Parole e fatti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

VERITA’ SU “LA VERITA’”, NESSUNA VERITA’

Ricordate Bannon, accolto due anni fa  come guru del populismo sovranista in Italia, in Europa e  nel mondo ? Al punto di offrirgli persino un’abbazia per diffondere il suo apostolato ?

Eccolo di nuovo, in un’intervista “a tappetino”con il giornale di Belpietro. E per dire quanto segue; che non sa come e perché il virus sia comparso in Cina e men che meno se si tratti di dolo, oppure no; ma che comunque è certo che si tratta di un atto di guerra contro la civiltà giudaico-cristiana ordito da una banda di criminali satanisti, al secolo partito comunista cinese. Che se la sullodata civiltà non reagisce è perché è tutta corrotta e contaminata dalla sullodata banda criminale. Che il più corrotto di tutti è il papa. Che il papa ha raggiunto un accordo, segreto e in cambio di soldi, con la Cina che porterà alla distruzione del cattolicesimo nel paese e rappresenta una macchia indelebile per l’autorità morale della Chiesa. Che Pompeo è venuto a Roma per rinfacciarglielo e tornerà sul “luogo del delitto”dopo l’immancabile vittoria di Trump.

E, ancora: che Biden non è solo criminale e corrotto, ma anche affetto da demenza senile. Che la sua “campagna terroristica”ha per scopo di indurre i democratici  a “rimanere nelle loro caverne”senza recarsi alle urne. Che la strategia di cui Biden sarebbe vittima e complice, non tende a vincere le elezioni ( Trump, secondo il Nostro, le vincerà con uno scarto del 21/25 %) ma ad invalidarle, allo scopo di portare alla presidenza Nancy Pelosi. E, infine, che la rottura con Trump e la sua stessa incriminazione per storno di fondi per uso personale sono dovute agli intrighi del circolo di corrotti oggi intorno al presidente.

Roba da 118 anzi 236. Mentre l’intervistatrice si beve tutto senza reagire. Ma la cosa, tutto sommato è comprensibile. Se ti schieri con Trump senza se e senza ma ti devi beccare anche Bannon. E’ la proprietà transitiva bellezza !

IL NOSTRO FUTURO E’ NELLA MERDA

“Ma questo già lo sapevamo”… E invece no. Perché qui abbiamo a che fare con la merda reale. E con la merda come risorsa per il futuro alimentare dell’umanità.  Sembra infatti accertato che le mosche, cibandosi con voluttà di questa materia prima,  producano cibi di alto valore proteico ( sul sapore non metteremmo le mani sul fuoco… ). Una opportunità per il terzo mondo, ricco di queste risorse ?

Non è detto. Possibile, anzi probabile che brevetti e costi di produzione rendano  proibitiva la produzione in loco. E, allora, a noi le proteine ( superando, così si spera, gli inconvenienti legati al sapore); agli altri, le mosche e la merda.

ABORTO

In Polonia la Corte suprema ha dichiarato incostituzionale l’aborto  per malformazione del feto. Da ora in poi l’aborto sarà consentito solo nei casi di violenza  o di pericolo per la vita della  madre.

Nel contempo gli Stati Uniti sono diventati il trentunesimo aderente al Consenso di Ginevra ( secondo il quale “l’aborto non è un diritto”) assieme a Brasile, Polonia, Ungheria, paesi arabi, islamici e africani. Per ulteriori sviluppi, si attende l’insediamento della Barrett.

LA CRISI E LA BORSA

“O  Franza o Spagna purchè se magna”. Poteva essere la parola d’ordine degli italiani nei secoli della dominazione straniera. Lo è sicuramente per  Wall Street; convinta di poter continuare a guadagnare in modo consistente sia che vinca Trump sia che vinca Biden.

Una convinzione  più che fondata:  tra marzo e settembre i 643 miliardari americani più ricchi hanno portato il loro conto in banca a 845 miliardi di dollari, con un aumento medio del 20%. Lo stesso è avvenuto nel caso dei 456 miliardari cinesi; e in un contesto in cui le obbligazioni cinesi vanno a ruba negli Usa e i rapporti economico-finanziari tra i due paesi non sono mai stati così intensi. Certo, l’internazionalismo proletario rimane tra i nostri grandi sogni; ma, per l’intanto, quello capitalistico non è da buttar via.

