Alt Right: catastrofe geopolitica e macelleria sociale

Il Fronte Nazionale francese sembra aver preso una via diversa rispetto al resto della destra reazionaria mondiale. Marine Le Pen, differenziandosi da Bannon e Salvini, non ha dimostrato nessuna simpatia per Bolsonaro affermando che questo individuo dica cose ‘’estremamente spregevoli’’ 1. Pronta la risposta dei deliranti sostenitori del ‘’Trump brasiliano’’ (forse dovremmo dire ‘’Hitler brasiliano’’?), i quali hanno definito Marine Le Pen una ‘’comunista’’. L’Alt Right, alla luce di queste fratture, dimostra di avere due correnti destinate a dividersi.

La stessa Le Pen ha più volte criticato il progetto interventista di Bannon salvo cambiare per l’ennesima volta posizione. Leggiamo: ‘’Steve Bannon, ha fatto sapere la figlia di Jean Marie, ha manifestato solo la volontà di “creare un think tank che permetta delle ricerche, degli studi e dei simposi su temi importanti che toccano preoccupazioni comuni”. Temi al centro dell’agenda politica dei populisti come “la globalizzazione selvaggia, una finanziarizzazione dell’economia, le migrazioni”. Nessuna “intrusione”, quindi, all’interno del consesso politico del Vecchio Continente. I partiti populisti continentali, come la Le Pen si era auspicata, dovranno organizzarsi in maniera autonoma, senza il coordinamento del Guru statunitense’’ 2. L’Internazionale di Bannon non è una ‘’internazionale populista’’ ma neofascista, con alcuni movimenti capaci di tenere insieme ‘’capitalismo anarchico’’ e neonazismo di orientamento ‘’pinochetista’’. Il ‘’modello’’ brasiliano e quello israeliano (la destra dei coloni) sono il riferimento dell’ex banchiere yankee.

La Le Pen, contrariamente, rappresenta una destra ‘’anti-mondialista’’; protezionista, promotrice dello Stato di polizia, ma senza una pesante influenza del fondamentalismo cattolico e in linea teorica non guerrafondaia. E’ meno vicina al sionismo degli estremisti statunitensi e – come sottolineato James Petras – accetterebbe il dialogo con l’Iran. Il filosofo di riferimento è Aleksandr Dugin, teorico reazionario ed anti-modernista, nemico dell’Occidente post-moderno e neo-liberista. Il progetto di Dugin è ‘’imperiale’’, conservatore e riprende il cosiddetto ‘’fascismo sociale’’ e movimentista. L’ideologo russo si lega alla borghesia, burocratica e ortodossa, nemica del mondo evangelico. Il ‘’capitalismo russo’’ è corporativo in ambito economico, con una strategia geopolitica non totalmente influenzata dai complessi militar-industriali; la religione e l’anima imperiale delle nazioni diventano il baluardo nella lotta al marxismo-leninismo internazionalista. La formula è questa: realismo politico in politica interna, evitando l’esplosione dei conflitti sociali; costituzione di blocchi ‘’imperiali’’ geopolitici in politica estera. Il filosofo Dugin fa alcune concessioni all’Alt Right, ma non può essere considerato organico a quest’ultima. Di fatto, dobbiamo riconoscere che il FN francese, rimanendo a metà strada, dimostra di essere lontano anni luce dagli eurasiatici, conservatori, ma anche critici della globalizzazione neo-liberista, confermando ambiguità compromettenti.

I promotori della alternativa euroasiatica (la Quarta Teorica Politica, secondo il linguaggio di Dugin) hanno definito la vittoria di Bolsonaro un ‘’disastro geopolitico’’ 3 che minerebbe la politica dei BRICS, contrappeso all’imperialismo americano-sionista. Un’ analisi corretta; i fascisti Bannon e Bolsonaro, promotori di una (geo)politica della catastrofe, vorrebbero smembrare la Russia dividendo la parte europea del paese da quella asiatica. Un autentico delirio reazionario deriso nei circoli della destra anti-mondialista russa, compresi gli euroasiatici. L’Alt Right, seguendo l’ultimo articolo di James Petras, tiene insieme neo-liberismo e repressione fascista; i seguaci di Dugin, in Brasile, hanno appoggiato Ciro Gomes sostenitore di un capitalismo estrattivo sul ‘’modello’’ del laburismo anti-comunista messo a punto da Getulio Vargas. Si tratta di modelli geopolitici avversi, inconciliabili; l’unica cosa che li tiene insieme è l’anticomunismo.

L’ideologo di Bolsonaro è Olavo de Carvalho, appartenente alla cerchia di Tradizione, Famiglia e Proprietà, sionista e russofobo. Si tratta di un giornalista vicinissimo alle posizioni della sionista di destra Caroline Glick la quale, facendo proprie le ‘’bufale’’ della spia Daniel Estulin, ha definito Israele, in realtà tempio della borghesia USA, ‘’un baluardo contro il globalismo’’ 4. La linea della Quarta Teoria Politica è diversa; facendo leva sugli ebrei russi, i nazionalisti debbono spingere lo Stato ebraico ad allearsi con Mosca risolvendo, in modo diplomatico, la questione palestinese. La colonizzazione della Palestina storica non viene rimossa, si cerca (come sta facendo Putin, del resto) una soluzione pacifica. L’Alt Right cerca un fronte unico con evangelici e ‘’sionisti religiosi’’ con la Russia; gli euroasiatici con l’ebraismo ortodosso, l’Islam non wahabita e soprattutto il nazionalismo anti-modernista contro i neoconservatori USA. Il FN ha al suo interno entrambe le correnti le quali, valutando i rapporti di forza, difficilmente potranno convivere; l’anticomunismo è un collante ideologico forte per menti retrograde e reazionarie, ma non basta.

Il sionismo e l’imperialismo americano rimangono il nemico principale; il gruppo di Bannon e Bolsonaro li abbraccia entrambi. Cosa deve fare la sinistra di classe davanti alla rottura geopolitica della destra? Dividere i conservatori filorussi ed anti-sionisti dai russofobi e sionisti dovrebbe corrispondere ad una tattica intelligente. La lotta contro i ‘’russofobi e sionisti’’ è prioritaria, una guerra di sopravvivenza da vincere a tutti i costi.

Le destre si dividono in stataliste e neoliberiste, filorusse ed occidentaliste con venature sioniste; i nemici “geopolitici” e quelli di classe (interni) hanno, a seconda delle circostanze, un ordine prioritario differente. I dogmatici stentano, come sempre, ad afferrare concetti basici.

https://actualidad.rt.com/actualidad/291718-le-pen-bolsonaro-dice-cosas-desagradables

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ora-pen-guarda-bannon-interesse-suo-progetto-1587256.html

https://www.geopolitica.ru/en/article/brazil-elections-market-candidate-vs-geopolitical-disaster?fbclid=IwAR023qx5dKZ6VubGx1KVPGny6KIKyXK8N51xMiaRLGK-D-4OpjSU6Mdlc58

https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/04/israele-giornalista-sionista-stato-ebraico-e-baluardo-contro-il-globalismo-002486575.html

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Foto: Mic (da Google)

 

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