Bombe a Damasco e golpe (fallito) a Caracas: l’ultimo avvertimento di Israele

Lo Stato profondo americano-sionista non tollera i fallimenti diplomatici dell’amministrazione Trump?

Il 24 giugno, il legittimo governo venezuelano ha sventato un tentativo di colpo di stato organizzato da agenti statunitensi ed israeliani. Negli stessi giorni, Tel Aviv bombardava il territorio siriano; si tratta di due azioni, certamente piratesche, correlate fra loro. La televisione venezuelana, solidale col presidente Bashar al-Assad, ha chiesto alle Nazioni Unite di condannare i ripetuti attacchi sionisti contro il paese arabo. Il golpe potrebbe rientrare nella prossima strategia dell’imperialismo USA; lo stato profondo sta rigirando le spalle al presidente Trump? Un conflitto inter-oligarchico (il quale va ben oltre Trump ed i Clinton) capace di ridurre il diritto internazionale ad un giocattolo delle intelligence occidentali. I fatti, citando Lenin, ‘’hanno la testa dura’’.

Che cosa pianifica Israele?

Il complotto anti-venezuelano era rivolto contro il presidente Maduro ed il golpista Guaido. Il vero uomo della CIA è il generale Raúl Isaías Baduel, una sorta di ‘’nuovo Bolsonaro’’. Il giornalista Thierry Meyssan ha inquadrato il piano americano-sionista, anticipando di almeno due anni gli analisti antimperialisti meglio aggiornati:

‘’Baduel, ex capo di stato-maggiore ed ex ministro della Difesa, fu sollevato dall’incarico dal presidente Hugo Chávez, cui si era ribellato, e nel 2009 si mise a capo dell’opposizione. Fu però accertato che aveva sottratto denaro pubblico. Giudicato colpevole, fu condannato a sette anni di reclusione, che ha scontato. Durante il mandato del presidente Maduro fu nuovamente messo in carcere, dove tutt’ora si trova. Un commando avrebbe dovuto liberarlo e portarlo alla televisione nazionale ad annunciare il cambio di regime’’ 1

Tutto questo conferma l’analisi di Meyssan: ‘’il fine degli Stati Uniti non è rimpiazzare il regime bolivariano con uno più mansueto, ma distruggere le strutture statali del Paese. Secondo la prospettiva USA, né la maggioranza nazionalista né l’opposizione filo-USA possono sperare in un futuro’’. Il presidente Trump, da autentico jacksoniano di destra, (1) preferisce il colonialismo tradizionale a quello termonucleare dei neoconservatori e (2) vorrebbe assecondare la fazione del business USA instaurando un per nulla inedito fascismo aziendale, ma non militare. Il prezzo pagato allo stato profondo e ad Israele, in cambio del ‘’cessate il fuoco’’, è l’accordo-truffa del secolo; un ‘’patto di ferro ‘’fra il “fascismo aziendale trumpista’’ ed il nazionalismo territoriale israeliano. Le cose non vanno come i jacksoniani avevano previsto.
Leggiamo cosa riporta la Rete Voltaire sul vertice arabo-sionista in Bahrein:

‘’La riunione non aveva il carattere di una conferenza diplomatica. L’inviato speciale del presidente Trump, Jared Kushner, ne ha fatto un meeting simile a quelli della sua società di promozione immobiliare: esposizione accompagnata da una presentazione in Powerpoint, distribuzione di una brochure promozionale e via elencando’’
‘’L’importante si svolgeva altrove: a margine del gruppo di lavoro, il ministro degli Esteri del Bahrein, sceicco Khalifa ben Ahmed al-Khalifa, ha infranto un tabù concedendo un’intervista alla rete televisiva israeliana Channel 13. Il ministro ha affermato che, secondo lui, Israele è uno stato destinato a durare, con cui desidera mantenere relazioni pacifiche. Fra i dirigenti arabi, soltanto gli egiziani finora hanno fatto dichiarazioni a una televisione israeliana’’ 2.

Hamas ha concordato con gli Hezbollah: l’accordo-truffa del secolo è il dimenticatoio della causa palestinese. L’Autorità Nazionale (ANP), inizialmente, ha fatto arrestare gli imprenditori che hanno partecipato al gruppo di lavoro organizzato dagli USA e dai loro vassalli. Il presidente Abu Mazen li ha (giustamente) definiti ‘’traditori della causa palestinese’’ 3. Non ci sarà nessuna pacificazione fra oppressi (palestinesi) ed oppressori (israeliani).
Qualora questo ‘’accordo’’ dovesse saltare il ‘’cessate il fuoco’’ concordato dai ‘’trumpisti’’ con la lobby sionista verrebbe meno. Israele tornerebbe alle vecchie alleanze, ritrasformandosi nel cane da guardia dei Clinton e della fazione ‘’liberale’’ dell’imperialismo statunitense. Il ‘’trumpismo’’ è ad un bivio.
Il piano di conquista dei sionisti-conservatori è globale, leggiamo:

‘’Secondo le registrazioni dell’intelligence venezuelana, il complotto non era organizzato dagli Stati Uniti, benché probabilmente da loro sovrinteso, ma dagli israeliani. Negli ultimi 72 anni la CIA ha organizzato un incredibile numero di “cambiamenti di regime” per mezzo di “colpi di Stato” o “rivoluzioni colorate”. Per garantirne l’efficacia, l’Agenzia non esita ad affidare identiche missioni contemporaneamente a diverse unità, persino a subappaltare operazioni. È spesso il caso del Mossad, che a sua volta affida ad altri i propri servizi’’

Il MOSSAD e Netanyahu hanno scavalcato Trump cercando una sponda nei settori più militaristi dell’Alt Right, ma soprattutto nel clan Clinton. Come reagirà il presidente uscente davanti alla (prossima) catastrofe geopolitica: cercherà una sponda nei conservatori post-liberisti russi? Dubito fortemente che Putin e la cerchia post-neoliberista del Cremlino condivida il fascismo aziendale tipico degli affaristi ‘’yankee’’; tutt’altro. Il mondo dei conservatori – da Mosca a Washington – si spacca dimostrando una irrimediabile impotenza strategica. Le alternative restano sempre le stesse: il capitalismo o il socialism. Soltanto la seconda opzione potrà garantire al genere umano la sopravvivenza.
https://www.voltairenet.org/article206904.html
https://www.voltairenet.org/article206877.html
https://www.voltairenet.org/article206895.html

Raúl_Isaías_Baduel

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.