La Lega (ex nord) europeista e neofemminista

Foto: La Stampa (da Google)

 

Tempo di elezioni. Tutti i partiti fanno a gara per rassicurare l’elettorato e i “mercati”. Una sorta di rincorsa al “centro” che coinvolge più o meno tutti. Le forze politiche (per lo meno a parole) “antieuropeiste” come il M5S e la Lega (ex nord) hanno fatto, come era ampiamente prevedibile, marcia indietro sull’ipotesi di uscire dall’Unione Europea. Il candidato premier del M5S, Di Maio, è già da tempo volato a Washington e a Londra per spiegare che lui non ci pensa neanche all’ipotesi che l’Italia possa uscire dalla NATO (figuriamoci…) e dall’UE, mentre Salvini, noblesse oblige (obtorto collo?…), si sta prodigando in una serie di torsioni e avvitamenti su sè stesso (ma gli riesce molto bene…) per giustificare l’alleanza con Forza Italia, partito europeista (oltre che liberista) per eccellenza.

Dietrofront su tutta la linea, dunque, e rincorsa al “centro”, come dicevo, ma anche allo “spirito dei tempi”. La Lega (come tutti gli altri partiti) fa campagna acquisti e imbarca Giulia Bongiorno, ex “finiana”, femminista militante, anche se di destra (che il femminismo sia trasversale da “sinistra” a destra è cosa ormai nota…), fra le più forcaiole, giustizialiste e “securitarie”, forse più delle sue “colleghe” di “sinistra”. Fu tra le prime promotrici alcuni anni fa, insieme alla Carfagna, di un DDL che prevedeva un aggravio di pena per i rei di “femminicidio”, cioè sostanzialmente l’ergastolo (Femminicidio, da Bongiorno e Carfagna proposta di legge per l’ergastolo)

Una legge sessista che si fonda sul concetto (se la logica non è acqua fresca) che uccidere una donna è evidentemente più grave che uccidere un uomo (o un minore…).

«Dobbiamo avere molto più degli uomini – spiegava la Bongiorno (cito testualmente dal Corriere della Sera del 5 novembre 2015Le donne e il mito di un’emancipazione mai raggiunta) – se davvero vogliamo recuperare il meno avuto fin qui» perché – continua – «è soltanto con la disparità che possiamo emanciparci dalla discriminazione che ci accerchia e ci sovrasta». C’è una precisa dichiarazione d’intenti nelle prime pagine di Le donne corrono da sole, il nuovo libro dell’avvocato Giulia Bongiorno (Rizzoli, 220 pp., 17,50 euro) – spiega l’articolista del Corsera. Un auspicio netto a ogni azione che privilegi «spudoratamente le donne (anche con leggi ad hoc discutibili come quella sulle quote cosiddette rosa)».

Questo il “Bongiorno-pensiero”, in estrema sintesi (non che ci sia molto di più), peraltro affatto dissimile da quello delle donne di “Se non ora quando” (con cui era in ottimi rapporti), di area PD, e in generale di tutte le militanti di “sinistra”, anche di quella cosiddetta radicale.

Insomma, dalla Lega della “Padania libera” e “celodurista” del Bossi, a quella “nazionale” antieuropeista e “debenoistiana” (da De Benoist, intellettuale di punta della nuova destra francese ed europea) di Salvini a quella “europeista” (per necessità ma anche per interesse…) e “neofemminista” sempre di Salvini. Un triplo salto carpiato degno della migliore tradizione trasformista italiota.

La Bongiorno, che sarà candidata in diversi collegi, ha spiegato che è stata “colpita dalla concretezza e dalla nitidezza del pensiero di Andreotti (neanche Salvini aspirava a tanto…)”, che lei stessa difese dall’accusa di essere colluso con la mafia, come spiega sempre il Corriere della Sera: L’avvocato Giulia Bongiorno si candida con la Lega: «Salvini è concreto, come Andreotti»

Le fa eco Salvini che rilancia:” È il segno di una Lega che cresce, coinvolge, punta su professionalità della realtà civile soprattutto nel campo della difesa della sicurezza, dei diritti delle donne, della riforma della Giustizia» (L’avvocato Giulia Bongiorno in campo con la Lega: “Colpita dalla nitidezza del pensiero di Salvini”)

Insomma, un ottimo scoop per la Lega e per Salvini – sempre più in sintonia con lo “spirito dei tempi” di cui sopra – che si appresta ad andare al governo; ipotesi più che probabile dal momento che quella di centrodestra è la coalizione che ha più probabilità di raggiungere il quorum o di avvicinarvisi.

Questo è quello che ci aspetta, molto verosimilmente, nei prossimi tempi a venire, a meno che da “sinistra” non ci sorprendano con qualche altra “giocata di fino” capace di sparigliare le carte del gioco ma non dei contenuti, che sono più o meno gli stessi.

5 commenti per “La Lega (ex nord) europeista e neofemminista

  1. armando
    19 gennaio 2018 at 22:29

    Accenno a De Benoist (intellettuale serio e alle volte più a “sinistra” della “sinistra”) a parte, non c’è dubbio che il panorama politico italiano è quello descritto, cioè semplicemente desolante e allineato completamente al mainstream. Per conquistare un voto tutti venderebbero l’anima al diavolo, ammesso che mai ne abbiano avuta una. E se è vero, e lo è, che lo spirito dei tempi afferra tutti, a destra come a sinistra, significa che la vittoria dell uno o l’altro è solo un insignificante dettaglio. Stismo davvero assistendo a operazioni che solo pochi anni addietro sembravano impossibili. L’ex celodurista (ormai celomoscista) Salvini che arruola una femminista doc, il cattolico (si fa per dire) Tabacci che corre in aiuto alla campionessa dell’aborto e dell’eutanasia, nonchè laicista docg, Bonino, sollevandola dalla necessità di raccogliere un po’ di firme per poter presentare la sua lista.
    Tutti motivi validi, anzi sacrosanti, per fottersene di questo gioco truccato in partenza, dove tutti gli attori si potrebbero cambiare le maglie e nessuno se ne accorgerebbe.

    • Fabrizio Marchi
      20 gennaio 2018 at 0:30

      Chiarisco un punto. Quando dicevo che la Lega è “debenostiana” intendevo dire che loro hanno tentato (come peraltro abbiamo spiegato in diversi articoli) di ispirarsi a De Benoist o lo hanno considerato, per lo meno per un certo periodo (ora non lo so) come uno fra i loro principali intellettuali di riferimento. Non volevo dire che le posizioni della Lega e di De Benoist coincidono, né tanto meno che la Lega è una creatura di DeBenoist…In ogni caso uno dei nostri collaboratori, Matteo Luca Andriola, ha pubblicato un libro molto interessante proprio sulla “nuova destra europea” in cui, fra le altre cose, analizza anche questo rapporto fra la Lega e De Benoist.

  2. marcello
    20 gennaio 2018 at 10:36

    pensare che stavo per votarli! dove sono finiti i discorsi sui padri separati? in cambio di una manciata di voti si imbarca una delle piu spietate e ciniche exdonne in circolazione. salvini,complimenti…

  3. dante
    20 gennaio 2018 at 11:38

    “Io voto casapound”

    “Ma no che dici cosi facendo getti il tuo voto alle ortiche”

    “Lo so ma Berlusconi non mi piace, Salvini nemmeno ”

    “Va bene diamo disconuità e votiamo M5s”

    “Si ma io non posso,per voi comunisti è più facile votare quelli lì io sono fascista e devo mantenere la linea”

    “E che ci vuole,due fettine di crudo una insalitina e vedi come ti sgonfi”

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