Controllo mediatico, costruzione del consenso e ruolo dei social network

Come molti di voi già sanno, per circa una settimana, la pagina Facebook del nostro giornale è stata oscurata dagli admin di FB, tutti gli articoli sono stati cancellati e ci è stato impedito di pubblicare. Al momento sembra che tutte le normali funzioni siano state ripristinate ma non è da escludere ed è anzi assai probabile che questa odiosa forma di censura si ripeta più o meno sistematicamente nel tempo.

E’ altresì probabile se non certo che questa situazione sia stata determinata dall’attacco di gruppi di cosiddetti “troll”, cioè provocatori organizzati, che hanno segnalato a FB presunte e ovviamente false violazioni da parte nostra delle regole e del codice etico e comportamentale (istigazione all’ odio razziale o alla violenza, al sessismo, materiale pornografico ecc.) dello stesso FB il quale, a quel punto, ha bloccato automaticamente la pagina “incriminata”.

Sarebbe però un grave errore pensare che FB non abbia alcuna responsabilità per quanto accaduto e che il sistema risponda soltanto a degli algoritmi, a dei programmi che agiscono in automatico. Non c’è neanche necessità di indagare per dimostrarlo, basta la logica.

Riuscite forse ad immaginare le pagine FB del New York Times, del Washington Post, oppure della Repubblica o del Sole 24 Ore, oscurate in virtù della segnalazione da parte di gruppi di “troll”?

Non è neanche concepibile, sappiamo tutti che ciò è impossibile. Ergo, quanto ci è accaduto conferma che i social network (così come grandi imprese quali Google o Amazon) non sono affatto piattaforme “neutre” ma luoghi preposti al controllo sociale e alla costruzione del consenso. Qualcuno dirà:”Lo sapevamo già!” Vero, ma molti invece non lo sanno, e allora è bene spiegarglielo.

Per molto tempo, in tanti hanno pensato che la rete e i cosiddetti “social” potessero rappresentare un luogo per l’appunto neutro, una sorta di gigantesca agorà libera dall’occhio del “Grande Fratello”, per usare una celebre metafora, cioè dell’apparato mediatico preposto al controllo e all’occupazione della sfera psichica degli individui, cioè a quella vera e propria  “colonizzazione dell’immaginario”, come è stata definita da alcuni Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale https://www.linterferenza.info/contributi/colonizzazione-dellimmaginario-e-controllo-sociale/ . Nell’attuale contesto storico infatti, il controllo di questa sfera è fondamentale, molto più che nelle epoche passate.

La peculiarità di questa moderna forma di dominio è infatti la sua altissima capacità  di condizionare e controllare l’esistenza degli individui a qualsiasi livello, non tanto nella sfera pubblica quanto soprattutto in quella privata, la quale a sua volta condiziona la prima. In pratica non esiste un solo anfratto della vita umana che sia sottratto al suo controllo, né potrebbe essere altrimenti.

E’ la natura stessa di questo genere di dominio “assoluto”, la sua peculiarità e la sua complessità che rendono necessaria questa modalità di controllo così estesa e pervasiva sulla vita degli individui, soprattutto del loro foro interiore e della loro sfera psichica, quella che da tempo ho definito per brevità come “psico-sfera”.

Questa forma di controllo così sofisticata e, come dicevo, altamente pervasiva, è la caratteristica delle forme moderne di dominio. Infatti le tirannie e i sistemi dispotici e totalitari della storia passata e recente non avevano la necessità assoluta di controllare ogni angolo, anche il più profondo e remoto, della vita degli individui, per la semplice ragione che il contratto sociale, cioè la relazione fra il sovrano e i membri della comunità o se preferite, i sudditi, era in ultima istanza fondata sui rapporti di forza, cioè sul tasso di terrore che il primo era in grado di ingenerare ed esercitare sui secondi al fine di ottenere la loro obbedienza e il rispetto delle leggi e dell’ordine sociale e politico costituito.

Ma quelle forme di organizzazione sociale e politica risultano oggi inadeguate a governare e a gestire società complesse come quelle capitalistiche occidentali (e simili…) attuali le quali, per sopravvivere e autoalimentarsi, hanno bisogno di meccanismi sociali, culturali e psicologici estremamente più complessi del semplice esercizio della forza che strutturalmente non può essere sufficiente a mobilitare forze, energie e risorse produttive, sia in termini quantitativi che soprattutto qualitativi, necessarie ad alimentare l’intero sistema. L’analisi di queste dinamiche finalizzate al controllo sociale e psicologico e alla mobilitazione delle energie sarebbe troppo complessa e ci porterebbe troppo lontano rispetto all’oggetto di questo specifico articolo. Affronteremo il tema in altro momento.

