Ripescati nel proporzionale?

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Foto: Corriere.it (da Google)

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Dopo l’approvazione, mediante fiducia, della nuova (e contestata) legge elettorale Rosatellum, un’ affermazione è stata più volte diffusa dai telegiornali: “i candidati non eletti nei collegi uninominali saranno ripescati nei listini proporzionali”. Tale enunciato, emesso con tono di disapprovazione e commiserazione, è stato pronunciato alla fine dei servizi sulle prossime elezioni come se riassumesse il senso di tutta la complessa e macchinosa legge elettorale e precostituisse già l’esito elettorale. In realtà ci troviamo di fronte ad un’estrema semplificazione di una realtà complessa e di natura sostanzialmente opposta rispetto a quello che si vuole far credere. Tale enunciato, costruito ad arte mettendo insieme piani diversi e complessi (presenti in tale legge), è viziato da una evidente interpretazione di parte che si vuole far passare come verità oggettiva ma non è. Si tratta di un sofisma, e come tutti i sofismi contiene un inganno.

Il modo e il tono con cui il sofisma viene proposto lascia intendere che i candidati bocciati nelcollegio uninominale siano automaticamente ed ingiustamente “ripescati” nella parte proporzionale, come se quest’ultima costituisse una riserva automatica di seggi che prescinde (orrore!) dalla volontà degli elettori. Insomma, come se un ragazzo, bocciato ad un esame, venisse automaticamente promosso grazie ad un qualche stratagemma truffaldino esterno all’esame stesso.

Viene quindi trsmesso, in maniera subliminale, il principio secondo il quale la modalità giusta di elezione è quella del collegio uninominale mentre il sistema proporzionale promuove ingiustamente chi deve essere bocciato. Si tratta quindi di un sofisma che ha una chiara origine di parte: i sostenitori del sistema maggioritario-uninominale. I quali ripetono sostanzialmente gli argomenti che hanno accompagnato, agli inizi degli anni Novanta, il passaggio al maggioritario.
Entriamo nei dettagli di questo sofisma.

Innanzitutto, tale confronto tra sistema uninominale e sistema proporzionale è possibile soltanto perchè l’attuale legge è un misto dei due sistemi. Nelle due leggi precedenti, il Porcellum e l’Italicum, tale paragone non era possibile perchè tali leggi erano unitarie; era un proporzionale impuro con premio di maggioranza stabilito a livello nazionale. Il Rosatellum è invece un mix tra un proporzionale impuro e collegi maggioritari locali e quindi il paragone è tornato possibile come lo era ai tempi della legge Mattarellum degli anni Novanta. Nel Rosatellum, che contiene varie criticità (mancanza del voto disgiunto tra proporzionale e maggioritario; mancanza dello scorporo; mancanza del voto di preferenza; possibilità di candidature multiple in più circoscrizioni; soglia di sbarramento) si ha un mix di collegi uninominali e proporzionale; ma, in sostanza, la modalità complessiva di elezione del Parlamento non è cambiata molto rispetto alla precedente legge elettorale. Si può dire che i collegi uninominali locali abbiano preso il posto del premio di maggioranza delle due leggi precedenti, con l’unica sostanziale differenza di rendere il voto “più locale”. Nella parte proporzionale le modalità di elezione dei parlamentari sono simili a quelle della legge precedente. L’effetto complessivo è quello di ottenere, attraverso i collegi, un premio di maggioranza (giustificato con la necessità della “governabilità”) anche se ad una coalizione più che ad una singola lista, e comunque l’effetto in termini di governabilità  non è sicuro visto il minor numero dei seggi maggioritari rispetto a quelli proporzionali, nonchè la varietà politica locale dei seggi (divisi sostanzialmente tra Forza Italia, Lega, 5 Stelle e PD); mentre la parte proporzionale dovrebbe garantire una parziale rappresentatività dell’elettorato, comunque limitata dalla soglia di sbarramento, dall’impossibilità  del voto disgiunto e dalla mancanza del voto di preferenza.

L’espressione “ripescati nel proporzioanle” è doppiamente sbagliata. Sia tecnicamente che politicamente. Vediamo come.

