Attacchi all´affido condiviso, la storia si ripete

Attacchi all´affido condiviso, la storia si ripete

22/05/2018 – 17:07

La storia si ripete

Lo scrivevo già nel marzo 2011, ma sono costretto a scriverlo ogni volta che riprende vigore il fronte degli oppositori del condiviso.

È  divertente notare come l’afflato oppositivo si diffonda fra le truppe anticondiviso con curiosa ripetitività: ogni volta che si avvicina la discussione parlamentare per un condiviso-bis, o per rendere più concreta l’applicazione di norme troppo spesso aggirate, ecco che saltano fuori le teorie fossili secondo le quali “l’affido paritario non s’ha da fare perché i bambini non sono pacchi postali”.

 

http://www.adiantum.it/public/2403-condiviso,-la-storia-si-ripete—di-fabio-nestola.asp

http://www.adiantum.it/public/2999-barbara-spinelli-e-il-ddl-957–democrazia-o-pregiudizio—–di-fabio-nestola.asp

http://www.adiantum.it/public/3018-gentile-signora-pasquino,-si-informi–si-chiama-condiviso,-non-congiunto.asp

http://www.adiantum.it/public/3011-gentile-barbara-spinelli…—di-fabio-nestola.asp

http://www.adiantum.it/public/1340-l%C2%B4idv-e-la-campagna-di-disinformazione-sulla-l.-54-e-sulla-pas.-ma-il-partito-approva–.asp

 

Alcuni amici mi segnalano un post su fb, col quale Anna Paola Concia[1] diffonde una nota firmata a quattro mani con Francesca Puglisi della Direzione Nazionale PD, con dichiarazioni ostili all’affidamento condiviso.

 

 

Ok, è chiaro a tutti che molti politicanti o aspiranti tali sono in perenne campagna elettorale.

È chiaro anche come la strategia preferita sia quella di gettare fango sulle iniziative altrui, quindi è facile comprendere che qualunque argomento vada bene agli sconfitti per mettere i bastoni fra le ruote ai vincitori.

Quindi è tutto un fiorire di banalità, frasi fatte, luoghi comuni e qualunquismi dozzinali, obiezioni ormai ammuffite ma evidentemente ancora riciclabili per chi non ha niente di meglio da dire.

Parlando di Diritto di Famiglia in generale e di Diritti dell’Infanzia in particolare sarebbe lecito attendersi argomenti di diverso spessore, ma purtroppo questi sono i limiti, e non da oggi, degli oppositori del condiviso.

La cosa sconcertante è che si esprima secondo il solito copione demonizzante anche chi, almeno in teoria, avrebbe dovuto maturare una certa consapevolezza sui diritti dei minori in quanto componente della commissione bicamerale Infanzia.

Francesca Puglisi era in Commissione Infanzia nella Legislatura appena conclusa, quindi vediamo cosa ha saputo dire in un post di poche righe.

 

L’affido paritario è un obbrobrio

Certo, meglio il vecchio affido esclusivo che consegna i figli ad un solo genitore, relegando l’altro in un ruolo marginale. Probabilmente sarà gratificante per il genitore prevalente, quindi era la soluzione preferibile in un’ottica adultocentrica che ha dominato nei decenni precedenti alla riforma del 2006. Esattamente la stortura che il Legislatore del 2006 ha voluto sanare.

La 56/06 nasce proprio per risolvere le problematiche dell’affido esclusivo, eliminare le discriminazioni fra genitori e garantire alla prole un apporto quanto più possibile paritario nel percorso di crescita.

Sono temi oggetto di minuziosi approfondimenti in 12 anni di audizioni parlamentari con il Gotha degli esperti di ogni disciplina che ha ad oggetto l’infanzia, approfondimenti susseguitisi nel corso di 4 Legislature a partire dal 1994 (anno del primo progetto embrionale di affido condiviso) fino al 2006 (anno dell’approvazione).

Dov’erano Francesca Puglisi e Paola Concia?

Non è una colpa non conoscere nulla di ciò che si è evoluto negli anni per quanto attiene ai temi che si vogliono contestare, però è ridicolo sparare a zero senza prima documentarsi.

 

Una proposta assurda scritta sotto dettatura della lobby dei padri separati …

Oh, ero preoccupato che dopo 20 righe ancora non fosse saltata fuori la lobby dei padri separati.