La domanda, per ora, è la seguente: potevano la rete e i social, frequentati ormai da centinaia di milioni e forse da miliardi di persone in tutto il mondo,  restare al di fuori di tale controllo? La risposta è: no, ovviamente.

E’evidente quindi, tornando all’incipit dell’articolo, che chi sarà sottoposto a controllo,  censura o peggio oscuramento da parte dei social network non saranno certo i grandi media ma quelle forme più o meno diffuse di dissenso e di criticità che trovano la loro espressione nella piccola e piccolissima editoria, nei vari giornali, siti e blog che popolano la rete e i social.

Anche qui però un ragionamento va fatto. Non tutti questi siti o blog sono considerati pericolosi dal “sistema”, e infatti vengono lasciati fare. Sulla rete e sui social c’è praticamente di tutto (dalla floricoltura al bondage), e naturalmente anche siti e blog dichiaratamente fascisti oppure, viceversa, dichiaratamente comunisti. In moltissimi di questi casi, non scatta però nessuna forma di censura. Ciò è dovuto al fatto che, al di là dell’ovvia e radicale diversità che intercorre fra questi siti (non è certo nostra intenzione mettere sullo stesso piano i blog neofascisti o neonazisti e quelli comunisti), la maggior parte di questi (ma non tutti, ovviamente) vengono considerati innocui e, in effetti, a mio parere, lo sono. Perché? Ci si chiederà.  Perché non vanno al di là dei proclami e delle esternazioni ideologiche spesso altisonanti, non individuano e non portano allo scoperto quelli che potremmo definire come i veri e propri pilastri ideologici del sistema dominante. In tal modo, finiscono per essere addirittura folkloristici. E non c’è nulla di più innocuo di una manifestazione ideologica fine a se stessa che non riesce a cogliere il cuore delle questioni.

Anche se in molti/e ci tacceranno di immodestia e di presunzione, altri/e di aver smarrito il senno, noi pensiamo invece (oltre al fatto di essere forse dei potenziali kamikaze, nella speranza che questa affermazione non venga interpretata alla lettera ma per quello che è, cioè in senso ironico …) di aver centrato alcuni di quei pilastri ideologici, veri e propri  dogmi che, proprio per l’importanza che ricoprono nella gerarchia interna all’apparato ideologico politicamente corretto dominante, non devono essere neanche affrontati, non se ne deve neanche parlare, se non nelle forme e nelle modalità consentite, cioè per sottolinearne la giustezza e addirittura l’oggettività.

Questi due dogmi, mattoni fondamentali dell’ideologia politicamente corretta attualmente dominante, sono il sionismo e il femminismo. Abbiamo approfondito il tema in questo articolo Chi non ci è permesso criticare  https://www.linterferenza.info/editoriali/chi-non-ci-e-permesso-criticare/

Riteniamo, con un margine di sicurezza decisamente ampio, che l’attacco che abbiamo subito e che ha portato alla censura di FB nei nostri confronti provenga da ambienti collegati alle suddette ideologie. Come infatti abbiamo spiegato nell’articolo sopra linkato, è socialmente e politicamente consentito professarsi comunisti, anticapitalisti, antimperialisti e antifascisti – e noi dichiariamo apertamente di esserlo – senza che ciò comporti necessariamente delle conseguenze dal punto di vista professionale, politico e anche personale. Viceversa, la critica radicale al Sionismo (o meglio, all’ideologia dell’Olocausto eletto a  Male Assoluto di tutti i tempi con conseguente condanna al Senso di Colpa Inestinguibile, fine pena mai; l’alibi con cui Israele copre ideologicamente le sue criminali politiche neocolonialiste) e al Femminismo (cioè all’ideologia dell’ “Olocausto” che si sostiene essere stato perpetrato dal genere maschile ai danni di quello femminile fin dalla preistoria ad oggi), comporta inevitabilmente l’ostracismo, l’emarginazione sociale, la preclusione di ogni possibilità di carriera, la chiusura di ogni spazio professionale e politico, specialmente in ambito mediatico, accademico e politico, anche e soprattutto nell’ambito della sinistra, sia quella “liberale e riformista” che quella “antagonista”.

L’Interferenza è un giornale composto da persone con una formazione e un approccio marxista (su questo non c’è dubbio), sia pure non conformista e/o non ortodosso, per lo meno secondo il canovaccio classico con cui vengono identificati gli “ortodossi” e i “non ortodossi”. Tuttavia, forse proprio perché non conformisti e non incastonati in questa o in quella corrente (o conventicola), quindi “eretici”, abbiamo esplorato quei territori che, a nostro parere, una Sinistra troppo intrisa di economicismo e sociologismo, non ha mai indagato.  E abbiamo fatto o riteniamo di aver fatto alcune interessanti e al contempo scomode scoperte. Proprio quelle che noi riteniamo abbiano provocato e molto probabilmente provocheranno ancora l’oscuramento della nostra pagina su Facebook.

