Il falso mito del Gran Muftì Husseini

Nel mondo occidentale è diventata dominante, sia nei media tradizionali che all’interno dei social network, la hasbara ovvero la propaganda israeliana: truffaldina tanto politicamente quanto per ciò che concerne l’analisi storica. Uno dei miti più insidiosi della narrativa – anti-storica – sionista ripete in continuazione: “gli Arabi che vivono in Israele si erano alleati ai nazisti e che si doveva condannare duramente Al-Husseini, il Muftì di Gerusalemme, che era il loro capo, che aveva collaborato con Hitler e che aveva invitato i Palestinesi ad unirsi alle forze dell’Asse.” ( citazione tratta da Rudi Barnet, Mémento 1 : “Il genocidio, non è affar mio!”, Tlaxcala, 5/12/2012 ). Una disamina attenta dei fatti storici rivela come questo mito alimentato dagli israeliani sia totalmente screditato presso i maggiori studiosi – principalmente di formazione socialista – del medioriente.

I propagandisti israeliani sono soliti presentare il Gran Muftì Al-Husseini – il quale in effetti cercò di entrare nelle grazie di Hitler – come ‘’guida dei palestinesi’’ rimuovendo il fatto che ( afferma lo stesso attivista ebreo anticolonialista Rudi Barnet ): ‘’aveva lasciato la Palestina nel 1937 (Libano, Iraq … e in Germania dal 1941), che era ampiamente screditato nel mondo arabo … e che la sua influenza sulla popolazione del suo paese era più che limitata’’ 1. Quanti arabi riuscì – Al-Husseini – ad arruolare nelle fila naziste ? Circa  6.300 volontari – ci dicono inoppugnabili documentazioni –mentre sono stati 259.000 gli arabi, fra cui 9.000 palestinesi, che combatterono insieme alle forze alleate (Les Arabes et la Shoah” di Gilbert Achcar, professore all’Universita di Londra (Actes Sud 2009) ).

Gli storici antimperialisti ci danno degli efficaci strumenti analitici a riguardo di questa spinosa questione storica. Chi era questo Gran Muftì davvero ‘’molto comodo’’ ? A risponderci sarà il marxista di sinistra ( esponente dell’organizzazione trotskista Sinistra Anticapitalista ) Antonio Moscato, autore di numerosi libri sui conflitti mediorientali: ‘’Ami’n al-Husaini apparteneva a una delle due grandi famiglie di latifondisti palestinesi, che si contendevano l’egemonia sul movimento nazionale, scambiando spesso le parti. Era stato scelto come Gran Muftì da sir Herbert Samuel, governatore inglese della Palestina, ebreo e sionista, perché ritenuto più malleabile di altri aspiranti alla carica appartenenti all’altra fazione, quella dei Nashashibi, più legati ad ‘Abd Allah di Transgiordania, che puntava a conquistare una maggiore autonomia rispetto ai britannici. Era stato scelto nonostante fosse risultato quarto in una rosa di nomi uscita da un sondaggio dei principali dignitari musulmani del paese’’ 2. Quindi, seguendo la pagina di Moscato, il colonialismo britannico è, per l’ennesima volta, la principale fonte dei mali del mondo arabo: prima smembrando quei territori con i truffaldini accordi Sykes – Pikot del 1916, e poi imponendo ai palestinesi una guida ideologica ambigua che, al momento opportuno, avrebbe fatto da pompiere contro eventuali rivolte anticoloniali.

Nel 1936 Husseini fu contrario alla Rivoluzione palestinese – scontrandosi apertamente con la componente antimperialista di al-Qassam – e cercò di svolgere un ruolo da mediatore ( Antonio Moscato cita Ilan Pappe già membro del Partito comunista israelianoStoria della Palestina moderna, una terra due popoli, Einaudi, Torino, 2005 ), solo in seguito divenne ‘’il nemico numero 1 dell’imperialismo britannico’’ ( fra molte virgolette ).

Gli storici Diego Siragusa e Lucas Catherine – i cui libri sono stati pubblicati dall’editore marxista Giuseppe Zambon – attribuiscono al radicale di sinistra ( sì, musulmano ma appoggiato dal Partito comunista palestinese ) al-Qassam i meriti della rivolta antibritannica ed antisionista. Questo più o meno sconosciuto combattente antimperialista fu colui che ‘’Si prodigò tra i contadini e diffuse il seme della rivolta come mezzo  necessario di lotta’’ ( Diego Siragusa, Il terrorismo impunito. Perché i crimini di Israele minacciano la pace mondiale, Editore Zambon, pag. 47 ).