Sono anni che viene agitato lo spauracchio del pericolosissimo e potentissimo esercito dei padri, talmente in grado di pilotare i destini della nazione che al confronto la P2 è un girotondo di bimbi dell’asilo..

In tanti hanno raschiato il fondo del barile lanciando insinuazioni sull’odiata lobby, ma nessuno ha mai saputo dire di quali finanziamenti palesi ed occulti beneficerebbe, quali organi di informazione controllerebbe, quali spazi politici avrebbe scalato, dove avrebbe infiltrato i propri uomini-chiave.

 

 … che danneggerà in modo irreparabile la crescita equilibrata di bambine e bambiniche saranno costretti a fare da “pacchetti” tra mamma e papà …

Altro topos delle milizie anticondiviso, i bimbi-pacchetti.

Deprimente leggerlo, ancora nel 2018, a firma di una ex (per fortuna) componente della commissione Infanzia.  Il 2 ottobre 2015 il Consiglio d’Europa, dopo mesi di studio ed audizioni di esperti internazionali, ha invitato con la risoluzione 2079/2015 gli Stati membri ad adeguarsi ai modelli dei Paesi più progrediti con misure di frequentazione tendenti all’equivalenza presso entrambi i genitori. Tale sollecitazione arriva alla luce dei benefici documentati di un affido materialmente condiviso, contrapposti ai danni di un affido formalmente condiviso ma sostanzialmente monogenitoriale, come quello italiano.

Francesca Puglisi conosce tale risoluzione del Consiglio d’Europa? Se si,perché ciarla ancora di bambini costretti a fare i pacchetti? Se non la conosce, perché non si documenta? Dovrebbe farlo perché lei – non noi – era pagata per sedere in Commissione infanzia quindi per essere il meglio che il Parlamento poteva esprimere sui diritti dei minori.

Se quello era il meglio, siamo messi bene …

Sarebbe utile che alcuni nostri parlamentari studiassero la materia che hanno la pretesa di trattare da esperti, eviterebbero di scrivere bestialità perché ad esempio saprebbero che, in estrema sintesi , le risultanze dei 75 studi internazionali[1] citati nella raccomandazione del Consiglio d’Europa, rilevano che i danni  da  mancanza  di stabilità  affettiva/relazionale sono superiori per frequenza e gravità rispetto a qualsiasi inconveniente logistico.

In sostanza, per chiarire a Puglisi &Co.: il mondo accademico internazionale ha accertato che il trauma da pacco postale è una creazione dell’adulto priva di qualunque validazione scientifica, per il bambino il vero evento traumatizzante è la perdita o la limitazione delle relazioni con un genitore ed il rispettivo ambito parentale.

Se ne facciano una ragione tutti coloro che ignorano la letteratura di merito e si lasciano guidare da una ideologia stereotipata.

 

e che mette a serio rischio il sostentamento delle donne separate e dei loro figli

Ah, ecco.

Ora è tutto più chiaro, il duo Concia-Puglisi sembra aver tirato fuori le unghie per difendere il lato economico.

Ma, come al solito,  sbagliando.

Il mantenimento diretto riguarda esclusivamente la prole, rimane invariato l’assegno che la moglie separata riceve dal marito.

Come possono due ex parlamentari non saperlo?

Questa non può essere solo ignoranza, è proprio malafede, critica cieca per il gusto di criticare.

Una  donna che aveva diritto ad essere mantenuta dall’ex marito conserva tale diritto anche col mantenimento diretto della prole, per l’assegno alla ex non cambia una virgola. Chiaro?

Dov’è il serio rischio per il sostentamento delle donne separate?

Inoltre il mantenimento diretto non significa togliere il pane dalla bocca ai bambini, chiaro anche questo?

Significa dare loro esattamente ciò che avevano prima, ma da fonti diverse.

Significa una responsabilizzazione del genitore non convivente, che non deve delegare ogni compito di cura all’altro versandogli un assegno per i bisogni dei figli, ma facendosene carico – non solo economicamente –  in prima persona.

