Globalismo sionista contro nazionalismo (territoriale) israeliano

Le oligarchie imperialiste sono tutt’altro che omogenee. Gli scontri tra le diverse fazioni determinano i crimini, su larga scala, commessi dalle principali potenze neo-coloniali. L’imperialismo americano-sionista detta le danze, seppur il neo-nazionalismo potrebbe diventare – in tempi brevi – un nemico alquanto pericoloso. Lo scontro fra Soros e Kushner aprirà qualche crepa all’interno del potere borghese? La risposta non può che essere affermativa.

 

I crimini dello stato israeliano contro il popolo palestinese mi spingono a fare alcune considerazioni complessive sul sionismo e sulle differenti fazioni interne a questo movimento colonialista. Prima di tutto è bene chiarire che i due partiti che si alternano alla gestione amministrativa dello stato – falchi e colombe – rispondono a due fazioni differenti della borghesia internazionale; i cosmopoliti vicini alla Fondazione Clinton ed i nazionalisti facenti parte dell’Alt Right. L’estrema destra israeliana predilige il militarismo d’area ed il bullismo diplomatico su scala internazionale, salvo quando sulla propria via non incontra leader capaci di fargli abbassare la cresta. Vladimir Putin è uno di quelli.

I cosmopoliti sono gli esponenti più importanti della nuova classe capitalista transnazionale, per tale ragione funzionali all’imperialismo globalizzato statunitense. Come vedremo sono avversari dei ‘’nazionalisti’’ con i quali non hanno niente in comune e – se ne avessero l’occasione – si eliminerebbero a vicenda. Prendiamo il massimo esponente del cosmopolitismo sionista, George Soros, confrontandolo con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. La divergenza fra i due è strategica.

Qualche tempo fa il figlio del premier sionista, Yair Netanyahu, ha solidarizzato con il Ku Klux Klan condividendo una vignetta di David Duke, storico esponente del neonazismo USA. Secondo Duke e Netanyahu, Soros ed i ‘’rettiliani’’ comanderebbero il mondo. Si tratta d’una vignetta antisemita? Certamente il nazionalismo territoriale sionista ha ottimi rapporti coi neonazisti antisemiti, ma – a parte l’allucinante uscita sui rettiliani – il potere di Soros è innegabile; lo speculatore ungherese d’origine ebraica controlla il mondo? No, questa è una paranoia degli sciovinisti israeliani e dei neonazisti europei, semmai è l’architetto dell’alleanza strategica fra il complesso militar-industriale USA e la classe capitalistica transnazionale proveniente dai centri della finanza anglosassone. Non è poco, la sinistra invertebrata che bolla ciò come ‘’teoria del complotto ‘’ è uno zombie senza muscoli. La City di Londra è una dei nemici principali, manovra dietro le quinte rifornendo di denaro sporco mafie e servizi di intelligence. Senza la CIA, Soros avrebbe un quarto del potere di cui dispone. Insomma, Yair Netanyahu è un reazionario allucinato, un tossicomane che bazzica la mafia russa di Tel Aviv, ma la sua uscita – scomposta e priva di consapevolezza politica – riflette il conflitto fra queste due fazioni imperialiste: nazionalismo territoriale; imperialismo globalizzato. Chi decide le sorti del capitalismo globale? Lo scontro è fra due uomini: Kushner e Soros, mentre lo sciocco figlio viziato del premier sionista, un demente semi-analfabeta, conta meno di zero.

Fonte: Haaretz

 

Spostandoci sui piani alti, la lobby israeliana, tempo fa, si scontrò niente poco di meno che con Brzezinski, il più importante teorico dell’imperialismo USA. Brzezinski non era una macchinetta sputa soldi come Soros, la sua teoria politica reazionaria ne fa, a pieno titolo, il Carl Schmitt dell’imperialismo statunitense. Per il teorico polacco, anch’egli di origine ebraica, la lobby sionista non vuole la pace. Questo esponente della classe capitalistica transnazionale si lanciò all’attacco del sionismo nazionalista: ‘’l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), la più grande e influente lobby ebraica statunitense (oltre 100 mila iscritti e un budget annuo che supera i 100 milioni di dollari), da lui accusata di «dettare legge alla politica mediorientale Usa». E di «intimidire chiunque, fuori e dentro il Congresso, non sposa i suoi dogmi». Che cosa hanno in comune l’AIPAC e Joseph McCarthy, il famigerato senatore repubblicano autore della caccia alle streghe anticomunista degli anni ’50 che penalizzò soprattutto i «creativi» ebrei di Hollywood? «Entrambi usano la calunnia e la demonizzazione, al posto della dialettica», replica Brzezinski, che definisce «paranoia pura» l’abitudine dell’AIPAC di bollare come anti-israeliano «ogni tentativo di pace in Medio Oriente»’’ 1. Venuto meno l’ideologo del caos, nemico dello sciovinismo ebraico, l’Alt Right ha alzato la testa; Soros ha 89 anni, ben presto Kushner potrebbe rovesciare le sorti dello scontro inter-capitalistico. Gli assetti del potere sono destinati a mutare ma i contendenti hanno lebbra e peste bubbonica. Guai a toccarli.

