Velleitarismo, minoritarismo e infantilismo fanno il gioco di Salvini

I centri sociali dell’Emilia Romagna si sono scontrati con la polizia che li ha caricati perché si stavano avvicinando al luogo (il Paladozzo a Bologna) dove era in corso un comizio di Salvini dove erano presenti migliaia e migliaia di persone, molte di più di quante non ne fossero presenti al corteo dei centri sociali  http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2019/11/14/salvini-a-bologna-obiettivo-e-tornare-al-governo.-tensione-polizia-centri-sociali_1e2122b5-f043-4ffb-82a3-3c8b40ca7b82.html

Queste iniziative ultra minoritarie non solo oggi non servono a niente ma sono assolutamente controproducenti, perchè ottengono il risultato opposto a quello che si vorrebbe ottenere, e cioè non fanno altro che accrescere i consensi alla destra e a Salvini in particolare. Non è certo con questo genere di pratiche che si prosciuga il brodo di coltura in cui pescano le destre leghiste e post-fasciste. Piuttosto bisognerebbe cominciare a chiedersi (anche e soprattutto in modo autocritico) come sia possibile che i leghisti e i post-fascisti siano così radicati nei ceti popolari, nelle periferie, nei sobborghi metropolitani, nelle province, nei territori, nei luoghi di lavoro, come sia possibile che Lega e Fratelli d’Italia prendano la maggioranza dei voti in una regione come l’Umbria che una volta era una delle roccaforti del movimento operaio, comunista e socialista italiano e che si apprestino a fare la stessa cosa in un’altra ex roccaforte della Sinistra italiana, cioè l’Emilia Romagna.

L’antifascismo, anche quello militante, ha senso e aveva senso quando era compreso dalle masse popolari, altrimenti è solo velleitarismo estremista ultra minoritario e privo di ogni consistenza politica. Faccio degli esempi, per capirci. Una volta era impensabile che il partito neo fascista (il MSI) potesse svolgere un comizio, che so, a San Basilio (quartiere di Roma) o a Sesto San Giovanni a Milano, per la semplice ragione che non c’erano le condizioni minime per farlo, perché i fascisti erano semplicemente inesistenti in quei quartieri e in quei contesti. Se avessero tentato di farlo certamente i militanti di Sinistra glielo avrebbero impedito ma sostenuti sia materialmente che politicamente, idealmente e moralmente, da quasi tutta la gente di quel quartiere. Una volta, per portare un altro esempio – lo ricordo a benissimo, si era nel pieno degli anni ’70, forse il 1975 – il MSI aveva indetto un comizio in una piazza nel pieno centro di Milano. Ebbene, nell’arco di poche ore uscirono dalle fabbriche di tutta Milano e provincia circa centomila operai (dicasi 100.000) e occuparono la piazza dove avrebbe dovuto svolgersi il comizio. Per non parlare di quello che successe a Genova nel luglio del 1960 dove praticamente l’intera città, con in prima fila i lavoratori del porto, si ribellò all’idea che i fascisti (che erano praticamente stati cooptati al governo dalla Democrazia Cristiana) tenessero proprio lì il loro congresso nazionale, scontrandosi molto duramente con la polizia (proprio in seguito a quella rivolta la DC tornò sui suoi passi…). Non so se è chiaro…

Quell’antifascismo aveva un senso, perché era appunto compreso dalle masse popolari ed era collegato ad una ben più ampia battaglia politica e sociale che non riguardava certo solo i fascisti.

Ora ci troviamo invece in un contesto storico-politico completamente diverso (purtroppo) dove la destra, per tantissime ragioni storiche e politiche che abbiamo spiegato tante volte sta diventando ed è già diventata in larga parte culturalmente e ideologicamente egemone, e fra poco lo sarà anche politicamente.   La risposta, quindi, non sta certo nell’andare a tirare sampietrini contro la polizia per cercare di impedire un comizio di Salvini ma nell’avviare un lavoro sul medio, lungo e forse lunghissimo periodo, duro, oscuro, faticoso, che richiede un enorme pazienza e volontà per cercare di ricostruire una nuova e autentica Sinistra di classe e popolare in grado di ricostruire a sua volta una relazione solida e simbiotica con i ceti popolari e il mondo del lavoro. Come era una volta e come non è più ora. E, naturalmente, capire perché ora non lo è più, perché siamo arrivati alla situazione in cui siamo. E questo lavoro richiede una grande capacità di autocritica. In caso contrario, qualora cioè non dovesse esserci questa capacità, è meglio sgomberare le macerie, cosa che sostengo da anni, perché per poter ricostruire servono fondamenta solide.

Risultato immagini per scontri a Bologna tra centri sociali e polizia per comizio Salvini immagini"

Fonte foto: Il Fatto Quotidiano (da Google)

 

 

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