Per chi non è addentro alla materia è meglio fare degli esempi semplici semplici …

Stia attenta Puglisi, può farcela …

Se un bambino desidera fare un corso di nuoto prima il padre versava alla madre il necessario per la piscina, mentre col mantenimento diretto è lui che paga l’iscrizione e la retta mensile, l’accappatoio, i costumi, le ciabatte, la cuffia e tutto ciò che serve. Allo stesso modo non solo per le attività sportive ma per qualsiasi capitolo di spesa assegnato a ciascuno dei genitori.

Se bambine e bambini ricevono il necessario da entrambi i genitori, dov’è il serio rischio per i figli delle donne separate? Forse Concia-Puglisi vogliono sostenere che è meglio che i figli abbiano tutto solo dalla mamma coi soldi di papà? Meglio il monopolio femminile nei compiti di cura insomma, esattamente ciò che il legislatore del 2006 intendeva riformare.

Quindi nessuna obbrobriosa novità introdotta da grillini o i leghisti, è tutto già contenuto nella riforma della legge 54/06, votata all’unanimità con solo 14 astenuti e nessun voto contrario.

Dov’erano Concia e Puglisi?

 

N.B. –  so che non mancheranno le  grida all’attacco misogino, fascista, talebano, maschilista etc.

Vorrei quindi chiarire un aspetto, prima che mi piovano addosso le immancabili accuse di chi si autocommisera nel vittimismo quando non è capace di argomentare diversamente.

La mia è un’analisi critica a ciò che scrive la premiata ditta Concia & Puglisi per il solo fatto che scrivono stupidaggini, non perché sono delle donne o perché sono del PD.

È il contenuto ad essere ridicolo, non le autrici o le tessere che hanno in tasca.

Per meglio dire: una stronzata è una stronzata da qualunque lato la si osservi, e costruire un allarme fittizio perché “l’affido paritario danneggerà in modo irreparabile la crescita equilibrata di bambine e bambini che saranno costretti a fare i pacchetti tra mamma e papà”, e “il mantenimento diretto dei figli metterebbe a serio rischio il sostentamento delle donne separate” è al di fuori di ogni dubbio una pletora di colossali stronzate, niente di più e niente di meno.

Chiaro?

Lo sarebbero anche se scritte da MARIO Puglisi del partito monarchico o ALFREDO Concia di Casapound, chiaro anche questo?

Allo stesso modo chiunque, non solo la Puglisi, può considerare una stronzata ogni cosa che scrivo, ma spero lo faccia perchè non condivide i contenuti e non perchè rappresento l’odiato maschio da annientare.


[1] Che prendono in esame il vissuto di centinaia di migliaia di bambine e bambini figli di genitori separati

[1] Parlamentare PD nella XVI Legislatura, impegnata prevalentemente nella promozione dei diritti LGBT: Attualmente assessore a Firenze .
Fonte: http://www.adiantum.it/public/3809-attacchi-all-affido-condiviso,-la-storia-si-ripete.asp

8 commenti per “Attacchi all´affido condiviso, la storia si ripete

  1. Marco
    22 maggio 2018 at 23:17

    Se quella dei padri separati (che non contano nulla) è una lobby, quella delle femministe cos’è?

  2. ARMANDO
    23 maggio 2018 at 22:11

    Quelle sanno tutto, è certo. E non credono nemmeno alle assurde parole che pronunciano, come quella balla dei bimbi “pacchi postali”, come se stare con entrambi i genitori fosse un danno. Lo sanno benissimo che non è così. E’ che sono in perfetta, profonda, irredimibile malafede. Temono solo la perdita di potere delle donne/madri, che nessun dato naturale o nessuna legge attribuisce loro esplicitamente, ma solo una prassi sciagurata. E’ sicuro al 100% che se per pura fantastica ipotesi , i giudici avessero finora assegnato i figli ai padri anzichè alle madri, queste sarebbero le alfiere più determinate a favore del condiviso, le facce di bronzo!

