Bolsonaro, variante neofascista dell’unilateralismo USA

Le elezioni presidenziali in Brasile non si configurano all’interno dello scontro fra globalismo e sovranismo (due ‘’non concetti’’ profondamenti anti-marxisti), come scrive l’informazione ‘’alternativa’’ vicina a Donald Trump (compresi i media filo-sovranisti italiani), al contrario è in corso uno scontro fra la variante fascista dell’unilateralismo USA e la transizione ad un mondo multipolare: la sconfitta del ‘’bolsonarismo’’, ideologia partorita dai settori neonazisti del Pentagono, rappresenterebbe un definitivo rilancio della cooperazione sino-brasiliana nella costruzione del multipolarismo sociale.

Il Partito dei lavoratori (PT) rappresentato dall’ex presidente Lula, dal 2022 al 2016, ha abbandonato la socialdemocrazia radicale delle origini, nonostante ciò dinanzi la riproposizione del fascismo USA una vittoria dei laburisti-moderati darebbe nuovi margini di manovra alla sinistra di classe brasiliana, sottoposta durante la dittatura filo-statunitense di Bolsonaro ad una tremenda campagna di assassinii mirati; il ‘’bolsonarismo’’ è la più compiuta proiezione del fascismo-reazionario in un contesto non occidentale.

Appoggiato dai neocons e dall’estrema destra israeliana, il regime ‘’bolsonarista’’ durante l’amministrazione Trump ha rappresentato un pericolo vitale per il Venezuela bolivariano proiettando la dottrina della ‘’guerra eterna’’ nel Bacino dei Caraibi. Non esistono globalismo e sovranismo, la contraddizione principale (cit. Mao) è fra gli imperialismi statunitense ed israeliano con la classe operaia internazionale; una attenta ricostruzione dell’(ir)resistibile ascesa di Bolsonaro – uomo delle chiese evangeliche e della lobby sionista – potrebbe aiutarci a ricomporre il legame che intercorre fra l’informazione ‘’alternativa’’/trumpiana ed i sostenitori del nazionalismo territoriale sion-fascista. Leggiamo il massimo studioso europeo della dottrina Rumsfeld/Cebrosky, l’analista strategico Thierry Meyssan:

‘’Durante la campagna per le elezioni presidenziali del 2018, il candidato Jair Bolsonaro è andato in Israele per essere battezzato nelle acque del Giordano. Ha così conquistato il voto massiccio degli evangelici.

Bolsonaro è stato eletto insieme al vicepresidente, generale Hamilton Mourão. Nel periodo di transizione Mourão ha dichiarato che il Brasile avrebbe dovuto prepararsi a inviare uomini in Venezuela, una «forza di pace» necessaria dopo che Maduro sarà rovesciato: una minaccia a malapena velata che il presidente Bolsonaro ha tentato di minimizzare.

In un’intervista del 4 gennaio 2019 alla rete SBT, il presidente Bolsonaro ha fatto riferimento a negoziati con il Pentagono per l’installazione di una base militare statunitense in Brasile. La dichiarazione ha suscitato una forte reazione in seno delle forze armate, che si ritengono in grado di difendere il Paese da sole.

Durante la cerimonia d’investitura del 2 gennaio 2019, il nuovo presidente brasiliano ha accolto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. È la prima vota che una personalità israeliana di tale livello si reca in Brasile. Per l’occasione, il presidente Bolsonaro ha annunciato il prossimo trasferimento dell’ambasciata brasiliana da Tel Aviv a Gerusalemme.’’ 1

 

Sotto la protezione del Mossad, i ‘’bolsonaristi’’ hanno rilanciato i metodi dell’esercito israeliano-sionista contro i Diseredati della Terra in America Latina; Brasilia, negli anni della guerra ibrida di Trump al Venezuela bolivariano, è stata una base logistica dell’intelligence sionista nella penetrazione delle bande-armate terroristiche contro Caracas. Un ruolo analogo a quello rivestito dai ‘’regimi fantoccio’’ della Germania nazista contro l’URSS.

 

Globalismo e sovranismo: due ‘’non concetti’’ coniati dalla politica culturale della CIA

Il presidente-dittatore Bolsonaro, per anni, ha considerato l’acronimo BRICS una ‘’invenzione satanica’’: non esiste una equazione trumpismo/multipolarismo, gli interventi del ‘’Trump dei Caraibi’’ (secondo Maduro ‘’l’Hitler del nostro tempo’’) al WEF declinano in una prospettiva fascista-evangelica l’unilateralismo statunitense-israeliano.