Il movimento patriottico palestinese, negli anni ‘60, disconobbe definitivamente al Husseini dando vita alle tendenze rivoluzionarie di sinistra. Lucas Catherine ricorda che ‘’Teorici come Ghassan Khanafani mettono l’accento sul carattere proletario della rivoluzione qassamita. Anche Hamas afferma, come vedremo, di essere erede della rivoluzione qassamita’’ ( Lucas Catherini, L’Islam spiegato agli infedeli, Editore Zambon, pag. 229 ). Nello statuto di Hamas ( 1987 ), per quanto retrogrado possa essere o sembrare ai lettori più superficiali, non si fa cenno alla figura di Amin al Husseini ritenuto dai vari Yassin e Rantisi ben poco incisivo nell’organizzazione dei gruppi guerriglieri poi, purtroppo, sconfitti.

La stessa categoria di ‘’fascismo’’ proiettata al di fuori dell’Europa rispecchia quello che il liberale Renzo De Felice ha chiamato ‘’un “vizio” culturale etnocentrico su realtà storiche e culturali diversissime da quella europea e occidentale in genere’’. Il nazifascismo ha avuto queste tre caratteristiche dominanti: (a) l’etnocentrismo in nome della supremazia dell’ ‘’uomo bianco e ariano’’; (b) la militarizzazione integrale della società civile volta alla conquista degli ‘’spazi vitali’’ ad est; (c) l’attacco frontale nei confronti della classe operaia all’epoca rivoluzionaria. L’imperialismo israeliano che punta a realizzare – citando Ben Gurion, uno dei padri fondatori di Israele – ‘’uno Stato etnicamente omogeneo’’, si avvicina per alcuni aspetti, quasi come definitiva beffa anti-ebraica, alle dittature mussoliniana ed hitleriana; le fonti storiche sono ineccepibili e stroncano sul nascere la propaganda sionista.

Molti sicuramente non lo sanno ma Benito Mussolini ebbe come amante, nemmeno tanto ‘’segreta’’ almeno fino alla fine degli anni ’30, Margherita Sarfatti, donna dell’alta borghesia ebraico-sionista veneziana. La Sarfatti, come propagandista, ha avuto un ruolo attivo nel coprire lo sterminio dei popoli d’Abissinia ( 700.000 morti solo nel 1935 ), tanto è vero che sua nipote Ippolita Gaetani, intervistata dal giornale israeliano Haaretz, ammise che:

‘’A mio parerese allora fossero stati perseguitati i neri e non gli ebrei, molti ebrei sarebbero ancora fascistiIn realtàoggi è la stessa cosaMolti ebrei in Italia sono fascistiperché il fascismo è molto più vicino all’Israele attualestanno perseguitando gli arabiSe lei va oggi nel Ghetto di Roma, vedrà che una parte della comunità ebraica romana è veramente fascistafascista nella sua mentalità, nella testa’’ 3.

Lo storico marxista Lenni Brenner ha messo a nudo, utilizzando documenti d’archivio banditi da ogni accademico geloso della sua ‘’posizione sociale’’, la simbiosi sionismo/nazifascismo. Leggiamo:

“La nostra nozione di nazionalità ebraica contempla una chiara e sincera relazione con il popolo tedesco e le sue realtà nazionali e razziali. Proprio perché non vogliamo falsificare questi fondamenti, perché anche noi siamo contro il matrimonio misto e per il mantenimento della purezza del gruppo degli ebrei […]. […] La fedeltà alla propria identità e alla propria cultura dà agli ebrei la forza interiore che impedisce l’insulto rispetto ai sentimenti nazionali tedeschi; e il radicamento in una propria spiritualità preserva l’ebreo dal diventare un critico senza radici dei fondamenti nazionali dell’essenza germanica. L’allontanamento nazionale che lo Stato richiede, sarebbe quindi portato a termine facilmente come il risultato di uno sviluppo organico. Così, l’ebraismo autocosciente qui descritto, nel nome del quale noi parliamo, può trovare un posto nella struttura dello stato tedesco, perché è interiormente non imbarazzato, libero dal risentimento che gli ebrei assimilati devono sentire per la determinazione che appartengono all’ebraismo, alla razza e al passato ebraici. Noi crediamo nella possibilità di una onesta relazione di lealtà tra un gruppo di ebrei coscienti e lo stato tedesco.[…] Per i suoi obiettivi pratici, il sionismo spera di ottenere la collaborazione anche con un governo fondamentalmente ostile agli ebrei, perché nel trattare la questione ebraica non sono coinvolti sentimentalismi ma problemi reali la cui soluzione interessa tutti i popoli, e nel momento attuale specialmente il popolo tedesco. La realizzazione del sionismo non poteva che essere ferita dal risentimento degli ebrei all’estero contro lo sviluppo tedesco. La propaganda del boicottaggio – come quella che attualmente è diretta in vari modi contro la Germania – è in sostanza non-sionista, perché il sionismo non vuole dare battaglia ma convincere e costruire…. Le nostre osservazioni, qui presentate, si basano sulla convinzione che, nel risolvere il problema secondo le proprie linee,il governo tedesco avrà piena comprensione per una candida e limpida posizione ebraica che si armonizzi con gli interessi dello Stato” ( da un Memorandum inviato al Governo del Reich dalla federazione sionista di Germania in data 21 giugno 1933 – riportato da Lenni Brenner ).