  3. maxmagnus
    26 maggio 2018 at 12:48

    i soli argomenti logici, contro slogan che fanno presa sull’emozione non credo bastino

  4. 29 maggio 2018 at 23:16

    Si rassicuri il sig. Fabio Nestola, non c’è, né ci sarà mai, nessun attacco all’affido condiviso; del resto lo sa benissimo. Dal 2006 l’affido condiviso è legge dello Stato e viene regolarmente applicato nei tribunali di tutta Italia (cfr dati ISTAT). I casi di affido esclusivo a uno dei due genitori sono una minoranza; evidentemente i giudici, attenendosi alla legge, hanno rilevato che in quei casi l’affido condiviso sarebbe stato di pregiudizio al minore. Diversa questione è quella del collocamento del minore; nulla dice la legge su questo punto, quindi la cosa si risolve secondo la consueta dialettica giudiziaria. La soluzione maggiormente adottata, soprattutto con bambini molto piccoli, è il collocamento preferenziale dalla madre, cui viene assegnata la casa coniugale, in maniera da consentire al bambino di crescere avendo una stabilità abitativa e riferimenti di vita (stanzetta, lettino, ecc.) altrettanto stabili e sicuri. Con bambini più grandicelli, d’intesa con entrambi i genitori, sentiti i minori, la soluzione del collocamento del minore da entrambi i genitori, ripartendo i tempi di permanenza in maniera più o meno paritaria, viene adottata. In molti casi ha funzionato bene, in altri sono stati gli stessi genitori a ricorrere nuovamente al giudice per ripristinare la precedente modalità di collocamento preferenziale da un genitore con ampio diritto di visita dell’altro genitore. Come si vede, trattandosi di intervenire in un campo estremamente delicato, come quello dello sviluppo infantile, le decisioni devono essere ben ponderate per non fare danni ai minori che si dice di voler tutelare, ma soprattutto affidate a chi ne abbia le competenze. La nostra contrarietà è verso gli automatismi che stanno tanto cari ad alcuni.
    Tutto questo può funzionare, e funziona, nella maggioranza delle separazioni. Ma se c’è violenza in famiglia (negata da alcuni) o se ci sono abusi sessuali sui figli (cosa negata da altri) quanto sopra non può funzionare. E non può funzionare per il semplice motivo che i figli con la separazione dei genitori vedono finamente aprirsi per loro la possibilità di poter crescere senza più subire violenze o abusi sessuali. Da qui il rifiuto dei figli di frequentare il genitore violento o abusante. E qui arrivano gli alcuni e gli altri di cui sopra con concetti privi di logica (alienazione parentale e simili) miranti a tutelare il genitore violento o abusante costringendo la ex-moglie e i figli a continuare a relazionarsi con lui; la cosa cioè dalla quale volevano scappare con la separazione. Tutto qui. Oltretutto, nei casi in cui ci sia violenza in famiglia interviene la Convenzione di Istanbul (Legge 77/2013) e prescrivere come ci si deve comportare. Noi chiediamo solo l’applicazione di una legge dello Stato.
    Dr Andrea Mazzeo, medico-chirurgo, specialista in psichiatria.

    • Fabio Nestola
      4 giugno 2018 at 11:25

      Ringrazio per le contestazioni, sempre ben accette se prive di insulti e civilmente espresse

      Il dr. Mazzeo sostiene che non c’è, ne’ ci sarà mai, alcun attacco al condiviso.

      Non è informato.
      L’attacco all’affido condiviso è in atto da molto prima che nascesse: le Cassandre che paventano danni irreparabili ai poveri bimbi “pacchi postali” inquinano il panorama legislativo da decenni, contestazioni prive di validazione scientifica ma ripetute incessantemente già dalla metà degli anni ’90, quindi dalla lunghissima, profonda e partecipata fase di studio prodromica alla legge 54/06.
      Ovviamente non è una colpa se il dr. Mazzeo non ha preso parte al dibattito multidisciplinare sviluppatosi a partire dal secolo scorso, non è una colpa se in 12 anni di discussione attraverso 4 Legislature non è mai stato fra gli esperti interpellati dalle commissioni Giustizia (Camera e Senato), Infanzia (bicamerale) ed Affari Sociali (Senato).
      Quindi è altrettanto ovvio che non può essere una colpa non avere memoria storica di avvenimenti che non conosce.

      Il dr. Mazzeo sostiene che l’affido condiviso sarebbe regolarmente applicato in tutta Italia dal 2006 ad oggi.