Non è evidente perchè il voto che si può esprimere sulla scheda elettorale è unico, ma i due sistemi elettorali sono comunque separati.

Tecnicamente:

 

Che sia dia il voto alla lista nel proporzionale o al candidato nel collegio uninominale, il voto vale per entrambi. Solo, cambia ovviamente il meccanismo di attribuzione dei seggi.

Nel collegio maggioritario passa soltanto un candidato; quello che ha preso più voti degli altri, anche per un solo voto in più; in caso di pareggio passa il candidato più giovane per età. Tutti gli altri sono eliminati.

Nel proporzionale, come è noto, a ciascuna lista viene attribuito un numero di seggi in proporzione ai voti ottenuti. Nei collegi plurinominali ciascuna lista è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato ordine numerico: il numero dei candidati della lista non può essere inferiore alla metà, con arrotondamento all’unità superiore, dei seggi assegnati al collegio plurinominale né può essere superiore al limite massimo di seggi assegnati al collegio plurinominale. In conformità con la sentenza della Corte costituzionale sulla legge Calderoli, si prevede che i candidati nei collegi plurinominali proporzionali siano indicati in liste corte (tra i 2 e i 4 nominativi) in modo da essere singolarmente riconoscibili dall’elettore. Non è prevista l’espressione di voti di preferenza, cosicché nei collegi plurinominali, determinato il numero degli eletti che spettano a ciascuna lista, i candidati vengono eletti secondo l’ordine fissato al momento della presentazione della lista stessa.  I seggi proporzionali vengono poi assegnati nel seguente modo:

  • si verifica che la lista o la coalizione di liste apparentate abbiano superato le soglie di sbarramento per accedere all’assegnazione di seggi; per le coalizioni occorre considerare che non sono computati i voti di quelle liste che non abbiano superato, a livello nazionale (salvo le minoranze linguistiche) la soglia dell’1% dei voti validamente espressi.
  • si determina il quoziente elettorale suddividendo il totale delle cifre elettorali (ovvero il totale dei voti espressi per le liste o dei voti trasferiti dai candidati nei collegi uninominali alle liste collegate) per il numero dei seggi da assegnare (l’operazione si svolge a livello nazionale per la Camera ed a livello regionale per il Senato).
  • si divide la cifra elettorale di ciascuna coalizione o singola lista non collegata per il quoziente elettorale, il risultato così ottenuto (preso per intero, senza decimali) corrisponde al numero di seggi da assegnare alla coalizione o alla singola lista non collegata.
  • i seggi che ancor rimangano da assegnare sono attribuiti alle coalizioni o singole liste che dispongano dei maggiori resti (secondo l’ordine decrescente dei medesimi).

 

Nel caso di esaurimento della lista presentata nel collegio plurinominale, cioè nel caso in cui i seggi da assegnare sono superiori ai nominativi inclusi nella lista, si attinge prima ai candidati presentati in altre circoscrizioni plurinominali, poi ai migliori perdenti nel collegio uninominale di riferimento o della circoscrizione stessa.

Come si vede, anche tecnicamente non si può parlare di “ripescaggio”. Un candidato, per essere eletto in un collegio proporzionale deve: 1) prima di tutto, essere presente nella lista dei candidati ed il suo nome deve essere, per legge, ben riconoscibile. Risulteranno più facilmente eletti i candidati che sono inseriti nei primi posti della lista; 2) Tale lista deve superare la soglia di sbarramento; 3) Ciascun candidato ha maggiori possibilità di essere eletto se la lista riporta un grande numero di voti. Se la lista ha pochi voti, saranno più facilmente eletti i primi candidati.