Il generale Hamilton Mourão, uomo dell’intelligence brasiliana, nel documento intitolato ‘’Progetto per Nazione, Brasile nel 2035’’ si esprime come Hitler e Mussolini: il documento proclama la necessità di ‘’neutralizzare il potere politico e sociale delle ideologie radicali… che dividono la nazione con l’obiettivo di dotare il paese delle connessioni necessarie per imporsi nello scenario geopolitico dominato dal conflitto fra gli USA e la Cina ‘’. Il documento, scritto con un linguaggio che ricorda i ‘’Protocolli dei Savi di Sion’’, abbraccia una visione fascista delle relazioni geopolitiche affermando che l’unico modo per salvare il capitalismo brasiliano dal ‘’pericolo giallo’’ (qui viene utilizzato il linguaggio dei ‘’nazisti trumpiani’’) è ‘’purgarlo dagli elementi globalisti’’. L’equazione socialismo/globalismo è una invenzione della CIA/Pentagono per screditare l’Internazionalismo e la Rivoluzione multipolare delle nazioni realmente sovrane come Cuba, Venezuela, Siria e Cina.

La dicotomia sovranismo/globalismo è funzionale (1) a demonizzare la diplomazia antimperialista cinese, (2) spingendo una parte gli attivisti ‘’anti-sistema’’ a cercare un alleato all’interno della classe sovrastante USA: Donald Trump ed il ‘’fascismo-evangelico’’. Così facendo centinaia di attivisti, un tempo antimperialisti, caduti nell’operazione di ‘’depistaggio ideologico’’, hanno abbracciato inconsapevolmente nuove forme di fascismo. Donald Trump è ancora un pericolo esistenziale per la sinistra di classe, mentre Biden configura una minaccia per l’Eurasia ed un riequilibrio degli assetti geopolitici strategici. Entrambe le scelte sono peggiori.

https://www.voltairenet.org/article204653.html

https://www.wsws.org/es/articles/2022/06/30/bras-j30.html

Bolsonaro thanks Netanyahu for 'strengthening the partnership' with Brazil | Jarbas Aragao | The Blogs

Fonte foto: da Google

 

 

 

 

 

 

 

7 commenti per “Bolsonaro, variante neofascista dell’unilateralismo USA

  1. gino
    8 ottobre 2022 at 16:37

    non capisco chi o cosa sia, o dove sia, sta “sinistra di classe brasiliana”… eppure ci vivo da decenni.

  2. Paolo
    8 ottobre 2022 at 17:34

    Provo a delineare in sintesi il contesto fattuale nel quale si va verso il secondo decisivo turno presidenziale del 30 ottobre prossimo.

    Risultati.
    Con oltre il 48% dei voti al primo turno Lula è favorito sul 43% di Bolsonaro.
    Ma il Partito Liberale di Bolsonaro è arrivato primo e la coalizione di partiti che lo sostiene ha ottenuto una larga maggioranza alla Camera.
    Quindi è emerso un forte disallineamento tra voto politico a destra e voto carismatico disgiunto verso Lula. Il quale, in caso di vittoria, dovrà coabitare con la Camera orientata a destra spostando in senso centrista il suo programma moderatamente socialdemocratico, come ha fatto nella stessa situazione il neoeletto Petro in Colombia.

    Posizionamento socio-politico.
    Come si può verificare dal link sotto, Lula ha prevalso nelle regioni (insiemi di stati) del Nordest e del Nord (le meno sviluppate, un po’ come il nostro Meridione) mentre Bolsonaro ha vinto nelle altre (più sviluppate, un po’ come il nostro Centro-Nord).
    Il PT di Lula, nato tra la classe operaia delle zone sviluppate, ha ormai completato la sua trasformazione in forza di rappresentanza delle zone più arretrate, fortemente dipendenti dai trasferimenti pubblici, con dietro un blocco sociale abbastanza simile a quello alla De Luca o alla Emiliano nel nostro Sud.
    Dietro Bolsonaro si è formato un blocco sociale confrontabile con quello della destra italiana al Nord. Nelle zone di immigrazione italiana (il Brasile è quarto al mondo dopo Argentina, Germania e Svizzera) ha nettamente vinto Bolsonaro.

    https://www1.folha.uol.com.br/poder/2022/10/veja-como-cada-regiao-estado-e-capital-votou-para-presidente.shtml

    Posizionamento strategico.
    Il Brasile ha già da tempo ottenuto, come recentemente la Colombia, lo status di alleato strategico degli Stati Uniti, con relativa collaborazione militare e di intelligence tra gli apparati, e la politica brasiliana si muove in questo perimetro.
    Mentre Bolsonaro è legato a doppio filo a Trump, al contrario Lula è vicino ai dem americani e si è anche incontrato con gli emissari di Biden durante la campagna elettorale.
    Dopo la sconfitta di Duque in Colombia, l’amministrazione Biden punta a togliere di mezzo anche il trumpista Bolsonaro puntando su Lula in Brasile e Petro in Colombia (di recente incontrato calorosamente da Blinken) come propri principali riferimenti nel cortile di casa sudamericano.

