Donald Trump e Naftali Bennett: i nuovi padri della Grande Khazaria

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Foto (AFP)

Le Nazioni Unite hanno disposto nel 1948 la spartizione della Palestina storica ‘’senza nessuna autorità legale e morale’’,  come disse il giornalista della sinistra inglese, Alan Hart. Che piaccia o meno la nascita di Israele, giuridicamente e politicamente, non si pose in continuità con il diritto internazionale e la tradizione costituzionalistica la quale, per principio, non avrebbe mai dovuto accettare la creazione di uno Stato etnico. Ilan Pappe ha dimostrato come Israele – soprattutto con la propaganda degli ‘’intellettuali’’ definibili “sionisti di sinistra” – abbia cercato di spostare il dibattito dal colonialismo sionista, quindi dalla Nakba del 1948, alla sola occupazione illegale del ’67. Il problema è questo: uno Stato può nascere solo dopo aver interpellato democraticamente tutti i popoli che abitano una determinata regione. Nel ’48 la forza prevalse sulla ragione.

Le Nazioni Unite, anni dopo, riconobbero le istanze dei movimenti antimperialisti e anticolonialisti colpendo lo Stato ‘’per soli ebrei’’ con la Risoluzione numero 3379 del 10 novembre 1975, che definiva il «sionismo […] una forma di razzismo e di discriminazione razziale» 1, in questo caso le parole ‘’sono spade’’, ‘’possono uccidere’’ come disse il grande Hegel. Domanda: la Risoluzione 2234, di qualche giorno fa, è davvero una ‘’storica conquista’’ ?

Mi preme ricordare che l’ONU più volte condannò il colonialismo razzista israeliano e la giurisprudenza pre-1989 è piena di riferimenti importanti. La Risoluzione 446 del 22 marzo 1979 disse chiaramente:  “La politica e le pratiche di Israele relative agli insediamenti nei territori palestinesi e arabi occupati nel 1967 non hanno alcuna validità legale…”. Domanda: il problema sono i vuoti interni alla giurisprudenza internazionale democratica – che molto spesso, come nel 1948, sbaglia – oppure lo stra-potere della lobby sionista capace di far passare la Resistenza all’occupazione illegale per terrorismo? Da questo punto di vista qualsiasi equiparazione dell’ attività dell’IDF e dei coloni con la Resistenza rappresenza una palese violazione dell’emendamento approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 1979, in deroga alla Convenzione Internazionale contro la cattura di ostaggi. L’emendamento recita: ‘’L’attuale Convenzione ( quella contro la cattura di ostaggi, nda ) non si applicherà alla cattura di ostaggi nel corso di un conflitto armato tramite il quale una popolazione, nell’esercizio del proprio diritto di autoderminazione si trovi a combattere contro un’occupazione coloniale o straniera e contro regimi razzisti’’ ( Sandro Clementi, Le virtù del terrorismo, Editore Zambon ). Le Nazioni Unite, piegate dalla concezione imperiale del diritto internazionale, hanno voltato le spalle proprio a questo principio: il diritto alla resistenza.

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Foto (ABS-CDS News)

 

Donald Trump: più sionista dei sionisti

La Risoluzione dell’ONU – fra l’altro moderatissima – ha suscitato l’ira di Netanyahu e del neo-eletto presidente Usa, Donald Trump. Secondo Trump, l’ONU sarebbe ‘’un posto dove la gente va a perdere tempo in chiacchiere’’ 2, rimuovendo la complicità delle Nazioni Unite, scandalosamente passive, davanti ai molteplici crimini commessi da tutti i governi statunitensi del dopoguerra. Ogni presidente Usa avrebbe meritato una nuova Norimberga, come una volta osservò Noam Chomsky.

Qual è l’obiettivo di Trump? La nomina ad ambasciatore in Israele di David Friedman è un segnale eloquente. Ecco cosa scrive questo neocon, in un editoriale comparso sul Jerusalem Post: “Dato che gli ebrei americani ammontano a circa sei milioni di anime…ci è stata data un’opportunità che i nostri antenati non potevano avere immaginato…Invece di dover affrontare le sfide di nemici sanguinari…ci è stata affidata un’eredità dalla più grande generazione che ci ha preceduto, per assicurare che Israele sopravviva e progredisca come una luce sulle nazioni e una dimora permanente per il popolo ebraico’’ 3. Domanda: Trump sarebbe il candidato ‘’anti-casta’’ oppure rappresenta soltanto una nuova strategia dell’Impero basata sul sostegno integrale al colonialismo razzista israeliano, più la tattica del ‘’divide et impera’’? Il magnate Usa, eletto nuovo ‘’grande capo yankee’’, fa affari con la Russia ma, nel mentre, potrebbe preparare una aggressione imperialistica contro l’Iran – stando agli sproloqui di Michael Flynn – mandando in frantumi la politica indipendente della Russia nel mondo arabo e musulmano.

