Risorgimento Socialista: opposizione al governo Draghi e alle politiche liberiste. Per un ampio fronte politico e sociale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

RISORGIMENTO SOCIALISTA considera il Governo Draghi il completamento politico e istituzionale definitivo di  un processo  complessivo di involuzione autoritaria del Paese in atto da tempo che, dopo aver portato  alla omologazione del nostro complessivo sistema agli schemi e ai modelli  della società di mercato e alle logiche  economiche e produttive del sistema liberista, sta ora stravolgendo la nostra stessa vita democratica attraverso l’alterazione degli equilibri costituzionali delle nostre strutture di governo dello Stato e della corretta interpretazione costituzionale del principio di responsabilità di governo .

 

Questo complessivo processo sociale, economico, produttivo e culturale che ha progressivamente  investito il nostro mondo politico, i rapporti di classe, le nostre strutture economiche e finanziarie, il nostro  sistema monetario, la coscienza sociale, i modelli culturali e comportamentali collettivi, che ha progressivamente prodotto  lo   svuotamento della sovranità costituzionale del Paese e lo smantellamento della Costituzione materiale, attraverso la distruzione degli strumenti pubblici di direzione nei processi economici e nelle scelte sociali , realizzando l’ omologazione di tutto il nostro modello di rapporti sociali e produttivi, trova nel governo Draghi  un  momento di esaltazione  istituzionale assoluta, attraverso l’ azzeramento ulteriore della valenza decisionale del sistema politico e la definitiva esaltazione della centralità e dell’indipendenza  dell’esecutivo da ogni residuo vincolo di rappresentanza democratica.

 

La gestione commissariale del Paese, assunta da Draghi, in via solo apparentemente emergenziale e straordinaria, è esplicitamente caratterizzata, nei suoi indirizzi di governo, da una gestione secondo le  compatibilità  imposte dal sistema finanziario  euro-atlantico, dal capitale multinazionale e dal sistema monetario. Nonché dalle regole normative introdotte dai trattati di Maastricht e Lisbona .

L’azione dell’Esecutivo, coperto in modo assoluto dalle autorità finanziare sovranazionali, stringe in realtà, in maniera definitiva, dietro un’apparente necessità di salvaguardia del Paese, tutto il nostro sistema di governo a un assetto di potere e di rapporti sovranazionali, ad esso sovraordinato, che determina rigorosamente le linee di sviluppo e di modello secondo le esigenze globali del sistema .

 

La violenta accelerazione di questa involuzione autoritaria trova la sua necessità strutturale in un’esigenza di controllo e di governo delle contraddizioni profonde delle società nazionali e dei rapporti produttivi   aperte dalla crisi strutturale dei processi di crescita che investe tutto il sistema finanziario e produttivo dei paesi a capitalismo avanzato, non  più in grado di garantire modelli di crescita e di sviluppo consistenti e continuativi, tali da garantire livelli di mobilità sociale o certezze di prospettive di vita adeguate a stabilizzare  processi democratici caratterizzati , come in passato , da livelli ampi di autonomia dei soggetti sociali e dal riconoscimento di rappresentanza, anche conflittuale, nelle espressioni della domanda sociale.

 

Questa nuova impostazione autoritaria del potere nelle società capitalistiche sviluppate, fondata su un utilizzo strumentale e massiccio del sistema mediatico e informativo, si manifesta anche fuori dai rapporti sociali e produttivi, ed esprime una necessità di regolazione, di controllo, di omologazione culturale e comportamentale, di disciplina sociale e di uniformità nelle risposte da parte dei cittadini. Uniformità divenuta ormai strutturale, accondiscendente a un sistema sociale ed economico che vuole gestire una  crisi tendenziale del suo sviluppo, se non addirittura un processo recessivo irreversibile.

 

La stessa gestione delle politiche sanitarie, determinate dalla pandemia, da parte del governo Draghi e la natura giuridica di tutto il sistema sanzionatorio strutturato a tutela dell’obbligo di vaccinazione dei cittadini, denota questa impostazione pressante, intollerante e illiberale , che considera il cittadino uno strumento di consenso sociale attivo per il potere oppure un nemico che viola l’ordine sociale, in una logica tipica del mercato e della redditività finanziaria in cui il risultato è il valore, e il costo sociale un accessorio relativo.

 

In tal modo il governo abdicando alla diretta assunzione di responsabilità delle proprie scelte, punta a  scaricare le difficoltà oggettive della situazione sui cittadini che si avvalgono della scelta personale di non vaccinarsi, favorendo una conflittualità civile strisciante tra i cittadini, mascherando la responsabilità primaria delle scelte di sistema nel taglio della spesa pubblica che ha reso il sistema sanitario pubblico non più in grado di reggere in modo completo l’emergenza.