Mi sembra giusto, a questo punto, concludere questa breve e scomoda riflessione (come del resto tutte le nostre riflessioni) con questa frase attribuita a Voltaire:“Per capire chi ti comanda, scopri chi non ti è permesso criticare”. Facendo questa operazione, il cerchio si stringe.

 

 

 

 

 

 

 

4 commenti per “Controllo mediatico, costruzione del consenso e ruolo dei social network

  1. Roberto Castelli
    26 aprile 2016 at 20:02

    Pensavo e commentavo in un altro gruppo di FB, in merito a questo femomeno di censura e per altri versi, poi facebook è responsabile di NON controllare affatto la prostituzione che avviene on line con signorine che mettono foto a carattere sessuale…. la qual cosa significherebbe stringendo, il puttanesimo è consentito, ma la libera espressione per nulla.
    Vedi il profilo di una certa A. C. su FB, e senza voler giudicare la sua reale bellezza, le pose lasciano intendere che non sia solo un profilo amatoriale… ditemi la vostra

  2. ndr60
    28 aprile 2016 at 13:59

    Caro Fabrizio, le tue conclusioni sono le stesse di Paolo Barnard. Non è che scrivi sotto pseudonimo? 🙂

  3. Ada
    1 maggio 2016 at 19:22

    Complimenti all’ Autore di questo articolo, che sia Fabrizio Marchi o Paolo Barnard (come qualcuno ha ipotizzato ) è un altro fattore evidente di come la “tecnologia” mandi in tilt la mente umana dopo averla privata di tatto , udito e vista e dove l’ ESSERE UMANO GODE NELLA SUA STESSA PRIGIONE VEDENDO SE STESSO RINCHIUSO ED OSSERVANDO TUTTI GLI ALTRI NELLA SUA STESSA SITUAZIONE, magari notando che quello nell’ altra gabbia ha azionato il tasto censura per scacciare il messaggio politicamente corretto o scorretto(cosa che definisce lo stesso essere umano) e sventolare il proprio messaggio ,ma non capisce che lo accomuna la stessa cosa: GABBIA.

    Voglio precisare che sono una sostenitrice di tutto il pensiero scritto nell’articolo, ma non ho trovato una Chiave per aprire questa Gabbia in cui tutti, compresa me che sto leggendo siamo rinchiusi…
    BUONASERATA

    ADA

  4. ADA
    3 maggio 2016 at 19:25

    Quando ti trovi in gabbia cosa fai?

    1)Aspetti in agonia, il momento in cui cessano le tue funzioni vitali, pensando che sei un condannato senza via d’uscita.

    2)Fai l’esatto opposto, usi la mente per escogitare una via di liberazione in modo da non far cessare le tue funzioni vitali.

    Il problema è …….come, se si decide la seconda opzione visto che la prima finisce lì????

    Approfitto di questo bellissimo articolo, che menziona la GABBIA, citando l’ ingiustizia subita attraverso l’oscuramento di una pagina su Facebook, ove magari venivano rivelate verità comode per alcuni e scomode per altri, attaccando esplicitamente e parzialmente il sistema informatico che ”manipola” in ambito mediatico “TUTTI INDISTINTAMENTE”, al di là Sig.Marchi delle ideologie dominanti quali il femminismo ed il sionismo…… mi sorge una domanda :perchè anche lei si sta avvalendo dello stesso sistema che contesta, verso chi contesta la sua di ideologia?

    Tutto questo LIBERA L’UOMO (ESSERE UMANO) dalla
    gabbia che da sè si è costruito? Io credo proprio di no.

    DI QUALE GABBIA PARLIAMO VISTO CHE NE ESISTONO TANTE?

    In questo contesto io mi riferisco esattamente a :
    (cito una parte del contesto stesso)

    “Controllo mediatico, costruzione del consenso e ruolo dei social network”

    ” Nell’attuale contesto storico infatti, il controllo di questa sfera è fondamentale, molto più che nelle epoche passate.

    La peculiarità di questa moderna forma di dominio è infatti la sua altissima capacità di condizionare e controllare l’esistenza degli individui a qualsiasi livello, non tanto nella sfera pubblica quanto soprattutto in quella privata, la quale a sua volta condiziona la prima. In pratica non esiste un solo anfratto della vita umana che sia sottratto al suo controllo, né potrebbe essere altrimenti.

    E’ la natura stessa di questo genere di dominio “assoluto”, la sua peculiarità e la sua complessità che rendono necessaria questa modalità di controllo così estesa e pervasiva sulla vita degli individui, soprattutto del loro foro interiore e della loro sfera psichica, quella che da tempo ho definito per brevità come “psico-sfera”.

