Il Brexit divide la lobby sionista

Il referendum britannico sul Brexit ha diviso le oligarchie delle due principali potenze imperialiste occidentali: Usa ed Israele. Se i ‘’falchi liberali’’ statunitensi e israeliani sono a favore della costituzione del polo imperialistico europeo, i neoconservatori (di cui fa parte anche Donald Trump) si sono schierati, a sorpresa, col Brexit. Certo, i moventi sono differenti: Trump vorrebbe un ritorno agli ‘’imperialismi nazionali’’, assecondando sul mercato globale le multinazionali vicine ai suoi interessi di famiglia mentre i sionisti di guerra, dal canto loro, puntano alla creazione del ‘’Grande Israele’’, quindi una UE ultra-capitalista potrebbe ostacolare la penetrazione dei capitali israeliani nel vecchio continente.

Il giornale liberale Haaretz ha sottolineato come, a favore del Brexit, ci sia la ONG sionista Regavim. Questa società ha lanciato la campagna “Sostieni Israele – Lascia l’Europa” molto diffusa tra i cittadini britannici residenti nello stato sionista e quelli che in Gran Bretagna simpatizzano per Israele. Questa ONG è arrivata a diffondere un video falso in cui si affermava che Hamas fosse favorevole alla permanenza della Gran Bretagna nell’UE 1. Il giornalista de Il Manifesto Michele Giorgio – l’unico, in Italia, a denunciare questa ennesima manipolazione sionista – descrive la capacità di manipolazione di Regavim. Goebbels, ministro della propaganda nazista, non avrebbe potuto fare di meglio:

‘’La campagna, che usa molto i social, ha il suo pezzo forte in un video alterato del braccio armato di Hamas – girato a una conferenza stampa del 2014 – in cui una voce fuori campo di Regavim sostituisce l’audio originale. I militanti mascherati del movimento islamico, “doppiati” dall’ong israeliana, lodano l’Unione europea per la sua recente decisione di richiedere una etichettatura diversa dal “Made in Israel” per le merci prodotte negli insediamenti coloniali della Cisgiordania e per l’invio costante di aiuti finanziari e materiali ai palestinesi. «Se odiate veramente ‘Isra-hell’ e gli ebrei e vuoi sostenere la nostra lotta, aiuta la Gran Bretagna a restare nell’Unione europea», dice la voce. Infine il portavoce del braccio armato Hamas, sempre doppiato da Regavim, esprime apprezzamento per il leader laburista britannico Jeremy Corbyn, guardato con sospetto in Israele dove non pochi lo accusano di essere filo palestinese e di dirigere un partito in cui allignerebbe l’antisemitismo’’ 2

Il professore Neve Gordon ci dà delle informazioni molto utili: ‘’L’ideologia di Regavim è fondata sull’ultranazionalismo e a delegittimare l’altro, quindi c’è un collegamento diretto con una parte del movimento per la Brexit» dice Gordon al manifesto «mi riferisco alle correnti della Brexit schierate contro l’immigrazione e con le quali (l’ong israeliana) si identifica. Regavim odia l’altro, il diverso, e su questo piano trova un terreno comune con i settori più di destra e razzisti della Brexit’’.

La destra euroscettica – a cui aderisce, a distanza, il Likud – non si preoccupa affatto del militarismo della NATO o della ‘’criminalità’’ neoliberista, ovvero un regime economico in cui proliferano le mafie – ma alza la ‘’bandiera’’ del Brexit in nome del White Power. Il loro motto è questo: ‘’bisogna combattere l’immigrazione e distruggere il meticciato. L’unica soluzione è il ritorno agli antichi imperi coloniali’’. La destra sionista è andata ben oltre la ‘’fascistizzazione d’Israele’’: Israele, oggi, è una sorta di Ku Klux Klan che è riuscito nel suo intento. Netanyahu, per le ragioni sopra dette, non ha in fondo opinioni molto differenti da quelle della mano assassina che, qualche giorno fa, ha vilmente colpito a morte la laburista Jo Cox (fra l’altro sostenitrice della causa palestinese). Netanyahu, come Donald Trump, è un sostenitore della politica di potenza basata sulla ‘’supremazia del mondo occidentale (e bianco…)’’. Il leader sionista vorrebbe sterminare le popolazioni arabe; il super-capitalista statunitense deportare latinos e musulmani. Il loro programma politico è molto simile e sembra essere stato scritto in tempi e contesti che vorremmo esserci lasciati alle spalle per sempre.

Lo stesso David Cameron – che oggi sembra essere sul punto di dimettersi – negli anni ’80 sosteneva l’imperialismo britannico in Irlanda ed attacchinava vergognosi manifesti in cui, il patriota sudafricano Nelson Mandela, veniva infamato come ‘’terrorista’’.