Qual è l’origine del nazionalismo territoriale israeliano? Lo storico Lenny Brenner inquadrò la collaborazione fra dittatura nazista e sionismo ‘’di destra’’ contro l’assimilazione proposta dagli ebrei socialisti. La possibilità di creare uno stato ebraico ‘’fascistizzò’’ i laburisti ed i liberali, spingendo Chaim Weizman a scrivere parole tanto gravi quanto vergognose: ‘’Anche noi siamo d’accordo con l’anti-semitismo culturale, in quanto che noi crediamo che i tedeschi di fede mosaica siano un fenomeno indesiderabile e demoralizzante.” [Chaim Weizman, presidente dell’Organizzazione sionista mondiale e futuro presidente di Israele, “The letters and papers of Chaim Weizman”, Letters, Vol. 8, p. 81, 1914]’’ 2. La metabolizzazione dell’antisemitismo culturale da parte del sionismo territoriale è la matrice ideologica e politica della cooperazione fra sciovinismo israeliano ed estrema destra, europea e statunitense. Yair Netanyahu non ha introdotto nulla di nuovo; il sionismo è una ideologia gemella del fascismo fin dall’ambiguità del ‘’socialismo comunitario’’, nazionalista ed alieno all’idea di classe. Il cosmopolitismo imperialista, al contrario, vorrebbe liquidare gli stati nazionali in nome del dominio assoluto del capitalismo finanziario. Il nemico dei nazionalisti è l’Iran, sostenitore della Resistenza palestinese; quello dei cosmopoliti, Russia e Cina, blocco geopolitico in grado di contrastare l’avanzata dell’imperialismo statunitense. Soros e Netanyahu sono destinati ad essere nemici?

Chi è l’avversario da battere? Nel breve periodo Soros, uno squalo dell’alta finanza capace di mettere in ginocchio interi stati. Questo magnate è prossimo alla fine dal momento che ha 89 anni e non potrà vivere in eterno. La destra nazionalista ha ricambi di gran lunga più pericolosi dell’imperialismo “democratico” – il clan Clinton è mezzo morto – quindi, negli anni a venire, il mondo del lavoro dovrà prendere di mira il magnate Jared Kushner, un personaggio che non ha nulla da invidiare agli attuali strateghi della guerra termonucleare. Il supporto di Kushner basta a mantenere in piedi il regime sionista, il clan Netanyahu e gli sciovinisti deliranti che gli vanno dietro.

 

Caroline Glick: il sionismo nazionalista e ‘’anti-mondialista’’

La giornalista Caroline Glick è una voce autorevole dell’estrema destra israeliana, sostenitrice della pulizia etnica della Palestina e vicina ai movimenti neonazisti. Leggiamo qualche cenno biografico: ‘’Caroline Glick, è nata a Chicago e si è arruolata nell’esercito israeliano subito dopo la laurea. Dal 1994 al 1996 è stato il membro principale della commissione israeliana che conduceva i negoziati con i palestinesi. E’ vicedirettrice del quotidiano Jerusalem Post e nel 2003, il quotidiano Maariv l’ha dichiarata la “donna più importante d’Israele“’’ 3. Questa giornalista ha amicizie all’interno della CIA e bazzica Lieberman; insomma una reazionaria alquanto pericolosa, una da tenere alla larga. Secondo la Glick, Israele “rappresenta un importante ostacolo al disegno globalista dell’establishment liberal internazionale, disegno presumibilmente condiviso dalla sinistra israeliana e basato sull’abolizione dei confini nazionali’’ 4. Non è una caso che questa signora si è recentemente legata a Steve Bannon iniziando a scrivere su Breitbart. Di che cosa si occupa sul giornale dell’Alt Right? Cito testualmente: ‘’La Glick, famosa per il suo forte sionismo, ha scritto sul sito web della destra statunitense ‘Breitbart’ che il recente progetto dell’espulsione[VIDEO]dei migranti africani da Israele e i proclami di Trump contro l’immigrazione messicana fanno parte della ‘lotta globale’ che si sta svolgendo tra le forze nazionaliste e le forze che vorrebbero un ‘mondo senza frontiere’’’. Lo scontro sui migranti è fra chi vorrebbe utilizzarli in quanto piede di porco per abbassare i salari dei lavoratori europei, magari – di riflesso – indebolendo i movimenti anti-colonialisti in Africa. Lo ius soli, nella logica ‘’liberale’’, è imperialismo umanitario (Jean Bricmont); dall’altra parte ci sono i neo-nazionalisti che non perdono occasione per rinchiuderli in lager, imponendogli trattamenti disumani. Saviano sta con Soros; Salvini con la Glick e Netanyahu. Una dicotomia tutta borghese che ha infettato – fra radical chic da una parte e sovranisti americanizzati dall’altra – il campo della ‘’sinistra’’.

Le teorie del complotto (termine fra l’altro ambiguo fabbricato dalla CIA), tipiche dei neofascisti, sono più vive che mai in Israele. Il nazionalismo israeliano è alleato delle destre europee, gode di un rapporto privilegiato con la Lega ed i neofascisti belgi. Dall’altra parte i liberali sono doppiamente ipocriti; prigionieri del mito ambiguo dell’eterno antisemitismo non riconoscono nella dittatura sionista un regime razzista su base etnica. Soros, anche se ormai al tamonto, è un nemico dell’umanità. Ciononostante seguita nel fare danni, mentre questi neo-nazionalisti potrebbero rappresentare il futuro dell’imperialismo americano-sionista. Una lotta che durerà ancora molto.

https://www.corriere.it/Esteri/2008/Primarie_USA/Brzezinski_dichiarazioni_anti_ebrei_107b03ae-2d4d-11dd-913b-00144f02aabc.shtml

http://www.israelshamir.net/Italian/natura.htm

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=33382

https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/04/israele-giornalista-sionista-stato-ebraico-e-baluardo-contro-il-globalismo-002486575.html

 

2 commenti per “Globalismo sionista contro nazionalismo (territoriale) israeliano

  1. Mario
    18 giugno 2018 at 12:12

    Questo sito è fantastico,
    Continuate così.

    • Fabrizio Marchi
      18 giugno 2018 at 20:58

      Grazie Mario! 🙂

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