    Ora fermo restando ,su questa parte Sig. Marchi , mettere al corrente una semplice utente come me di questa REALTA’ è insufficiente fino a che continueremo a criticare non CHI NON CI E’ PERMESSO CRITICARE , MA …..COSA.

    COSA???????

    IL SISTEMA IN CUI LO FACCIAMO……ATTRAVERSO LA TECNOLOGIA.

    Citando P.BARNARD, ho letto uno degli ultimi articoli da lui scritti (spero) , dove tutto il senso di quel che io le ho espresso , lo traduce ottimamente lui con queste parole che non vanno sintetizzate postando un semplice link, ma riportate testualmente .

    “Dobbiamo sviluppare qualche tipo di meccanismo dentro di noi per spegnere questa forma di vita digitale, perché altrimenti, non so voi, ma io dovrò lasciare questo pianeta… perché la tecnologia sarà sempre più strepitosa, e diventerà sempre più facile, sempre più piacevole e conveniente starsene seduti da soli con immagini su uno schermo o su un tablet, regalateci da gente che non ci ama, ma vogliono solo i nostri soldi… e quando questo diventa il tuo cibo quotidiano, e lo sarà, morirai, pieno di significati…”

    David Foster Wallace

    “Ormai quasi ogni cosa che ci circonda è talmente inguardabile che veramente, siamo spinti, sono spinto, a pensare che l’unica via d’uscita con un vero senso sia morire. Sto gradualmente perdendo la paura della morte… sto, oddio, invidiando quei tanti ragazzi che ho visto morire, come se fossero stati benedetti da qualcosa che non capivano ma che era la loro benedizione, rispetto a me che rimanevo… la morte mi sta sempre più sembrando un fazzoletto terrifico che ci hanno messo davanti agli occhi per tenerci qui, ma non lo è. Morire è la fine dell’inguardabile insostenibile, immutabile ormai. Perché non lo cambierete più, questo orrore”.

    Paolo Barnard

    Effettivamente queste urla servono, affinchè qualcuno urli a sua volta, e l’altro urli a sua volta ancora..ed ancora ed ancora, CI STIAMO SUICIDANDO TUTTI !!!!

    Ci stiamo suicidando e lasciando andare perchè NESSUNO CI AMA… ??? IL DENARO, I NOSTRI SOLDI SONO L’AMORE, …… PROGRESSO E POSSESSO …. E’ AMORE, POLITICA E POTERE…. E’ AMORE, RELIGIONE E FEDE NEL DIO DENARO … E’ AMORE, INTERNET…. E’ AMORE,FACEBOOK, CHATTA…..E’ AMORE……MA ALLORA IL SUICIDIO CHE COS’ E’ ? ?????

    E’ IL RISULTATO DELL’AMORE CHE ABBIAMO DATO E RICEVUTO ….PERCHE’ QUELLO CHE HO CITATO HO CONOSCIUTO! E questo è racchiuso in quel che viene definita psico-sfera……

    Nell’articolo , l’autore ha fatto un confronto tra l’attuale contesto in cui viviamo e quello di un tempo ….forse vi è uno spiraglio di liberazione dall’ attuale cella, a quella che si pensava fosse un tempo?

    Questa forma di controllo così sofisticata e, come dicevo, altamente pervasiva, è la caratteristica delle forme moderne di dominio. Infatti le tirannie e i sistemi dispotici e totalitari della storia passata e recente non avevano la necessità assoluta di controllare ogni angolo, anche il più profondo e remoto, della vita degli individui, per la semplice ragione che il contratto sociale, cioè la relazione fra il sovrano e i membri della comunità o se preferite, i sudditi, era in ultima istanza fondata sui rapporti di forza, cioè sul tasso di terrore che il primo era in grado di ingenerare ed esercitare sui secondi al fine di ottenere la loro obbedienza e il rispetto delle leggi e dell’ordine sociale e politico costituito.

    Dopotutto é sempre L’UOMO IL RESPONSABILE DEL SUO MALE CHE SI TRADUCE IN UN INSAZIABILE FAME , DAL NOME: PROGRESSO.

    Il Progresso è l’ingiustizia che ogni generazione commette nei confronti di quella che l’ha preceduta.
    Emil Cioran

    Mille cose avanzano, novecentonovantanove regrediscono: questo è il progresso.
    Henri Frédéric Amiel.

    Più siamo certi di progredire materialmente più falliremo spiritualmente
    Ada

    Grazie per l’attenzione .

    Un caro saluto a lei Sig.Marchi

    Non sono interessata alla pubblicazione di quel che le ho scritto , ma non nego che mi faccia piacere che lei lo abbia letto, grazie.
    Ada

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