Salvini-Meloni: la nuova “contraddizione principale”

Non sono fra quei marxisti che pensano che la dialettica possa spiegare la realtà nella sua totalità e men che meno che questa porti necessariamente ad una sintesi. E tuttavia proprio la dialettica si rivela essere estremamente utile per capire le dinamiche e i processi politici e sociali che costituiscono la realtà stessa.

Dopo quarant’anni di dominio e di egemonia culturale e politica indiscussa, l’ideologia neo liberal e politicamente corretta ha finito per creare la sua contraddizione, cioè il neo populismo reazionario di destra; né poteva essere altrimenti, come ho spiegato in questo relativamente vecchio ma tuttora attualissimo articolo  https://www.linterferenza.info/editoriali/dallideologia-politicamente-corretta-al-populismo-destra/

In Italia, la neo destra ultrareazionaria, che si incarna nella Lega di Salvini e nel partito post-neo fascista (per essere più precisi una forza ultra conservatrice e reazionaria di estrema destra) della Meloni, si appresta ad andare al governo forte di un largo consenso popolare che potrebbe portarla ad ottenere ben oltre il 50 % dei voti (forse a sfiorare se non a raggiungere o addirittura oltrepassare il 60%…). Del resto, se alle prossime regionali in Emilia Romagna il fronte neo liberal venisse sconfitto, è difficile immaginare che il governo Conte possa durare ancora. E’ vero che a quel punto Mattarella potrebbe giocarsi la carta del governo tecnico o di responsabilità, come si suol dire, magari con a capo un personaggio di grande prestigio istituzionale (Draghi?…), ma questa mossa potrebbe solo far respirare per un brevissimo lasso di tempo l’establishment e otterrebbe il risultato di moltiplicare il consenso popolare alle destre.

Come i nostri lettori ben sanno, da tempo (per chi ci legge, da quando abbiamo fondato questo giornale, ormai circa cinque anni e mezzo fa) abbiamo individuato la “contraddizione principale” nello schieramento neoliberale (di cui l’attuale “sinistra” liberal è parte integrante) che controlla la UE e che governa per conto del grande capitale finanziario multi e transnazionale attualmente dominante.

E non c’è dubbio che fuori dell’Italia, nel resto dell’Europa, con alcune importanti ma non determinanti eccezioni (Polonia e Ungheria) lo schieramento neo liberale (composto sia da forze conservatrici o neoconservatrici che “progressiste e di sinistra”) continui ad essere egemone e quindi a rappresentare la contraddizione principale. Infatti in Germania, in Spagna, in Francia, (ma anche in Inghilterra, che ovviamente è un discorso a parte…), cioè nei più grandi (e di strategica importanza) paesi europei la destra è in crescita ma non sfonda, a differenza dell’Italia. Rimandiamo ad altro momento l’analisi delle cause che determinano questo fenomeno e dell’“anomalia” italiana.

Resta il fatto che nel nostro paese, le destre ultrareazionarie, già da tempo relativamente e in calcuni casi abbondantemente egemoni dal punto di vista culturale e ideologico (ringraziamo per questo la “sinistra surrogata” tutta salotti, diritti civili, gender e utero in affitto”) stanno realisticamente per andare al governo.

Ergo, le destre stanno per diventare la contraddizione principale, per lo meno in Italia. E tra un capitalismo a guida liberale e un capitalismo a guida ultrareazionaria, è comunque meglio il primo che il secondo. E non c’è bisogno di tirare in ballo Lenin o altri “mostri sacri” per spiegarlo. Meglio un contesto con margini più ampi di libertà e agibilità politica, soprattutto (ma non solo…) per il potenziale conflitto sociale, piuttosto che dominato da logiche e politiche repressive e securitarie. Qualche esempio? Certo è che se oggi una occupazione di uno stabile di proprietà di questo o quel “palazzinaro” da parte di famiglie di senza casa può anche durare nel tempo o addirittura “sedimentarsi” trovando dei punti di mediazione con le autorità e le istituzioni, state pur certi che con un governo di destra-destra, il giorno seguente quell’occupazione quella stessa gente verrebbe sgomberata senza tanti complimenti a suon di manganellate e processi per direttissima. Stessa sorte per uno sciopero non autorizzato o per un picchetto di lavoratori o per l’occupazione di una fabbrica. Per non parlare poi dell’atteggiamento e delle politiche nei confronti degli immigrati; lascio il tutto alla vostra immaginazione…