L’orrore del nazismo è davanti gli occhi di tutti ma la classe dirigente israeliana – proprio in rapporto a tale crimine – ha qualcosa di orrendo da nascondere al suo stesso popolo. Brenner fa cadere quest’ennesimo mito: “L’era nazista è il periodo più discusso nella storia, eppure la maggior parte degli ebrei e tanti altri sono ignari dell’interazione fra sionismo, Hitler e Mussolini. Ciò che è successo agli ebrei è costantemente utilizzato nella propaganda sionista come giustificazione per la creazione dello stato israeliano, il lato positivo intorno alla nuvola scura della desolazione.” (Lenni Brenner nell’introduzione al suo libro “51 Documents: Zionist Collaboration with the Nazis”).

La pulizia etnica della Palestina non è mai cessata dal 1947, possiamo essere tanto sciocchi da ritenere credibile un ‘’Gran Muftì molto comodo’’ come arma di distrazione ? La verità storica va difesa ed affermata per quanto scomoda essa sia, nessuno può esimersi da questo impegno di cruciale importanza.

http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=8670

http://antoniomoscato.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2413:la-menzogna-di-netanyahu-e-la-faziosita-della-grande-stampa&catid=7:medio-oriente-e-mondo-arabo-islamico&Itemid=17

http://andreacarancini.blogspot.it/2008/07/la-madre-ebrea-del-fascismo.html

 

Albert Einstein: “Lettera di condanna al sionismo”

Dicembre 1948 Lettera al New York Times

http://www.rense.com/general27/let.htm

Si riporta nella sua completezza una lettera al New York Times inviata da intellettuali ebrei tra cui Albert Einstein, Hannah Arendt and Sidney Hook che fu pubblicata il 4 Dicembre 1948. La lettera è solo segnalata da vari siti, ma in nessuno è pubblicata interamente mentre sembra utile divulgarla nella sua interezza originale

AGLI EDITORI DEL NEW YORK TIMES:

Fra i fenomeni più preoccupanti dei nostri tempi emerge quello relativo alla fondazione, nel nuovo stato di Israele, del Partito della Libertà (Tnuat Haherut), un partito politico che nella organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell’azione sociale appare strettamente affine ai partiti Nazista e Fascista. E’ stato fondato fuori dall’assemblea e come evoluzione del precedente Irgun Zvai Leumi, una organizzazione terroristica, sciovinista, di destra della Palestina.

L’odierna visita di Menachem Begin, capo del partito, negli USA è stata fatta con il calcolo di dare l’impressione che l’America sostenga il partito nelle prossime elezioni israeliane, e per cementare i legami politici con elementi sionisti conservativi americani. Parecchi americani con una reputazione nazionale hanno inviato il loro saluto. E’ inconcepibile che coloro che si oppongono al fascismo nel mondo, a meno che non sia stati opportunamente informati sulle azioni effettuate e sui progetti del Sig. Begin, possano aver aggiunto il proprio nome per sostenere il movimento da lui rappresentato.

Prima che si arrechi un danno irreparabile attraverso contributi finanziari, manifestazioni pubbliche a favore di Begin, e alla creazione di una immagine di sostegno americano ad elementi fascisti in Israele, il pubblico americano deve essere informato delle azioni e degli obiettivi del Sig. Begin e del suo movimento.

Le confessioni pubbliche del sig. Begin non sono utili per capire il suo vero carattere. Oggi parla di libertà, democrazia e anti-imperialismo, mentre fino ad ora ha apertamente predicato la dottrina dello stato Fascista. E’ nelle sue azioni che il partito terrorista tradisce il suo reale carattere, dalle sue azioni passate noi possiamo giudicare ciò che farà nel futuro.

