Fate la lotta di classe, coglioni!

Quanti anni, o meglio millenni, vi occorrono per guadagnare quello che guadagna in una sola stagione una star del calcio?

Considerando che lo stipendio medio lordo di un lavoratore italiano è stato calcolato in Euro 26.100 all’anno, per guadagnare quello che guadagnano in una stagione i seguenti calciatori, ci vorrebbero appunto millenni.

Ecco la tabellina:

Gli stipendi dei top-player paragonati allo stipendio medio italiano

Fonte foto: Eurospor

Alla BBC si sono voluti divertire e hanno proposto questo gioco. Calcolare appunto quanto tempo ci vorrebbe ad un comune mortale per guadagnare quello che guadagna una stella del calcio: http://it.eurosport.com/calcio/calciomercato/2010-2011/quanti-anni-vi-occorrono-per-guadagnare-lo-stipendio-di-una-superstar_sto6310929/story.shtml

Avete capito? Vi è ben chiaro? Per guadagnare quello che guadagnano Tevez o Neymar in un solo anno dovreste vivere (per lavorare) per 2.300 (dicasi duemilatrecento) anni. Sono quegli stessi divi che tanta gente va ad osannare la domenica allo stadio. E molto spesso è la stessa gente che si incazza con gli immigrati perchè è stata convinta che siano la causa prima del loro malessere.

Da ricordare che le cifre di cui sopra sono NULLA rispetto a quello che accumulano i magnati del petrolio e della finanza (e delle armi, della droga ecc.). Insomma tutti i grandi capitalisti.

La morale?

Sveglia! Fate la lotta di classe, coglioni/e che non siete altro! Fatela finita di perdere tempo con le menate e soprattutto di prendervela con chi sta ancora più in basso di voi!

5 commenti per “Fate la lotta di classe, coglioni!

  1. armando
    31 Agosto 2017 at 21:13

    c’è sempre la speranza che i progressi della medicina allunghino la vita!!

  2. Alessandro
    2 Settembre 2017 at 12:23

    La mano invisibile del mercato che tutto aggiusta :-)))))
    E’ sempre una questione di quattrini: i migranti che arrivano sulle nostre coste non danno tanto fastidio perchè neri, ma perchè poveri e come tali destinati a vivere a lungo “sulle spalle della comunità”. Arrivassero come turisti o imprenditori o idoli sportivi, stenderemmo loro il tappeto rosso.
    Lo slogan “aiutiamoli a casa loro” avrebbe anche un senso se s’iniziasse a riflettere sulle risorse da dirottare in quelle aree e su quali mani transiterebbero. E da cosa dovrebbero essere stornate: dallo stato sociale, dalle pensioni minime o su di lì, dai salari dei lavoratori, degli impiegati pubblici del decadente occidente? O forse bisognerebbe mettere mano finalmente alla follia che si chiama neoliberismo? Domanda retorica,per chi crede nel progresso socio-economico.
    Non si può pensare di risolvere il problema delle migrazioni di milioni d’individui senza mettere in discussione dalle fondamenta l’incredibile sperequazione economica che caratterizza questo pazzo mondo.
    E non parlo di comunismo, ma almeno di un po’ di razionalità e sensibilità sociale, che si occupi necessariamente anche del professionismo sportivo.
    Altro punto fermo è lo stop agli interventi militari, consentiti solo in casi eccezionali.

  3. armando
    3 Settembre 2017 at 21:59

    però di izmoci la verità. quello scandalo del calcio, peraltro insieme a ogni tipo di divismo, è alimentato da tutti noi. Se non guardassimo più le partite il fenomeno si sgonfierebbe in un attimo.

    • Alessandro
      4 Settembre 2017 at 13:26

      Vero, ma per quanto mi riguarda non ho mai sottoscritto alcun abbonamento alla pay tv nè vado più allo stadio. Mi capita di guardare il calcio in tv, ma solo le grandi competizioni internazionali in chiaro. Va detto che almeno i calciatori devono prepararsi atleticamente per tenere il campo novanti minuti, il che costa una certa fatica, mentre altri personaggi dello sport professionistico, soprattutto ambito motori, non devono curare in maniera così continua neanche questo aspetto, ma vengono super pompati dai media comunque, solo perchè attraverso di loro viene pubblicizzato l’intero settore, tra l’altro anche con ricadute diseducative, il mito della velocità per intenderci.
      Se vogliamo il caso più emblematico e vergognoso di sportivo strapagato è più un Valentino Rossi che un Messi o un Neymar, perchè di Valentino Rossi possono essercene a bizzeffe, se gli metti in mano il mezzo giusto, mentre di Messi e di Neymar certamente no. Insomma il calcio è “più meritocratico” della formula 1 o del motociclismo, ciò non toglie che quanto avviene sotto i nostri occhi, anche alla luce della disperazione di tanti, sia qualcosa di estremamente vergognoso, ed è lo specchio della follia a cui questo sistema è giunto.
      Vero poi che parliamo tanto, ma poi siamo sempre restii ad agire. D’altronde lo sport è “una droga”, difficile liberarsene. Io stesso ho bisogno delle mie razioni di basket o tennis, ecc., e di sorbirmi le Olimpiadi dal primo all’ultimo minuto, spesso anche “maledicendo” questa passione, visto che le soddisfazioni che ricevo in quanto appassionato sono sempre minime, trovandomi sempre o quasi dalla parte dei perdenti.

  4. mirko recher
    4 Settembre 2017 at 11:45

    alessandro sono perfettamente d’accordo con te…io lavoro per poste italiane il mio stipendio è di 1.200 euro al mese mentre Caio ora ex amministratore delegato di poste italiane prendeva 1.200.000 euro all’anno che non è uno sproposito ma di più…un po’ più di equità non guasterebbe…poi è nota la storiella dei biscotti…si ha 12 biscotti…l’imprenditore o il potente di turno ne prende 11 e lascia un biscotto a disposizione tua e dell’immigrato…noi ci azzuffiamo per quel biscotto mentre l’altro se la gode con i suoi 11…bisognerebbe invece fare fronte comune perchè l’imprenditore o il potente di turno faccia non si prenda tutti gli 11 biscotti…

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