Né deve sorprendere che il suo faro sia attualmente la Cina. Dopo tutto, questa è rimasta il principale sostenitore dell’ordo liberismo…

IL PROFESSORE DECAPITATO

Fino al giorno dell’assassinio, il suo carnefice non sapeva che aspetto avesse. Ad indicarglielo sono stati due ragazzi della scuola, in cambio di 300 euro.

Giuda si era accontentato di molto meno Per poi restituire i soldi e suicidarsi. I due ragazzi avranno già potuto comprare, e senza battere ciglio, l’ultimo ritrovato della tecnica o della moda.

GUERRA NEL CAUCASO

Oggi, come nel 1994, tutti a tifare per gli armeni. Cristiani, amici dell’occidente, vittime, più di cento anni fa dell’unico genocidio ( a parte naturalmente la Shoa) formalmente classificato come tale nella memoria dell’Occidente. Tutto bene, tutto giusto. Con l’aggiunta di un solo piccolo particolare: che la guerra del 1994 ha cacciato dalle loro case circa un milione di azeri. E che questi aspirano al ritorno. Ma già: dimenticavamo che, qui come altrove, ci sono vittime di serie A e vittime di serie B.

L’UE, ovvero “le mort saisit le vif”

Come è noto Josip Borrell è, dopo la povera Mogherini, il nuovo alto rappresentante dell’Europa sulle questioni di politica estera. Ed è, politicamente, a differenza di lei, un peso massimo; anche perché fortemente sostenuto dal suo paese. In quanto tale denuncia il suo “sonnambulismo strategico””ma, al tempo stesso, l’impossibilità  di porvi rimedio. “Il mio compito”, dice”è di ascoltare tutti per individuare una posizione comune”. Missione molto difficile, secondo lui; in realtà impossibile.

E questo vale anche per gli indirizzi delle istituzioni internazionaliste e della stessa Ue. Raccomandazione e impegno, quelli di spendere molti soldi , in particolare pubblici e nel più breve tempo possibile. Mentre le  voci che corrono a Bruxelles   dicono che bisognerà aspettare il secondo semestre del 2021. Arma assoluta in mano ai nostalgici del brutto tempo che fu, il diritto di veto; frutto , a sua volta, dell’ottimismo delirante che accompagnò e seguì la caduta del muro.

Siamo così, oggi,sospesi nel nulla: tra un vecchio che non può tornare e un nuovo che non può nascere. La situazione più pericolosa che ci sia.

INCOMPRENSIONI

“Non capisco il  Pd romano”, lamenta Calenda. In realtà è il Pd, romano e nazionale, che non capisce  lui. Perché crede di avere a che fare con un centrista, modello Casini; con annessa vocazione  a farsi cooptare. Mentre Calenda ritiene di essere centrale, modello Macron; con la vocazione a combattere o ad assorbire quelli che non lo sono.

MISTERI DOLOROSI

L’Fbi denuncia l’ennesima interferenza nella campagna elettorale; anche questa volta a favore di Trump. Colpevoli la solita Russia e, udite udite, l’Iran. Nei confronti del quale già si propongono nuove sanzioni.

La prima ci può stare. Il secondo, assolutamente no. Primo perché se c’è un paese in cui, governo e popolo questa volta uniti, auspica la vittoria di Biden, questo è l’Iran ( che non a caso è tenuto, anche dopo l’assassinio di Suleiman, dal reagire; fino a rispettare i vincoli dell’accordo sul nucleare. Secondo perché mettersi contro tutta l’America equivarrebbe a suicidarsi scientemente; e non esistono nella storia scelte di questo tipo.

E allora i casi sono due. O il governo e il popolo iraniano sono improvvisamente impazziti; oppure pazzo, e in malafede, è qualcun altro.

Allo stato, una sola cosa è certa. Che la stampa italiana, pubblicando la notizia senza commenti, ha dimostrato, ancora una volta, di non saper fare il suo mestiere.