I giornalisti che sbraitano contro il ‘’populismo’’ si dimenticano sempre di ricordare come la destra neocon abbia profonde radice neonaziste, non per nulla il sostegno incondizionato al Sudafrica razzista fu il punto di incontro fra l’imperialismo israeliano e il neocolonialismo britannico. L’alleanza fra la destra britannica e il sionismo israeliano fa il paio con il gemellaggio, avvenuto negli anni ’30, fra le corporation americane e il regime nazista

Donald Trump, proprio qualche giorno fa, dichiarava: “Hay puntos en Cisjordania que se quedarán en las manos de Israel en caso de cualquier acuerdo de paz. No creo que (Trump) tenga problemas con eso en absoluto” 3. Il magnate statunitense vuole la pulizia etnica della Palestina occupata: Hillary Clinton e Donald Trump si sono impegnati in una gara a chi pulisce meglio lo stivale da guerra del potente alleato sionista. Domanda: Usa ed Israele possono essere considerati paesi democratici? Una strana democrazia la loro: perennemente in guerra contro tutti per gli interessi di fameliche multinazionali o di elite religiose che rasentano la follia.

Le sorprese non finiscono mai e, se la destra sionista sta col Brexit, le ‘’colombe’’ israeliane sostengono la formazione del polo imperialista europeo. Il ‘’portale dell’ebraismo italiano’’, Moked, pubblica un articolo politicamente curioso. Leggiamo:

Salvini, Le Pen, Wilders. Partiti populisti e gruppi di estrema destra in tutto il continente, che sperano di poter replicare la consultazione nel proprio paese.
Ecco chi esulta in queste per la vittoria del Brexit, che decreta l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
“Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro Paese. È l’alba di un Regno Unito indipendente” dichiara il leader dell’Ukip Nigel Farage. “Una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l’inganno”. Farage, urlando davanti ai suoi fan, ha inoltre detto che “abbiamo vinto senza sparare un solo proiettile, ma solo combattendo sul territorio”. 4

Il pezzo prosegue con delle assurde analogie fra il populismo tanto di destra che di sinistra, il neo-nazismo ed il terrorismo islamista: insomma, il solito grande complotto islamo-nazista. Domanda: il sionismo sembrerebbe un blocco monolitico, di conseguenza, chi studia le dinamiche della lobby israeliana che approccio metodologico deve utilizzare per analizzare queste rotture?

Il nazionalismo ebraico ha due correnti a cui si legano tutte le altre fazioni secondarie: gli sciovinisti e i cosmopolitisti. I primi dicono ‘’dobbiamo puntare tutto sulla creazione del Grande Israele – dal Nilo all’Eufrate – quindi quei territori debbono essere ripuliti dalla presenza di arabi e musulmani. La nostra guerra è una ‘’guerra di sterminio’’ come il Libro di Giosuè comanda’’. I cosmopolitisti replicano ‘’la forza d’Israele è nella lobby sionista occidentale, quindi dobbiamo rafforzare i capitalismi europeo e statunitense. Il nostro obiettivo è la sottomissione del blocco capitalistico euroasiatico – Russia e Cina -, Israele viene soltanto molto dopo’’. Trump e Netanyahu sono due esponenti ‘’sion-sciovinisti’’; Hillary Clinton tiene insieme gli sproloqui bellicisti dei ‘’falchi’’ con l’ambizioso progetto di geopolitica sionista che, a dispetto del ‘’male minore’’, programma una guerra d’accerchiamento contro Russia e Cina. Domanda: che nazione è quella in cui il ‘’male minore’’ si identifica in un epigono del Ku Klux Klan come Donald Trump ?

Le istanze del Brexit sono sacrosante ma – come sempre – è necessario tracciare una imprescindibile ‘’linea di demarcazione fra le rivendicazione delle forze popolari e il nemico di classe’’, per dirla con Mao. Il sito sinistra.ch ci comunica che: ‘’Il Communist Party of Britain (CPB) e i trozkisti del Socialist Workers’ Party (SWP), assieme all’Associazione dei Lavoratori Indiani in Gran Bretagna e ad alcune organizzazioni sindacali hanno lanciato una campagna alternativa a favore dell’uscita dall’UE, ma indipendente dalla campagna di stampo nazionalista: “Lexit” è la loro sigla, che sta appunto per un Brexit di sinistra. Ad esso ha aderito anche il già citato Galloway. Il punto forte del Lexit è l’opposizione al TTIP, il trattato di libero scambio fra UE e USA che promuove le privatizzazioni dei servizi pubblici e riduce i “corporate standards”. I fautori del Lexit insistono poi sull’impossibilità di ri-nazionalizzare le ferrovie o di sostenere l’occupazione e l’industria nazionale restando ancorati a Bruxelles, citando fra gli altri, la situazione della Grecia dove, ad esempio, i finanziamenti per la sanità sono caduti di un quarto e quelli per l’educazione di un terzo’’ 5. A favore del Brexit si sono schierati altri partiti marxisti prevalentemente d’orientamento maoista. Domanda: la mano che ha ucciso Jo Cox ha qualche affinità con l’aggressione sionista al militante socialista Galloway? Eludere questa questione significa portare acqua al mulino dell’imperialismo israeliano, cosa che molti gruppi “rossobruni” (neofascisti) fanno, da mesi, senza nessun pudore.

https://www.youtube.com/watch?v=vO654XRQ7FI

http://nena-news.it/israele-ong-coloni-fa-campagna-per-la-brexit/

http://www.hispantv.com/noticias/ee-uu/279693/trump-apoya-anexion-israel-cisjordania

http://moked.it/blog/2016/06/24/uk-e-brexit-vinto-senza-sparare/

http://www.sinistra.ch/?p=4975

 

 

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