La Destra al governo e la possibile opposizione

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

Dai discorsi del Presidente Consiglio Giorgia Meloni, tenuti alla Camera e al Senato, si evince in modo chiaro il progetto politico e la visione di società della  destra – centro al governo.

La sintesi perfetta del profilo politico e del progetto che anima il governo egemonizzato da Fratelli d’Italia l’ha fatta Conte quando lo ha definito non solo reazionario ma anche neoliberale e tecnocratico. Fratelli d’Italia è l’erede del Fascismo della RSI e del MSI – DN  che, guidato da Giorgia Meloni, è diventato un partito conservatore e liberale.

La vittoria alle recenti lezioni politiche è per Fratelli d’Italia il punto di arrivo di un processo politico iniziato con Alleanza Nazionale, passato attraverso le acque burrascose rappresentate dalla fusione con Forza Italia, per risorgere grazie al trio rappresentato dalla Meloni, La Russa e Dai Crosetto. Per questa semplice ragione non c’è da meravigliarsi se troviamo tutti e tre in posti chiave alla guida Paese.

Dicevo, la Meloni arriva al Governo dopo un percorso che ha visto la progressiva adesione di un ceto politico di origine fascista alla cultura politica dei partiti liberali e conservatori (nel Parlamento UE si presentano come il Gruppo dei “ Conservatori e dei Riformisti Europei”) che in diversi Paesi dell’ex blocco sovietico sono la prima forza politica al governo del proprio Paese. Sulla scia di quanto hanno fatto i gruppi dirigenti di partiti politici come il polacco PiS, la Meloni  ha scelto in campo internazionale l’Atlantismo ossia gli USA, si mostra critica quel tanto che basta verso l’UE, è conservatrice in materia di valori culturali ed è neoliberale in materia economica. Pensare pertanto che la Meloni sia arrivata al governo grazie alla benevolenza degli USA, i quali da oggi potranno contare su un alleato ancora più fedele, e ai buoni auspici dell’establishment economico e finanziario mediati da Draghi, è legittimo.

Come giustamente ha evidenziato nel suo intervento Conte, il Governo Meloni è in piena continuità con l’Agenda Draghi  Sarà questa continuità che garantirà alla Meloni, su temi scottanti come quelli economici e sociali, la non belligeranza sia da parte del PD che di Azione e Italia Viva. Draghi, da Presidente del Consiglio, ha piantato, sul piano delle politiche economiche e finanziarie, una serie di paletti che di fatto vincolano nei prossimi anni l’azione del governo, da qui il disegno neoliberale, tecnocratico e reazionario presente nei discorsi tenuti alla Camera dei Deputati e al Senato dalla Meloni. Ha riproposto le solite politiche “offertiste” fondate su riduzione del carico fiscale, del cuneo fiscale, decontribuzione per chi assume, riduzione della pressione fiscale commisurata al fatturato per le imprese che pur investendo in innovazione tecnologia labor saving non riducono il personale occupato o addirittura ne assumono di nuovo. Come dimostra quanto verificatosi in questi anni nessuno dei provvedimenti sopra proposti varati in questi anni ha prodotto una crescita reale dell’occupazione. Ad essere cresciute, con i provvedimenti sopra elencati, sono state povertà, precarietà e disuguaglianza. Pensare che queste come altre proposte  tipo il Sud hub energetico dell’Europa e l’aumento dell’estrazione del gas siano in grado  di favorire la ripresa economica e una maggiore occupazione ponendo un freno un freno all’esodo dei giovani dal Sud verso il Nord e l’estero provano che il neonato governo di destra – centro non va oltre la difesa degli interessi dell’establishment economico e finanziario nazionale.

Le proposte del Presidente del Consiglio Meloni e del suo Governo, a parte la passione oratoria, sul piano dei contenuti, ha riportato indietro di diversi decenni l’orologio della Storia. Le proposte di politica economica e sociale avanzate non è da escludere che possano trovare sponda tanto nel PD quanto nel “Terzo Polo”. Oltre che sulle questioni economiche, sia il varo del regionalismo differenziato che il semipresidenzialismo potrebbero attecchire tanto nel PD quanto nel “Terzo polo”.

