Tronti vede con chiarezza la luna ma poi torna a guardare il dito

Ho letto questa intervista https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/18110-mario-tronti-politica-finita-con-caduta-del-muro.html dell’amico Umberto De Giovannangeli a Mario Tronti, indubbiamente uno dei filosofi politici italiani più lucidi e interessanti degli ultimi trent’anni (di totale assenza di pensiero critico di una certa levatura).

E tuttavia Mario Tronti, che conosco personalmente e che leggo da decenni, non finirà mai di stupirmi per la lucidità delle sue analisi da una parte ma anche per la sua schizofrenia politica (Tronti è un senatore del PD) dall’altra che, per quanto mi riguarda, è un mistero destinato a restare insoluto (né la sua posizione può essere spiegata con il mero opportunismo dal momento che stiamo parlando di un uomo di 89 anni, comunque lucidissimo, e non di un giovane rampante in carriera…).

La gran parte dell’intervista, centrata sull’analisi dell’attuale fase storica e sulla deriva di una “sinistra” ormai da tempo approdata (e organica) all’ideologia neoliberale è sicuramente ampiamente condivisibile, per quanto mi riguarda.

Se non fosse – e questo è il mistero destinato a restare insoluto – che quella critica riguarda inevitabilmente e soprattutto il partito in cui lui stesso milita, cioè il PD. Ora, il Partito Democratico è oggi proprio uno dei principali rappresentanti di quel sistema politico e ideologico che Tronti sottopone a critica radicale.  Il paradosso è che dopo questa lucida e condivisibile analisi, Tronti finisce per prendersela quasi esclusivamente con il M5S, individuato come principale rappresentante e responsabile della deriva antipolitica e qualunquistica che caratterizza gli ultimi trent’anni di storia (dal crollo del muro di Berlino in poi).

Lungi dal sottoscritto assumere la difesa d’ufficio del M5S che ho in più occasioni sottoposto a critica radicale, però individuare in quest’ultimo la contraddizione principale mi pare fuorviante e assolutorio proprio nei confronti di chi ha creato le condizioni (in primis, proprio la “sinistra” neoliberale e neoliberista) per la crescita dell’antipolitica, del qualunquismo e anche della destra reazionaria (in particolare della Lega).

Il M5S è un effetto, una conseguenza della crisi verticale della politica, e non la causa. Limitarsi a demonizzarlo, invece di analizzare lucidamente le ragioni della sua nascita, della sua crescita e anche della sua deriva, è un errore. Anche perché è nel mare magnum dell’elettorato “grillino”, di quello sempre più numeroso che sceglie da tempo di astenersi e, in parte – anche se a molti può apparire paradossale – anche in quello della Lega che c’è il grosso del popolo di un futuro ipotizzabile nuovo soggetto Socialista.

Tronti vede la luna, e la vede anche chiaramente, ma poi torna a guardare il dito che la indica.

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5 commenti per “Tronti vede con chiarezza la luna ma poi torna a guardare il dito

  1. Giulio larosa
    26 Giugno 2020 at 23:28

    Ho conosciuto tronti nel pci, il suo non è opportunismo ma è quieto vivere con il suo mondo fatto di amicizie legami affettivi e comodi rapporti di convenienza con cui si vive bene e tranquillamente. Lo capisco in parte succede anche a me. Prendiamo spunto dalle sue idee così come ci possiamo godere la bella prosa di ismail kadarè a prescindere dalla sua umana vigliaccheria

  2. Panda
    27 Giugno 2020 at 14:18

    Non ho rimproveri da muovere a chi si dedica a coltivare il giardino: buon per lui che può; l’insofferenza però nasce quando all’otium non si accompagna il silenzio ma la pretesa di far la lezioncina agli altri, che magari il giardino non ce l’hanno. In ogni caso anche di questa sua lucidità Tronti dà prova a corrente molto alternata, come dimostrano le assurdità, spietatamente fustigate da Visalli (http://tempofertile.blogspot.com/2019/08/mario-tronti-il-popolo-perduto.html), contenute nel suo libro, Il popolo perduto. Il quale ha almeno il pregio di mostrare in una forma trasparente ed estrema i peggiori vizi di lungo corso del marxismo italiano (storicismo e sociologismo in primis).

  3. tonino
    29 Giugno 2020 at 8:00

    Ciao Fabrizio, correggi il refuso all’inizio “degli ultimi vent’anni”. Operai e capitale lo ha pubblicato nel 1966, se ricordo bene.

  4. Fabrizio Marchi
    29 Giugno 2020 at 13:01

    Caro Tonino, in realtà non è un errore, so benissimo che Tronti scrisse Operai e Capitale nel 1966. Il punto è che io penso che la sua riflessione filosofica complessiva sia diventata interessante proprio dopo la fase dell’operaismo che ormai è storicamente superata (al contrario di quella che ha sviluppato proprio negli ultimi vent’anni). Ho corretto scrivendo trent’anni, che mi sembra più giusto anche nei suoi confronti, dal momento che la sua riflessione sull’autonomia del Politico (e anche le sue riflessioni sulla relazione fra questo e altri aspetti, come la spiritualità, la profezia e l’utopia) è iniziata appunto una trentina di anni fa.
    Insomma, è il Tronti maturo quello per me interessante, anche se lui deve la sua notorietà e la sua fama internazionale proprio a quel libro, “Operai e Capitale” che lo consacrò appunto come padre dell’operaismo.

  5. Gian Marco Martignoni
    10 Luglio 2020 at 21:34

    Tronti, con tutto il rispetto per la persona, non mi ha mai convinto, giacchè tra i suoi libri non vi è solo ” Operai e Capitale, molto discutibile tra l’altro, ma anche un opuscolo ” marxista “, si chiamavano così per la Feltrinelli, ” Sull’autonomia del politico “.E’ proprio sulla base di . questo concetto che Tronti è rimasto nel gorgo tragico di una formazione social -.liberale.Ovviamente il M5S è il prodotto della liquefazione della sinistra, ma anche di una mutazione antropologica con cui non siamo riusciti ancora a fare i conti.Il Pd ha un ceto politico decisamente amministrativo e dai caratteri governativisti.Il M5S, come ben ha fatto osservare Massimo Panarari su L’Espresso, ha fatto dell’essere al governo il suo ” centro di gravità permanente “.Purtroppo, quella che si chiamava sinistra si è dissolta come neve al sole, a partire dalle infauste pensate dell’anticomunista Fausto Bertinotti.

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