Il duo Trump-Friedman vorrebbe:

  • Spingere il governo sionista ad occupare la Palestina storica sfidando apertamente l’Asse sciita della Resistenza.
  • Per fare questo, Donald Trump sta preparando la sostituzione di Netanyahu con Naftali Bennett. I coloni hanno vinto in Israele e una sorta di riedizione riveduta, corretta e in doppio petto del “Ku Klux Klan” ha vinto negli Usa; il nazionalismo imperialistico come risposta alle elite globaliste implica anche questo. Una alternativa macabra fra la peste ed il colera.

Lo storico Diego Siragusa ci ha fornito una spiegazione eloquente sul rapporto ‘’Trump-Israele’’, in una intervista rilasciata a L’Interferenza.info il mese scorso. Leggiamo alcuni passi particolarmente significativi:

‘’Secondo me, Israele continuerà ad annettere ancora territori palestinesi confidando nella strizzata d’occhi di Trump e a mettere la comunità internazionale davanti al fatto compiuto. Dipenderà da noi, militanti antimperialisti, continuare la lotta affinché al governo dei nostri stati non vi siano più personaggi pericolosi e privi di struttura morale come il filo sionista Matteo Renzi e il suo ripugnante carro di Tespi’’ 4

‘’Trump e Flynn non si metteranno contro il Sistema Militare Industriale che ha il vero potere negli Stati Uniti. Farebbero la fine di Kennedy. Alterneranno isolazionismo e imperialismo classico. Sono troppi i soggetti da accontentare e gli interessi che attendono di essere soddisfatti. La riapertura del “Dossier Iran” sarà il segno della pressione della lobby ebraica. Perché?  Perché il teorema folle e aberrante di Israele è questo: io ho la bomba atomica e a nessuno, in Medioriente, deve essere consentito di averla. Altrimenti come posso esercitare il mio potere assoluto e incontrastato di ricatto e di intimidazione? Sfido chiunque a dimostrarmi il contrario. Per quanto mi riguarda, io sono favorevole alla bomba atomica iraniana come deterrente di quella israeliana costruita molto tempo prima. Le dichiarazioni contro l’Iran accusata di aver creato l’ISIS contrasta con quanto ha detto Trump in campagna elettorale. E’ il segno della rozzezza politica della destra repubblicana. Vedremo tutto e il contrario di tutto nei prossimi mesi durante la gestione Trump del potere’’

Una situazione che, purtroppo, sembra precipitare più rapidamente del previsto. L’isolazionismo di Kennedy che si oppose fino all’ultimo al nucleare israeliano, non è minimamente paragonabile all’ultra-sionismo di Trump e gli iraniani questo lo sanno molto bene.

Negli Usa è in atto uno scontro fra le elite che si riassume nella lotta fra il “golpismo globalista di destra” della Clinton ( ed il suo vassallo Obama ) e l’ultra-destra di Trump, una tendenza che Petras ha inquadrato in modo eloquente:

‘’Y tenemos que estudiar también las rivalidades entre las fuerzas burgueses imperiales. En EEUU por ejemplo, la lucha entre el golpismo derechista de Obama-Clinton y el ultraderechismo de Trump; tenemos el conflicto en Inglaterra entre los ‘brexit’ y los ‘no brexit’; tenemos en Francia el conflicto entre el ultraneoliberalismo de François Fillon y las fuerzas nacionalistas conservadoras de Marine Le Pen, o por lo menos una posición que quiere ir contra el neoliberalismo con el respaldo de la lucha anti-inmigrantes. Y tenemos la gran tragedia de los inmigrantes producto de las guerras imperiales, con asesinatos y muertes en el camino, mientras siguen siendo rechazados por los países europeos’’ 5

Il nazionalismo conservatore vorrebbe rispondere al globalismo neoliberista (guidato dagli Usa) con un ritorno agli Imperi coloniali? In questo caso, e temo che sia così, Israele si  verrebbe a configurare come una nuova Grande Khazaria. Trump e Bennett puntano a questo? Una cosa è certa: sostenere il ‘’nazionalismo conservatore’’ come alternativa valida al “globalismo imperialista” è, non solo un errore analitico e interpretativo, ma anche una pesante responsabilità politica di cui anche molti pensatori importanti – come ad esempio Israel Shamir – dovranno rendere conto.

http://www.storico.org/africa_islamici_israele/contro_ilsionismo.html

http://www.hispantv.com/noticias/ee-uu-/328488/trump-define-onu-club-gente-pase-buen-rato

http://znetitaly.altervista.org/art/21407?doing_wp_cron=1482842712.4461529254913330078125

https://www.linterferenza.info/esteri/donald-trump-fra-white-power-ed-isolazionismo/

http://www.lahaine.org/mundo.php/trump-no-es-tan-raro

 

 

 

 

 

 

 

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