Arrestato per frode Bannon, l'uomo di trump che doveva organizzare il sovranismo in europa. La sua affettuosa amicizia con salvini e meloni, che aderì al suo Movimento. Adesso rischia vent'anni di galera |

 

 

 

 

 

 

Ci

 

 

 

 

7 commenti per “Parole e fatti

  1. Federico Lovo
    28 ottobre 2020 at 16:12

    Benzoni… salvo i passaggi sul fenomeno trumpista, roba effettivamente da 118 ! Per il resto il solito Benzoni, che sputacchia sulla Cina nel mezzo del suo minestrone, forse perché non è abbastanza socialista quanto i suoi amati socialisti europei…

  2. Federico Lovo
    28 ottobre 2020 at 16:30

    tendo ad essere molto diplomatico su questo sito – mi adatto ai contesti … – ma sarò esplicito sul passaggio “Né deve sorprendere che il suo faro sia attualmente la Cina. Dopo tutto, questa è rimasta il principale sostenitore dell’ordo liberismo…” che è di un’evidente imbecillità, se non addirittura di chiara disonestà intellettuale / volontà denigratrice. Per informazioni sul supporto cinese all’ordo liberismo, il signor Benzoni può chiedere a siriani, cubani, venezuelani, iraniani,… sicuramente tutti chiari esempi di ordo liberismo applicato apprezzatissimo a Wall Street, vero Benzoni ?!

    • Fabrizio Marchi
      28 ottobre 2020 at 21:52

      Bè, però all’inizio dell’articolo c’è anche una difesa del Partito comunista cinese…Dopo di che gli aspetti positivi della politica cinese, come ad esempio, fra gli altri, il sostegno al Venezuela, a Cuba e all’Iran, non devono farci dimenticare anche quelli meno positivi…Personalmente non demonizzo la Cina, ovviamente, ma neanche la celebro, ho una posizione più articolata. Penso che oggi svolga un ruolo sicuramente positivo a livello internazionale e che abbia compiuto u processo di trasformazione complessiva incredibile, ma è tutto da vedere se questo processo, irto di grandi contraddizioni, condurrà ad una società socialista, sempre con la dovuta contestualizzazione. Penso che quello che vuole dire Benzoni, in questo caso specifico, è che la Cina ha lavorato per far sì che lo stato incentivasse il mercato, sotto il uso controllo. Se questo possa essere definito come un appoggio all’ordoliberismo, non lo so, e riconosco fondati dubbi in proposito. Però che lo stato-partito cinese si sia mosso negli ultimi quarant’anni in tal senso mi sembra oggettivo. Siccome lo conosco, ti garantisco che Benzoni non è affatto anticinese…

      • Federico Lovo
        28 ottobre 2020 at 22:06

        caro Marchi, nemmeno io celebro al 100% la Cina… ma le frasi che si scrivono vanno pesate. Tu per esempio lo hai fatto nel tuo commento, il Benzoni non mi pare proprio. E poi all’inizio più che difendere il PCC – peraltro, atto non dovuto – il Benzoni attacca giustamente quel farabutto paranazista di Bannon, mi pare un po’ diverso. Cmq a me sembra che la Cina si sia semplicemente adattata alle condizioni esterne, lo faceva negli ’80 con il socialismo reale ancora esistente, e con un Europa ancora viva (e formata da Stati più o meno sovrani, ma sicuramente più sovrani di oggi) e lo ha fatto dopo il crollo dell’URSS con un mondo neo-liberalizzato. Tutto qui. Considerando la catastrofe geopolitica dei primi ’90, direi che per la Cina – sia sul piano interno, che come proiezione geopolitica – poteva andare decisamente peggio, altroché !! E per quanto mi riguarda , sia internamente che esternamente, non si è avuta promozione cinese di un ordo liberismo, semmai di un dirigismo interno, e di un pragmatismo intelligente, opportunista e (moderatamente) progressista sul piano internazionale .

