Il segreto della impunità di Casa Saud

La notizia è ufficiale: l’Arabia Saudita ha la bomba atomica. Gli è stata venduta dal Pakistan certamente col consenso statunitense. Casa Saud, nello scenario mediorientale, può alzare il tiro per le sue folli pretese imperialiste.
Lo stesso responsabile saudita, che annuncia al mondo le bellicose intenzioni di Riyadh, pare del tutto inconsapevole della gravità della situazione: i leader del regno, addetti alla difesa, hanno provveduto a ridurre la minaccia iraniana al minimo in Yemen – queste le sue dichiarazioni – ed ora interverranno anche in Irak e Siria per difendere i ‘’musulmani sunniti’’ 1. Afferma ( e cito testualmente ) ‘’perché ci stiamo procurando tutto queste armi se non per difendere i diritti degli arabi e dei musulmani ?’’, ‘’Sì, per dirla semplicemente abbiamo una bomba nucleare’’.
Dove vuole arrivare Casa Saud ? Intanto registriamo che i rapporti politici e militari col Pakistan sono di vecchia data, come spiega Kurt Nimmo in un breve – ma efficace – articolo: ‘The Saudis began financing Pakistan’s atomic weapons project in 1974. “Our achievements are yours,” the Pakistani president, General Zia-ul-Haq, told the Saudis in the 1980s’ 2. Un intreccio fra servizi di intelligence ben noto: negli anni ’70 ed ’80 il Pakistan e Casa Saud si misero al servizio della CIA statunitense creando il gruppo terroristico Al Qaeda. L’obiettivo ? La distruzione dell’Afghanistan sovietico e progressista, per mano di tagliagole senza scrupoli. Smantellata l’Unione Sovietica, l’imperialismo statunitense ed il fondamentalismo sunnita ( wahhabita ), rivolgono lo sguardo contro ciò che resta del nazionalismo arabo – baathista e nasseriano – e lo sciismo progressista. Le prove, condite da preoccupanti dichiarazioni di guerra, non mancano.
I sauditi non hanno mai nascosto il loro desiderio di colonizzare la Siria usando come arma Daesh, organizzazione terroristica wahhabita protetta da ampi settori dei servizi di intelligence occidentali. Bahar Kimyongur entra nel merito della questione riguardante la macchina di indottrinamento wahhabita: ‘’La proliferazione dei canali satellitari wahhabiti in Siria ha rafforzato la popolarità di alcuni esuli siriani convertitisi al “tele-coranismo”. Il più rappresentativo di questi è probabilmente Adnan Arur. Esiliato in Arabia Saudita, lo sceicco della discordia (fitna) com’è soprannominato, anima diversi programmi su Wasal TV e Safa TV, dove ha reso popolari i discorsi anti-sciiti e anti-alawiti, tra cui quello in cui chiede di “macellare gli alawiti e gettarne la carne ai cani.” Nella regione di Hama da cui proviene, Arur ha mantenuto un’influenza notevole, al punto che il suo nome è stato scandito nelle prime manifestazioni anti-regime nel 2011’’ 3. In questo modo Casa Saud è riuscita a radicalizzare, facendoli cadere nella trappola del terrorismo, ampi strati sociali della popolazione sunnita siriana. Una catastrofe con pochi precedenti, che forse, merita un approfondimento mirato.
Due aspetti accomunano, allo stato attuale, il sionismo ed il wahabismo, principali cavalli di troia del vecchio colonialismo di derivazione britannica: (a) la manipolazione dei media; (b) l’ideologia tribale e teocratica.