      Il condiviso era sulla Gazzetta Ufficiale nel 2006, tuttavia la sua concreta applicazione è rimasta una chimera come parecchi studiosi di diverse discipline si impegnano a dimostrare, con corposa documentazione, dall’anno successivo all’entrata in vigore.
      http://www.adiantum.it/public/3323-studio-abo-loha—nestola–7-anni-di-ricerca-sulle-strategie-di-negazione-del-condiviso.asp

      Il dr. Mazzeo sostiene che l’applicazione regolare sarebbe testimoniata dai dati ISTAT

      Il ricorso all’ufficialità dell’ISTAT testimonia il fragile appiglio di chi non sa cosa dimostriamo da molti anni, ma soprattutto non sa cosa abbia fatto l’ISTAT a conferma delle nostre osservazioni.
      Ovviamente non è solo il modestissimo centro studi che dirigo a dimostrare l’aggiramento sistematico della 54/06, l’applicazione fittizia della riforma è rilevata da dozzine di parlamentari, dal MIUR e persino dal Consiglio d’Europa, che con la risoluzione 2079/2015 cita le risultanze dei 75 studi accreditati internazionalmente dal 1977 al 2015, i quali convergono su un dato: per i figli di genitori separati i danni da mancanza di stabilità affettiva/relazionale sono superiori per frequenza e gravità rispetto a qualsiasi inconveniente logistico.
      Sgretolata ancora una volta, su basi squisitamente scientifiche, la bufala dei bimbi come pacchi postali che tuttavia alcuni nostalgici periodicamente rispolverano.
      Infine le più rilevanti novità arrivano proprio dall’ISTAT.
      Pubblicato il report 2016 su matrimoni, separazioni e divorzi, che analizza nel dettaglio i provvedimenti emanati dal 2005 al 2015.
      A pag. 13 del rapporto si legge : “(…) In altri termini, al di là dell’assegnazione formale dell’affidamento condiviso, che il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti in cui si lascia discrezionalità ai giudici, la legge non ha trovato effettiva applicazione (…)”.
      Quod demonstrandum est.
      L’ISTAT conferma in toto ciò che andiamo sostenendo da anni, vale a dire che quand’anche la forma reciti “condiviso”, la sostanza è altro.
      L’etichetta “condiviso” su un contenitore che non rispecchia i contenuti, niente di più e niente di meno. L?ISTAT potrebbe anche scrivere 100% di condiviso, ma le misure sono la replica del modello precedente di affido esclusivo, esattamente ciò che il Legislatore intendeva eliminare.
      Noi lo diciamo da sempre, anche subendo le derisioni di chi non si è mai preso il disturbo di approfondire ma alla fine, dopo 10 anni dal varo della riforma, è proprio l’ISTAT a darci ragione.
      Ad ulteriore riprova della bontà dell’analisi sulle cause della discordanza tra dati ISTAT e realtà dei fatti, l’Istituto ad aprile 2018 ha presentato un nuovo modulo di rilevazione per i procedimenti esauriti, che sostituisce il vecchio e dimostratosi ormai inadeguato M252.
      Tralascio altri elementi fondamentali per confermare la mancata applicazione dell’affido condiviso, quali l’incostituzionalità delle modifiche introdotte col DLGs 154/2013, le linee guida del Tribunale di Brindisi, le sentenze di sull’affido paritetico (Lecce, Salerno, Roma, Catania, etc.).
      Sarebbe troppo lungo esaminare ogni aspetto, magari lo faremo in una apposito articolo.
      Alla luce di tutto questo, risulta evidente come le osservazioni del dr. Mazzeo siano prive di fondamento, per non dire altro. Non voglio infierire, se mi è permesso un consiglio sincero e del tutto privo di ironia: prima di contestare sarebbe il caso di documentarsi un pochino.

      FN

    • Roger Ravaglioli
      22 agosto 2018 at 23:46

      Mi sembra una analisi poco corretta della reale situazione; se un genitore si rivela violento non gli verrà affidato il figlio. Diverso è se la madre, x gelosia, lo convince a non andare dal padre.

  5. Mauro Morosini
    8 giugno 2018 at 10:59

    Buongiorno,
    il post è sparito dalla pagina fb .. ravvedimento operoso o semplice incompetenza?

    • Fabrizio Marchi
      8 giugno 2018 at 11:18

      Nessuna delle due. E poi perché avremmo dovuto togliere dalla nostra pagina un articolo da noi stessi pubblicato? In ogni caso per noi è tutto regolare. L’articolo è sulla nostra pagina FB regolarmente, forse devi scendere un po’ in giù per trovarlo perché abbiamo pubblicato molti articoli in questi giorni…

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