    Rapporti con Russia e Cina.
    Lula e Bolsonaro sono su posizioni opposte anche nei rapporti con Cina e Russia.
    Bolsonaro è in ottimi rapporti con Putin, nella logica simile a quella dei nostri trumpiani di costruire una destra tradizionalista globale con cui scalzare la sinistra liberal da un lato, e dall’altro combattere duramente la penetrazione del comunismo cinese mondialmente, e venezuelano-cubano sul teatro latinoamericano.
    Nella recente votazione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla risoluzione di condanna americana della Russia per i referendum di annessione (10 sì, 4 astensioni, il no con veto della Russia) Bolsonaro ha fatto astenere il Brasile, un’astensione solo parallela a quella della Cina essendo duramente anti-cinese.
    All’opposto Lula vede negli investimenti cinesi un’opportunità di sviluppo aggiuntiva per il Brasile, e valuta favorevolmente una distensione dei rapporti tra Colombia e Venezuela, e tra Stati Uniti e Cuba, come l’amministrazione Biden che ha rimosso le sanzioni aggiuntive verso Cuba decise da Trump e il suo atteggiamento molto aggressivo verso il governo Maduro.

    • gino
      12 ottobre 2022 at 11:31

      paolo, qualche correzione.
      1) il partito di lula é in blocco pro-russia nella questione guerra e non solo.
      2) l´anti-cinesismo di bolsonEro fu solo teorico e duró solo un mesetto: appena i cinesi minacciarono un embargo tornó subito sui suoi passi (l´imprenditoria brasiliana lo prese per le orecchie). sotto bolsonEro la cina ha continuato ad aumentare la posizione di primo partner commerciale e gli investimenti in brasile.

      • Paolo
        12 ottobre 2022 at 20:24

        Da quel che ho capito leggendo i siti brasiliani:
        – il PT come partito in parlamento sarebbe fuori gioco visto che le forze conservatrici sono ancora cresciute arrivando a circa due terzi dei seggi.
        – Lula sull’Ucraina si è prima espresso in modo equidistante in maggio, ma poi ha incontrato gli inviati dell’amministrazione Biden, ai quali avrebbe dato assicurazioni, e sarebbe anche favorevole al partenariato del Brasile con l’Unione Europea.
        – Il trumpiano Bolsonaro, considerato dall’amministrazione Biden troppo sbilanciato verso Putin, avrebbe tentato di fare concorrenza al preferito Lula accreditandosi come più affidabile anti-cinese.

        • gino
          14 ottobre 2022 at 15:45

          paolo,
          i “giornaloni” brasiliani sono tutti dell´elite della destra “liberista” filoamericana. ne conseguono omissioni, distorsioni e invenzioni.

          1) é vero che il parlamento sará di dx ma qui questo conta poco, tant´é vero che nell´attuale parlamento i partiti di dx, perfino il suo, hanno cassato il 90% degli obbrobri presentati dal governo bolsonEro e questo a partire da un mese dopo l´insediamento nel 2019 (ma qua non esiste voto di fiducia!).
          questo vuol dire che qui le posizioni sono liquide, poco o nulla ideologiche. quindi lula puó mettercisi d´accordo e anzi la maggioranza del centrodx moderato giá gli ha promesso appoggio.

          2) la posizione di lula sulla guerra ufficialmente continua equidistante, anzi proprio non ne parla. ma se leggi i suoi politici e militanti sono a stragrande maggioranza filorussi. tranne rare eccezioni (lgbt).
          gli inviati di biden si sono incontrati con tutti e anzitutto coi bolsonEros.
          e a proposito: ieri all´ONU i bolsonEros hanno votato contro la russia, finora si erano astenuti.

          3) l´anti-cinesismo qui in brasile é assolutamente impossibile. biden o trump possono mettere il cuore in pace che i miliardari brasiliani non s´impoveriranno per far piacere agli americani.

          p.s. ti posto un sito d´informazione del partito di lula:
          https://www.brasil247.com/

  3. Giulio larosa
    10 ottobre 2022 at 17:28

    Meglio Lula non c è dubbio malgrado i suoi limiti

  4. Paolo
    13 ottobre 2022 at 12:10

    La politica estera del Brasile appare piuttosto ballerina. In pochi giorni ha modificato la propria posizione sulla risoluzione di condanna della Russia per le annessioni, presentata da Stati Uniti e Albania.
    In Consiglio di Sicurezza (10 sì, 4 astensioni, no e veto della Russia) 10 giorni fa, prima del primo turno delle presidenziali, il Brasile si è astenuto.
    Ieri in Assemblea Generale (143 sì, 35 astensioni, 5 no tra cui la Russia, ma in Assemblea non c’è il diritto di veto) invece il Brasile ha votato a favore.

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