Il controllo sui mass media
I governi militaristi israeliani e l’Arabia Saudita si spartiscono il controllo dei mezzi di comunicazione, seppur con modalità e finalità differenti. Israele attraverso la lobby sionista mira ad inserire docenti universitari, ricercatori, propagandisti e giornalisti prezzolati all’interno delle maggiori istituzioni governative e accademiche, cercando di assicurarsi il sostegno dei paesi occidentali alle proprie politiche di guerra.
Casa Saud non si cura delle simpatie occidentali, l’obiettivo della famiglia reale è quello di diffondere la visione intollerante di quella corrente dell’Islam basata sulle elucubrazioni del monaco Wahhab, presso i settori più fragili, culturalmente e socialmente, della popolazione europea e statunitense (oltre che dei paesi arabi). Per questo Riyadh investe sulla costruzione di luoghi, dalle moschee alle scuole coraniche, dove offrire una visione fasulla e del tutto fuorviante della religione islamica.
Bisogna mettere in guardia il lettore sulla centralità della figura del telepredicatore, di cui poco si parla anche negli studi pubblicati dai siti di controinformazione: si tratta di improvvisati santoni attivissimi in rete e ben orientati nelle moderne modalità comunicative. Su facebook, in modo preoccupante, crescono gruppi ed “aree di discussione” dove utenti a dir poco insoliti propinano deliranti slogan antisciiti ed iranofobi. Questi wahhabiti esperti in “scienze della comunicazione” dove si sono formati e a spese di chi ? Domanda: quanto facile è stata la penetrazione mediatica dell’Arabia Saudita in Siria ?

Il mito della terra promessa:
La colonizzazione della Palestina storica da parte dei sionisti trova le sue radici nel Talmud di Babilonia, una visione violenta del giudaismo osteggiata da onesti rabbini, fedeli alla vera religione ebraica, nel corso degli ultimi secoli. I coloni sionisti, accecati dall’odio settario e dal nazionalismo, hanno massacrato le popolazioni autoctone – pensiamo alla strage di Deir Yassin – attraverso numerosi eccidi. Questa tragedia prende il nome di Nakba ed è una ferita ancora aperta per tutto il mondo arabo.
Nello stesso modo, i wahhabiti, vorrebbero colonizzare la Siria baathista e rifondare il califfato omayyade con capitale Damasco. Si tratterebbe della nascita di una sorta di ‘’seconda Israele’’: al sionismo israeliano – in questi termini – corrisponde un “sionismo arabo” ugualmente terroristico e pericoloso. Casa Saud non ha remore nell’appoggiare Daesh, Al Qaeda fino al Fronte Jabat Al Nusra: Riyadh si candida al ruolo di capitale del terrorismo jihadista, una testa di ponte per fanatici tagliagole, guardiani armati dei ricchissimi conti corrente della famiglia reale.
Su queste basi – politiche, dottrinali e militari – l’Arabia Saudita rivolge le sue minacce al mondo sciita e ai movimenti patriottici di liberazione nazionale.

Nuova luce sui crimini di Casa Saud
Alla fine del maggio scorso, in rete è stata diffusa la notizia riguardante un attacco nucleare saudita nello Yemen. Cerco di riepilogare rapidamente: ‘’Nella sua analisi Smith fa notare che quella sganciata su Jabal al Naqb non è una bomba convenzionale e «sembra essere una piccola bomba a neutroni. La dimensione, il colore, il lightning effect e la durata della palla di fuoco sospesa a mezz’aria e il grande fungo atomico», dimostrerebbero che si tratta di un ordigno non convenzionale e anche il CCD cameras imaging device mostra uno “scintillio”, che è il segnale del rilevamento di neutroni (i lampi bianchi nei pixel del video)’’. 4
Molto probabilmente l’attacco è stato portato con la copertura militare israeliana, del resto abbiamo raccolto sufficiente documentazione e testimonianze per sostenere che l’aggressione allo Yemen è congiunta: israelo-saudita. Che cos’hanno da dire oggi i giornalisti prezzolati i quali, mesi fa, bollavano questa notizia come ‘’bufala’’ ? In realtà i due principali regimi mediorientali – Israele ed Arabia Saudita – rappresentano una evidente minaccia per i popoli della regione: come si può liberare Israele dal sionismo ( sembrerebbe quasi una contraddizione in termini ) e l’Arabia dal clan mafioso dei Saud compresa la loro sanguinaria ideologia wahhabita ? Domanda: qual è il segreto della impunità dei Saud ? La risposta non cambia: guardate nel nord del mondo e troverete i complici, corrotti governanti disposti a vendersi per qualche rolex.
I popoli europei avranno la forza per chiedere la messa al bando dell’Arabia Saudita dalla ‘’comunità internazionale’’ ?

http://www.infowars.com/saudis-claim-to-have-nuclear-bomb/
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47212
http://www.greenreport.it/news/nucleare-sganciata-una-bomba-ai-neutroni-sullo-yemen-video/

 

1 commento per “Il segreto della impunità di Casa Saud

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