Balle liberiste

Non ci facciamo illusioni. La modernità non è il regno della libertà come molti vogliono farci credere. Meno che mai, ad una maggiore libertà della società rispetto ai poteri, corrisponde un aumento del benessere collettivo. Queste convinzioni sono soltanto sciocchezze dettate dalla superficialità dei liberali o dalla ideologia dei liberisti.

In realtà, la cruda fattualità dei moderni ha sempre mostrato che un aumento di principio della libertà dei singoli rende necessario un suo bilanciamento attraverso l’incremento del potere di fatto delle istituzioni. Chi non ne fosse convinto, potrebbe rivedersi le pagine di storia dedicate all'”assolutismo sovrano”, al “terrore rivoluzionario”, al modello nazionalistico bismarckiano o a quello napoleonico (primo e secondo impero), o, infine, ai totalitarismi (diversissimi) nazifascisti e comunisti del Novecento.

Cifra identificativa del moderno non è affatto il liberalismo come affermano gli sciocchi ma la tensione incessante fra democrazia e dispotismo. Su questa bipolarità sempre viva, sempre oscillante e a rischio di ricadere sull’uno o sull’altra estremo, si gioca il senso e il destino dell’Occidente.

Con l’avvento della globalizzazione e della società della comunicazione totale la retorica del neoliberismo avrebbe voluto farci credere che abbiamo finalmente raggiunto il più alto livello di libertà della storia. Balle. Stupidaggini acritiche scritte e propagandate da ignoranti in buona fede o da cialtroni in cattiva fede. La globalizzazione, dovrebbe essere chiaro a tutti ormai ciò che eravamo soltanto in pochi ad affermare qualche anno fa, ha reso il potere ancora più rigido, oltre che inafferrabile, spostandolo nei territori del conflitto geopolitico per la potenza imperiale mondiale.

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Fonte foto: Geopolitica.info (da Google)

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