Autovelox di classe

Sono le 9,30 del mattino di venerdì 4 luglio. Suonano al citofono di casa mia. Botta immediata di ansia causata dalla certezza che, escludendo un invito all’ambasciata USA per celebrare “L’Indipendence Day”, a quell’ora non può che essere il postino con una cartella di Equitalia o una multa.
Infatti è una multa di Euro 181 per eccesso di velocità: transitavo con il mio scooter alla velocità supersonica di ben Km 63 a fronte del limite previsto dei 50. La suddetta violazione è stata rilevata da una pattuglia di agenti della polizia municipale muniti per l’occasione di un’apparecchiatura AUTOVELOX
E’ fondamentale rilevare che mi trovavo su una strada di grandissimo scorrimento, praticamente quasi un’autostrada,anche se ubicata in un quartiere adiacente al centro di Roma, dove l’andatura media si aggira intorno agli 80 orari. Anche volendo, rispettare il limite di velocità su quella strada è pressoché impossibile, a meno di rischiare di essere travolti da altre auto in corsa o di essere arrestati per vagabondaggio.
Lo sanno tutti, anche i vigili, e infatti fino ad ora ha prevalso il buon senso sulla necessità di “fare cassa”. Presumo che insieme al sottoscritto avranno fatto piangere, come si suol dire, un bel po’ di gente, dal momento che quel tratto di strada sarà percorso da decine di migliaia fra autovetture e motocicli ogni giorno.
Dopo una primissima, inevitabile e credo comprensibile reazione di stizza non senza, lo ammetto, un’imprecazione rivolta al Creatore (che ha peraltro ben poco a che vedere con queste vicende umane, troppo umane…), mi sorge spontanea una riflessione, anzi un paio.
La prima: mettere una pattuglia con un autovelox su quella strada per far rispettare il limite di Km. 50 h può essere paragonato a multare per eccesso di velocità un pilota di formula 1 alla mille miglia di Indianapolis, oppure non so, condannare all’ergastolo per omicidio volontario un soldato che in guerra è stato costretto a uccidere, suo malgrado, un soldato dell’esercito nemico.
La seconda: questi cazzo di 80 euro in busta paga con il faccione di Renzi stampato sopra ce li faranno pagare e a caro prezzo. Praticamente un debito inestinguibile. Diventeranno con il tempo una colpa.
La terza: l’autovelox è uno strumento di classe, perché solo apparentemente colpisce tutti, ma in realtà colpisce solo i poveracci. Perché uno che gira con la Maserati, sia esso un notaio, un produttore cinematografico, un costruttore/banchiere o un criminale (figure idealtipiche di chi ha i soldi a Roma), se ne frega di una multa di Euro 181, ma un padre di famiglia che guadagna millecinquecento euro al mese, non se ne frega affatto. Perché, stando ai conti fatti dalla Picierno, con 181 Euro ci fa la spesa per un mese per lui e la sua famiglia (ma anche se fossero solo quindici giorni il discorso sarebbe identico).
Ergo, fuori da ogni atteggiamento demagogico che non mi ha mai appartenuto, anche l’autovelox (e la logica che gli sta alle spalle) contribuisce a togliere letteralmente il pane di bocca a quel padre di famiglia e ai suoi figli. Il sottoscritto non ne ha (ma paga bollette e mutuo come tanta altra gente sulla base di un reddito normalissimo) e può alla fin fine prenderla (relativamente) con filosofia, ma credo che se li avesse, sarebbe molto incazzato. E ne avrebbe ben donde.
La morale di questa storiella? Non esiste nulla, ma veramente nulla, nella società in cui viviamo, che non sia fondato su una logica di classe.
Non facciamocene una ragione e non diamo retta ai cantori del presunto (avvenuto) superamento storico di questa contraddizione. E’ una truffa.

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