Attacco a un villaggio arabo

Un esempio scioccante è stato il loro comportamento nel villaggio Arabo di Deir Yassin. Questo villaggio, fuori dalle strade di comunicazione e circondato da terre appartenenti agli Ebrei, non aveva preso parte alla guerra, anzi aveva allontanato bande di arabi che lo volevano utilizzare come una loro base. Il 9 Aprile, bande di terroristi attaccarono questo pacifico villaggio, che non era un obiettivo militare, uccidendo la maggior parte dei suoi abitanti (240 tra uomini, donne e bambini) e trasportando alcuni di loro come trofei vivi in una parata per le strade di Gerusalemme. La maggior parte della comunità ebraica rimase terrificata dal gesto e l’Agenzia Ebraica mandò le proprie scuse al Re Abdullah della Trans-Giordania. Ma i terroristi, invece di vergognarsi del loro atto, si vantarono del massacro, lo pubblicizzarono e invitarono tutti i corrispondenti stranieri presenti nel paese a vedere i mucchi di cadaveri e la totale devastazione a Deir Yassin.

L’accaduto di Deir Yassin esemplifica il carattere e le azioni del Partito della Libertà.

All’interno della comunità ebraica hanno predicato un misto di ultranazionalismo, misticismo religioso e superiorità razziale. Come altri partiti fascisti sono stati impiegati per interrompere gli scioperi e per la distruzione delle unioni sindacali libere. Al loro posto hanno proposto unioni corporative sul modello fascista italiano. Durante gli ultimi anni di sporadica violenza anti-britannica, i gruppi IZL e Stern inaugurarono un regno di terrore sulla Comunità Ebraica della Palestina. Gli insegnanti che parlavano male di loro venivano aggrediti, gli adulti che non permettavano ai figli di incontrarsi con loro venivano colpiti in vario modo. Con metodi da gangster, pestaggi, distruzione di vetrine, furti su larga scala, i terroristi hanno intimorito la popolazione e riscosso un pesante tributo. La gente del Partito della libertà non ha avuto nessun ruolo nelle conquiste costruttive ottenute in Palestina. Non hanno reclamato la terra, non hanno costruito insediamenti ma solo diminuito la attività di difesa degli Ebrei. I loro sforzi verso l’immigrazione erano tanto pubblicizzati quanto di poco peso e impegnati principalmente nel trasporto dei loro compatrioti fascisti.

Le discrepanze

La discrepanza tra le sfacciate affermazioni fatte ora da Begin e il suo partito, e il loro curruculum di azioni svolte nel passato in Palestina non portano il segno di alcun partito politico ordinario. Ciò è, semza ombra di errore, il marchio di un partito Fascista per il quale il terrorismo (contro gli Ebrei, gli Arabi e gli Inglesi) e le false dichiarazioni sono i mezzi e uno stato leader l’obbiettivo.

Alla luce delle soprascritte considerazioni, è imperativo che la verità su Begin e il suo movimento sia resa nota a questo paese. E’ maggiormente tragico che i più alti comandi del Sionismo Americano si siano rifiutati di condurre una campagna contro le attività di Begin, o addirittura di svelare ai suoi membri i pericoli che deriveranno a Israele sostenendo Begin. I sottoscritti infine usano questi mezzi per presentare pubblicamente alcuni fatti salienti che riguardano Begin e il suo partito, e per sollecitare tutti gli sforzi possibili per non sostenere quest’ultima manifestazione di fascismo.

(firmato)

ISIDORE ABRAMOWITZ, HANNAH ARENDT, ABRAHAM BRICK, RABBI JESSURUN CARDOZO, ALBERT EINSTEIN, HERMAN EISEN, M.D., HAYIM FINEMAN, M. GALLEN, M.D., H.H. HARRIS, ZELIG S. HARRIS, SIDNEY HOOK, FRED KARUSH, BRURIA KAUFMAN, IRMA L. LINDHEIM, NACHMAN MAISEL, SEYMOUR MELMAN, MYER D. MENDELSON, M.D., HARRY M. OSLINSKY, SAMUEL PITLICK, FRITZ ROHRLICH, LOUIS P. ROCKER, RUTH SAGIS, ITZHAK SANKOWSKY, I.J. SHOENBERG, SAMUEL SHUMAN, M. SINGER, IRMA WOLFE, STEFAN WOLFE

New York, Dec. 2, 1948

http://coc.ilcannocchiale.it/2006/04/09/albert_einstein_lettera_di_con.html

 

 

 

 

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