Da quanto detto dalla Meloni evinco che l’idea sia quella di attribuire allo Stato centrale competenze esclusive e rafforzate in materia di  ordine pubblico, difesa, energia, grandi opere infrastrutturali, ambiente, digitale; alle Regioni tutto il resto. Il presidenzialismo bilanciato dal regionalismo differenziato con l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica è il punto di mediazione che vedrebbe concordi tanto il PD quanto  il Terzo Polo. Un tale possibile scenario è necessario per consentire al Governo Meloni la realizzazione delle politiche economiche delle quali ha parlato in questi giorni. La necessità di mettere in campo una opposizione adeguata e la sfida politica.

Con questo obiettivo il 22 ottobre u.s.,  a Roma, su iniziativa di Fassina, De Petris, Pecoraro Scanio, Cento ed altri è stato presentato il Coordinamento 2050. All’assemblea hanno partecipato intellettuali e semplici militanti di quel “ Popolo” di sinistra alla ricerca di una “Patria”. Tra i partecipanti Domenico De Masi,  Antonio Floridia, Moni Ovadia, Onofrio Romano, Paolo Borioni, ne cito solo alcuni scusandomi con tutti gli altri presenti.  All’Assemblea  è intervenuto il Presidente del M5S On. Giuseppe Conte. All’insegna di “Sinistra è chi sinistra fa” Fassina, pur richiamando la gloriosa storia della sinistra, ha invitato tutti a mollare gli ormeggi per  veleggiare verso la ricostruzione della sinistra che ha come obiettivo non la formazione  di un nuovo partito ma, attraverso la collaborazione con il M5S, la  costruzione di un’area progressista capace di contrapporsi  ad una destra neoliberale, tecnocratica e reazionaria.

Nel suo intervento il prof. De Masi ha evidenziato come bisogna che il M5S in modo chiaro e netto definisca la sua identità politica. Sempre per De Masi a un governo chiaramente di destra neoliberale e reazionaria  deve opporsi una forza politica socialdemocratica capace di rappresentare le fasce sociali subalterne rappresentate dai milioni di italiani che pagano sulla propria pelle le politiche antisociali. Lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, un piano di assunzioni nella P.A, Reddito di Cittadinanza, Salario minimo legale, riduzione dei costi energetici per le famiglie, transizione ecologica, digitalizzazione, azione diplomatica dell’Italia a favore della pace, sono alcuni dei punti di una piattaforma alternativa ad anni di politiche neoliberali riproposte in modo acritico dal nuovo Governo di destra – centro. A conclusione dei lavori l’Assemblea ha approvato un documento che prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di coordinamenti locali di percorsi civici, ecologisti e di sinistra con il coinvolgimento di rappresentanti del M5S. Il Coordinamento 2050, in conclusione, si presenta come punto di partenza per una reale e concreta opposizione al governo di destra – centro guidato dalla Meloni, a maggior ragione dopo gli interventi degli esponenti del PD, Azione e Italia Viva.

La Camera vota la fiducia al governo Meloni con 235 sì

Fonte foto: da Google

7 commenti per “La Destra al governo e la possibile opposizione

  1. Paolo
    28 ottobre 2022 at 18:36

    Circa il posizionamento geopolitico l’atlantismo lo hanno scelto chiaramente sia Meloni che Conte, il quale lo ha ribadito spesso perchè non ci fossero equivoci. All’interno dell’atlantismo le loro posizioni si sono evolute nel tempo.

    In epoca Trump entrambi erano vicini all’allora presidente americano, con la differenza che Trump la Meloni probabilmente neppure sapeva chi era mentre Conte lo ha definito “muy guy” in Italia.

    In epoca Biden la Meloni si è smarcata dal populismo trumpiano avvicinandosi in ambito repubblicano al conservatorismo storico.