Molti candidati, ovviamente, non saranno eletti. Il proporzionale, diversamente da come è stato volgarmente affermato, non garantisce l’elezione a nessuno; garantisce unicamente, entro certi limiti, la rappresentanza delle diverse forze politiche nel Parlamento. E non c’è recupero dal maggioritario al proporzionale perchè per essere eletti nel proporzionale bisogna essere candidati nella lista proporzionale, cioè essere presenti nella lista stessa.  E’ vero che, nel caso in cui alla lista spetti un numero di seggi superiori ai candidati che ha presentato, viene eletto il miglior perdente nel seggio uninominale collegato alla lista. Ma questo caso, oltre ad essere molto raro, implica anche che la lista deve avere avuto un numero di voti così alto da essere riuscita, probabilmente, ad eleggere anche il candidato nel collegio uninominale, o comunque ad esservi arrivata vicina.

In definitiva, nel proporzionale non si viene ripescati, si viene eletti con il voto dei cittadini.

 

Politicamente:

 

Il sofisma di cui parliamo vuole surrettiziamente far passare il sistema maggioritario uninominale come l’unico valido. Il giustiziere di candidati immeritevoli che vengono ingiustamente “ripescati” nel proporzionale (e abbiamo visto che ciò non è neanche tecnicamente vero).

In realtà la presenza dei collegi uninominali viene giustificata dagli autori della presente legge elettorale con l’esigenza della “governabilità”. Alla parte proporzionale spetta invece di mantenere la rappresentatività del Parlamento; rappresentatività che comunque è distorta dalla presenza simultanea del maggioritario, dello sbarramento e delle liste bloccate.

Il collegio uninominale deriva storicamente dall’antica struttura feudale dei territori. In esso non contano i diversi interessi e le diverse opinioni presenti perchè viene eletto un unico rappresentante. Chi non condivide le opinioni dell’unico eletto non è rappresentato. Soltanto il proporzionale può ricreare, non perfettamente è ovvio, la reale corrispondenza tra i cittadini e l’assemblea elettiva che esisteva nella democrazia diretta dell’antica Grecia. Non a caso il fiolosofo e teologo ginevrino Ernest Naville, iniziatore nel 1865 del movimento proporzionalista mondiale, coniò la famosa frase: “In uno stato democratico il diritto di decisione spetta alla maggioranza.

Ma il diritto di rappresentanza deve spettare a tutti”. Si, a tutti per garantire che la maggioranza che prende le decisioni sia reale, non prodotta artificialmente da un meccanismo che porta una minoranza a diventare maggioranza. Soltanto la proporzioanle rende l’assemblea parlamentare lo specchio fedele dell’elettorato; è l’unico modo per rendere la democrazia indiretta moderna più vicina a quella diretta degli antichi nella quale qualsiasi cittadino poteva prendere la parola, anche se era da solo ad esprimerla. Nella polis ateniese non c’erano sbarramenti di natura numerica e la sua composizione conicideva con la cittadinanza.

 

 

2 commenti per “Ripescati nel proporzionale?

  1. Vinicio Dolfi
    23 Gennaio 2018 at 8:15

    “i candidati non eletti nei collegi proporzionali saranno ripescati nei listini proporzionali”.

    Mi scuso per il refuso: ovviamente la frase corretta è “i candiadti non eletti nei collegi uninominali saranno ripescati nei listini proporzionali”.

  2. Vinicio Dolfi
    23 Gennaio 2018 at 19:11

    A proposito di quanto scritto sopra, vorrei segnalare due iniziative in corso riguardo alla legge elettorale. La prima ha a che fare appunto con il Rosatellum: sta per partire la raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare; le informazioni potete trovarle sul blog di Felice Besostri, l’avvocato promotore delle istanze in seguito alle quali la Corte Costituzionale ha bocciato le due precedenti leggi elettorali e che sta procedendo in modo analogo anche contro il Rosatellum.

    Il link è il seguente: /www.felicebesostri.it/

    L’altra, è di carattere internazionale. Riguarda la petizione promossa da un’ organizzazione canadese, “Fair Vote Canada” (Voto Giusto Canada) che si batte per la riforma della legge elettorale in Canada in senso proporzionale. Sul loro blog c’è il modulo per firmare: sinceramente non so se gli stranieri possono firmare, ma si può far loro la domanda tramite appunto quello stesso modulo. Comunque, se qui ci fossero dei lettori che risiedono in Canada credo che loro possano firmare.

    Il loro link è il seguente: http://www.fairvote.ca/

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