 

In particolare viene congegnato un sistema sanzionatorio, fissato a tutela di una pur legittima, e scientificamente ammissibile, scelta normativa di prescrizione sull’obbligo vaccinale, in cui la fase escludente e limitativa della circolazione, applicabile a chi sceglie la non vaccinazione, perfettamente ammissibile costituzionalmente in termini di salvaguardia collettiva, viene sostituita da norme, del tutto contrarie al dettato sostanziale delle disposizioni costituzionali, dirette a forzare psicologicamente e socialmente il consenso dei cittadini renitenti verso la vaccinazione, che introducono limitazioni  insostenibili su alcuni aspetti che rientrano nell’esercizio di  diritti fondamentali ed inviolabili secondo Costituzione, come lavoro salute e vita.

In particolare l’introduzione del green pass per i lavoratori dipendenti senza possibilità di avere tamponi gratuiti per i controlli alternativi, o norme violente come l’impossibilità di ritirare la pensione senza vaccini o la proposta di perquisizione dei carrelli di spesa, o peggio la suggestione criminosa, fatta circolare colpevolmente da dirigenti importanti delle strutture amministrative, per cui  i non vaccinati non avrebbero diritto ad essere curati nelle strutture pubbliche, sono norme dirette solo a forzare psicologicamente le scelte individuali dei singoli verso il vaccino e integrano una forma di costrizione morale assolutamente incostituzionale in quanto viene realizzata andando ad incidere su diritti di pari livello costituzionale, come vita, salute, alimentazione e lavoro.

 

La totalità e la profondità di questo disegno tecnocratico ed autoritario, che investe tutti gli aspetti della società e dello Stato ci convince della necessità  di  un nuovo progetto  di ricostituzionalizzazione del Paese,  DEMOCRATICO e SOCIALISTA, in grado di rovesciare l’imposizione del modello sociale liberista e di spezzare l’omologazione padronale dei rapporti di classe, che costituiscono i fattori strutturali che hanno generato un’involuzione della vita democratica e il conformismo nella coscienza culturale della società .

 

RISORGIMENTO SOCIALISTA per tali ragioni vuole lavorare per costruire un Fronte Ampio di Forze Sociali e Politiche, COSTITUZIONALE e LAVORISTA, che si assuma i compiti di un autentico Comitato di Liberazione Nazionale per la ricostruzione della Sovranità Costituzionale del paese e per sostenere, sul terreno politico, un progetto di profondo mutamento del modello sociale, attraverso la ricostruzione del  nostro assetto sociale e politico Costituzionale, nei suoi due caratteri  fondanti: la scelta sociale e politica Egualitaria e  Lavorista ed il carattere Solidaristico dei suoi istituti fondamentali.

Un fronte che contrasti frontalmente tutti i soggetti attivi del commissariamento del paese: il Governo Draghi,  il sistema Liberista e  Finanziario,  il Padronato nazionale e multinazionale e tutta la classe politica parlamentare che rappresenta I loro disegni autoritari.

 

Riteniamo che questo fronte di Resistenza Democratica sia il solo modo utile per consegnare una  rappresentanza politica diretta al grande movimento di lotta dei lavoratori italiani rinato attorno alla mobilitazione del 18 settembre, sulla iniziativa del lavoratori della GKN, sostenuto dall’iniziativa del Sindacalismo di Base e rafforzato dallo sciopero generale promosso dalle categorie industriali e dei servizi delle Cgil e della Uil.

 

Un fronte plurale ed articolato che riassorba in positivo al suo interno, su un disegno di difesa della Costituzione e di rovesciamento del modello liberista, anche la violenta spaccatura che si è prodotta  nel mondo del lavoro e nella società civile sulle politiche sanitarie del governo e soprattutto sulla introduzione del green pass per lavorare.

 

Vogliamo riuscire a coinvolgere sulla difesa della Costituzione, in modo rigido ed intransigente, un arco di forze molto vasto, per resistere allo schiacciamento della sovranità del Paese da parte del sistema finanziario e del capitale multinazionale, e respingere il grande disegno geopolitico euro atlantico di stabilizzazione,  anche a costo di cercare uno scontro con i nuovi grandi produttori mondiali, di un sistema politico, economico e commerciale fondato sulla distruzione di ogni forma di rappresentanza e di spazio decisionale del mondo del lavoro, che giunto ad un punto di crisi profonda del suo modello di accumulazione e produzione della ricchezza sociale, produce solamente un enorme distruzione di risorse e ritiene di poter superare le sue difficoltà strutturali facendo ricorso a politiche imperialiste di dominio e di subordinazione economica verso tutti i paesi che vogliono mantenersi indipendenti e vedersi garantite le loro ragioni economiche e sociali attraverso la difesa della loro sovranità e indipendenza.

Von der Leyen e Draghi da Cinecittà. | La Voce News

Fonte foto: da Google

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