Islamismo e sionismo: l’imperialismo a sfondo etnico e religioso

Foto: contropiano.org

La costituzione di un polo imperiale islamico guidato dal presidente turco Erdogan poggia su di una ideologia assolutistica che – in quanto a sciovinismo estremo – presenta delle pericolose analogie con il sionismo israeliano.

Lo Stato israeliano, fondato dai colonialismi inglese e poi statunitense a spese del popolo palestinese, fin dalla sua origine si è dichiarato Stato per soli ebrei marginalizzando, fino a ricorrere ad un violentissima repressione, tutte le minoranze etniche e religiose. Nonostante i padri fondatori di Israele, Golda Meir e Ben Gurion, si considerassero atei, lo Stato sionista ha, ben presto, assunto le caratteristiche di un regime teocratico. Il sionismo israeliano riprende una interpretazione estremistica – ma mai rinnegata da tutta la giurisprudenza rabbinica – del Talmud: il Talmud di Babilonia. Secondo questi presunti interpreti del diritto divino i veri ebrei non sono i sefarditi – quindi gli autentici ebrei semiti – ma gli azhkenazi di derivazione ungro-finnica. I talmudisti, che oggi appoggiano il progetto totalitario di Netanyahu, ritengono che i goy, i non ebrei, sarebbero degli animali parlanti nati per servire Israele: la luce – a detta dei loro santoni – fra le nazioni.

Per questa ragione, in Israele, chiunque abbia provato ad aprire un dibattito sul grande torto della Nakba, la pulizia etnica della Palestina – come Ilan Pappe e Gilan Atzmon – oppure si sia opposto coraggiosamente alla nascita d’una dittatura teocratica – come Gideon Levy, Amira Hass, Mordechai Vanunu – è stato messo al bando dalla società civile: Ilan Pappe e Gilan Atzmon sono stati esiliati; Gideon Levy è, molto spesso, oggetto di minacce ed ingiurie da parte dei coloni razzisti; Mordechai Vanunu è stato incarcerato e torturato per quasi vent’anni. Una ingiustizia, quella che ha colpito Vanunu, che macchia d’omertà anche l’Italia dato che questo coraggioso scienziato si trovava a Roma quando, nel 1986, fu rapito, a spregio del diritto internazionale, dal Mossad israeliano: una cosca mafiosa protetta dagli Usa.

Oggi, in Turchia, assistiamo ad un piano totalitario molto simile a quello messo in atto dai sionisti israeliani. Cosa lega Erdogan a Netanyahu?

L’Akp: un partito teocratico e sciovinista

Erdogan ha iniziato la sua militanza islamista nella società Milli Gorus, una setta creata nei primi anni ’70 dall’ex Primo Ministro Erbakan e per molti anni in competizione col movimento, noto come Hizmet, di Gulen.

Entrambi i movimenti hanno una visione dell’Islam retrograda e bigotta con la sola eccezione che, mentre Gulen vorrebbe integrare l’islamismo all’interno di una NATO cristiano-sionista, Erdogan rivendica il primato del fondamentalismo sunnita e della razza turco-mongola. Per questa ragione, come segnala il giornalista Thierry Meyssan ‘’accettando la proposta del presidente Vladimir Putin di costruire il gasdotto Turkish Stream, il presidente Erdoğan ha sfidato frontalmente la strategia globale degli Stati Uniti. In effetti, se sarà realizzato, questo gasdotto aprirà un percorso di comunicazione continentale e minaccerà la dottrina del “controllo degli spazi comuni” attraverso cui Washington detiene la sua supremazia sul mondo’’ 1. La costituzione di un polo imperiale islamico – benchè, per ora, sembra avere il plauso della NATO – non garantisce la stabilità egemonica statunitense su scala pan-planetaria.

L’islamismo ‘’pan-turco’’ ha gettato definitivamente la maschera davanti al vile smembramento della Jugoslavia ‘’socialista’’. La studiosa Jean Toschi Marazzani Visconti, intervistata dall’Interferenza pochi giorni fa, ha segnalato un gravissimo episodio alquanto sconosciuto in Italia. Rileggiamo la sua analisi:

‘’Nell’aprile scorso il direttore della CIA, John O. Brennan, ha fatto una breve visita a Sarajevo, sembra, per frenare i propositi delle frange musulmane più radicali. Qualche giorno dopo, il suo intervento é stato inficiato dalle parole del premier turco dimissionario, Ahmet  Davutoğlu alla cerimonia d’inaugurazione della moschea di Banja Luka il 7 maggio 2016.  Banja Luka, oggi é la capitale della Republika Srpska, una delle due entità che compongono la Bosnia-Erzegovina con la Federazione croato-musulmana.

Nel 1992 alcuni idioti arrabbiati avevano fatto saltare il luogo di culto musulmano, quel sabato lo inauguravano alla presenza del presidente Bakir Izetbegović, venuto da Sarajevo, e di rappresentanti musulmani arrivati da tutti i paesi arabi, probabilmente sponsor della ricostruzione, oltre a notabili europei, britannici e americani.

Interessante é stato il discorso del ex Primo ministro turco Davutoğlu davanti a tutti questi personaggi e in territorio ortodosso. Riassumo in tre frasi:

La Turchia era qui, é qui ora e lo sarà sempre anche in futuro.

