Unione Europea: se questa non è dittatura…

Contro una manovra timida al 2,4 di deficit che contempla, al di là della retorica, la riaffermazione della politica classista dei governi precedenti (vedi niente abolizione dell’articolo 18, vedi Tap e Tav, vedi acquisto F35, vedi flat tax e condono, vedi politica estera…conferma sostanziale della Fornero, reddito di cittadinanza risicato per una platea ridotta…) l’Unione Europea minaccia fuochi e fulmini contro le “inadempienze” del governo, reo di trasgredire direttive già ampiamente trasgredite da Germania e Francia ripetutamente…
Le opposizioni italiche, invece di avere un minimo di senso patrio, attaccano il molto fragile “governo del cambiamento”, accampando motivi di serietà e di correttezza nei confronti delle istituzioni europee, simulando scenari finanziari ed economici devastanti, in verità con un pensiero non innocente rivolto alle prossime elezioni.
I pericoli dello spread non derivano dalla nostra economia, dallo stato di salute delle banche e dal risparmio (che è rilevante) dalle ingenti riserve auree della banca centrale. No. I pericoli derivano dalle bugie criminali dei vari Moscovici, dagli allarmi irresponsabili del centro-sinistradestra, dagli speculatori della finanza. Un regalo per agenzie eterodirette come Moody1) che ha declassato senza giustificazioni concrete (a differenza di Fitch che conferma il rating a BBB) il bel Paese.

La costruzione della cupola europea, sin dalle origini antidemocratica, con lo scopo di annientare i più forti movimenti operai europei e in particolare quello italiano 2) che disponeva di una Costituzione che esaltava il lavoro, la partecipazione popolare, la solidarietà, il ruolo dello stato a favore delle uguaglianze poste in crisi dai mercati e che di fatto proponeva una politica economica keynesiana, aspirava fin dal primo vagito, contrariamente a fraudolente interpretazioni storiche, allo smantellamento della Costituzione italiana, pessimo esempio per i Paesi europei, allo smantellamento dei partiti socialista e comunista, della CGIL, del movimento operaio, dell’opposizione realmente di sinistra…

Per quanto riguarda l’ambizione di ridurre il peso politico dell’Italia è giusto fare riferimento al ruolo della Germania e della Francia in particolare, alle teorizzazioni liberiste di Von Hayek e in seguito di Milton Friedman, nemici di una Costituzione manifestamente in favore delle teorie keynesiane che giudicavano l’occupazione lavorativa come primo elemento da realizzare per la crescita democratica ed economica di una nazione… e che non vedeva di buon occhio una eccessiva dipendenza da fattori esterni. Ma sarebbe fare torto ai politici italiani se volessimo ritenerli estranei alla distruzione della democrazia e dell’economia dell’Italia.

Perché si arrivasse a trattati liberticidi tipo Maastricht era necessario predisporre il terreno alla de-sovranizzazione e alla de-democratizzazione. Credo che il primato spetti a Romano Prodi, un vero e proprio Attila, distruttore dell’ IRI e del patrimonio industriale dello stato, volano della crescita economica del Paese, eccelso privatizzatore, esempio per altri grandi demolitori come D’Alema che si vantava che come lui nessuno aveva saputo privatizzare.
Dopo di loro, i governi italici anti-italiani hanno continuato con le privatizzazioni a favore dei “capitani coraggiosi” 2) saccheggiatori delle enormi risorse del Paese a danno dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati…
Non va trascurato il ruolo di Andreatta, di Ciampi, di Carli, di Draghi e di altri maggiordomi ben pagati per il divorzio, molto voluto dalla finanza e dalla speculazione, del Tesoro con la Banca centrale: indipendenza che si è conclusa con la privatizzazione e con la difficoltà dello stato di nutrirsi in casa propria. Difficoltà che diventerà impossibilità con l’ingresso dell’euro nelle ormai svuotate tasche del popolo italico. Con Maastricht e con l’euro, lo stato italiano per approvvigionarsi dovrà ricorrere ai “mercati” e senza sovranità politica e monetaria, sarà costretto, senza autonomia, a dipendere dall’oligarchia europea e a non poter più disporre di una politica economica di crescita, di tipo keynesiano, dovendo obbedire ai diktat neoliberisti, all’austerity utili alla grande finanza transnazionale e alla svalutazione interna funzionale alla politica mercantilistica della Germania… ma non certo alla popolazione italiana e mediterranea…

I militanti buontemponi che vorrebbero impegnarsi per una trasformazione democratica dell’Unione Europea non si rendono conto (sto parlando delle persone oneste, non dei furbacchioni) che tale istituzione è stata costruita per favorire un’ èlite che potesse governare non solo senza partecipazione popolare ma soprattutto contro la volontà popolare, ritenuta incapace di comprendere i meccanismi austeri della politica e della finanza.
Il sottoscritto ha scritto un articolo 3) a proposito dei meccanismi autoritari dell’amministrazione UE governati ovviamente dai Teutonici. Il castello kafkiano reso operativo. L’Unione Europea ha sempre funzionato in modo gerarchico senza che la gerarchia fosse resa credibile da un’azione dal basso. Un’organizzazione che fa riferimento all’ordinamento feudale. Del resto, se invece di parlare a vanvera gli “europeisti analizzassero nomi e cognomi dei fondatori scoprirebbero tra di loro ex nazisti e simpatizzanti del nazismo.

Perché si costituisca una cornice in cui si possano creare spazi democratici in cui vengano posti al primo posto diritti sociali e civili è necessario che si ricostituisca la sovranità politica della nazione che riscopre la sua identità non in una presunta etnia ma nella condivisione di principi sani di convivenza e di solidarietà.
Una sovranità di donne e di uomini finalmente liberi dallo sfruttamento e dalla servitù. Una sovranità e una identità che nulla hanno a che vedere con il “sovranismo” e con l’identità di marca squisitamente leghista…caratterizzati da sfruttamento, profitto, mercato, atomizzazione dell’individuo, spersonalizzazione, razzismo, violenza…
Un’Europa democratica può nascere…ma solo dopo la rottura di “questa” Europa imperialista, fintamente democratica e già indirizzata verso lo svuotamento degli spazi democratici rimasti…Prima bisogna riconquistare la democrazia negli spazi nazionali e da lì partire per fondare uno spazio sovranazionale di solidarietà…

NOTE
1) Moody’s è quella agenzia che ha assegnato alla banca Lehman brothers, fonte principale del crollo finanziario del 2007, la tripla A. Moody e i suoi dovrebbero essere in galera.
2) Locuzione cara a Massimo D’Alema per designare gli ambiziosi incapaci che si sono assicurati beni pubblici, anche strategici, con molto poco denaro, realizzando un furto di stato indecente
3) Titolo dell’articolo in questione “Le ultime vergogne dell’Unione europea” in “l’interferenza”, WWW. Cobas Sardegna, “Una parola contro le guerre” settembre 2018

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Fonte foto: AP News (da Google)

1 commento per “Unione Europea: se questa non è dittatura…

  1. Fabio
    9 dicembre 2018 at 11:30

    10 milioni di idioti aspettano quell’obolo di sopravvivenza che assicurerà a questo pseudo governo una calda poltrona tra i neoliberisti di Bruxelles. Meritate tutto, italians.

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