Naturalmente, non c’è neanche bisogno di sottolinearlo, tutto ciò senza mettere minimamente in discussione l’ordine sociale dominante dal momento che le due destre che si apprestano ad andare al governo sono entrambe liberiste dal punto di vista economico oltre che filoatlantiche e del tutto allineate – come del resto le forze liberali e quelle di “sinistra” –  alla NATO, agli USA e ad Israele.

Onde evitare di essere frainteso, non penso affatto che ci si debba turare il naso e votare per il PD alle prossime elezioni; non ci penso neanche un pò.  Mi limito a prendere atto della situazione perché sarebbe sbagliato non farlo e perché l’analisi della realtà deve mutare con il mutare della realtà stessa. L’assenza di una autentica forza di classe, di massa, popolare e socialista, come abbiamo ripetuto e ripetiamo costantemente, ci ha portato a questa grave situazione.  E sarà molto difficile uscirne e ancora più evitarlo, è inutile farsi illusioni. Prepariamoci ad affrontare un periodo ancora più buio di questo, con una destra liberista, capitalista, prona all’imperialismo e al contempo reazionaria, securitaria e repressiva al governo del paese.

Spero, naturalmente, che queste mie previsioni non si avverino ma di speranza si muore, sempre come si suol dire.

A latere, disastrosa la parabola del M5S che ha la sua quota di responsabilità in quanto sta accadendo. Se era già disgraziata la scelta di governare con la Lega, quella di governare col PD è stata addirittura un suicidio. Non che riponessimo chissà quali aspettative nei 5stelle (anzi…) però, per una serie di ragioni, potevano, magari obtorto collo, rappresentare un argine a potenziali derive. Ormai neanche più questo. Una totale debacle.

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3 commenti per “Salvini-Meloni: la nuova “contraddizione principale”

  1. Panda
    15 novembre 2019 at 18:56

    Come ho già detto, non sono per nulla d’accordo. La “guida” del paese, almeno dell’economia, cioè della ciccia, resta saldamente in mano alla tecnostruttura europea, Salvini o non Salvini. Il quale o, come pare probabile, si piegherà, nel qual caso questo famoso consenso svanirà in fretta quanto quello dei Cinque Stelle, oppure andrà allo scontro, nel quale remoto caso, per quanto mi riguarda, è sempre meglio un governo che deve avere, e può perdere, la fiducia parlamentare rispetto a una tecnocrazia. Col MES che incombe, che mi preoccupa un filino di più delle chiacchiere securitarie (hai voglia la repressione se dovranno essere applicate le condizionalità…), si vedranno in fretta i posizionamenti.

  2. Gian Marco Martignoni
    17 novembre 2019 at 21:54

    Lo sfondamento a destra e nella società è palese e reale per tre motivi molto semplici : lo smottamento ideologico dell’ex-sinistra, con il partito leggero e tutte le invenzioni dell’ultimo trentennio che hanno disorientato un intero blocco sociale proletario ; l’entrata in campo di una forza equivoca e neo-qualunquista come il M5S, che oggettivamente è risultata funzionale al consolidamento di un senso comune di destra e fascisteggiante ; la Lega, che è l’espressione del nano-capitalismo del nord-est, fondamentalmente ultra-reazionario e sciovinista, ed è diventata di fatto l’unico partito che oggi è in grado di mobilitare in senso reazionario le masse, in virtù del disarmo ideologico che richiamavo poco sopra. Che a sinistra del P.D non ci sia nulla di organizzato e di massa, a differenza di altri paesi europei,rende la situazione effettivamente disperata e pericolosa.Perciò concordo con l’analisi di Fabrizio.

  3. Leno Lazzari
    22 novembre 2019 at 6:43

    Grazie per aver spiegato in modo chiaro quello che io sento
    e penso di questa classe politica da anni .

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