    Anche in epoca Biden, Conte ha rimarcato spesso il suo atlantismo e quello del “suo” M5S, ma senza una bussola precisa per navigare al suo interno. Non ha rinnegato Trump quando lo ha chiamato “muy guy”, considerandolo un complimento. Ha sempre fatto votare il M5S per le armi all’Ucraina. Per poi sostenere a parole che sarebbe meglio non mandarne più. Però in occasione della formazione del governo, Conte si è posto come alfiere dell’atlantismo contro Tajani ministro degli Esteri, considerato inaffidabile per l’Occidente causa i famosi video di Berlusconi. Vedremo quali saranno le prossime evoluzioni.

    • Lanfranco
      29 ottobre 2022 at 9:12

      Paolo ha elencato fatti che indicano levatura e coerenza di Conte. Possono essere smentiti? Siamo qui tra i vivi. Vedremo. Certo ora l’avvocato del popolo è all’opposizione che, si badi bene, risponde al medesimo padrone del governo. Trovo ridicolo costituire Coordinamenti che non partano da un risoluto e puntuto no ad Usa e Nato. Tutto il resto é noia, come cantava Califano.

  2. Federico Lovo
    29 ottobre 2022 at 7:14

    tanti discorsi… ma alla fine se la situazione energetica del Paese si complica a livelli critici, ci saranno pochi programmi politici – che poi sono tutti robaccia neo-liberale ed anti-nazionale – da “far valere” (…), tanto per i liberal-fascisti dichiarati come la “coatta”, tanto per quelli mascherati (malamente) da “opposizione progressista” (…).

  3. Giulio Bonali
    29 ottobre 2022 at 8:59

    Sarebbe stato più sincero un titolo “La destra al governo e la possibile <> di sua maestà” (virgolette comprese).

    Concordo pienamente con Paolo circa gli incensamenti continui di Conte, che quando é all’ opposizione é a chiacchiere contro l’ invio di ulteriori armi ai criminali nazisti di Kiev (peraltro da lui pudicamente e ideologicamente considerati “nazionalisti”, se non addirittura “sovranisti” mentre sono -fra l’ altro di anche molto peggio, anche- sudditi USA) e quando é al governo puntualmente scatta sull’ attenti battendo i tacchi ad ogni ordine di Washington (ma anche solo, pateticamente, di Kiev).

    Ma a parte questo ritengo che gente come Pecoraro Uranio (così personalmente lo chiamo da quando il governo di cui era ministro (credo dell’ ambiente: Sic! Alla faccia!) ha bombardato gli Yugoslavi con l’ uranio impoverito) e altri succubi fino al midollo dell’ ultraliberismo atlantico costituisca una destra reazionaria non meno destrorsa e reazionaria di quella della Meloni (e anzi, in quanto più sfrenata nella promozione del “genderismo”, a mio modesto parere, anche più reazionaria).

    Nelle condizioni drammatiche in cui siamo pretendere di perseguire ancora il presunto “meno peggio”, dopo tutti i disastri che questa “strategia” ha prodotto negli ultimi decenni, significa andare fiduciosi incontro ad ulteriori catastrofiche sconfitte e “avanzamenti” verso la barbarie.

    Errare humanum est, perseverare diabolicum!

  4. Giulio Bonali
    29 ottobre 2022 at 9:00

    tra enormi virgolette doveva ovviamente comparire la parola “opposizione”:

    La destra a governo e la possibile “””opposizione””” di sua maestà.

  5. Giovanni
    29 ottobre 2022 at 15:19

    Si sono semplicemente scambiati i ruoli. Ora la Meloni sta al governo e Conte all’oppofinzione, mentre prima era il contrario. Nulla di nuovo sotto il sole, almeno cerchiamo di non coltivare sempre le medesime illusioni tatticiste.

  6. ndr60
    30 ottobre 2022 at 9:34

    Concordo con i commenti precedenti; il tentativo di Conte di rifarsi una “verginità politica” anti-sistema è patetica, ciò non toglie che parecchi ci cascheranno, come al solito. Del resto, il partito di Meloni è stato votato da molti anche per quello, ovvero per essersi presentato come in opposizione al governo del rettile, pur votando tutto il votabile a suo tempo.
    L’unica opposizione credibile è attualmente quella fuori da questo parlamento.

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