Non temano i musulmani di Bosnia, dietro di loro ci sono 75 milioni di turchi.

Infine: Non s’illudano la croata Mostar e la serba Banja Luka di potersi separare da Sarajevo.

Nessuno ha commentato le affermazioni dell’importante rappresentante turco che si pronunciava in un paese straniero, in territorio serbo, come se si trovasse in un possedimento turco’’ 2

Davutoglu si rivolge agli europei – ed alla Russia – coi toni altezzosi di un sultano ottomano, la politica estera statunitense, cinica ed arrogante, produce, come al solito, mostri: ‘’Gli Stati Uniti sembrano non percepire queste sottili sfumature. La politica estera americana si sviluppa sulla teoria del  here and now ( qui e ora) per ottenere quanto é necessario per mantenere la supremazia commerciale e militare, quello che potrebbe succedere in seguito, non sembra essere argomento di preoccupazione’’. Domanda: quanto è funzionale l’islamismo pan-turchista ai piani dell’imperialismo statunitense?

 

Sionismo ed islamismo: il razzismo prima di tutto

I partiti sionisti, in Israele, non si sono limitati a colonizzare la Palestina storica utilizzando, per oltre 70 anni, metodi brutali; gli ebrei falasha – di origine etiope – sono stati oggetto di una violenta campagna razzista da parte dell’estrema destra israeliana.

Il giornale liberale Haaretz ha denunciato che ‘’Israele obbliga le donne immigrate dall’Etiopia a trattamenti medici invasivi, imposti contro la loro volontà o effettuati di nascosto, con lo scopo di renderle sterili’’ 3. Ed ancora: ‘’Ad aggravare la situazione, il fatto che il farmaco somministrato, il Depo-Provera, non è un semplice contraccettivo, ma un farmaco altamente invasivo, il cui uso può comportare una drastica diminuzione della densità ossea. E soprattutto è alto il rischio di sterilità una volta interrotta l’assunzione. In alcuni paesi il medrossiprogesterone acetato, che è alla base del farmaco, è utilizzato per la castrazione chimica degli stupratori. Mentre nel resto del mondo è somministrato con grande cautela a donne mentalmente disabili o pazienti d’istituti psichiatrici. Oltre a una vita spesso ai margini della società, nei campi in cui sono confinati “per adattarsi agli usi della società”, la comunità etiope in Israele è soggetta a un rigoroso controllo delle nascite da parte dello Stato. Le associazioni umanitarie accusano che tra i falascia (o Beta Israel) il tasso di natalità negli ultimi dieci anni sia diminuito addirittura del 50%’’. Israele non si limita a violare il diritto internazionale scatenando guerre d’aggressione neocoloniale ma pratica una inaccettabile politica razzista interna che allo Stato d’apartheid contro i palestinesi aggiunge la divisione in caste della società sionista:

ebrei di Serie A: azhkenazi

ebrei di Serie B: sefarditi

ebrei di Serie C: falasha

Domanda: questo Stato – etnico ed imperialistico – è compatibile col diritto internazionale di matrice liberale? La risposta è chiaramente negativa.

Nello stesso modo, il Sultano Erdogan, si appresta a schiacciare violentemente le minoranze curda ed alevita privando 5 milioni di turchi del diritto di voto. Thierry Meyssan ha denunciato che: ‘’La destituzione degli eletti e la privazione della cittadinanza di 5 milioni di cittadini violano norme e trattati internazionali. Eppure nessuna personalità internazionale ha reagito ai propositi del “presidente”, che mirano, in pratica, a far decadere dalla loro nazionalità i curdi e i cristiani. Il fatto è che l’Unione europea, ossessionata dal suo odio per la Repubblica araba siriana, ha concluso un accordo con Ankara sia per finanziare la guerra sia per controllare il flusso di profughi che essa provoca’’ 4. Domanda: che interessi hanno le borghesie europee per avvallare l’involuzione etnico-totalitaria della Turchia?

Netanyahu, erede del sionismo di ultra destra alleato storico del nazismo, reclama la pulizia etnica della Palestina concentrando il potere, in Israele, nelle mani della corrotta elite azhkenazi; Erdogan ha iniziato una infame ‘’jihad’’ contro il popolo curdo, proseguendo, a tradimento, la guerra contro la Siria baathista e l’Islam sciita.

L’Europa, sostenendo i regimi sionista ed islamista, non fa altro che uccidere, per l’ennesima volta, la sua antica – e rinnegata? – base culturale giacobina ed illuministica. Israele e la Turchia non sono – come il totalitarismo monoteistico blatera – la ‘’luce fra le nazioni’’ ma niente poco di meno che due dittature teocratiche. Domanda: perché denunciare il fondamentalismo islamico ma tacere sul fondamentalismo ebraico (talmudico) ? L’ipocrisia delle oligarchie europee rischia di presentare un prezzo troppo salato ai popoli e ai lavoratori. 

http://www.voltairenet.org/article188290.html

https://www.linterferenza.info/esteri/islam-politico-imperialismo/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/01/israele-laccusa-di-haaretz-immigrate-etiopi-rese-sterili-con-farmaci-imposti-nei/485579/

http://www.voltairenet.org/article191212.html

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