        • Fabrizio Marchi
          29 ottobre 2020 at 10:25

          So che Benzoni non è affatto anticinese perché lo conosco personalmente e ci ho parlato più volte della Cina, e ti garantisco che è assolutamente contrario a demonizzare il PCC. Anzi, ha un’opinione complessivamente positiva della Cina, sia pur, ovviamente (ma questo vale anche per me) contestualizzando il tutto.
          Ciò detto, condivido in buona parte quanto dici però è bene ricordare che la svolta antisovietica della Cina c’era già stata molti anni prima dell’89. La rottura avviene già negli anni ’60 (ricordo anche le scaramucce sull’Ussuri e la “battaglia” a colpi di comunicati delle rispettive agenzie ufficiali dove si scambiavano vicendevolmente insulti) e arriva al suo culmine con il viaggio di Nixon e Kissinger in Cina due o tre anni prima della morte di Mao. Non appena muore Mao, subito dopo un i interregno guidato da Hua Kuo Feng, Deng prende saldamente le redini del partito e inizia il cosiddetto “nuovo corso” contestualmente alla liquidazione della cosiddetta “banda dei quattro” e della sinistra del partito. Ma è evidente che la svolta si stava preparando già da prima, fin dai tempi, appunto, dell’apertura agli USA in chiara direzione antisovietica. Un fatto, a mio parere, comunque gravissimo, che ha ulteriormente indebolito l’Unione Sovietica e favorito il suo crollo. Potevano operare quella svolta politica (ed economica) senza necessariamente rompere con l’URSS in quel modo e invece… Il paradosso è che la rottura con l’URSS al principio avvenne su posizioni del tuto ideologiche (e da sinistra…) nel senso che il PCC ancora maoista accusava l’URSS di revisionismo e di essere una potenza “socialimperialista”. Dopo di che con il tempo fu l’ala di destra del partito, guidata appunto da Deng, a prevalere, come è evidente. Tutto questo per dire che la svolta denghista era già in corso da molto prima dell’’89 e del crollo del muro e la Cina si era già avviata ad essere quella che poi sarebbe diventata e che è oggi.
          Ciò detto, quando si è di fronte ad un processo di trasformazione così impetuoso (mai accaduto nella storia prima d’ora in queste dimensioni), direi senza timore di esagerare, portentoso, con la trasformazione profonda di un paese così grande e l’oggettivo miglioramento delle condizioni di vita di tutti, anche se ai diversi livelli e con le contraddizioni tipiche di uno sviluppo capitalistico, sarebbe miope assumere atteggiamenti di celebrazione o di demonizzazione, perché sarebbero entrambe delle posizioni ideologiche che non fanno i conti con la realtà. E’ ovvio che siamo di fronte ad un fenomeno e ad un contesto molto particolare dove entrano in ballo tanti fattori che hanno permesso questo oggettivo “miracolo”. Un miracolo, ripeto, con tutte le sue (grandi) contraddizioni. Difficile ora dire dove andrà la Cina, cosa diventerà, non possiamo che osservare questo processo passo dopo passo, partendo da quello che è oggi. La Cina è uno stato socialista? Ho molti dubbi. E’ uno stato capitalista tout court? Anche in questo caso ho dei dubbi. Al di là di questo restano alcuni fatti certi (e positivi). E cioè l’indiscusso miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cinesi (anche se con le contraddizioni tipiche di uno sviluppo diseguale tipico di un paese capitalistico, sia pure guidato politicamente e non lasciato alla famosa “mano invisibile del mercato”) e un ruolo molto importante di equilibrio in ambito internazionale, sia politico e geopolitico che economico. La Cina non è uno stato imperialista e guerrafondaio e, per la verità, non lo è MAI stato in tutta la sua storia, nonostante sia stato ripetutamente oggetto di alcune fra le più feroci dominazioni coloniali. Il che non è affatto cosa da poco e da non sottovalutare.

          • Federico Lovo
            29 ottobre 2020 at 12:54

            condivido il tuo commento, incluse le critiche alla storia del “comunismo cinese”, caratterizzato da ambiguità, credo anche estremismi (sotto Mao), e compromessi col capitale (da Deng in poi) che in URSS – penso di poter dire – erano presenti , ma in misura minore, con l’eccezione del periodo dominato da Gorbaciov (un infiltrato a tutti gli effetti). In linea di massima ho una certa fiducia in quello che Zecchinelli – giustamente, secondo me – definisce un esponente della corrente “centrista” del PCC, ovvero l’attuale Presidente Xi, al netto di alcune perplessità sul suo approccio particolarmente autoritario, approccio su cui per esempio Bradanini – persona “troppo anti-sovietica”, ma cmq intelligente – ha espresso delle perplessità non infondate.

    • Fabrizio Marchi
      28 ottobre 2020 at 21:58

      P.S. Fai bene ad essere diplomatico in alcuni casi perché questo non è un bollettino di partito ma un giornale indipendente che, pur avendo una sua linea politica e un suo orizzonte culturale, come è evidente, ospita anche contributi di persone che non la pensano come noi. Fin dall’inizio abbiamo scelto questa linea editoriale e abbiamo aperto il giornale ai contributi esterni e ai lettori. Abbiamo due rubriche apposite. Come vedi i contributi esterni di cui non condividiamo o condividiamo solo parzialmente i contenuti sono accompagnati da “Riceviamo e volentieri pubblichiamo”

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