirsene, sia chiaro, però il nostro compito è quello di fare luce proprio dove i media ufficiali fanno calare l’oblio. L’obiezione, facilissima da rintuzzare, potrebbe essere che l’Ucraina è stata invasa militarmente dai russi. Ma non regge, a meno di non pensare che gettare in miseria un popolo per ragioni finanziarie (cioè per fare profitti) sia legittimo se non addirittura etico. Fu allora la Germania quella più determinata nel mettere in ginocchio i greci. La stessa Germania oggi umiliata dagli USA che arrivano a sabotargli sotto gli occhi i gasdotti Nord Stream, obbligandola ad acquistare gas americano ad un prezzo tot volte superiore a quello russo e a svuotare il proprio arsenale per inviare armi agli ucro-nazi-liberisti di Kiev (per poi essere costretta a rimpinguarlo comprando armi dalle industrie americane, naturalmente).  Del resto, l’imperialismo e il capitalismo non hanno patria, verrebbe da dire, e non guardano in faccia a nessuno; per la serie “chi la fa l’aspetti”, volendo scherzarci sopra.

Anche se c’è ben poco su cui scherzare. La meschina subalternità dell’UE di oggi nei confronti degli Stati Uniti (ben sapendo che una larghissima fetta della popolazione è contraria alla guerra contro la Russia…) è direttamente proporzionale al cinismo con cui la stessa UE trattò a suo tempo la Grecia.

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Fonte foto: Europa Today (da Google)

 

 

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