Rivolta di classe negli USA (con contraddizioni)

La rivolta sociale in corso in questi giorni negli USA ha sicuramente una sua autenticità di classe e razziale (anti razzista), su questo non c’è dubbio.

Ma non c’è altrettanto dubbio che Biden e i democratici le stanno strizzando l’occhiolino. Credo anche che Trump sia un personaggio che inevitabilmente radicalizza lo scontro politico e quindi, suo malgrado, riesce a compattare il dissenso nei suoi confronti.

E’ probabile che con Obama alla Casa Bianca la rivolta sarebbe stata più circoscritta (ai soli neri) e non avrebbe visto la partecipazione di tanti giovani bianchi, appartenenti all’area radical della “sinistra” (mettiamoci tante virgolette…) americana. Ho riascoltato anche i soliti accenni al maschio bianco eterosessuale occidentale (il riferimento, nello specifico, è al poliziotto che ha ucciso Gerge Floyd, ma ovviamente, il discorso viene generalizzato…). E questa non è certo farina del sacco dei giovani proletari neri dei ghetti metropolitani e tanto meno della classe operaia (bianca (o nera) e dei ceti popolari dell’America profonda…E non sono certo loro a partorire queste cazzate…

Come ogni fenomeno sociale ha quindi una sua componente autentica e una taroccata, come si suol dire. Bisogna sempre capire in che percentuale è presente la prima o la seconda. Valeva anche per le famose cosiddette “rivoluzioni colorate”. Movimenti di classe e popolari sicuramente autentici – penso alle rivolte in Egitto e in Tunisia, cone milioni e milioni di persone in piazza – che però, come sappiamo, sono stati anche strumentalizzati e in qualche misura pilotati (quella cosiddetta “arancione” in Ucraina lo è stata quasi del tutto…).

Personalmente, sto dalla parte dei proletari neri e bianchi americani, privi (da sempre, in quel paese) di una adeguata e autentica rappresentanza politica. Non starò mai dalla parte dell’establishment americano, sia esso repubblicano o democratico.

La rivolta non si ferma e infiamma gli USA | Antudo

 

 

 

 

3 commenti per “Rivolta di classe negli USA (con contraddizioni)

  1. un lettore
    4 giugno 2020 at 19:48

    Interessantissimo Marchi, come l’altro pezzo sui piccoli commercianti romani della scorsa settimana. Dirò però, sbaglierò ma tant’è…, altamente sia dei proletari neri sia di quelli white privi di rappresentazione politica. Siamo di fronte al popolo che esultò, piu’ o meno compatto in tutte le classi, di fronte al massacri dei vietnamiti e dei camogiani. E lo stesso Meyssan, a cui a ragione vi ispirate, mette gli antifa in relazione alle Brigate anarchiche della Cia e della Nato, tipo i terroristi islamici. Non può venire, a mio parere, nulla di buono dagli Usa e mi distanzio anche da certe apologie del peggior marxismo, in cui non mi riconosco nella sua componente positivista, sul presunto progressismo bianco occidentale rispetto agli autoctoni…Insomma per me l’America vera non è ne bianca nè nera nè messicana ma sciamana e indiana.

  2. Gian
    4 giugno 2020 at 23:00

    Per me l’America è un continente, anzi un bicontinente.
    Nella sua parte settentrionale purtroppo esiste da 200 anni un’entità statuale che negli ultimi 80 anni si è imposta con tutti gli artifici possibili come entità “imperiale” ed egemonica almeno in metà del globo terracqueo.
    Il resto del discorso mi pare poco chiaro.

    • Silvio andreucci
      5 giugno 2020 at 18:48

      nell’America Latina , centro e sud America, se si eccettuano Cuba, Nicaragua e Venezuela che oppongono resistenza alla monarchia del dollaro (paesi come Costa Rica e Repubblica Dominicana rappresentano un discorso a parte sono neutrali) tutti gli altri (El Salvador, Perù, Cile, Paraguay,etc)sono satelliti degli Usa po’

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